Agricoltura, ancora un anno di indennità di disoccupazione Covid in deroga

Ancora un anno di indennità di disoccupazione Covid in deroga per i lavoratori del settore agricolo. La conferma è arrivata dall’Inps che ha emesso la circolare numero 60 del 2022 su parere del ministero del Lavoro. La circolare riguarda:

  • l’indennità di disoccupazione agricola alla quale ha diritto il lavoratore agricolo per l’anno 2021;
  • la valorizzazione dei trattamenti di integrazione salariale in deroga corrisposti nello scorso anno ai lavoratori del settore agricolo in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid.

L’indennità di disoccupazione in deroga andrà a vantaggio dei lavoratori agricoli con contratto a termine e a quelli con contratto a tempo indeterminato.

Indennità agricola in deroga, chi può prenderla?

Analogamente a quanto già previsto per l’indennità del 2020, pure per accedere all’indennità di disoccupazione agricola del 2021 la circolare specifica che gli operai agricoli con contratto a tempo determinato debbano risultare effettivamente iscritti  negli appositi elenchi riferiti al 2021 per almeno 1 giorno. Gli operai agricoli con contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, assunti o licenziati nello scorso anno, pur non beneficiando di trattamenti di integrazione del salario in deroga, rientrano rientrano tra i fruitori dell’indennità di disoccupazione in deroga purché  abbiano prestato almeno 1 giorno di lavoro effettivo nel corso del 2021.

Cosa avviene per i lavoratori agricoli che abbiano due lavori?

I lavoratori che abbiano due o più contratti di lavoro, dei quali uno agricolo, beneficiano dell’indennità di disoccupazione in deroga sia per il lavoro svolto in agricoltura che per quello svolto nel settore differente. Per il calcolo dell’indennità di disoccupazione agricola del 2021, si considerano solo i periodi di cassa integrazione richiesti da aziende agricole e fruiti nel corso dell’anno 2021 per effetto della sospensione oppure della diminuzione dell’orario di lavoro agricolo.

Indennità di disoccupazione Covid per i lavoratori agricoli assunti a tempo determinato

Per gli operai agricoli assunti con contratto a tempo determinato, i requisiti per la disoccupazione sono i seguenti:

  • l’iscrizione per almeno 1 giorno negli elenchi del 2021;
  • la fruizione della cassa integrazione salariale in deroga per Covid nel corso dell’anno 2021.

Per la disoccupazione in deroga, ai fini del calcolo dell’indennità di disoccupazione agricola spettante per l’anno 2021, i trattamenti di integrazione del salario in deroga fruiti per l’emergenza sanitaria sono utili esclusivamente per i periodi nei quali siano stati corrisposti entro la scadenza del 31 dicembre 2021.

Indennità di disoccupazione Covid per i lavoratori agricoli con contratto a tempo indeterminato

Agli operai agricoli con contratto a tempo indeterminato, è richiesta l’iscrizione per almeno 1 giorno negli appositi elenchi dell’anno 2021. Inoltre è richiesta la fruizione della cassa integrazione salariale (Cisoa) per l’emergenza sanitaria nel corso del 2021. Per la disoccupazione in deroga, il calcolo dell’indennità agricola del 2021 comprende i trattamenti di integrazione salariale corrisposti per l’emergenza sanitaria per i periodi che sono stati effettivamente fruiti entro la scadenza del 31 dicembre 2021.

Disoccupazione agricola: il requisito contributivo per l’accesso

I requisiti contributivi per l’accesso alla disoccupazione agricola fanno capo all’articolo 22 del decreto legge numero 18 del 2020. In particolare, per il calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola di competenza del 2021, gli operai agricoli con contratto a tempo determinato saranno equiparati a lavoro ai fini del calcolo del requisito contributivo richiesto per accedere alla prestazione. Lo stesso avviene per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Si fa dunque riferimento ai periodi di Cisoa che sono stati fruiti nel corso dello scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria.

Calcolo dell’indennità di disoccupazione, quanto spetta ai lavoratori agricoli?

