Mutuo under 36: perché molte banche rifiutano il finanziamento?

Il governo Draghi per i giovani che hanno meno di 36 anni ha previsto la possibilità di richiedere un mutuo per l’acquisto della prima casa a tasso agevolato e con garanzia da parte di Consap, società controllata direttamente dallo Stato. Le misure antinflazione iniziate dalla BCE nel mese di luglio 2022 stanno però mettendo a rischio la possibilità per i giovani di accedere al mutuo under 36 a tasso agevolato, infatti l’aumento del tasso interbancario crea difficoltà alle banche.

Mutuo under 36: le agevolazioni previste

In base alle norme in vigore, gli under 36 che decidono di sottoscrivere un mutuo per l’acquisto di una casa possono ottenere per importi massimi fino a 250 mila euro un tasso tasso annuo effettivo globale (Taeg) inferiore al tasso effettivo globale medio (Tegm) rilevato trimestralmente da Banca d’Italia in particolare i mutui devono essere scontati rispetto al tasso normalmente praticato e sono inoltre coperti con garanzia dello Stato.

Fino al terzo trimestre del 2022 il tasso così determinato era inferiore a 2,15% per il tasso fisso, mentre il tasso variabile doveva essere inferiore a 2,23%. A causa dell’aumento dei tassi decisi dalla BCE, le banche per scambiarsi denaro e quindi avere liquidità sufficiente per le operazioni di finanziamento dell’acquisto di immobili, devono pagare un tasso più alto rispetto a quello che dovrebbero proporre ai loro clienti. Proprio per questo motivo tendono a concedere sempre meno prestiti a tassi agevolati previsti per gli under 36. Questo non vuol dire che non si possa ottenere il mutuo, ma che non si può ottenere utilizzando le agevolazioni previste dallo Stato.

Naturalmente l’invito è a rivolgersi a diverse banche, infatti se qualcuna ha liquidità sufficiente, quindi non deve rivolgersi ad altre banche per avere liquidità, probabilmente continuerà a erogare.

Mutui under 36 in calo

Gli effetti di questa flessione già si vedono, infatti il presidente di Consap, Vincenzo Sanasi d’Arpe, ha sottolineato che nel primo semestre la media dei mutui under 36 erogati era di 12.000 mutui mensili, ora le richieste di accesso alla garanzia dello Stato sono circa 7.000 al mese.

Alla fine del mese saranno pubblicate le nuove soglie, ma comunque il tasso di interesse sarà adeguato al nuovo andamento del mercato e quindi si prevede comunque un minore accesso al credito.

Leggi anche: Allarme mutui: cosa succederà dopo la decisione della BCE?

Mutuo a tasso variabile con tetto,cap. Perché sceglierlo oggi?

Dopo una lunga stagione dominata dal mutuo a tasso fisso, torna l’interesse per il mutuo a tasso variabile, ma ora i consumatori sono più preparati alle brutte sorprese e allora scelgono il mutuo a tasso variabile con tetto massimo o semplicemente con cap, ecco di cosa si tratta.

Le politiche espansive della BCE supportano il mutuo a tasso fisso

Gli italiani hanno sempre avuto un particolare interesse verso i mutui perché si tratta dello strumento principale con il quale viene pagata la casa. L’andamento degli stessi è stato però oscillante, infatti i consumatori possono scegliere tra mutuo a tasso fisso e variabile. Generalmente al momento della stipula il tasso variabile è più basso del tasso fisso e questo perché le due tipologie si basano su indici diversi: l’IRS per il mutuo a tasso fisso e l’Euribor per il mutuo a tasso variabile.

Per un lungo periodo tutti sceglievano il tasso variabile, ma a un certo punto è stato difficile da gestire perché le rate crescevano a dismisura. Questo fino a quando la BCE (con Presidente allora Mario Draghi) non ha costantemente operato il taglio il costo del denaro ( partire dagli inizi del secondo decennio del 2000)  per far fronte alla crisi economica e facilitare politiche espansive.

