Obbligo POS, tutte le novità che riguardano le attività commerciali

L’obbligo POS è esteso a tutte le attività commerciali, restringendo la platea degli esclusi in vigore dallo scorso anno, ecco quindi tutte le novità.

Obbligo POS, in cosa consiste

Lo scorso anno giugno 2022 è stato introdotto l’obbligo del Pos a diversi esercizi commerciali. In altre parole, il cliente può decidere se pagare in contanti o con la propria carta di credito. L’attività commerciale deve quindi dotarsi di pos per permettere questo tipo di pagamenti, e non si può rifiutare. L’accertamento da parte delle autorità può scattare solo a seguito della denuncia del soggetto al quale è stato rifiutato il pagamento con la carta.

Tuttavia in questo caso la legge prevede una doppia sanzione da versare:

  • 30 euro in misura fissa;
  • 4% del valore della transazione negata.

La sanzione scatto nel momento in cui viene negato il pagamento elettronico. Dall’altra parte il titolare dell’attività commerciale è sanzionabile solo se rifiuta il pagamento con carte, mentre si può tranquillamente rifiutare di ricevere assegni o bonifici. Anche per i casi di malfunzionamento del Pos, per mancanza di linea o quando si presentano “comprovati problemi di malfunzionamenti tecnici dei dispositivi” non sono previste sanzioni. Saranno poi i finanzieri stessi o gli ufficiali e gli agenti di polizia ad accertarsi del disservizio.

Obbligo Pos, le partite Iva che devono rispettarlo

Tutte  le camere di commercio di tutte le città italiane sono corse all’informazione capillare di tutti gli associati. Anche perché com’è noto la legge non ammette ignoranza, quindi è giusto organizzarsi per tempo. Le partite Iva che hanno l’obbligo di accettare pagamenti con carte o bancomat sono:

  • commercianti;
  • artigiani;
  • liberi professionisti (come ad esempio commercialisti, avvocati, ecc.);
  • tabaccai (tranne tabacchi, valori bollati e postali);
  • venditori ambulanti;
  • attività ricettive (alberghi, ristoranti, ecc.);
  • tassisti.

Tutte le violazioni saranno trasmesse al prefetto della provincia in cui sono avvenute e registrate all’interno del software Ares della Guardia di Finanza.

Il caso dei tabaccai

Cambiano di nuovo le regole per i Tabaccai, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha infatti ripristinato l’obbligo di accettare i pagamenti con carta per acquisto di sigarette, marche da bollo e francobolli. Tuttavia anche per loro sono previste le stesse sanzioni delle altre partite Iva. Inizialmente, con la determina Agenzia Dogane del 25 ottobre 2022, la sanzionabilità per il rifiuto del POS fu esclusa per tabaccai (e patentini) con riferimento esclusivamente alla vendita di generi di monopolio, di valori postali e valori bollati. Ma l’Agenzia Dogane con la nuova determina del 26 giugno 2023 annulla la precedente determina, quindi ritorna l’obbligo POS anche per i tabaccai.

Tabaccai, torna l’obbligo di accettare pagamenti con Pos

Cambiano di nuovo le regole per i Tabaccai, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha infatti ripristinato l’obbligo di accettare i pagamenti con carta per acquisto di sigarette, marche da bollo e francobolli.

Tabaccai, obbligo del Pos anche per i micro-pagamenti. Sono cambiate le condizioni del mercato

Nello scorso mese di ottobre era stata pubblicata la determinazione dell’Agenzia Dogane e Monopoli con la quale veniva consentito ai Tabaccai di non accettare i pagamenti con carta per sigarette, marche da bollo e francobolli.

Sottolinea l’Agenzia che la precedente determinazione nasceva dall’esigenza di tenere in considerazione che i costi delle commissioni erano elevati e quindi per la categoria dei Tabaccai l’obbligo di accettare i pagamenti con la carta anche per piccoli importi poteva costituire una effettiva perdita. Nel frattempo le condizioni sono però cambiate, sottolinea l’Agenzia che si applicano sempre più spesso tariffe flat per le commissioni, inoltre vi è un’aumentata diffusione dei pagamenti elettronici e di conseguenza non si può impedire il pagamento con tali strumenti per talune categorie di beni.