I lavoratori ricevono l’indennità di disoccupazione agricola per un numero di giornate pari a quelle lavorate nel corso dell’anno di competenza, entro i 365 giorni. Al numero dei giorni deve essere applicato il parametro annuo di riferimento detraendo i periodi di lavoro:

  • agricolo;
  • non agricolo;
  • alle dipendenze;
  • autonomo;
  • le giornate già indennizzate mediante altri istituti, come malattie, infortuni e cassa integrazione;
  • le giornate non indennizzabili.

Qual è la retribuzione di riferimento per l’indennità di disoccupazione degli agricoli?

La retribuzione di riferimento per il calcolo dell’indennità di disoccupazione dei lavoratori agricoli, l’Inps utilizza l’importo giornaliero percepito per i trattamenti di cassa integrazione salariale. La retribuzione di riferimento si calcola mediante la media fra la retribuzione corrispondente ai giorni di effettivo lavoro e la retribuzione fruita a titolo di cassa integrazione salariale. In particolare per:

  • gli Otd (lavoratori agricoli con contratto a termine), l’indennità di disoccupazione corrisponde al 40 per cento della retribuzione di riferimento detratta del 9% a titolo del contributo di solidarietà. L’indennità è corrisposta fino a un massimo di cinque mesi (150 giorni);
  • gli operai con contratto a tempo indeterminato (Oti) percepiscono un’indennità corrispondente al 30 per cento della retribuzione effettiva. Per questi lavoratori non vengono applicate delle trattenute.

Disoccupazione agricola 2022: termini per la domanda e procedura

Gli operai iscritti nell’elenco nominativo degli operai agricoli possono presentare la domanda di disoccupazione agricola 2022 dell’INPS rispettando la scadenza del 31 marzo 2022.

Chi deve presentare la domanda per la disoccupazione agricola 2022

Possono ricevere la disoccupazione agricola 2022 e quindi devono presentare la domanda entro il 31 marzo 2022 i lavoratori:

  • operai a tempo determinato (braccianti agricoli);
  • piccoli coloni;
  • compartecipanti familiari;
  • piccoli coltivatori diretti che hanno versato volontariamente fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi agricoli;
  • operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano solo per un certo periodo dell’anno;
  • lavoratori agricoli che si dimettono per giusta causa.

Per poter ottenere questa indennità è altresì necessario che nel biennio precedente il lavoratore abbia prestato almeno 102 contributi giornalieri, ad esempio 102 nel 2021, oppure 51 nel 2020 e 51 nel 2022. Occorre avere due anni di anzianità assicurativa ed essere nell’elenco nominativo degli operai agricoli.

Come compilare la domanda per ottenere la disoccupazione agricola 2022

La domanda per la disoccupazione agricola 2022 può essere compilata rivolgendosi a un patronato, oppure può essere compilata in autonomia accedendo ai servizi online messi a disposizione dall’INPS. In questi casi per accedere autonomamente ai servizi online dell’INPS è necessario avere lo Spid o in alternativa la Carta di Identità Elettronica o la Carta Nazionale Servizi.

Una volta effettuato l’accesso, occorre andare alla sezione: “Domande, Prestazioni a sostegno del reddito”. Da qui occorre andare alla voce “Disoccupazione e/o ANF Agricola”. A questo punto è necessario compilare il modulo Sr25. Alla domanda è necessario allegare un documento di identità in corso di validità. In caso di dimissioni inoltre è necessario allegare la lettera di dimissioni per giusta causa e contestazione.

In teoria la domanda potrebbe essere presentata anche telefonicamente seguendo le indicazioni del contact center al numero 803 164 da telefono fisso (chiamata gratuita) oppure il numero 06164164 da telefono mobile e a pagamento in base al proprio piano tariffario.

Il pagamento della prestazione avviene tra il mese di giugno e il mese di luglio.

A quanto ammonta la disoccupazione agricola?

