Nuova Sabatini, aumentano i finanziamenti per il 2023

Il Governo insieme allo schema della legge di bilancio 2024 ha approvato un ulteriore decreto collegato, questo prevede, tra le altre cose, lo stanziamento di ulteriori 50 milioni di euro per la Nuova Sabatini. Ulteriori risorse inoltre con la legge di Bilancio 2024.

Nuovi finannziamento di 50.000 euro per le imprese che investono

La Nuova Sabatini è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. L’agevolazione sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

La Nuova Sabatini è destinata alle piccole, medie e micro imprese e permette di acquistare macchinari di ultima generazione in grado di migliorare la produttività.

L’articolo 13 del decreto legge 145 del 2023 prevede il rifinanziamento con ulteriori 50 milioni di euro della Nuova Sabatini per il 2023, l’obiettivo è dare continuità a piccole, micro e medie imprese che vogliono fare innovazione. Non è inoltre la prima volta che nel 2023 viene rifinanziata la Nuova Sabatini nel 2023. Naturalmente vi deve essere correlazione tra i beni per i quali si chiede il finanziamento e l’oggetto dell’attività svolta.

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Chi può accedere alle risorse della Nuova Sabatini?

Si può accedere alle risorse presentando la domanda con l’uso della piatttaforma prefisposta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy entro il 31 dicembre 2023.

Le risorse, che vanno ad aggiungersi a quelle già stanziate con la legge di bilancio 2023, possono essere utilizzare per l’acquisto o per contratti di leasing per macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali. Possono accedere alle risorse le imprese di tutti i settori produttivi compresi agricoltura, pesca, ad eccezione delle imprese che si occupano di attività finanziarie e assicurative.

Possono accedere ai contributi le imprese:

  • regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle Imprese;
  • non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria;
  • non risultano essere imprese in difficoltà;
  • non rientrano tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • abbiano sede legale o un’unità locale in Italia.

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Nuova Sabatini, arrivano nuovi finanziamenti

La legge Sabatini nasce per aiutare le imprese a fare investimenti mirati. Con il tempo la struttura base della legge Sabatini, che prende il nome dal suo primo estensore, proprio per questo si definisce Nuova Sabatini. Il fondo per la Nuova Sabatini si integra costantemente e anche per il 2023 vi sono importanti novità. Oltre ai finanziamenti della legge di Bilancio 2023, sono infatti previsti nuovi incentivi che consentono alle imprese di avere maggiori aiuti.

In arrivo 274 milioni di euro per la Nuova Sabatini

Il rifinanziamento della Nuova Sabatini è previsto nel disegno di legge per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy e prevede ulteriori 274 milioni di euro destinati alle imprese che vogliono fare investimenti strumentali. L’obiettivo è dare continuità a questa misura di sostegno anche considerati gli aumenti dei tassi di interesse che mettono in difficoltà le imprese che vogliono fare investimenti.

Si ricorda che la Nuova Sabatini, decreto legge 69 del 2013, articolo 2, prevede incentivi per le imprese che acquistano macchinari di nuova generazione, gli incentivi sono previsti anche a fronte di contratti di leasing per macchinari, hardware, software e tecnologie digitali in genere.

Il nuovo finanziamento di 274 milioni di euro va ad aggiungersi ai finanziamenti già previsti nella legge di bilancio 2023 distribuiti dal 2023 al 2026.

Come presentare domanda per accedere alla Nuova Sabatini 2023

Si ricorda che per presentare la domanda al fine di accedere agli incentivi per la Nuova Sabatini occorre utilizzare la piattaforma https://benistrumentali.dgiai.gov.it/ a cui le imprese possono accedere tramite Spid.

Deve anche essere ricordato che ora accanto allamisura standard della Nuova Sabatini, c’è anche la Nuova Sabatini Green che incentiva progetti di sviluppo ecostostenibili, o meglio investimeni in beni strumentali e processi produttivi che siano maggiormente ecosostenibili e quindi in grado di abbattere le emissioni inquinanti legati alla linea produttiva. Inoltre, sono previste maggiorazioni per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno.

Nuova Sabatini 4.0, in arrivo nuove risorse

Il sottosegretario al ministero delle Imprese e al Made in Italy, Massimo Bitonci, intervenuto al Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, ha sottolineato che sono in arrivo i fondi per la Nuova Sabatini Formazione 4.0. Ecco chi potrà ottenere le agevolazioni.

Nuova Sabatini 4.0: occorrono nuove regole per semplificare l’accesso

Il Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili è sempre un’occasione di incontro importante e mette a disposizione innumerevoli spunti. La prima cosa sottolineata da Massimo Bitonci  nel suo intervento è che, in uno scenario di crescita delle imprese, è necessario rivedere la disciplina della Nuova Sabatini in modo che non insorgano più controversie con l’Agenzia delle Entrate. Vi devono quindi essere regole semplici che non abbiano bisogno di interpretazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Questa dichiarazione va nella stessa direzione indicata da Maurizio Leo, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze che nell’introdurre la riforma fiscale ha sottolineato che vi è bisogno di semplificare e ridurre il ricorso a istanze di interpello.