Contenuto della nuova determinazione

La determinazione prevede 355282 del 26 giugno 2023:

La Determinazione direttoriale prot. n. 487172/RU del 25 ottobre 2022 è revocata a decorrere dalla data di pubblicazione del presente provvedimento.

Rientrando in vigore l’obbligo di accettare i pagamenti con Pos riprendono vita anche le sanzioni prima applicate. Di conseguenza, nel caso in cui il tabaccaio dovesse rifiutare il pagamento elettronico, l’esercente potrà avere una sanzione di 30 euro in misura fissa a cui si aggiunge il 4% dell’importo della transazione. Naturalmnete la sanzione scatta in caso di denuncia da parte dell’acquirente, infatti se lo stesso accetta di pagare in contanti e non solleva la questione, non vi può essere l’applicazione delal sanzione.

La nuova determinazione entra in vigore fin dal momento della pubblicazione.

Leggi anche: Pagamento con Pos: cade l’obbligo per i tabaccai per sigarette e valori

Bonus Pos: in arrivo i rimborsi per le commissioni bancarie

Salta l’eliminazione dell’obbligo di accettare pagamenti con il Pos, ma per aiutare i commercianti spunta il Bonus Pos, ecco le ipotesi allo studio del Governo.

Resta l’obbligo di accettare pagamenti con il Pos e spunta il bonus

Il Governo aveva inizialmente previsto all’interno della legge di bilancio 2023 l’introduzione di una soglia di 60 euro entro la quale i commercianti non erano obbligati ad accettare il pagamento con il Pos. Occorre chiarire che non accettare pagamenti con il Pos non vuol dire per forza evadere il fisco, infatti comunque deve essere emesso lo scontrino fiscale. Eliminare l’obbligo di accettare pagamenti con il Pos allo stesso tempo non vuol dire che l’acquirente dovrà per forza pagare utilizzando il contante, semplicemente c’è una maggiore discrezionalità per il commerciante.

L’obiettivo della norma inizialmente prevista nella legge di bilancio 2023 era sollevare dall’onere delle commissioni bancarie i pagamenti di piccoli importi, come poteva essere il caffè. Ricordiamo che l’obbligo di accettare pagamenti con il Pos era già saltato per giornali e per alcuni servizi dei tabaccai. Per questi piccoli importi infatti i guadagni risicati sono di fatto erosi dalle commissioni che le banche trattengono per effettuare la transazione con il Pos.

Come sappiamo, questa regola è stata eliminata perché ritenuta incentivante comportamenti elusivi delle imposte, l’Italia infatti è uno dei Paesi dell’Unione Europea in cui l’evasione fiscale è più elevata e proprio per questo tale parte della legge di bilancio 2023 ha ricevuto critiche da parte della Commissione Europea a cui la manovra di bilancio deve essere inviata prima dell’approvazione definitiva. Tolta la norma volta ad eliminare l’obbligo di accettare pagamenti con il Pos, resta il problema per i commercianti di dover sostenere i costi delle commissioni bancarie, proprio per questo il governo ha annunciato l’introduzione di misure volte a coprire tali costi.

Sia chiaro non si tratta di una novità, infatti già negli anni passati era stato introdotto il bonus Pos.

Leggi anche: Bonus POS: cos’è, come funziona e chi può ottenerlo

Come ottenere il Bonus Pos?

Tra le ipotesi allo studio per l’abbattimento dei costi vi è il prolungamento del credito di imposta pari al costo delle transazioni per importi inferiori a 30 euro. Questa è infatti la soglia entro la quale il costo della transazione con Pos può determinare una perdita o comunque erodere in modo determinante i guadagni per i commercianti. In base ai dati dell’Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano, gli italiani nel 2022 hanno effettuato il 41% degli acquisti con uso di Pos, il valore stimato delle transazioni è di 69 miliardi di euro. Considerando che le commissioni sono generalmente l’1,1% del costo, le stime parlano di commissioni bancarie sostenute dai commercianti di circa 759 milioni di euro. Avendo come riferimento solo le transazioni inferiori a 30 euro, il dato scende a 363 milioni di euro.