Calcolare gli importi è molto semplice. In base al numero di giornate lavorative maturate (escluse quelle in cui si è usufruito della malattia, maternità, infortunio sul lavoro, le giornate di lavoro autonomo agricolo e non agricolo) si calcola il 40% della retribuzione media giornaliera indicata nella busta paga dell’anno a cui l’indennità di disoccupazione si riferisce.

A questo importo occorre sottrarre un ulteriore 9% a titolo di contributo di solidarietà (lo stesso però viene pagato solo nel caso in cui in un anno siano state maturate più di 150 giornate lavorative). Devono inoltre essere portate in detrazione le trattenute IRPEF tenendo in considerazione però anche le detrazioni per figli a carico e coniuge a carico. Infine, se la domanda viene presentata tramite un patronato, viene trattenuta anche la quota sindacale dovuta. Ricordiamo che l’Assegno Nucleo Familiare è stato abolito in favore dell’Assegno Unico Universale quindi non viene corrisposto sulla disoccupazione agricola come in precedenza. Per saperne di più sull’Assegno Unico Universale leggi gli approfondimenti:

Dal 1° gennaio al via le domande per l’Assegno Unico Universale

Assegno Unico Ripartito: come richiederlo seguendo le indicazioni INPS

Il numero massimo di giornate per le quali si può chiedere l’indennità di disoccupazione agricola è 182 giornate.

Occorre infine sottolineare che il termine del 31 marzo 2022 non è prorogabile, non sono ammessi ritardi, in caso di mancata presentazione della stessa si perde il diritto alla percezione.

Per approfondimenti sulla disoccupazione agricola, leggi l’articolo: Disoccupazione agricola: cos’è, chi può percepirla e a quanto ammonta

Agricoltura: novità per i percettori di Naspi e Dis-Coll

L’INPS con il messaggio 4079 del 23 novembre 2021 ha precisato i limiti entro i quali i percettori di Naspi e Dis-Coll possono lavorare in agricoltura senza perdere il diritto alla percezione della disoccupazione.

Cosa sono NASpI e Dis- Coll

La NASpI è la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e spetta a coloro che perdono il lavoro. La normativa prevede che non possano accedere a questo contributo alcune categorie di lavoratori e tra queste vi sono gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato. L’INPS eroga tale sussidio mensilmente per un numero di settimane pari alla metà di quelle effettivamente lavorate negli ultimi 4 anni, rispetto al momento in cui si perde il lavoro .

La Dis- Coll invece è una prestazione sociale a favore di lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, contratti a progetto, titolari di assegni di ricerca, dottorato di ricerca con borsa di studio iscritti in via esclusiva alla Gestione Separata INPS. L’indennità viene corrisposta per un numero di mesi pari alla metà dei mesi di contribuzione maturati tra il 1° gennaio dell’anno civile precedente rispetto alla cessazione del rapporto di lavoro e la cessazione stessa.

Percettori di NASpI e Dis-Coll possono lavorare in agricoltura senza perdere le prestazioni sociali

Naturalmente il diritto a percepire tali sussidi viene meno quando si trova una nuova collocazione nel mondo del lavoro, ma a causa del Covid e delle difficoltà di trovare manodopera in agricoltura derivata dalla pandemia, il legislatore ha previsto delle deroghe. Il Decreto Rilancio 34 del 2020 nell’articolo 94 ha previsto la possibilità di derogare al regime generale. Di conseguenza ha previsto la possibilità per coloro che percepiscono la NASpI o la Dis- Coll di essere impiegati per brevi periodi in agricoltura senza perdere questi importanti sostegni. Il Decreto Sostegni BIS ha ulteriormente prorogato la disciplina. Il messaggio 4079 dell’ INPS ha provveduto quindi a riepilogare la disciplina e di conseguenza a stabilire anche i limiti entro i quali è possibile usufruirne.