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Credito di imposta per la formazione dei dipendenti

Le imprese che vogliono innovare potranno continuare quindi a usufruire del riconoscimento di un credito di imposta per le imprese che decidono di portare innovazione al loro interno attraverso un adeguato piano di formazione. Le spese agevolabili sono:

  • costi del personale relativo alle ore di formazione 4.0;
  • spese connesse al progetto di formazione, ad esempio spese di viaggio, spese per i formatori, materiali comunque connessi alla formazione stessa;
  • esborsi a titolo di consulenza;
  • spese indirette relative al progetto di formazione.

Per potersi avvalere del credito di imposta è necessario indicarlo nella dichiarazione dei redditi inerente al periodo in cui la spesa è stata sostenuta, ad esempio nella dichiarazione 2023 per le spese sostenute nel 2022, e negli esercizi successivi fino alla completa copertura del credito di imposta maturato. Il credito di imposta può essere fatto valere esclusivamente a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili utilizzando i modello F24, generalmente utilizzato per la compensazione dei crediti di imposta.

Nuova Sabatini 4.0 e green: arrivano nuovi fondi

Il sottosegretario Bitonci ha annunciato lo stanziamento dei fondi per la Nuova Sabatini a partire dal mese di marzo 2023.

La Nuova Sabatini prevede il riconoscimento del credito di imposta per l’acquisto o il leasing di nuovi macchinari dotati di tecnologia 4.0. Tra i “macchinari” agevolabili vi sono anche software, hardware, beni strumentali, attrezzature. Questi devono però incidere sulla produzione andandola a migliorare, inoltre la legge di bilancio 2020 ha previsto una specifica dotazione finanziaria volta ad agevolare gli investimenti in tecnologie green, cioè capaci di ridurre l’impatto ambientale della produzione. Per tali operazioni la domanda può essere presentata a partire dal 1° gennaio 2023 dalle PMI (Piccole e Medie Imprese).

Si ottiene un contributo in conto impianti determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento ad un tasso d’interesse annuo pari al 3,575 per cento.

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Contributi Nuova Sabatini Green per le imprese. Domande dal 1° gennaio

Le imprese anche per il 2023 potranno ottenere le agevolazioni legate alla Nuova Sabatini, si tratta di contributi legati all’acquisto o al leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, ma nel caso in cui si tratti di prodotti green, è prevista una maggiorazione del 30%. Ecco come funzionerà la Nuova Sabatini Green.

Nuova Sabatini Green: cos’è?

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la circolare 410823 del 6 dicembre 2022 ha provveduto a ufficializzare l’entrata in vigore della Nuova Sabatini Green rivolta a tutte le imprese, comprese quelle del settore agricoltura e pesca che generalmente sono escluse da molti benefici. La Nuova Sabatini Green sostiene le operazioni di acquisto o leasing di macchinari,  impianti e attrezzature nuovi di fabbrica, tali contributi sono maggiorati del 30% se trattasi di prodotti a basso impatto ambientale.

Generalmente il contributo previsto è pari al valore degli interessi calcolati su un finanziamento di durata quinquennale con un tasso di interesse calcolato sul valore dell’investimento pari a 3,575 per cento. Si ottiene la maggiorazione del 30% nel caso in cui l’impresa beneficiaria sia in possesso di un’idonea certificazione ambientale di processo o di prodotto o un’autodichiarazione rilasciata dai costruttori, importatori o distributori del bene.

Come accedere alle agevolazioni per imprese della Nuova Sabatini Green?

Le domande di agevolazione possono essere presentate dal 1° gennaio 2023 in via telematica attraverso il sito https://benistrumentali.dgiai.gov.it/

Una volta compilata la domanda il richiedente riceverà il CUP, Codice Unico di Progetto, che deve poi essere riportato nelle fatture elettroniche (di acconto e di saldo) riguardanti i beni per i quali si chiede il beneficio, in modo che possa essere riconosciuta l’agevolazione in conto impianti. Per completare la domanda è necessario apporre la firma digitale e indicare un indirizzo PEC.

Si ricorda che le domande per accedere alla Nuova Sabatini Green possono essere presentate dal 1° gennaio 2023, ma la piattaforma sarà accessibile dal 28 dicembre 2022 per il compimento delle attività propedeutiche, è possibile trovare tutte le informazioni al link https://www.mise.gov.it/it/incentivi/agevolazioni-per-gli-investimenti-delle-pmi-in-beni-strumentali-nuova-sabatini

Non possono accedere al beneficio le imprese che sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali, o che comunque si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà. Inoltre non possono accedere se hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea.

Contributi in conto impianti legge Sabatini: quali sono gli investimenti green possibili?

Con la Nuova Legge Sabatini è possibile per le imprese presentare progetti di investimento “green“. I contributi previsti sono in conto impianti e sono calcolati al tasso di interesse del 3,575% per ciascun anno, come avviene per gli investimenti 4.0. La misura in vigore per l’anno 2022 (in base al decreto del ministero per lo Sviluppo Economico del 22 aprile scorso) prevede anche contributi e incentivi a favore delle regioni del Sud Italia (“Nuova Sabatini Sud”). Per le imprese situate nel Sud Italia, infatti, i contributi in conto impianti sono calcolati a un tasso più alto, pari al 5,5%.

Nuova Sabatini, quali finanziamenti sono previsti?