L’ipotesi quindi è riconoscere un credito di imposta pari al 30% delle commissioni effettivamente pagate alla banca, le stesse cambiano in base alla banca a cui ci si rivolge. Ricordiamo che chi matura crediti di imposta può utilizzare la piattaforma SiBonus per la compravendita degli stessi.

Tetto pagamenti con Pos a 60 euro: critiche della Commissione europea

La bozza della legge di bilancio 2023 è al vaglio della Commissione europea e arrivano le prime critiche alla nuova disciplina sul tetto ai pagamenti con Pos che potrebbe agevolare l’evasione fiscale e sarebbe contraria agli accordi sul Pnrr.

Palazzo Chigi: sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea

Da una nota di Palazzo Chigi arriva la notizia che sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea inerenti le nuove disposizioni sull’uso del Pos che si trovano nella bozza della legge di bilancio 2023.

La bozza delle legge di bilancio, come noto, va inviata al Parlamento per il voto, ma anche alla Commissione Europea che valuta se la stessa rispetta gli obblighi unionali. A finire nel mirino della Commissione Europea sono le norme che prevedono la possibilità per commercianti di rifiutare il pagamento con la moneta elettronica (POS) per importi fino a 60 euro. Le prime modifiche a questa norma sono arrivate nei mesi scorsi quando è stato concesso ai tabaccai la vendita di marche da bollo e sigarette senza obbligo di Pos. In seguito, nella prima bozza della legge di bilancio 2023 si è optato per inserire la possibilità di rifiutare i pagamenti di importo fino a 30 euro. Nell’ultima versione la soglia è salita a 60 euro.

Commissione europea: favorire i pagamenti con Pos per il contrasto all’evasione fiscale. Potrebbero saltare gli accordi Pnrr

Non sono ben chiare ad ora le critiche mosse, pare che i rilievi non siano tanto sull’introduzione di soglie, queste infatti potrebbero essere accettate dall’Unione Europea in forza del fatto che le transazioni con Pos richiedono al commerciante il pagamento di commissioni, quanto sul fatto che ci sia l’intenzione di eliminare le sanzioni per i commercianti che non hanno il Pos.

Il Governo nella nota inviata ai giornalisti ha sottolineato che sulla questione del Pos sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea e che nel prosieguo della discussione in Parlamento si terrà conto dei rilievi fatti.

In particolare, il punto sembra essere l’impegno preso nel 2019, con la negoziazione del Pnrr, che prevedeva l’accesso ai fondi a condizione che l’Italia si impegnasse nel contrasto all’evasione fiscale potenziando i pagamenti elettronici obbligatori. Non tenere fede a questo patto potrebbe mettere a rischio i futuri pagamenti degli importi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Obbligo pos, ma la legge dice altro, ecco alcuni dettagli

L’ obbligo pos è sempre più vicino, mancano pochi giorni e poi non si potranno più rifiutare i pagamenti con i mezzi elettronici, ma è così?

Obbligo pos, come e quando nasce la sanzione

Nuovi obblighi per le attività commerciali ed i professionisti introdotti tra pochi giorni. Il  decreto legge 30 aprile 2022, n.36 anticipa al 30 giugno 2022 l’applicazione delle sanzioni per la manca accettazione di pagamenti elettronici. Dunque tutte le attività commerciali dovranno dotarsi di Pos per garantire ed accettare i pagamenti elettronici, come carte di credito e di debito, nonché prepagate e similari.

Qualora non si rispetti tale obbligo si corre il rischio di una sanzione amministrativa pecuniaria di 30 euro più il 4% del valore della transazione. Di conseguenza molti sono corsi a comprare dei POS fisici, che permettessero la messa in regola degli esercizi. Ma in realtà la legge non obbliga nessuno a comprare questi dispositivi. Permettendo anche bonus pos su acquisto e noleggio di tali dispositivi.

