Muore schiacciato da un macchinario

Si chiamava Giorgio Guardiani ed aveva 46 anni: è rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro a Castellarquato, dove abitava.

L’uomo stava lavorando ad un macchinario presso la ditta Satin, che si occupa della fabbricazione di sacchi industriali, quando la manica del suo camice è rimasta impigliata nella macchina.
Guardiani si trovava solo in quel momento e nessuno, quindi, ha potuto aiutarlo. Per questo è rimasto schiacciato dal macchinario in funzione, senza lasciargli scampo.

Vera MORETTI

Un giovane operaio cade da un silos e muore

Un gravissimo infortunio sul lavoro, con conseguenze drammatiche, è accaduto a Pieve Fissiraga, in provincia di Lodi.

La vittima si chiamava Daniele Pedrazzani ed era un operaio di 29 anni che abitava nella zona di Cremona.

L’uomo si trovava alla cascina Mascarina della cittadina lodigiana dove doveva occuparsi della realizzazione di un impianto biogas. Per circostanze ancora da chiarire, l’operaio è precipitato dal silos sul quale stava operando, cadendo da un’altezza di dieci metri
Per l’uomo non c’è stato nulla da fare, tanto che, all’arrivo dei primi soccorsi, era già morto.

Vera MORETTI

Due giardinieri coinvolti in due incidenti mortali

Due infortuni sul lavoro in Lombardia, a distanza ravvicinata uno dall’altro, hanno visto coinvolti due giardinieri.

Il titolare di un’impresa di giardinaggio, un uomo di 73 anni, stava lavorando con il figlio 39enne all’interno della tenuta Invernizzi a Trenzanesio, il parco privato che si trova tra Rivoltana e Cassanese, in provincia di Milano.

I due erano impegnati nella potatura di alcuni alberi ma durante questa operazione sembra che una delle piante abbattute abbia colpito un altro albero, facendo crollare al suolo un pesante ramo che ha colpito in pieno i due uomini. Il 73enne è morto sul colpo.
Il figlio è stato trasportato, in elicottero, all’ospedale San Raffaele e non sarebbe in pericolo di vita.

Nel varesotto, invece, e precisamente a Leggiuno, un altro giardiniere, un uomo di 49 anni, titolare di una piccola impresa di manutenzione e costruzione giardini, stava compiendo lavori di manutenzione quando, durante una potatura, una pianta, cadendo, l’ha colpito alla testa, ferendolo gravemente.

L’impatto è stato talmente forte da non lasciare scampo all’uomo che, nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, è morto prima di giungere in ospedale.

Vera MORETTI

Giornata nazionale vittime del lavoro

 

Oltre 7 mila morti bianche, quasi 200 mila invalidità permanenti e oltre 5 milioni di infortuni sul lavoro: è questo il bollettino di guerra stilato dal rapporto Inail su morti e incidenti sul luogo di lavoro. Oggi si celebra in tutta Italia la 62ma Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro organizzata dall’Anmil per sensibilizzare l’intera penisola su un tema che da nord a sud interessa purtroppo tutta l’Italia.

Secondo i dati Inail gli infortuni sul lavoro avrebbero subito una leggera flessione dal 20o1 ad oggi, passando dai 1.023.000 del 2001 a 725.000 del 2011, con una riduzione complessiva di quasi 300.000 unità pari a -29,1%. Il futuro sembra meno rischioso, in particolare se si guarda agli infortuni mortali, scesi dai 1.546 casi del 2001 ai 920 del 2011, segnando un calo pari al 40,5%.

Numeri ancora purtroppo troppo alti per un Paese come l’Italia “le dimensioni del fenomeno permangono ancora oggi troppo elevate e del tutto inaccettabili per un Paese civile – sottolinea l’Anmil – 725mila infortuni nel solo anno 2011 stanno a significare che in pratica ogni giorno, comprese ferie e festivi, ben duemila lavoratori subiscono un trauma con conseguenze più o meno pesanti in termini fisici, psicologici ed anche economici. Ogni anno, inoltre, sono almeno 40mila (più di 100 al giorno) i lavoratori che subiscono una invalidità permanente di medio-alta gravità”.

La Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro “vuole essere, prima di tutto, un momento di incontro tra le forze vitali della società per non dimenticare e per sottolineare, una volta di più, che uno Stato civile non può permettere che si creino situazioni discriminanti tra i cittadini, ma deve anzi operare affinché qualsiasi barriera venga eliminata e l’handicap che esiste soprattutto in relazione alle difficoltà che un disabile incontra tenda a scomparire” conclude l’Anmil.

E in materia di sicurezza sul luogo del lavoro, proprio in questi giorni il Ministro del Welfare Elsa Fornero ha confermato l’attuazione del Testo Unico sulla Sicurezza “entro la legislatura”. Il governo sta esaminando in questi giorni un ‘pacchetto’ di semplificazioni in materia di lavoro e previdenza “finalizzate a alleggerire gli obblighi burocratici, e quindi i costi, a carico dei datori di lavoro, senza mai ridurre le garanzie dei lavoratori” e “a disciplinare i tempi per controlli e verifiche sulle attrezzature, nonchè ridurre i tempi di attesa per avviare le azioni di assistenza agli infortunati“.

Il Ministro Fornero ha poi assicurato come la legislazione italiana in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia “all’avanguardia rispetto a quella di altri Paesi europei ma il quadro legislativo è ancora ricco di potenzialità e bisogna curare con maggiore efficienza le modalità di attuazione”.

Alessia CASIRAGHI

Incidente in un cantiere: operaio precipita nel vuoto e muore

E’ successo a Caltanissetta, in un cantiere edile in via San Giuliano.
Un operaio che stava compiendo lavori di ristrutturazione è inciampato mentre si trovava su un’impalcatura ed è precipitato da un’altezza di 15 metri.

L’impatto con il suolo è stato tremendo e, benché Giuseppe La Delfa, questo il suo nome, fosse ancora vivo quando sono arrivati i soccorsi, per lui non c’è stato nulla da fare.
Poco dopo il suo arrivo all’ospedale Sant’Elia, è morto, poiché aveva riportato lesioni gravissime.

La dinamica dell’incidente è ancora da accertare, si sa solo che i colleghi l’hanno visto cadere nel vuoto e hanno capito subito che si trattava di qualcosa di estremamente grave.

Il cantiere è stato in seguito sequestrato dalle forse dell’ordine, e ben due inchieste sono state aperte sul caso: una da parte della magistratura, l’altra dall’ispettorato del lavoro.

Vera MORETTI

Incidente sul lavoro mortale ad Aiello Calabro

Si chiamava Battista Rocchetta e aveva 36 anni. Lavorava presso un’azienda boschiva di Aiello Calabro, sulla costa tirrenica della provincia di Cosenza, quando, per cause ancora da appurare, è stato vittima di un incidente mortale.

L’uomo si trovava al di sotto di una pedana mobile utilizzata per l’accesso dei mezzi cingolati sui camion che, improvvisamente, si è sganciata dalla sua sede naturale colpendo con violenza Rocchetta.
Da subito i colleghi che si trovavano sul posto hanno intuito la gravità dell’incidente, anche perché la vittima era stata colpita alla testa, perciò i soccorsi sono stati chiamati tempestivamente.

L’uomo, ancora in vita, è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale civile di Cosenza, dove i medici hanno cercato di salvargli la vita con un intervento chirurgico, ma non è sopravvissuto all’operazione.

I carabinieri si sono recati sul luogo dell’incidente per effettuare i rilevamenti del caso e per accertare la dinamica dell’incidente.

Vera MORETTI

Muore travolto da una ruspa

Un incidente mortale, avvenuto in Sardegna sulla strada provinciale che collega Ruinas e Samugheo, in provincia di Oristano, non ha lasciato scampo a M.M, un operatore di mezzi meccanici che stava lavorando sulla strada con una ruspa.

L’uomo, di 34 anni, sposato da dieci giorni e in procinto di diventare padre, era impegnato in un’operazione di sbancamento e non si è accorto di un dislivello al lato della ruspa.
Per questo, il mezzo ha cominciato a scivolare, finché ha sbandato e la vittima, d’istinto, si è buttata dalla ruspa, ma sfortunatamente, proprio dalla parte in cui stava cadendo.