La concessione dei contributi in conto impianti rientranti nella Nuova Legge Sabatini comporta l’adozione di una delibera di finanziamento da parte delle imprese interessate verso un finanziatore, consistente nella figura di una banca o di una società di leasing. Alla delibera deve seguire la contrattualizzazione degli investimenti per un importo minimo di 20 mila euro. Il tetto massimo degli investimenti non deve eccedere i 4 milioni di euro. La copertura del finanziamento arriva, dunque, al 100% della copertura dell’importo.

Quali sono i programmi di investimento che si possono fare con la Legge Sabatini del 2022?

I finanziamenti in conto capitale della Nuova Legge Sabatini coprono la realizzazione di progetti di spesa relativi agli investimenti:

  • nei beni strumentali;
  • 4.0;
  • progetti green;
  • in beni strumentali o progetti di spesa riconducibili alle due tipologie 4.0 e green, o a una sola delle due.

Se si tratta di contratto di leasing, l’impresa locataria è chiamata ad esercitare l’opzione di acquisto del contratto stesso in via anticipata. Ovvero al momento della stipula del contratto. Questo passaggio può essere esercitato anche mediante un’appendice contrattuale che va a integrare il contratto e i suoi effetti.

Come si ottengono i contributi in conto capitale della Legge Sabatini del 2022?

L’ottenimento dei contributi in conto capitale rientranti nella Legge Sabatini del 2022 si ottengono mediante:

  • l’adozione della delibera di finanziamento della banca o di un altro istituto finanziario a favore dell’azienda che fa richiesta dei contributi;
  • la stipula successiva del contratto vero e proprio. Il contratto deve essere concluso in data susseguente rispetto al giorno nel quale sia stata presenta la domanda del contributo in conto impianto.

Cosa cambia con la Nuova Legge Saabatini Sud?

Con la Nuova Legge Sabatini Sud, il cui decreto del Mise del 22 aprile 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 139 del 16 giugno 2022, le imprese del Mezzogiorno possono ottenere i contributi in conto impianti di importo pari al totale degli interessi. Gli interessi si calcolano sul finanziamento concesso per la durata di 5 anni, al tasso del 5,5%. Per le aziende che richiedono i contributi in conto impianti della Nuova Legge Sabatini e che sono situate nelle altre regioni, i tassi di interesse sono pari al:

  • 2,75% per gli investimenti inerenti i beni strumentali;
  • 3,575% per i progetti di investimento 4.0 e le spese nel green (queste ultime finalizzate al miglioramento dell’ecosostenibilità dei processi produttivi e anche dei prodotti)

Quali sono le imprese del Mezzogiorno che possono accedere alla Nuova Sabatini Sud?

Le imprese del Mezzogiorno che possono accedere ai contributi in conto impianti della Legge Sabatini Sud sono quelle situate nelle regioni: Sardegna, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo. Per queste imprese il tasso di interesse annuo sugli investimenti risulta maggiorato al 5,5% rispetto al 3,575%. Il limite di spesa è di 60 milioni di euro.

Quali sono gli investimenti della Legge Sabatini ‘green’?

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico riserva, inoltre, il 25% delle risorse in investimenti green. In particolare, i fondi per le micro, piccole e medie imprese che comprano, anche attraverso operazioni di leasing finanziario, attrezzature, impianti e macchinari, tutti nuovi di fabbrica e a utilizzo produttivo, devono essere a basso impatto ambientale. I progetti di spesa, inoltre, devono essere finalizzati al miglioramento dell’ecosostenibilità dei processi produttivi e anche dei prodotti.

Investimenti in conto impianti della Legge Sabatini 2022, come si presenta la domanda?

Per la presentazione delle domande dei contributi in conto impianti della Nuova Legge Sabatini è necessario che le imprese:

  • trasmettano alla banca o all’istituto di leasing la domanda di accesso ai contributi in conto impianti e la richiesta di finanziamento;
  • attendere l’esito della domanda che, in caso di accoglimento, comporta l’erogazione dei contributi in conto impianti in più quote annuali o in un’unica soluzione.

Da quando si possono presentare le domande per la Nuova Legge Sabatini?

Per la presentazione delle domande per i contributi in conto impianti della Nuova Legge Sabatini le imprese devono attendere la definizione dei termini e delle modalità di inoltro dell’istanza. Tali modalità verranno definiti da un successivo provvedimento del direttore generale del ministero per lo Sviluppo Economico la cui pubblicazione, oltre che in Gazzetta ufficiale, è attesa anche sul portale del Mise.

Piattaforma richiesta di finanziamenti Nuova Sabatini Sud

Inoltre, la piattaforma per gli investimenti delle micro e piccole e medie imprese del Sud Italia è previsto che la procedura telematica contenga già una verifica dei requisiti dell’impresa che fa domanda e della documentazione necessaria. In caso di avanzamento della domanda, la piattaforma rilascia un codice identificativo che ha una durata temporale pari a 60 giorni.

Nuova Sabatini: come presentare la domanda e ottenere l’agevolazione

Fare impresa richiede la capacità di essere innovativi, di proporre nuove idee e utilizzare al meglio le nuove tecnologie. Solo in questo modo è possibile essere competitivi sul mercato. L’Italia, consapevole di ciò, ha previsto agevolazioni per le PMI che fanno innovazione. Gli strumenti a disposizione sono numerosi e tra questi vi è la Nuova Sabatini. Vedremo ora come richiedere questo importante aiuto.