Obbligo accettare pagamenti elettronici, non di comprare pos

Leggendo con attenzione la legge da nessuna parte c’è scritto di obbligo di comprare un pos. Infatti i punti principali prevedono:

  • l’obbligo impone di accettare pagamenti elettronici. Quindi nessun obbligo di  dotarsi di un dispositivo POS fisico come il classico lettore di carte di pagamento;
  • si può rispettare l’obbligo senza avere un lettore fisico di carte. Ad esempio, anche il POS digitale è conforme all’obbligo e può essere più “vantaggioso” di quello “fisico”.

Pertanto non essendoci nessuna specifica in merito si può decidere di dotarsi di qualsiasi strumento che sia capace di leggere ed accettare i pagamenti elettronici. Si risponde così non solo all’obbligo di legge, ma anche di risparmiare sui costi di transazione che molte banca applicano ad ogni transazione.

A questo punto è chiaro che non esiste nessun obbligo pos, ma solo obbligo di accettare i pagamenti elettronici, come recita la legge.  I soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e prestazioni di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito

Non fisico, ma digitale

Nessuno vieta l’utilizzo di pos digitali o pos virtuali che consentono di ricevere i pagamenti con carta di credito e di debito senza avere un pos fisico. Infatti, nel POS digitale il dispositivo fisico può essere “sostituito” da un link o un QR code, che porta il cliente a una piattaforma online dove effettuare il pagamento elettronico. Il POS virtuale è una vera e propria piattaforma di pagamento online, sviluppata da Istituti bancari o da servizi IT, integrabile a qualsiasi store e-commerce o pagina di vendita online.

Questo sistema consente al cliente di pagare comodamente e velocemente i propri acquisti online e all’esercente di ricevere pagamenti direttamente sul proprio conto. Infatti, mediante un virtual POS è possibile acquisire i dati della carta di pagamento del cliente in totale sicurezza. In questo modo il cliente potrà ultimare l’acquisto effettuando una transazione in pochi minuti direttamente dal proprio PC o smartphone.

Ecco che così si può rispondere all’obbligo di legge, ma ottenendo alcuni vantaggi. Il primo è che si possono abbattere dei costi fissi della gestione del pos fisico. E’ possibile permettere al cliente di fare acquisti sia dentro che fuori dal negozio, in qualsiasi posto, anche da casa. Infine per l’imprenditore o professionista è possibile controllare le entrate, in termini di ricavi anche online e in maniera istantanea. Aspetti che comunque non sono da sottovalutare, proprio in questo momento in cui tutto costa di più.

 

Pos, dal 1° gennaio 2022 sanzioni a chi nega i pagamenti elettronici

Ritornano le sanzioni per i commercianti e professionisti che negano il pagamento con il Pos. La nuova stretta arriva dal decreto di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che rilancia la lotta all’evasione fiscale attraverso i pagamenti elettronici. Il provvedimento porta la firma di Roberto Pella di Forza Italia e di Gian Pietro Dal Moro del Pd ed è stato approvato nella giornata del 13 dicembre alla Commissione Bilancio della Camera.

Commercianti e professionisti dal 1° gennaio 2022 sono obbligati ad accettare i pagamenti elettronici

In base al provvedimento normativo, dal 1° gennaio 2022 arriveranno sanzioni per i commercianti e per i professionisti che non accetteranno i pagamenti con carta di credito o con il bancomat. I pagamenti saranno relativi, dunque, sia per la vendita di beni che per la prestazione di servizi professionali.

Come si calcola l’importo della sanzione se non si accetta il pagamento con il Pos?

La sanzione amministrativa per i commercianti e i professionisti che dovessero rifiutare il pagamento elettronico sarà di 30 euro più il 4% dell’importo della vendita o del valore della prestazione. Si tratta di un provvedimento chiave nella lotta all’evasione fiscale. Peraltro, come specificato nell’emendamento, il commerciante e il professionista sono obbligati ad accettare almeno una tipologia di carta di credito o di carta di debito. Altri provvedimenti sono attesi anche per quanto riguarda il mancato rilascio dello scontrino o della fattura.

