Alessio Lo Passo sul trono del business

di Davide PASSONI 

I più (o le più) se lo ricordano sul trono di Maria De Filippi a “Uomini & Donne” a farsi corteggiare da focose pretendenti. Ma Alessio Lo Passo, ora, ha deciso di tagliare col mondo del gossip e di lanciarsi nel mondo del business come imprenditore aprendo, a Monza, un negozio di abbigliamento e accessori.

Da tronista a imprenditore? Come ti è venuta l’idea?
L’idea è nata più di un anno fa. Ero in spiaggia, in Toscana, e due ragazzine mi hanno avvicinato insieme ai propri genitori: mi avevano riconosciuto e volevano fare delle foto con me. Le ho accontentate e poco dopo mi sono messo a chiacchierare con loro e con la loro famiglia. A breve siamo diventati grandi amici e da lì a poco è nata l’idea di aprire un negozio di abbigliamento e di accessori sia per uomo sia per donna, in centro a Monza, insieme o meglio in società con Alessia, la loro mamma che è diventata nel frattempo una mia carissima amica.

Di che cosa si occupa la tua impresa?
Come già detto poco fa, è un negozio di abbigliamento e di accessori sia per uomo sia per donna a Monza, cittadina nella quale mi sono trasferito da qualche mese a questa parte e nella quale mi trovo benissimo. Prima ho sempre vissuto a La Spezia, a casa con i miei  genitori e con i miei fratelli Francesco e Dario.

Qual è la difficoltà più grande che hai trovato, o trovi, nel fare impresa?
Di difficoltà, inutile negarlo, ce ne sono sempre tante visto il periodo di crisi, ma alla fine penso che se credi in qualcosa, e io in Revolution Monza – questo è il  nome dello store – ci credo davvero tanto, non ti fai spaventare dalle difficoltà, o per lo meno non più di tanto.

È più difficile farsi corteggiare o convincere un cliente ad acquistare?
Simpatica questa domanda (ride, ndr). Garantisco che è più difficile corteggiare una donna al giorno d’oggi che convincere una persona, uomo o donna che sia, a comperare qualcosa, nonostante la crisi economica che sta vivendo il nostro Paese. In ogni caso, a proposito di corteggiamento, sono da parecchio tempo single e ho anche voluto chiudere con il mondo del gossip e delle paparazzate. Non rinnego nulla di ciò che ho fatto, però ora che ho compiuto trent’anni e che sono diventato imprenditore, credo che sia giunta l’ora di cercare di mettere la testa a posto. Il che non vuol dire stare a casa a fare la calza, dal momento che amo andare a cena fuori con gli amici o andare per locali la sera, sia per lavoro sia per divertimento; significa invece smettere di perdere tempo con storie inutili e da poco.

Photo: GIORGIO BASCHIROTTO

Tessile italiano da Milano al mondo

Il recente successo di Milano Moda Uomo è stato l’occasione per fare il punto sulla capacità del capoluogo lombardo e della regione di creare eccellenza e ricchezza nel settore del tessile e della moda.

Ci ha pensato l’ufficio studi della Camera di commercio di Milano, su dati Infocamere 2013 e 2012 e su dati Istat al III trimestre 2013 e 2012, e ha certificato come sia di oltre 14 miliardi l’interscambio lombardo nel settore della moda nei primi 9 mesi del 2013 (+1,6% rispetto al 2012). Milano è la capitale indiscussa, con circa 7 miliardi di interscambio (quasi 4 miliardi di esportazioni e 3,2 miliardi di importazioni).

In crescita l’export milanese (+6,4%), soprattutto verso i Paesi del Medio Oriente (17,9%), dell’Asia Orientale (11,8%), dell’America centro-meridionale e dell’Asia Centrale (6,7%). Oltre la metà delle esportazioni è diretta in Europa (il 31,4% nei Paesi dell’Unione Europea e il 20,6% verso gli altri Paesi europei) e oltre un quarto in Asia orientale. Tra i Paesi dell’Ue si esporta soprattutto verso Francia (37,4%), Germania (15,3%) e Regno Unito (11,5%). Tra gli altri Paesi europei si esporta soprattutto verso la Svizzera (48,4%) ed è di oltre 200 milioni di euro il valore delle esportazioni in Russia (25,6%).

In Asia orientale le principali mete di esportazione sono il Giappone (25%) e Hong Kong (23,1%). Forte la richiesta USA, il 10% dell’export milanese va in America settentrionale.