Cos’è la Nuova Sabatini

La Nuova Sabatini è la legge che consente a PMI di ottenere agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali e prodotti (tra cui hardware e software) che rientrano nel campo degli Investimenti 4.0. Nel tempo la disciplina contenuta nel decreto legge 69 del 2013 ha avuto diverse modifiche soprattutto per quanto riguarda le modalità di pagamento. Con la legge di bilancio 2022 è stabilito che per gli investimenti effettuati a far data dal 1° gennaio 2022 gli importi di valore non superiore a 200.000 euro saranno pagati in unica quota. I pagamenti di importo superiore saranno pagati in quote annuali per un periodo massimo di 5 anni. Ciò che molti vorrebbero capire è come funziona il meccanismo di richiesta per l’accesso alla Nuova Sabatini. Vediamo in sintesi come funziona.

Per conoscere i beni che si possono acquistare con la Nuova Sabatini e gli aspetti generali, si può leggere la guida: Nuova Sabatini, come si ottiene l’erogazione del contributo

Passo 1: rivolgersi alla banca/ finanziatore

Ricordiamo che in seguito alla modifica alla Nuova Sabatini contenuta nella legge di Bilancio 2022 è stata emanata anche un’ulteriore circolare del Ministero dello Sviluppo Economico, la 696 del 17 marzo 2022. Proprio in questa sono specificati i passi da compiere. Le PMI che vogliono fare nuovi investimenti devono in primo luogo recarsi presso una banca o finanziatore e chiedere l’accesso al credito. Contestualmente devono manifestare la volontà di avvalersi dei benefici della Legge Nuova Sabatini.

In questa fase la PMI deve attestare di avere i requisiti per poter accedere alla Nuova Sabatini. Il finanziatore, verificata la correttezza della domanda, procederà a chiedere attraverso la piattaforma messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico la disponibilità dei fondi per accedere alla Nuova Sabatini. Il Ministero insieme al provvedimento di concessione invia il piano dei pagamenti. A questo punto il finanziatore concede i fondi per il finanziamento degli investimenti, ricordiamo che si può trattare di acquisto di beni strumentali oppure di leasing.

Passo 2 Nuova Sabatini: compilazione moduli DUI e RU

Terminato l’investimento, sarà la PMI a dover completare la procedura. Dovrà accedere alla piattaforma messa a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico e compilare il modulo DUI, cioè la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuta ultimazione dell’investimento. Terminata la compilazione il sistema genera il PDF del modulo DUI su cui dovrà essere apposta la firma digitale del rappresentante legale o procuratore della PMI. Il modulo dovrà essere quindi nuovamente inviato. Questa procedura deve essere completata entro 60 giorni dal completamento dell’investimento e comunque non oltre 60 giorni dal termine ultimo previsto per la conclusione dello stesso.

Nel caso in cui non siano rispettati i termini vi è la revoca del provvedimento di concessione.

Entro 120 giorni dall’ultimazione dei lavori, la PMI deve compilare sempre telematicamente il modulo RU (Richiesta Unica di Erogazione).  La compilazione di questo modulo può avvenire contestualmente alla compilazione del RUI. Anche in questo caso, dopo la compilazione viene generato il modulo in PDF su cui deve essere apposta la firma digitale del legale rappresentante o del procuratore della PMI.

Nel caso in cui il contributo previsto dalla legge Sabatini sia superiore a 150.000 euro, nel modulo RU devono essere inserite le dichiarazioni in merito ai dati necessari per la richiesta delle informazioni antimafia. Inoltre, nel Modulo RU, nel caso in cui siano stati chiesti fondi per Investimenti 4.0, deve essere inserita la dichiarazione di interconnessione dei sistemi con i sistemi di fabbrica.

Passo 3: Erogazione fondi

Il Ministero entro 60 giorni dalla ricezione della documentazione dovrà erogare i fondi. Nel caso di unica quota, erogherà la stessa per intero. Nel caso in cui le agevolazioni siano ripartite in più quote invece provvederà a erogare la prima. La PMI in seguito, con cadenza ogni 12 mesi, dovrà inviare al Ministero attraverso la piattaforma il modulo RP (richiesta di pagamento). Al verificarsi di irregolarità dei pagamenti della PMI nei confronti del finanziatore, lo stesso può segnalare al Ministero l’accaduto. In questo caso la PMI decade dall’agevolazione a causa nella irregolarità negli adempimenti.

Nuova Sabatini, come si ottiene l’erogazione del contributo?

I contributi della nuova Sabatini possono essere erogati in cinque rate. Ciò significa che la concessione del contributo può essere spalmata su più quote. La novità è arrivata all’inizio del 2022 con la legge di Bilancio annuale. E l’erogazione su più quote dei contributi della nuova Sabatini ha decorrenza per le domande presentate a partire dal 1° gennaio 2022. Il contributo in un’unica soluzione è ammissibile solo per finanziamenti non superiori ai 200 mila euro. In entrambi i casi, si può chiedere il contributo solo concludendo l’investimento. L’investimento deve essere effettuato entro i 12 mesi successivi alla data di stipula del contratto di finanziamento. Diversamente si può perdere il contributo.

Nuova Sabatini, quali sono le condizioni di finanziamento?

