Mutuo: si chiedono meno soldi e si aspettano i 37 anni

Chiedere un mutuo oggi è sempre più un privilegio per chi ha già dei risparmi da parte. Sembra un paradosso ma è così: secondo Lorenzo Bacca, responsabile della Business Unit di Mutui.it, il comparatore di mutui on line, anche i giovani che vogliono dedicarsi al loro primo progetto da adulti, come l’acquisto della prima casa, hanno “bisogno di costruirsi una solidità economica per ottenere la concessione del finanziamento; chiedere mutui per pagare il 100% del valore dell’immobile vuol dire esser certi di ottenere un rifiuto da parte delle banche.

Naturale, quindi, che anche l’età media salga e che il sogno dell’indipendenza si faccia più lontano per i giovani”. E’ più alta, infatti, l’età media di coloro che chiedono mutui anche per acquistare la prima abitazione: si arriva a chiedere un finanziamento a quasi 37 anni (era 36 nel 2010).

Contemporaneamente, scende l’entità del mutuo richiesto: su 400 mila mutui analizzati da Mutui.it le somme medie richieste sono scese del 9%. A novembre 2010, prima dell’esplosione della crisi economica, l’importo medio dei finanziamenti era pari a 160.000 euro, oggi si attesta a 146.000 euro. Diminuisce di ben 12 punti il loan to value, vale a dire la percentuale del valore dell’immobile che si intende finanziare attraverso il mutuo: a fine 2010 le richieste puntavano a coprire il 75%, mentre oggi la richiesta media si ferma al 63%. A fronte di un valore medio dell’immobile che resta tutto sommato costante, come costante è anche la durata del finanziamento, di circa 25 anni.

La richiesta di mutui a tasso variabile ormai eguaglia quella di mutui a tasso fisso (42% Vs 43%), mentre solo un anno fa quest’ultima raccoglieva ben il l 47% delle domande (27% per il variabile puro). Il fenomeno si spiega considerando i tassi attuali particolarmente alti che, con gli aumenti degli spread imposti dalle banche, fanno preferire il ricorso al variabile.

Fonte: ansa.it

I consigli per acquistare casa con i mutui 100%

Se vi è mai capitato di richiedere un mutuo sapete che nella maggior parte dei casi le banche del nostro Paese erogano mutui che prevedono un finanziamento pari all’80% del valore per il vostro immobile da acquistare, sia prima casa sia seconda casa. In Italia esiste però anche l’opzione 100%: la possibilità di richiedere questo tipo di mutuo, che possiamo definire totale, è stata resa possibile dalla Banca d’Italia che ha realizzato un provvedimento che introduce la polizza assicurativa fideiussoria, grazie alla quale chi richiede un mutuo può ottenere la cifra pari al 20% utile a rendere il finanziamento per la casa della banca completo e che possa coprire la parte eccedente l’80% del valore dell’immobile.

Sono ormai diversi gli istituti di credito che prevedono tra le loro offerte la tipologia di mutuo 100%, ma è anche vero che le banche che valutano le domande di mutui 100% effettuano istruttorie particolarmente approfondite sulla solvibilità del richiedente.

Questo si spiega facilmente: nei casi di finanziamenti così onerosi l’istituto corre rischi non indifferenti, ecco perché è necessario per ogni istituto verificare che non ci siano le condizioni per un’eventuale inadempienza. Grazie alla polizza assicurativa fideiussoria, la Banca riesce a erogare finanziamenti fino al 20% in più rispetto al valore dell’immobile e questo perché la Compagnia assicurativa, nel caso il mutuatario risultasse insolvente, si impegna a rimborsare parte del debito.

Bisogna sottolineare che ottenere un mutuo al 100% non è semplice perché la Banca richiede diverse garanzie per evitare rate non pagate. Detto questo, prima di operare una scelta legata all’accensione di un mutuo prima casa di questo tipo è bene considerare 3 fattori fondamentali:

1.  Andamento del mercato immobiliare: i prezzi delle case dovrebbero essere abbastanza stabili. Se i prezzi scendono si rischia di dover sostenere un debito maggiore del valore della propria abitazione.

2.  Costi della polizza fideiussoria: l’assicurazione ha un costo inversamente proporzionale rispetto all’anticipo. Più alto è il deposito, minore sarà il premio assicurativo. In genere il costo dell’assicurazione è a carico del cliente che potrà decidere se pagare una polizza oltre al mutuo oppure se sostenere uno spread più alto.

3.  La durata: nei casi di mutui al 100% il periodo del finanziamento può durare 25, 30, anche 40 anni. Una delle motivazioni principali è che gli interessi da versare sono abbastanza elevati e un piano di ammortamento più esteso permette di ridurre l’importo delle rate mensili.

Come ultima cosa, ma sempre fondamentale, non bisogna dimenticare che in media la rata massima che un mutuatario può sostenere è pari a circa il 30% del suo reddito mensile, quindi è bene farsi un’idea di quanto si può sostenere con il calcolo rata mutuo.

d.S.

Mutui: ecco come ristrutturare casa con il bonus

Chi desidera effettuare i lavori di aggiustamento o abbellimento della propria casa e non ha liquidità potrà richiedere un mutuo ristrutturazione prima casa con la possibilità di ottenere delle agevolazioni come lo sconto d’imposta previsto per le Legge nei casi di ristrutturazioni edilizie.

L’agenzia delle Entrate per facilitare i suoi contribuenti a capire a quali detrazioni fiscali possono accedere ha pubblicato nel mese di ottobre la Guida aggiornata sulle alle agevolazioni fiscali, che riporta tutti i dettagli sulle detrazioni Irpef applicabili alle spese di ristrutturazione.