Nel periodo di forte crisi economica con il tasso che cresceva con il decreto Bersani si interviene con legge al fine di facilitare il passaggio da una tipologia all’altra ( surroga del mutuo o rinegoziazione) e soprattutto si inizia a parlare di mutui a tasso variabile con cap o semplicemente mutuo a tasso variabile con tetto massimo.

Cos’è il mutuo a tasso variabile con tetto massimo o cap?

Il mutuo a tasso variabile con tetto massimo è caratterizzato dal fatto che la rata cambia in base al cambiamento dell’indice Euribor. Viene però posto un limite, cioè il tasso di interesse non può crescere a dismisura, ma viene bloccato alla quota indicata nel contratto. Questa rappresenta una sorta di garanzia per il cliente che in questo modo ha la certezza che la rata non crescerà a dismisura.

Deve a questo punto essere fatto un inciso. Il tasso di interesse finale di un mutuo si compone di diversi elementi, infatti oltre al tasso di interesse, ci sono le spese e si aggiunge lo spread, cioè la quota di guadagno della banca. Lo spread può essere più o meno alto a seconda delle politiche adottate dalla banca, ma generalmente un mutuo a tasso variabile con tetto massimo ha uno spread più alto di un semplice mutuo a tasso variabile. E’ come se la tutela offerta dal cap si dovesse comunque pagare.

Cosa succede ai mutui negli ultimi mesi?

Si è detto all’inizio che gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla prevalenza del tasso fisso e questo perché con un costo del denaro molto basso era maggiormente conveniente rispetto al variabile. Negli ultimi mesi vi è però una costante crescita del tasso di interesse e di conseguenza si è già arrivati a oltre il 2% rispetto allo 0,6% di inizio anno.

A ciò deve però aggiungersi che per luglio è attesa una nuova stretta monetaria della BCE, che dovrebbe seguire quella già attuata dalla FED che ha aumentato di mezzo punto il costo del denaro. Dalle indiscrezioni emerse ci dovrebbero essere due aumenti del costo dell’euro a breve distanza tra loro e ognuno di 0,25 punti percentuali.

Proprio per questo le famiglie che stipulano oggi un mutuo ricominciano a pensare al tasso variabile, ma non puro, infatti c’è una nuova crescita del tasso variabile con cap che secondo le stime dovrebbe avere un valore massimo del 3%. Ad oggi le previsioni per il tasso variabile sono ancora buone, le stime dicono però che dovrebbe esserci un aumento il tasso Euribor (senza spread), attualmente è a – 0,41, ma già tra 12 mesi si prevede a 0,84, tra due anni 1,36%, 1,44 tra 3 anni. Naturalmente sono previsioni che nel lungo termine potrebbero essere anche disattese. Resta il fatto che un contratto solitamente è almeno ventennale e un mutuo a tasso variabile puro può nascondere davvero molte insidie.

Le simulazioni con mutuo a tasso variabile con tetto massimo

Nonostante questo, ad oggi, secondo le varie simulazioni fatte, in base all’andamento futuro dell’Euribor potrebbe ancora essere conveniente stipulare un mutuo a tasso fisso, sebbene la rata iniziale sia più alta rispetto a quella prevista per il variabile. Naturalmente nei prossimi mesi le cose potrebbero andare diversamente, occorre quindi osservare sempre attentamente il mercato.

In base ai calcoli fatti chi oggi stipula un mutuo over 36 per ottenere 160.000 euro a tasso fisso con piano di ammortamento ventennale, ha una rata di 701,63 euro e dopo 5 anni avrà speso di interessi 11.912,77 euro. Con un mutuo a tasso variabile, l’importo dei tassi sarà di € 14.091,10 , infine nel caso di mutuo con cap potrebbe spendere di interessi € 13.960,99 . Difficile fare previsioni con termini temporali maggiori. Gli importi diminuiscono, ma le proporzioni sono uguali nel caso in cui si possa ottenere un mutuo under 36. La quota di mutui accesi da under 36 ora è di circa il 44% del totale.

Il consiglio in ogni casso è di provare sempre a fare delle simulazioni con diversi preventivi per valutare il mutuo più conveniente