Le condizioni relativi alla nuova Sabatini prevedono l’assistenza della garanzia del Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese (Pmi) fino all’80% dell’ammontare del finanziamento. Il finanziamento non deve superare i cinque anni. L’importo minimo è pari a 20 mila euro, quello massimo arriva a 4 milioni di euro. Il limite minimo si riferisce alla singola domanda. Il limite dei 4 milioni di euro, invece, si riferisce alla somma di tutti gli investimenti ammessi dal ministero per lo Sviluppo Economico a vantaggio di una singola Pmi dall’entrata in vigore del decreto legge numero 69 del 2013. Il contributo deve essere utilizzare per coprire interamente gli investimenti ammissibili.

Quali sono i beni che possono essere acquistati con la nuova Sabatini?

Le piccole e medie imprese possono utilizzare le agevolazioni della nuova Sabatini per:

  • acquistare, anche in leasing, i beni strumentali oggetto di investimento. I beni devono essere destinati alle strutture produttive già esistenti oppure da creare. Le strutture possono essere situate ovunque nel territorio nazionale;
  • rientrano negli investimenti, diversi da quelli 4.0, le spese per acquistare o per prendere in leasing impianti, macchinari e attrezzature nuove a utilizzo produttivo;
  • i beni oggetto di investimento, inoltre, devono essere a utilizzo produttivo. Ci deve essere correlazione tra l’acquisto del bene e l’attività svolta dalla piccola e media impresa.

Quali imprese possono presentare domanda per ricorrere alla nuova Sabatini?

Le agevolazioni della nuova Sabatini sono riservate alle micro, piccole e medie imprese. Al momento della presentazione della domanda delle agevolazioni, le imprese devono risultare costituite e iscritte nel Registro delle Imprese. Inoltre, le imprese devono essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non devono trovarsi in situazioni di liquidazione volontaria oppure essere sottoposte a delle procedure concorsuali.

Nuova Sabatini, a quanto ammonta il contributo del Mise?

Il contributo del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) è concesso a fronte di un finanziamento in leasing oppure bancario erogato da un intermediario finanziario o da un istituto bancario aderente alle convenzioni del ministero stesso, dell’Abi o della Cassa depositi e prestiti. L’ammontare del contributo si determina nella misura degli interessi calcolati su un prestito di 5 anni e di importo pari a quello dell’investimento. Il tasso di interesse è corrispondente:

  • al 2,75% sulle spese per gli investimenti ordinari;
  • 3,575% per spese di investimenti relative alle tecnologie digitali, sistemi di tracciamento e di pesatura dei rifiuti. Si tratta di investimenti rientranti nelle tecnologie dell’Industria 4.0.

Nuova Sabatini, come avviene la concessione del contributo del ministero per lo Sviluppo Economico?

L’erogazione del contributo avviene nel momento in cui si completa l’investimento. Quest’ultimo deve essere effettuato entro i dodici mesi susseguenti alla data di stipula del contratto di finanziamento. La data che fa fede è quella dell’ultimo titolo di spesa relativo all’investimento. Nel caso di leasing, fa fede la data dell’ultimo verbale di consegna del bene.

Nuova Sabatini, le novità introdotte nel 2022 dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise)

La legge di Bilancio 2022 aveva già ridefinito l’erogazione dell’agevolazione della nuova Sabatini prevedendo il contributo spettanti erogato su più quote a favore delle imprese per le domande inoltrare a partire dal 1° gennaio scorso. Il ministero è peraltro intervenuto con la circolare numero 696 del 17 marzo scorso per chiarire come debba avvenire l’erogazione del contributo. L’incentivo viene erogato in un’unica soluzione solo nel caso in cui il finanziamento non eccede i 200 mila euro. Per finanziamenti superiori (e comunque non oltre i 4 milioni di euro per l’insieme dei beni finanziabili per ciascuna piccola e media impresa) l’erogazione avviene per quote annuali.

Nuova Sabatini, come si presenta la domanda del contributo?

La domanda del contributo previsto dalla nuova Sabatini si presenta direttamente in banca o presso l’intermediario finanziario. La domanda deve avvenire, dunque, unitamente a quella di richiesta del finanziamento. È previsto che una singola impresa presenti più domande di agevolazioni a differenti banche o intermediari finanziari. Le domande sono ammissibili perché si riferiscano a investimenti differenti. Inoltre, il valore totale dei finanziamenti per ciascuna piccola e media impresa non deve eccedere i 4 milioni di euro.

Fisco, caro bollette, bonus edilizi, pensioni: ecco tutte le novità della legge di Bilancio 2022

L’ultimo giro di boa per la legge di Bilancio 2022 è arrivato nella giornata del 29 dicembre 2021 con il voto finale alla Camera. Con la maggioranza di voti di 414 sì rispetto ai 47 no, è arrivato il via libero definitivo alla Manovra di Draghi con una spesa complessiva di 36,5 miliardi di euro, coperture per 13,2 e indebitamento per 23,3 miliardi. Numerose le novità previste per il prossimo anno: Fisco, decontribuzione, bonus edilizi, pensioni, Pubblica amministrazione e tanto altro.

