Bonus mobili 2023: la guida dell’Agenzia delle Entrate con chiarimenti

Il bonus mobili è stato confermato nella legge di bilancio 2023 e l’Agenzia delle Entrate proprio per questo motivo ha pubblicato una guida aggiornata al bonus che ricapitola le regole per poter usufruire di questo beneficio fiscale e in particolare sui beni che possono ottenere l’agevolazione.

Bonus Mobili 2023: su quali beni si può ottenere?

Il bonus mobili per l’anno 2023 ha un valore di spesa di 8.000 euro, mentre dal 2024 il valore del tetto massimo di spesa scenderà a 5.000 euro.

L’Agenzia delle Entrate nelle recente guida ha sottolineato che: Il pagamento va effettuato con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Si può usufruire del bonus mobili per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, l’interpretazione è stringente, infatti non si possono ottenere detrazioni per l’acquisto di tende e tendaggi, porte per interni, pavimentazioni.

Il bonus mobili può invece essere utilizzato per l’acquisto di letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione.

Particolare attenzione deve essere posta per l’acquisto degli elettrodomestici, infatti in questo caso deve essere controllata la classe energetica. In base alle ultime indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate non deve essere inferiore alla classe:

  • A per i forni;
  • E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie;
  • F per i frigoriferi e i congelatori.

Per l’acquisto degli elettrodomestici deve essere effettuata anche la comunicazione all’Enea per poter usufruire della detrazione fiscale.

Ricordiamo, infine, che si può usufruire del bonus mobili solo in seguito a un intervento di ristrutturazione edile all’immobile a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.

Chi può usufruire del Bonus mobili 2023?

La detrazione del bonus mobili è pari al 50% della spesa effettuata nel limite di spesa di 8.000 euro, quindi si possono ottenere massimo 4.000 euro. Nelle spese possono essere ricomprese anche quelle per il montaggio e il trasporto. Il limite di spesa riguarda la singola unità abitativa, quindi se un proprietario è titolare di due immobili ed effettua ristrutturazioni in entrambi, può usufruire del bonus mobili su entrambi.

Il beneficiario del bonus mobili deve però essere lo stesso soggetto che usufruisce della detrazione per gli interventi di ristrutturazione. A chiarire bene il concetto è l’Agenzia delle Entrate nella guida di gennaio 2023, dove sottolinea: Per esempio, se le spese per ristrutturare l’immobile sono state sostenute soltanto da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici non spetta a nessuno dei due.

Vista la possibilità introdotta dal 2022 di cedere il proprio credito d’imposta generato dai lavori di ristrutturazione edile, l’Agenzia ha anche sottolineato che si ha diritto al bonus mobili anche quando il contribuente ha scelto, in alternativa alla fruizione diretta del beneficio fiscale, di cedere il credito o esercitare l’opzione per lo sconto in fattura.

La detrazione spetta anche nel caso in cui l’intervento edilizio sia effettuato su una parte dell’immobile diversa rispetto a quella interessata dal bonus mobili. Ad esempio, se la ristrutturazione ha ad oggetto una pertinenza dell’immobile, anche accatastata separatamente, si può usufruire del bonus mobili per arredare una camera da letto che si trova nell’immobile principale. Questa regola non si applica per le parti comuni di un condominio, quindi se l’intervento di ristrutturazione ha riguardato la guardiola, ogni condomino ha diritto alla sua quota di detrazione del bonus mobili, ma solo per arredi della guardiola.

Posso ottenere la detrazione se pago a rate?

L’Agenzia delle Entrate nella guida ha risolto positivamente anche tale dubbio. Sottolinea però che occorre che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità viste per il contribuente e rilasci a questi una copia della ricevuta del pagamento.

Non si può ottenere il bonus mobili per interventi di riqualificazione energetica al 65% ( ad esempio installazione di pannelli fotovoltaici).

Si può ottenere il bonus mobili nel caso in cui l’acquisto di mobili avvenga all’estero.

Guida Agenzia delle Entrate al Bonus Mobili 2023

 

Assegno unico: quando avviene il pagamento nel mese di marzo?

Marzo 2022 è il primo mese utile per il pagamento dell’assegno unico, ma in quale data è previsto? Questa è la domanda che si fanno le famiglie ansiose di percepire gli importi che possono essere anche notevoli.

Il nuovo assegno unico e universale

Dal 1° marzo 2022 gli italiani non percepiranno più gli assegni per il nucleo familiare, inoltre vengono meno le detrazioni per i figli a carico previste dall’articolo 12 del TUIR. L’Agenzia delle Entrate con la circolare 4/E/2022 ha sottolineato che però non vengono meno le altre detrazioni per le spese sostenute per i figli a carico, ad esempio quelle per le spese mediche e sanitarie. Naturalmente coloro che hanno già proposto la domanda per l’assegno unico sono in attesa di ricevere i primi importi, sia per avere in tasca qualche soldo in più, sia per capire effettivamente quanto riceveranno ogni mese per i figli a carico fino a 21 anni di età.

In quale giorno viene pagato l’assegno unico per il mese di marzo 2022?

L’INPS ha fatto sapere che il pagamento avverrà nella seconda metà del mese di marzo. In particolare il pagamento dovrebbe avvenire tra il 15 marzo e il 21 marzo. Ricordiamo che riceveranno gli importi le famiglie che hanno inoltrato la domanda dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022. Coloro che l’hanno inoltrata, o la inoltrano successivamente, potranno percepire l’assegno unico dal mese successivo rispetto a quello in cui hanno presentato la domanda.

Chi presenta l’istanza prima del 30 giugno potrà ricevere gli arretrati dal mese di marzo. La domanda può essere inoltrata anche senza ISEE, in questo caso si ricevono gli importi minimi previsti per chi ha un reddito ISEE superiore a 40.000 euro.

Come faccio ad essere sicuro che a marzo riceverò l’importo?

Per controllare lo stato della propria domanda per l’assegno unico è necessario andare al sito dell’INPS ed entrare nella pagina personale con SPID, CIE o CNS.

Il passo successivo è andare alla voce Assegno Unico. Qui è possibile prendere visione di diversi stati:

  • in lavorazione: ancora deve essere esaminata;
  • accolta: sarà messa in pagamento nei termini previsti;
  • rinunciata;
  • respinta;
  • decaduta;
  • in evidenza presso la sede: è necessario recarsi presso la sede dell’INPS territoriale al fine di chiarire degli aspetti legati alla domanda.
  • in evidenza al cittadino: in questo caso è necessario integrare la documentazione direttamente dalla pagina personale.

Ricordiamo che spesso gli errori che portano la domanda per l’assegno unico a non poter essere messa in pagamento possono essere banali, ad esempio in caso di errore nell’indicazione del codice IBAN oppure del codice fiscale.

L’assegno unico può essere pagato su conto corrente, carta prepagata con codice IBAN, libretto postale, conto corrente estero in area SEPA, bonifico domiciliato presso sportello postale. L’intestatario del conto deve essere lo stesso soggetto che ha presentato l’istante, in alternativa può essere cointestatario.

In base ai dati forniti dall’INPS, le Regioni dove vi è stata ina maggiore percentuale di inoltro sono state la Lombardia, la Basilicata e la Campania. In nessun caso è stato superato il 50%, questo vuol dire che la maggior parte delle famiglie italiane non ha chiesto di accedere a questo beneficio nel primo termine disponibile, cioè il 28 febbraio. Oltre la metà delle domande sono state presentate direttamente dal cittadino, il 38,9% invece tramite patronato.

Guide utili

Per conoscere gli errori più frequenti e la procedura per correggerli, leggi le guide:

Assegno Unico: attenzione agli errori nella compilazione della domanda

Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori

Per avere tutte le informazioni utili sull’assegno unico, leggi invece: Online il sito per l’assegno unico: le faq più importanti e casistiche