I percettori di NASpI e Dis-Coll possono entro il 31 gennaio 2021 maturare 30 giornate di lavoro in agricoltura. Tale periodo di 30 giorni può essere ulteriormente prorogato per altri 30 giorni, ma nel complesso non deve essere superato il limite di reddito percepito da tali attività di 2.000 euro nell’arco di un anno. Deve essere sottolineato che non deve essere complessivamente considerato il periodo di lavoro, ma le effettive giornate di lavoro prestate.

Colui che essendo percettore degli assegni NASpI e Dis-Coll che dovesse stipulare un contratto di lavoro nel settore dell’agricoltura, deve comunicare all’INPS utilizzando il modello modello Naspi-Com le effettive giornate di lavoro in agricoltura prestate.

Infine, l’INPS nel Messaggio sottolinea che le giornate di lavoro effettivamente prestare in agricoltura saranno considerate ai fini della maturazione di eventuali prestazioni di disoccupazione.

Per saperne di più sulla disoccupazione in agricoltura, ti propongo l’articolo: Disoccupazione agricola: cos’è, chi può percepirla e a quanto ammonta

 

Disoccupazione agricola: cos’è, chi può percepirla e a quanto ammonta

Grazie anche a incentivi e al desiderio di molte persone di avere nuovamente un contatto con la natura, in Italia stanno nascendo numerose aziende agricole, per coloro che vorrebbero lavorare in questo settore, oggi rivalutato, ci sono norme di tutela specifiche e tra queste l’indennità di disoccupazione agricola. Si tratta di un sostegno economico corrisposto annualmente a coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato in agricoltura e in alcuni casi a coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato. In seguito vedremo nello specifico a chi spetta, a quanto ammonta e quando deve essere richiesta.

Cos’è la disoccupazione agricola e a chi spetta?

Nel 2020 è stato calcolato che in Italia ci sono 1.630.420 aziende agricole, questo anche grazie a incentivi e aiuti sia per i lavoratori, sia per le aziende, ad esempio queste possono avvalersi degli aiuti della Legge Sabatini, mentre i lavoratori della disoccupazione agricola: una prestazione  che spetta ad alcune categorie di lavoratori impegnati nel settore agricolo. In particolare spetta a:

  • operai agricoli a tempo determinato, anche conosciuti come braccianti agricoli, questi possono essere assunti per almeno 100 o 151 giornate lavorative annuali, in questo caso vi è l’obbligo di stipulare un contratto scritto, o per periodi inferiori, nel secondo caso non vi è obbligo di contratto scritto.  Come vedremo in seguito non tutti hanno diritto alla disoccupazione agricola;
  • piccoli coloni;
  • compartecipanti familiari;
  • piccoli coltivatori diretti che integrano le 51 giornale lavorative annue con versamenti volontari;
  • operai agricoli a tempo indeterminato che però lavorano solo per una parte dell’anno, quindi risultano disoccupati nella restante parte dell’anno. Il contratto lavorativo che supera le 180 giornate annuali può essere trasformato a richiesta del lavoratore in contratto a tempo indeterminato, tranne nel caso in cui le parti abbiano preventivamente escluso tale possibilità.

Per poter ottenere la disoccupazione agricola è necessario che il lavoratore:

  • sia iscritto negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli;
  • abbia maturato due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria.

Ulteriori requisiti per l’indennità di disoccupazione agricola: esempi concreti

Per ottenere la disoccupazione agricola occorre che il lavoratore nell’arco del biennio abbia maturato almeno 102 contributi giornalieri: Questo implica che:

  1. se un lavoratore inizia in questo settore con un contratto da 102 giornate lavorative, fin da subito può ottenere l’indennità di disoccupazione agricola;
  2.  nel caso in cui il primo anno di lavoro, ad esempio il 2021, invece ha 51 contribuiti giornalieri, non può riscuotere la disoccupazione agricola nel 2022, ma la riscuoterà nell’anno 2023 se nell’anno successivo riesce a ottenere almeno altre 51 giornate lavorative;
  3. se nel 2019 ha maturato 51 giornate, nel 2020 idem, nel 2021 ha potuto percepire la disoccupazione agricola;
  4. A questo punto, se nel 2021 ha maturato nuovamente 51 giornate lavorative potrà comunque ottenere la disoccupazione agricola (riscossa nel 2022), infatti si fa sempre il calcolo del biennio;
  5. Se interrompe, quindi nel 2021 non lavora in agricoltura, nel 2022 non percepirà l’indennità;
  6. se poi nel 2022 ricomincia a lavorare in questo settore con 51 contributi giornalieri, nel 2023 comunque non percepirà l’indennità perché viene meno il requisito delle 102 giornate lavorative nel biennio. Ciò vuol dire che nel caso di interruzione del lavoro come bracciante o operaio, si può perdere il diritto a percepire l’indennità di disoccupazione agricola, tranne nel caso in cui si ricomincia a lavorare in questo settore e si maturano fin da subito 102 contributi giornalieri.

Come si calcola la disoccupazione agricola?

Questa è una domanda fondamentale e che sicuramente interessa tutti coloro che lavorano in agricoltura. Il calcolo viene effettuato sulle giornate effettivamente lavorate, quindi nel caso di 51 contributi giornalieri si basa appunto su tale dato. Viene corrisposto il 40% della retribuzione prevista in base all’inquadramento del lavoratore. A tale 40% deve essere sottratto un ulteriore 9% per ogni giornata di indennità erogata a titolo di contributo di solidarietà. Il contributo di solidarietà si applica per un massimo di 150 giornate lavorative. Per gli operai agricoli con contratto a tempo indeterminato che possono usufruire della disoccupazione agricola l’indennità è pari al 30% della retribuzione effettiva, senza alcun contributo di solidarietà.

Al riconoscimento del diritto all percezione della disoccupazione agricola corrisponde automaticamente il riconoscimento della contribuzione figurativa

Quando si presenta la domanda per la disoccupazione agricola?

La domanda per ottenere l’indennità di disoccupazione in agricoltura deve essere presentata entro il 31 marzo dell’anno successivo rispetto a quello per il quale si chiede l’indennità. Ad esempio per il lavoratore che ha maturato i requisiti nel 2020, la domanda doveva essere presentata entro il 31 marzo 2021 e ha percepito l’indennità nell’estate 2021. Chi ha maturato i requisiti entro l’anno 2021, deve fare la domanda entro il 31 marzo 2022 e percepirà l’indennità erogata dall’INPS nell’estate 2022, solitamente tra giugno e luglio.

Nel caso in cui coniuge e figli a carico, l’indennità è aumentata con gli importi degli assegni familiari. Occorre però integrare la richiesta con quella per gli assegni familiari. Nel caso in cui la domanda per l’indennità di disoccupazione sia presentata in ritardo, la stessa non viene erogata, ecco perché è bene prestare attenzione. La domanda può essere presentata tramite CAF e patronati, oppure da soli attraverso il sito INPS accedendo con le proprie credenziali. Dal primo ottobre non si può usare il PIN, ma solo SPID, CIE e CNS.

L’erogazione avviene in un’unica soluzione, tramite accredito su conto corrente, libretto postale, carta di pagamento prepagata ma con Iban, oppure bonifico presso lo sportello di qualsiasi ufficio postale.

Quanto si riceve?

L’ammontare effettivo della propria disoccupazione agricola dipende da quanto si guadagna, o meglio da quanto risulta in busta paga, ad esempio se dalla busta paga risulta che si ricevono 60 euro al giorno, sarà calcolato il 40% di tale importo e cioè 24 euro, a cui deve essere sottratto il 9% del contributo di solidarietà. A tali somme deve essere eventualmente sottratto l’IRPEF, sempre che il lavoratore debba pagare l’IRPEF perché spesso i redditi sono talmente bassi da non rientrare nella Tax Area fissata per il 2021 a 8.174 euro. Infine, devono essere aggiunti eventuali assegni familiari. Solitamente per 51 giornate lavorative si ricevono circa 1.000 euro, ma naturalmente molto dipende dalla condizione personale.