Fisco, riduzione delle aliquote Irpef a 4 e abolizione Irap

Arriva la riduzione delle aliquote Irpef che passeranno dalle attuali cinque a quattro. La legge di Bilancio 2022 prevede aliquote del 23%, 25%, 35% e 43%. Rimane il bonus di Renzi rivisto dall’allora ministro dell’Economia Gualtieri di 100 euro mensili per i redditi fino a 15 mila euro. Gli effetti del taglio dell’Irpef si vedranno già da marzo prossimo. Arriva anche l’abolizione dell’Irap per 853 mila lavoratori autonomi: a beneficiarne saranno soprattutto i liberi professionisti, le ditte individuali e le società semplici.

Decontribuzione per redditi fino a 35 mila euro all’anno

Per tutto il 2022 sui contributi vigerà lo sconto dello 0,8% purché la retribuzione imponibile non ecceda i 2.692 euro al mese (calcolata per tredici mensilità). La decontribuzione si applica dunque ai redditi fino a 35 mila euro al mese. Non rientrano nello sconto contributivo colf, badanti e lavoratori domestici.

Pensioni, nel 2022 nuove uscite con la quota 102

In tema di pensioni, debutterà nel 2022 la quota 102 che prenderà il posto di quota 100. Si potrà andare in pensione all’età di 64 anni e con almeno 38 anni di versamenti. I pensionamenti anticipati attesi per il prossimo anno con quota 102 sono 16.200. Prorogata anche l’opzione donna e previsto il rafforzamento dell’Ape sociale con 23 nuove categorie di lavoratori impiegati in mansioni gravose che potranno uscire a 63 anni. Per i lavoratori dell’edilizia e i ceramisti è previsto un corsia preferenziale per l’Ape sociale: gli anni di contributi dovranno essere almeno 32 e non 36 come per tutte le altre categorie di lavoratori gravosi.

Bonus edilizi, prorogati con novità superbonus 110% e facciate

Prorogati i bonus edilizi per il 2022, in particolare il superbonus 110% e il bonus facciate. Ma con delle novità dettate dalla possibilità di ricorrere alle misure ma anche ai controlli anti frode. Il superbonus 110% è stato confermato per tutto il 2022 per le villette, ma entro il 30 giugno 2022 è necessario raggiungere almeno il 30% di stato di avanzamento dei lavori (Sal). I condomini potranno avvantaggiarsi del superbonus 110% ma con una riduzione delle detrazioni fiscali che scenderà fino al 65% entro il 2025. Confermato anche il bonus facciate ma con la riduzione dell’agevolazione fiscale dal 90% al 60%. Tra le novità anche l’obbligo del visto di conformità delle spese agli interventi per importi entro i 10 mila euro.

Imprese, prorogato l’ex iperammortamento fino al 2025

Prorogato fino a tutto il 2025 anche l’ex iperammortamento dei beni tecnologici 4.0. Il credito di imposta corrispondente viene stabilito nelle misure:

  • del 20% (aliquota dimezzata dal 40%) per la quota fissa delle spese fino a 2,5 milioni di euro;
  • del 10% (aliquota dimezzata dal 20%) per spese tra i 2,5 e i 10 milioni di euro;
  • del 5% (aliquota dimezzata dal 10%) per spese oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni.

Vengono inoltre stanziati altri 900 milioni di euro per l’acquisto e il leasing di beni strumentali rientranti nella “Nuova Sabatini“. L’incentivo rimarrà in vigore fino a tutto il 2027.

Caro bollette, benefici sull’Iva e sugli oneri

La legge di Bilancio 2022 interviene anche sul caro bollette con più misure. In primis, l’azzeramento degli oneri generali di sistema relativi alle bollette dell’elettricità domestica e non domestica per le basse tensioni (fino a 16,5 kW). L’Iva sul gas naturale si riduce al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema del gas naturale per tutte le utenze, sia domestiche che non domestiche. In arrivo anche il potenziamento dei bonus per gli utenti svantaggiati.

Pubblica amministrazione, più premi e sale il tetto massimo dei compensi

Novità in arrivo anche per i lavoratori della Pubblica amministrazione. Il governo ha stanziato 200 milioni di euro per incrementare i fondi integrativi destinati ai premi dei dipendenti del pubblico impiego. Ne beneficeranno, in particolare, i lavoratori delle amministrazioni pubbliche centrali, con 110,6 euro per gli statali e 89,4 euro per gli insegnanti. Si tratta di componenti di aumento dello stipendio legati a premi per le performance dei lavoratori del pubblico impiego. Sale da 240 mila a 249 mila il tetto stipendiale riconosciuto come limite ai lavoratori della Pubblica amministrazione, ma solo a partire dal 2023.

 

Piano di Transizione 4.0 per Ricerca e Sviluppo: come accedere ai fondi

La legge di bilancio 2022 rinnova fino a dicembre 2025 i crediti di imposta riconosciuti per l’acquisto di beni materiali e immateriali. Gli investimenti devono essere finalizzati a introdurre innovazioni, nuove tecnologie e per favorire la transizione delle aziende verso modelli più virtuosi anche dal punto di vista ecologico. Si tratta di varie tipologie di aiuto sotto forma di agevolazioni per l’accesso al credito e il riconoscimento di credito di imposta e che rientrano in quello che viene denominato Piano di Transizione 4.0.

Il Piano di Transizione 4.0

Il Piano di Transizione messo a punto dal Ministero per lo Sviluppo Economico sostituisce i precedenti piano Impresa 4.0 e piano Industry 4.0, ma in realtà ci sono poche innovazioni rispetto alle misure concrete messe a punto. La prima considerazione da fare riguarda gli importi, infatti questi per il 2022 risultano ridotti.