In Lombardia sono quasi 15mila le imprese attive nel settore della moda, di cui quasi una su tre a Milano (4.482): oltre 2.600 si occupano di abbigliamento e quasi mille sono industrie tessili e altrettante imprese del settore della pelletteria. Il capoluogo è anche al primo posto in Italia per numero di addetti (80.030), seguito da Napoli (42.304) e Firenze (37.605).

Secondo Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano,“il settore della moda con tutta la sua filiera rappresenta un elemento di punta per rilanciare l’economia di Milano e dell’Italia. Per questo, come Camera di commercio collaboriamo attivamente con la Camera Nazionale della Moda Italiana per sostenere in modo particolare le iniziative rivolte ai giovani stilisti, così da offrire alle nuove generazioni di creativi occasioni di visibilità e la possibilità di sviluppare i propri progetti”.

L’Italia tesse il proprio futuro. O almeno ci prova…

di Davide PASSONI

L’inizio di gennaio ha visto, come da tradizione, i primi appuntamenti di prestigio per il tessile italiano, con i saloni fiorentini di Pitti e le sfilate di Milano Moda Uomo. Si tratta di due delle vetrine più prestigiose per una delle eccellenze della manifattura italiana, quella tessile appunto.

In un mercato mondiale nel quale i Paesi dell’estremo Oriente, Cina in testa, hanno ormai raggiunto una egemonia fatta di grandi volumi, prezzi bassi, costo della manodopera irrisoria ma qualità comunque in crescita, l’Italia è riuscita ancora a ritagliarsi un ruolo da leader. Questo nonostante la difficoltà tutta italiana nel fare impresa, la burocrazia, la fiscalità impazzita.

Nel disgraziato 2013 che ci siamo lasciati alle spalle, si è registrato comunque un export da record per la nostra industria. Il surplus ha toccato quota 110 miliardi di euro e, tra i comparti produttivi, l’Italia si è confermata prima al mondo nel tessile, nell’abbigliamento, nei prodotti in cuoio e nell’occhialeria. Un primato ottenuto a dispetto di tutto e di tutti che deve essere mantenuto e, se possibile, migliorato.

Ma ci sono le condizioni perché questo accada? Come si presenta il 2014 per la filiera tessile italiana. INFOIVA cercherà di scoprirlo questa settimana, attraverso dati, studi, testimonianze dirette. Perché se l’Italia vuole continuare a… filare, non può abbassare la guardia.

SOGNATE DI INVESTIRE NEL MONDO DELLA MODA? CHE ASPETTATE MANGANO VI DA’ UNA BUONA OPPORTUNITA’

Cari lettori oggi Infoiva vi presenta un’opportunità di impiego che offre il mondo del franchising in Italia, nel campo dell’abbigliamento.

Mangano,  gruppo nato dai fratelli Mangano che dal1986 intrapresero un viaggio alla ricerca di uno stile seduttivo e all’avanguardia, ricerca franchisee in tutta Italia. Che caratteristiche sono richieste? Non solo non è richiesta alcuna esperienza, il marchio inoltre non impone nessun obbligo al franchisee se non i diritti d’ingresso.

A quanto ammonta il capitale da investire? L’investimento iniziale parte dai 30.000 euro, non sono previste royalty. Le prospettive di ritorno sono commisurate all’afflusso di clientela prevista e all’ubicazione dell’attività

Per maggiori informazioni  Mangano.it

Moda uomo alla riscossa

di Vera MORETTI

Riflettori puntati sulla moda maschile: in concomitanza con l’apertura di Pitti Immagine a Firenze il 10 gennaio, lo SMI ha diffuso le prime stime sul fatturato della moda uomo, e, a sorpresa, si tratta di buone nuove.

Il settore dedicato al vestiario esterno, quello più importante, dovrebbe infatti chiudere l’anno con un incoraggiante +4,7%, a seguito di un risultato che, già alla fine del 2010, era parso incoraggiante.
Bene, quindi, maglieria e pelle, un po’ meno camicie, +0,5%, e cravatte, queste ultime in caduta libera.

In generale, comunque, non si può dire che la produzione italiana goda di buona salute, perché, solo quest’anno, dovrebbe registrare una flessione del -8,9%, causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime ed un conseguente incremento dell’import al valore.
Il 2011, perciò, è stato l’anno del mercato estero che, dopo una timida crescita nell’anno precedente, si è incanalato nella strada giusta, tanto da vantare una crescita del 10,4%, con buone prospettive anche per l’import, previsto a +10,2%.

A fronte di questi risultati, il 56% delle aziende operanti nel settore prevede, per l’anno appena iniziato, un mantenimento delle attuali condizioni e il restante 44% si divide tra ottimisti e pessimisti.