Il macchinario gli è franato addosso. L’impatto è stato violentissimo e non ha lasciato scampo all’operaio, morto sul colpo.

Vera MORETTI

Muore schiacciato da una colonna di ferro

Un padre di famiglia, sposato con tre figli, è stato vittima di un mortale incidente sul lavoro.
L’episodio è avvenuto a Pedrengo, presso la Linea A, un’azienda meccanica della quale l’uomo era dipendente.

Giacomo Rebussi, questo il suo nome, era quasi alla fine del suo turno di lavoro, stava lavorando al carrello elevatore, con il quale stava spostando una colonna di ferro che, per circostanze ancora da chiarire, gli è caduta addosso, schiacciandolo.
L’impatto è stato talmente forte che l’uomo è morto sul colpo, e nulla hanno potuto fare i sanitari dell’automedica arrivata sul posto immediatamente.

Sul posto sono giunti anche i carabinieri e un medico Asl per gli accertamenti che riguardano la sicurezza sul lavoro.
La tragicità dell’accaduto, inoltre, ha provocato l’intervento della Cgil che, tramite comunicato, ha voluto esprimere il suo cordoglio alla famiglia della vittima, ma soprattutto la rabbia causata dall’ennesimo morto sul lavoro.

Vera MORETTI

Operaio tunisino muore fulminato

Un operaio tunisino di 22 anni, Taouss I el Hasan, è morto mentre stava lavorando in un campo di Gricignano alla periferia di Sansepolcro, in provincia di Arezzo.

Il ragazzo stava utilizzando un macchinario per la raccolta del tabacco ma, inavvertitamente, ha urtato un cavo dell’alta tensione: non c’è stato nulla da fare, la scarica elettrica l’ha investito, uccidendolo sul colpo.
I soccorsi del 118, immediati, non hanno potuto far altro che accertare la morte dell’operaio.

Ora, sul posto, sono presenti i carabinieri di Sansepolcro per accertare le dinamiche dell’incidente.

Vera MORETTI

Altri due suicidi in Veneto: la crisi non lascia scampo

La cronaca nera di questa settimana ci ha riportato spesso al Veneto.

Dopo il suicidio di Livio Andreato, imprenditore edile di Campagna Lupia, e di Raffaele Rubinacci, artigialo di Noale, altri due uomini si sono tolti la vita.

La storia di Antonio Maria Pedrazzoli ha sconvolto la cittadina di Bassano del Grappa, dove l’imprenditore, di 49 anni, viveva e lavorava.
La Pedrazzoli Ibp, attiva in città dal 1948, è nota a tutti gli abitanti della zona, così come la famiglia, che da sempre lavorano nella ditta di famiglia.
Per questo, alla notizia del suicidio dell’uomo, amici e conoscenti hanno reagito con incredulità e disperazione.

Pedrazzoli ha deciso di morire proprio nell’azienda familiare, dove è arrivato alle 4.30 di mattina. Si è seduto alla sua scrivania, ha scritto poche righe di addio e poi, nel silenzio desolato della notte, ha premuto il grilletto della sua pistola 357 Magnum ed è morto.

L’eco dello sparo non è giunto a nessuno e il corpo senza vita dell’imprenditore è stato trovato solo alle 7.30 da un’impiegata.
Ora il biglietto da lui lasciato prima di uccidersi è stato sequestrato dai carabinieri, per capire con esattezza cosa ha scatenato questo disperato gesto.

Ma la notte ha portato con sé un’altra storia drammatica, anche questa senza soluzione. O almeno così sembrava a F.L., odontotecnico di 58 anni residente a Padova.
Un mutuo di 200mila euro da estinguere, le rate che, con l’avvento della crisi, sembravano sempre più elevate ed impossibili da rispettare, non hanno lasciato speranza all’uomo e così, in una strada isolata vicino ad un campo di proprietà sua e di sua sorella, si è sparato.

Nessuna speranza, nessuno spiraglio gli sono apparsi prima di decidere di farla finita, neanche il pensiero della moglie e dei tre figli, ai quali l’uomo, con un biglietto d’addio, ha chiesto scusa, raccomandando loro “di non fare il passo più lungo della gamba”, come aveva invece fatto lui.

Vera MORETTI