Per il 2022 sarà possibile recuperare sotto forma di credito di imposta per investimenti in beni materiali:

  • il 40% degli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la fascia di investimenti in beni materiali di valore compreso tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro;
  • 10% nella fascia tra 10 milioni di euro e 20 milioni di euro.

Diverse sono le percentuali riconosciute per l’acquisto di beni immateriali. Per il 2022 e il 2023 l’aliquota di credito di imposta che si può ottenere è fissata al 20%, mentre per il 2024 è prevista una riduzione al 15% e per il 2025 una riduzione ulteriore al 10%.

Deve essere ricordato che gli acquisti vanno effettuati entro il mese di dicembre 2025, ma le consegne possono avvenire entro il mese di giugno del 2026.

Tra le misure che rientrano nel Piano Transizione 4.0 c’è anche la legge “Nuova Sabatini”, ma anche in questo caso è prevista una riduzione degli importi, infatti i fondi previsti sono 900 milioni di euro fino al 2027. La Nuova Sabatini prevede incentivi per l’acquisto di macchinari di nuova generazione, gli stessi sono rivolti a PMI.

Piano di Transizione 4.0: ricerca e sviluppo

Tra le misure previste per il Piano di Transizione 4.0 vi è anche un’importante svolta, infatti si possono ottenere agevolazioni e incentivi anche per la ricerca e lo sviluppo. L’obiettivo è sostenere la competitività delle aziende attraverso la ricerca, l’innovazione tecnologica e il design.

Qui la legge di bilancio 2022 prevede un sostanzioso aiuto e soprattutto dilazionato nel tempo. In particolare il Credito d’imposta per ricerca & sviluppo, innovazione e design viene rinnovato per 10 anni, fino al 2031. Le aliquote per il 2022 restano invariate rispetto al 2021 e sono:

  • 20% per ricerca e sviluppo di valore fino a 4 milioni di euro;
  • 10% per innovazione o design e ideazione estetica con costi fino 2 milioni
  • 15% per interventi volti alla transizione ecologica e con importo massimo fino a 2 milioni di euro.

Per gli anni successivi rispetto al 2022 abbiamo una riduzione, in particolare l’aliquota approvata è del:

  • 10% per ricerca e sviluppo, ma in questo caso con massimale fino a 10 milioni di euro;
  • 5% per innovazione, design ed estetica con massimale di 2 milioni di euro;
  • 10% per investimenti in ricerca per la transizione ecologica con massimale di 4 milioni di euro.

Il Ministero per lo Sviluppo Economico subordina la fruizione di questo aiuto al rispetto delle normative in materia di sicurezza sul luogo di lavoro e al corretto adempimento di tutti gli obblighi inerenti i contributi previdenziali e assistenziali nei confronti dei lavoratori. Tale aiuto è inoltre rivolto a tutte le imprese, senza limiti inerenti le dimensioni delle stesse. Non si fa quindi la distinzione tra PMI e Grandi Imprese e indipendentemente dal regime fiscale attuato. Sul sito è possibile trovare un’ampia trattazione della materia sicurezza e sugli obblighi inerenti il datore di lavoro e il lavoratore. Ad esempio:

Imprese: datore di lavoro deve convocare la riunione sulla sicurezza

La Sorveglianza Sanitaria Obbligatoria per la sicurezza sul luogo di lavoro

Spese comprese nel Piano di Transizione 4.0 per ricerca e sviluppo

Le spese che possono essere considerate relative a Ricerca e Sviluppo sono diverse. Precisa il Ministero per lo Sviluppo Economico che si può godere del credito di imposta per:

  • spese per il personale, in particolare si tratta di ricercatori e tecnici con rapporto di lavoro subordinato o autonomo impiegati in lavoro di ricerca e sviluppo;
  • quote di ammortamento e spese di locazione, spese relative a materiali mobili e software utilizzati per condurre progetti di ricerca e sviluppo;
  • spese per contratti di ricerca extra muros (ad esempio nel caso in cui la ricerca venga commissionata a laboratori indipendenti);
  • quote di ammortamento per l’acquisto di licenze, privative industriali relative a invenzioni industriali o biotecnologiche, semiconduttori, nuove varietà vegetali;
  • spese relative a consulenze (sempre nell’ambito della ricerca e dello sviluppo);
  • spese per materiali utilizzati nella ricerca.

Piano di Transizione 4.0 per design ed estetica

Si è detto che il piano di Transizione 4.0 avente ad oggetto ricerca e sviluppo può trattare anche di design ed estetica. Per sviluppo di design ed estetica si intende l’attività di ricerca volta ad innovare i prodotti dal punto di vista della forma, dell’aspetto, ad esempio colori, struttura, ornamenti) . Non ha ad oggetto aspetti funzionali dei prodotti. Anche in questo caso il credito di imposta può essere usato per spese relative a personale, contratti di ricerca extra muros, acquisto di materiali per la ricerca, consulenze e canoni di locazione.