Le detrazioni Irpef possono essere richieste dai contribuenti che hanno sottoscritto un mutuo ristrutturazione o un mutuo completamento costruzione per l’acquisto dell’abitazione principale e che avranno diritto a detrarre dall’Irpef gli interessi passivi e i relativi a oneri accessori corrisposti per i mutui ipotecari.

Sempre più italiani sono orientati al risparmio e quando richiedono un mutuo cercano di ottenere le condizioni contrattuali più economiche: il vantaggio consentito dalla detrazione Irpef consente di spendere di meno e di effettuare il calcolo rata mutuo con più tranquillità.

La detrazione Irpef prevista in questi casi è pari al 19% e lo sconto può essere applicato su un importo massimo pari a 2.582,28 euro totali per ogni anno d’imposta. I mutuatari che vorranno accedere a tale detrazione dovranno rispettare determinate condizioni, nello specifico 3:

– il mutuo dovrà essere sottoscritto entro sei mesi antecedenti alla data di inizio dei lavori di costruzione o al più tardi nei diciotto mesi successivi;
– il mutuo dovrà essere stipulato dal soggetto che dichiarerà il possesso dell’immobile in qualità di proprietario;
– l’immobile dovrà essere destinato ad abitazione principale entro sei mesi dalla fine dei lavori necessari a rendere la casa abitabile.

Nel caso si verifichino ritardi nel rilascio delle abilitazioni amministrative richieste per legge e questi siano completamente  imputabili al fisco, il diritto alla detrazione non verrà meno, ma si avrà diritto alla proroga del periodo utile alla richiesta della detrazione del 19%.

In che caso non si può usufruire del bonus?
Se l’immobile acquistato non viene destinato ad abitazione come previsto dalla legge entro sei mesi dalla fine dei lavori il diritto alla detrazione non sarà più possibile. In questo caso il termine per la rettifica della dichiarazione dei redditi da parte dell’Amministrazione finanziaria decorre dalla data di conclusione dei lavori di costruzione.

Nino Ragosta

Mutui, crescono le richieste di surroga: rappresentano il 18% dei flussi. Boom al Centro-Nord

Il noto Decreto Bersani è stato in grado di portare una nuova rivoluzione nel mondo assicurativo e nel settore bancario, garantendo la concorrenza tra gli istituti di credito e introducendo importanti modifiche.

A tre anni dalla sua approvazione, quali sono gli aspetti che gli italiani hanno saputo sfruttare maggiormente in materia di mutui? Gli italiani hanno deciso di approfittare dei vantaggi portati dall’introduzione della surroga del mutuo. Lo confermano i dati diffusi da Mutui.it, comparatore online di offerte di mutuo, che grazie all’analisi di oltre 18mila richieste di finanziamento, arrivate al sito nei mesi scorsi, ha potuto rilevare che oggi le richieste di surroga rappresentano il 18% dei flussi.

Gli italiani, risparmiatori sempre più attenti, hanno capito come sfruttare al meglio i vantaggi offerti dalla surroga, approfittando sempre più del web per la ricerca di mutui on line: la surroga oltre a consentire il trasferimento del vecchio mutuo dalla propria banca a un nuovo istituto di credito, consente di evitare il pagamento di costi aggiuntivi, incluse le spese notarili.

Secondo i dati resi noti dal comparatore Mutui.it, le regioni in cui si è ricorso con più frequenza alla surroga sono state tre: il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, dove le percentualie di richieste di surroga hanno raggiunto rispettivamente, il 31,04%, 29,25% e 22,55%. A seguire, con un numero di domande degne di nota, la Sardegna (21,10%) e, a pari merito, l’Emilia Romagna e il Veneto (20,48%). Fanalini di coda Basilicata e Calabria, entrambe al di sotto del 10% di richieste.

Curiosi i dati delle richieste segnalati in base alla tipologia di professione del richiedente: il maggior numero di surroghe sono state richieste da dipendenti delle Forze Armate con il 27,09% delle domande, gli imprenditori e gli operai con rispettivamente il 20,49% e il 20,13% delle richieste di surroga.

Alberto Genovese di Mutui.it commenta così i dati dell’indagine: “La grande richiesta di surroga da parte degli utenti è un segnale importante e per questo abbiamo creato su Mutui.it una sezione dedicata a surroghe e sostituzioni che permette di orientarsi in maniera semplice fra le proposte degli Istituti di Credito. In pochi giorni le richieste giunte sono state migliaia“.

Di seguito  le percentuali di richieste di surroga ricevute dal comparatore di mutui on line in base alle diverse Regioni d’Italia e le professioni che si sono dimostrate più interessate a questa opportunità:

Trentino-Alto Adige: 31,04%
Friuli-Venezia Giulia: 29,25%
Marche: 22,55%
Sardegna: 21,10%
Emilia-Romagna: 20,48%
Veneto: 20,48%
Lombardia: 19,73%
Puglia: 18,11%
Campania: 17,56%
Valle D’Aosta: 16,56%
Lazio: 16,22%
Piemonte: 15,89%
Liguria: 15,62%
Abruzzo: 15,40%
Toscana: 14,10%
Molise: 13,62%
Umbria: 11,49%
Sicilia: 10,59%
Calabria: 9,87%
Basilicata: 8,32%

Forze Armate: 27,09%
Imprenditore: 20,49%
Operaio: 20,13%
Commerciante: 18,56%
Libero Professionista: 18,25%
Impiegato: 17,21%
Quadro/Funzionario: 17,08%
Artigiano: 15,60%
Pensionato: 15,28%
Medico: 14,84%
Insegnante: 11,41%
Dirigente: 11,27%
Consulente: 10,54%
Giornalista: 9,32%

In collaborazione con Mutui.it