Lotta all’evasione fiscale come obiettivo del Pnrr

La lotta all’evasione fiscale rappresenta uno degli obiettivi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Tra gli indicatori presi in esame a livello europeo per il rispetto del Piano, si fa riferimento al “tax gap”, ovvero alla quota del gettito che lo Stato non riesce a incassare a causa proprio dell’evasione fiscale. Sulla base degli ultimi dati disponibili, il tax gap è attualmente al 18,5%, percentuale che è già risultata in calo negli anni dal 2014 al 2019 del 3,6%. Ma il Pnrr chiede altri sforzi per ridurre questa percentuale.

Riduzione del mancato gettito entro il 2024: gli strumenti di lotta all’evasione fiscale

Infatti, tra gli obiettivi del Pnrr in tema di evasione fiscale, sono stati fissate le percentuali di riduzione del tax gap nei prossimi anni. La decurtazione dovrà essere di non meno del 5% entro il 2023 e di non meno del 15% al 2024. Un percorso alla portata del governo che, oltre all’accettazione dei pagamenti tramite la moneta elettronica, ha già individuato altri strumenti per la lotta all’evasione fiscale.

Gli strumenti di lotta all’evasione fiscale che potrebbero essere intensificati nel 2022

Tra questi strumenti che il governo metterà in campo per la lotta all’evasione fiscale rientrano:

  • la precompilata Iva;
  • l’utilizzo dell’anagrafe dei rapporti finanziari;
  • la revisione delle sanzioni per la mancata emissione dello scontrino fiscale;
  • l’accrescimento delle lettere di incentivo per l’adempimento spontaneo.

Su questi quattro strumenti il governo intensificherà il proprio lavoro nei primi sei mesi del nuovo anno.

 

Pos: in arrivo il decreto con nuovi provvedimenti

E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri, in via preliminare, il decreto legislativo che dovrebbe tagliare le commissioni interbancarie per i pagamenti con carta di credito e bancomat tramite l’utilizzo del Pos.
Questo provvedimento ridurrebbe così le spese per i pagamenti elettronici a carico dei commercianti, anche quando si tratta di pagamenti sotto i 5 euro.

Inoltre, sono in arrivo nuove sanzioni per chi non rispetta la riduzione delle commissioni e l’abbassamento da 150 a 50 euro della franchigia a carico dell’utente nei casi in cui avvengano pagamenti fraudolenti.
Il decreto rappresenta un adeguamento con l’Unione Europea sui servizi di pagamento nel mercato interno ma anche con il regolamento Ue relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carta.

Per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa; per le operazioni tramite carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3% del valore dell’operazione.

Il provvedimento prevede requisiti tecnici e regole commerciali uniformi, per rafforzare così l’armonizzazione del settore e garantire una maggiore sicurezza, efficienza e competitività dei pagamenti elettronici, a vantaggio di esercenti e consumatori.
Nello specifico, il decreto amplia i diritti degli utenti dei servizi di pagamento, che beneficeranno ad esempio di un regime di responsabilità ridotta in caso di pagamenti non autorizzati, riducendo la franchigia massima a carico degli utenti da 150 a 50 euro e, per promuovere l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici, conferma e generalizza il divieto di applicare un sovrapprezzo per l’utilizzo di un determinato strumento di pagamento.

Per quanto riguarda le commissioni interbancarie per le operazioni nazionali tramite carte, i prestatori di servizi di pagamento saranno tenuti ad applicare, per tutti i tipi di carte, commissioni di importo ridotto per i pagamenti fino a 5 euro rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore, così da promuovere l’utilizzo delle carte anche per questi pagamenti.

Sempre relativamente alle operazioni nazionali tramite carta di debito, i prestatori di servizi potranno applicare una commissione interbancaria non superiore all’equivalente dello 0,2% calcolato tuttavia sul valore medio annuo di tutte le operazioni nazionali tramite carta di debito all’interno di ciascuno schema di carte di pagamento.

Infine, per i controlli, il decreto designa quali autorità nazionali competenti ad assicurare l’osservanza delle relative disposizioni di attuazione della direttiva e del Regolamento la Banca d’Italia e, per alcune specifiche disposizioni, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Vera MORETTI