Ricordiamo che quando si parla di credito di imposta vuol dire che chi investe ottiene un credito da utilizzare per ridurre gli importi delle imposte dovute. Per poter utilizzare il credito di imposta, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che è necessario utilizzare il modello F24 . Le aziende per poter accedere alle varie misure indicate devono naturalmente dimostrare le spese effettuate, inoltre devono fornire un relazione tecnica che indichi finalità, contenuti e risultati delle attività svolte.

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

Il piano Industria 4.0 (ora denominato Piano Transizione 4.0) è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed è pensato per accompagnare quella che viene definita la Quarta Rivoluzione Industriale. Il piano prevede una serie di agevolazioni, incentivi e misure per lo sviluppo digitale delle imprese.

Perché viene elaborato il Piano Industria 4.0 (Piano Transizione 4.0)

In Italia oltre l’80% delle aziende non applica le nuove tecnologie, inoltre ritiene che la rivoluzione digitale sia molto lontana, questo costa in termini di competetitività e produttività, sebbene in molti non se ne rendano conto. Deve però essere anche ricordato che il tessuto economico dell’Italia è formato soprattutto da piccole e medie imprese e proprio per queste innovare diventa più difficile perché richiede investimenti anche importanti che non tutti possono sostenere. Per far fronte a questa importante sfida che può aiutare a restare nel mercato globale senza perdere artigianalità e produzione di elevata qualità in settori strategici, come possono essere il tessile o l’agroalimentare, c’è appunto in Piano Industria 4.0 che, come anticipato, consta di diverse misure. Ora possiamo vedere le principali.

Piano industria 4.0 e credito di imposta per acquisti di beni funzionali alla trasformazione tecnologica

La prima misura di cui parlare è il credito di imposta sui beni strumentali. Come precisato sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico, questo incentivo supporta e sostiene le imprese che decidono di investire in beni strumentali nuovi e allo stesso tempo funzionali alla trasformazione tecnologica. Hanno diritto a tale agevolazione tutte le imprese che entro il 31 dicembre 2022 abbiano effettuato acquisti di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati (ad esempio software) e altri beni strumentali. Il beneficio si estende fino al 30 giugno 2023, ma a patto che entro il 31 dicembre 2022 l’azienda abbia fatto l’ordine dei beni, lo stesso risulti accettato dal venditore e l’impresa abbia versato un acconto almeno del 20%.

Le percentuali per il credito di imposta variano in base all’anno in cui è stato effettuato l’acquisto e in base alla tipologia di bene acquistato. In particolare per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (ad esempio un nuovo macchiario) è previsto per il 2021 il credito di imposta pari a:

  • 50% per investimenti di ammontare fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% per investimenti con quote ammissibili da 10 milioni di euro e 20 milioni di euro.

Per il 2022 gli importi del credito di imposta diminuiscono e sono pari a:

  • 40% per la quota di investimenti ammissibili fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la quota di investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • 10% per la quota di investimenti ammissibili da 10 milioni a 20 milioni di euro.

Per l’acquisto di beni strumentali immateriali tecnologicamente evoluti il credito di imposta è invece previsto al 20% indipendentemente dal valore dell’investimento effettuato e dall’anno.

Per gli altri beni strumentali, quindi non legati alle nuove tecnologie il credito di imposta riconosciuto è del 10% per l’anno 2021 e del 6% per il 2022.

La bozza della legge di bilancio 2022 prevede un’ulteriore proroga di 3 anni fino al 2025.

A chi è rivolto il credito di imposta per Piano Industria 4.0

Possono accedere al beneficio tutte le imprese localizzate sul territorio italiano. Sono escluse dal beneficio quelle che si trovano in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo o altra procedura concorsuale.

Deve, infine, essere sottolineato che per poter accedere al credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente evoluti è necessario produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritto al relativo albo professionale oppure un attestato di conformità rilasciato da un ente accreditato.

Credito di imposta formazione 4.0

Un’altra agevolazione a cui possono accedere le aziende che aderiscono al Piano Industria 4.0 è il credito di imposta generato dai costi sostenuti per la formazione aziendale (gestione big data, robotica e simili). Possono ottenere tale credito le imprese che investono in piani di formazione volti alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese necessari a realizzare il paradigma 4.0.

In questo caso l’ammontare del credito di imposta è così calcolato:

  • 50% per spese ammissibili e limite massimo fino a 300.000 euro l’anno per micro e piccole imprese;
  • 40% nel limite massimo di 250.000 euro annuali per medie imprese;
  • 30% delle spese ammissibili con limite massimo di 250.000 euro per le grandi imprese.

Tali limiti sono aumentati al 60% per tutte le aziende nel caso in cui la formazione sia destinata a lavoratori svantaggiati.

Le domande possono essere presentate fino a 31 dicembre 2023.

La Nuova Sabatini

Rientra tra le agevolazioni previste per il Piano Industria 4.0 anche la legge Nuova Sabatini che riconosce finanziamenti agevolati per piccole, medie e grandi imprese che decidono di acquistare, anche con contratto di leasing, macchinari e beni strumentali.

La legge Nuova Sabatini è stata già trattata autonomamente e di conseguenza rimandiamo all’articolo: Imprese: la legge “Nuova Sabatini” per finanziare l’acquisto di macchinari.

Inoltre si è visto più volte in questo articolo che finanziamenti, agevolazioni e credito di imposta possono essere distinti in base alle dimensioni delle attività, proprio per questo rimandiamo all’articolo: Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze.