Obbligo POS commercianti e professionisti: dal 30 giugno le sanzioni

Entra in vigore dal 30 giugno la nuova normativa riguardante l’obbligo di pagamento elettronico tramite POS da accettare per qualsiasi tipo di esercenti e professionisti. Più che di una nuova normativa, si tratta di una aggiunta alla normativa vigente già da anni (dal 30 giugno 2014 ndr). Infatti l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici da parte di pubblici esercizi, commercianti e professionisti, era già in vigore da tempo. Ciò che mancavano erano le sanzioni, stranamente non previste per chi non si adeguava alle sopraggiunte normative. Adesso però si parte anche col piano sanzionatorio, che però come vedremo è irto di problematiche e sarà poco attuabile

Cosa prevede l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica per commercianti e negozianti

Entrare in un negozio e fare acquisti, oppure andare al bar a prendere semplicemente un caffè e chiedere di pagare con carta tramite POS è un diritto dei clienti. Ed è diventato un obbligo per i titolari delle attività appunto. Ciò che adesso è cambiato però è il quadro sanzionatorio, perché sono messe nero su bianco le multe a cui sono esposti i gestori di questa attività che non accettano pagamenti da parte dei clienti tramite POS. Lo stesso vale per studi professionali e simili.

Il quadro sanzionatorio dell’obbligo di accettare i pagamenti elettronici

Dal 30 giugno 2022, all’obbligo di dotarsi di un POS per i commercianti, gli esercenti ed i professionisti si aggiungono le sanzioni in caso di apparecchiatura mancante o di mancata accettazione del pagamento. In caso di mancata accettazione di un pagamento tramite carta di credito, carta prepagata, bancomat e strumenti simili da parte di un professionista o di un commerciante, questi soggetti rischiano una multa pari a 30 euro a prescindere dall’importo del corrispettivo che avrebbe dovuto pagare il cliente. Inoltre si è assoggettati alla sanzione aggiuntiva del 4% del valore dell’operazione.

Alcuni esempi di sanzioni ammissibili per il POS

In sostanza se l’acquisto è di 100 euro, il commerciante rischia di dover pagare 34 euro via ammenda totale (30 euro fisse più il 4% di 100 euro). Lo stesso vale per un barista che non accetta il pagamento del caffè tramite POS. In questo caso ammesso che il caffè costi 1 euro, la multa sarà sempre pari a 30,04 euro, che rappresentano i 30 euro prima citati più il 4% del valore della transazione.

Perché mettere in pratica queste sanzioni è una cosa molto difficile

Ricapitolando, le sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici da parte di una professionista o esercente è pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione. Non esistono altre scorciatoie, o pagamento in misura ridotta della sanzione dal momento che si tratta di una multa immediatamente eseguibile. Resta il fatto che ci sono delle difficoltà oggettive in materia. Infatti per poter essere sanzionati questi professionisti e questi commercianti dovrebbero essere denunciati da un cliente. Infatti l’unico modo per mettere in luce questo atto contrario alla normativa da parte di un esercente è quello di denunciare per esempio il barista che non vuole accettare il pagamento di un semplice caffè con il bancomat.

Le conclusioni sull’obbligo del POS

Anche questa modifica normativa quindi probabilmente servirà a poco, tranne nei casi di un cliente particolarmente zelante che vuole mettere in luce questa anomalia. Resta il fatto che una norma entrata in vigore il 30 giugno 2014, adesso si completa. La norma, che è quella dell’obbligo del POS in attività commerciali, nei pubblici esercizi e dai professionisti, adesso trova anche su apparato sanzionatorio.

Detrazione spese assicurazioni: quali polizze danno vantaggi fiscali?

Si avvicina il momento di presentare la dichiarazione dei redditi e fin da ora è bene iniziare a raccogliere tutti i documenti, in particolare quelli che consentono di usufruire di detrazioni e deduzioni e di conseguenza di avere un risparmio di imposta. In questo caso ci soffermiamo sulla detrazione spese assicurazioni, o meglio la detrazione per i premi assicurativi versati.

Detrazione spese assicurazioni vita, invalidità e infortuni

La prima cosa da sottolineare è che non tutti i premi assicurativi possono essere portati in detrazione, questa non è prevista per le polizze obbligatorie (RCA).

I primi contratti di cui parlare sono quelli di assicurazioni vita, invalidità e infortuni. Questi devono essere distinti in due categorie, infatti consentono di avere la detrazione del 19% del premio i contratti di assicurazione sulla vita e contro gli infortuni stipulati prima del 31 dicembre 2000. Il contratto in questo caso deve avere una durata non inferiore a 5 anni e deve prevedere anche la non concessione di prestiti nell’arco del periodo di durata minima.

Per i contratti stipulati successivamente, cioè dal 1 gennaio 2001, affinché si possa ottenere la detrazione è necessario che il contratto sia contro rischio di morte e di invalidità permanente non inferiore al 5% da qualsiasi causa derivante. In questa categoria sono ricompresi anche i contratti a copertura del rischio di non autosufficienza negli atti di vita quotidiana.

Contratti misti

In caso di contratti misti, cioè di contratti di assicurazione che prevedono coperture diverse per le quali la normativa riconosce regimi fiscali diversi, affinché si possano ottenere le detrazioni dei premi assicurativi versati, è necessario che nel contratto siano specificati i premi versati a copertura di ciascun rischio.

Polizza assicurazione conducente

Nel caso in cui la polizza RCA sia accompagnata da clausola a copertura del rischio e invalidità del conducente terzo, affinché si possa beneficiare della detrazione del premio assicurativo, è necessario che il terzo conducente sia individuato, mentre se si tratta di una copertura generica, non è prevista la possibilità di detrazione.

Polizze collettive su mutui e in favore di dipendenti

Le polizze assicurative sui mutui solitamente sono stipulate dalle banche e sono collettive, quindi vanno a coprire diversi contratti di mutuo. Nonostante questo, il mutuatario può portare in detrazione la polizza mutui relativamente ai premi da lui versati. Ricordiamo che il mutuatario può anche scegliere di stipulare autonomamente, e scegliendo la compagnia, la polizza a copertura del mutuo stesso.

Le polizze collettive sono solitamente stipulate anche dalle imprese a copertura del rischio vita e infortunio dei dipendenti, anche in questo caso la detrazione può essere fruita, ma essa è in favore dei dipendenti. Questo perché in realtà si tratta di una polizza stipulata da imprese, società, rappresentanze sindacali, associazioni di lavoratori in nome e per conto del lavoratore dipendente. Il premio sul quale calcolare la detrazione è individuato tenendo in considerazione le somme versate dalle imprese nel Fondo Unico Nazionale Long Term Care.

Detrazione spese assicurazioni: limiti

Quelle viste sono le principali coperture assicurative che possono essere portate in detrazione. L’importo da detrarre è pari al 19% dei premi versati per un ammontare massimo del premio di 530 euro l’anno. Tale detrazione spetta però per intero solo a coloro che hanno un reddito annuo inferiore a 120.000 euro l’anno. In caso di redditi maggiori, la detrazione viene man mano ridotta fino ad annullarsi per coloro che hanno un reddito complessivo pari a 240.000 euro.

La detrazione spetta al contribuente se è:

  • il contraente e l’assicurato contemporaneamente;
  • se è contraente e un suo familiare a carico è l’assicurato (padre che stipula la polizza in cui l’assicurato è il figlio);
  • un familiare a carico è contraente e assicurato ( ad esempio coniuge a carico che stipula la polizza rischio vita in cui è anche l’assicurato);
  • familiare a carico è contraente e il contribuente che vuole fare valere la detrazione è assicurato;
  • il contraente è un familiare a carico ( ad esempio il coniuge) e l’assicurato è un altro familiare a carico, ad esempio il figlio.

Insomma le polizze stipulate all’interno del nucleo familiare possono essere portate in detrazione. Per potersi avvalere della detrazione, non ha invece alcuna rilevanza chi sia il beneficiario della copertura assicurativa, ad esempio se un soggetto stipula una polizza rischio vita di cui risulta beneficiario un soggetto terzo, ad esempio un nipote che non rientra nel nucleo familiare proprio o un amico, comunque può essere portato in detrazione dal contraente il premio pagato.

Come avvalersi della detrazione spese assicurazione?

Per potersi avvalere della detrazione per i premi assicurativi è necessario presentare i documenti relativi alle spese sostenute. In particolare occorre conservare, o in questo caso ricercare, per potersene avvalere della dichiarazione 2022:

  • le ricevute di pagamento che attestino i pagamenti effettuati tramite strumenti tracciabili;
  • in assenza della ricevuta si possono presentare: ricevuta del versamento bancario o postale, estratto conto, ricevuta della carta di credito o debito, copia del bollettino postale o del MAV, dei pagamenti con PagoPA oppure attraverso sistemi di pagamento tramite smartphone o istituti di moneta elettronica autorizzati.

Occorre inoltre avere la copia del contratto di assicurazione.

Si può usufruire della detrazione anche nel caso in cui i premi siano pagati a compagnie estere.

Per conoscere le altre spese che possono essere portate in detrazione e deduzione, leggi gli approfondimenti:

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