Fondo casalinghe INPS: cos’è? Conviene iscriversi? Importi

Chi non lavora e quindi non matura contributi può avere una vecchiaia davvero dura da gestire. Per queste persone un’opportunità per maturare una rendita è il Fondo Casalinghe dell’INPS. Ecco come funziona, quali sono gli importi da versare e sopratuttto quale rendita si può maturare.

Perché può essere vantaggioso versare contributi nel Fondo Casalinghe dell’INPS?

In Italia le persone che non hanno versato i contributi necessari per il raggiungimento della pensione di vecchiaia solo in limitati casi possono accedere alla pensione casalinghe. Si ottiene al verificarsi di determinati requisiti reddituali:

  • reddito personale non superiore a 6.085,30 euro;
  • reddito non superiore a 12.170,60 euro per le persone coniugate .

A ben vedere si tratta di limiti molto bassi e che non consentono ad oggi di vivere in modo dignitoso.

Per evitare questo rischio, chi non riesce a trovare lavoro oppure ha scelto di prendersi cura della propria famiglia al 100%, può versare i contributi al fondo casalinghe dell’INPS. Questo offre alcuni vantaggi: permette di maturare la pensione indipendentemente dalla percezione di altri redditi. Se, ad esempio, il marito ha una pensione, il coniuge non rischia di non ottenere alcun sussidio. Cosa che oggi capita a molte persone che hanno una piccola pensione in famiglia e non riescono quindi ad accedere alla pensione casalinghe tradizionale. Vediamo quindi come funziona il fondo pensione casalinghe dell’INPS.

Fondo casalinghe dell’INPS

La prima cosa da chiarire è che in contributi in tale fondo possono essere versati da uomini e da donne, anche in questo caso purtroppo le diciture adottate possono essere fuorvianti e sono il frutto di retaggi culturali. Il Fondo Casalinghe INPS è istituito dal 1° gennaio 1997. Possono iscriversi e versare i contributi le persone che svolgono il lavoro di cura e su cui ricadono le responsabilità familiari. Vi sono però dei requisiti da rispettare. In primo luogo possono iscriversi coloro che hanno compiuto i 18 anni di età e non hanno superato 65 anni di età. In secondo luogo deve trattarsi di persone non iscritte ad altre casse previdenziali. Ad esempio un lavoratore iscritto alla Gestione Separata INPS, oppure alla cassa forense non potrebbe iscriversi. Non può iscriversi un lavoratore dipendente iscritto all’INPS.

Vi è però un’eccezione, cioè il lavoratore dipendente con contratto part time il cui numero di ore di lavoro non consente di raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia.

L’iscrizione al fondo casalinghe INPS è molto semplice, infatti è possibile procedere un modo autonomo attraverso il sito dell’INPS autenticandosi con le proprie credenziali, quindi con SPID, CIE o CNS. In alternativa è possibile rivolgersi a un patronato, chiamare il contact center INPS ai numeri 803.164 gratuito da rete fissa o 06.164 164 da rete mobile. Infine, è possibile rivolgersi a uno degli sportelli dell’INPS presenti sul territorio.

Quanto si versa?

La prima cosa da dire è che l’iscrizione al fondo è gratuita. Non vi è obbligo di versare tutti i mesi i contributi, ma se gli importi versati non sono sufficienti a raggiungere il diritto alla pensione, la stessa si perde e l’INPS non restituisce i soldi. L’importo per vedersi riconosciuto un mese di contributi è di 25,82 euro, quindi per ottenere l’equivalente di un anno di contributi è necessario versare 309,84 euro.

La pensione di vecchiaia viene erogata a partire dai 57 anni di età a condizione che sia stato versato l’equivalente 60 mesi di contributi, cioè 5 anni. Per ottenere la pensione a 57 anni di età è però necessario che l’importo dell’assegno maturato sia almeno il 20% superiore all’assegno sociale. Per il 2022 l’assegno sociale ha un importo di 468,10 euro. La pensione casalinghe maturata con il fondo casalinghe INPS viene versata senza condizioni al raggiungimento di 65 anni di età.

Quanto si potrà percepire di pensione?

Qui arrivano le brutte notizie perché in effetti la pensione casalinghe viene calcolata con il sistema contributivo e in base al montante versato moltiplicato per coefficiente di trasformazione che varia in base all’età a cui si vuole accedere alla pensione.

Facciamo il caso che una persona versi il minimo previsto per 10 anni e quindi 309,84 euro l’anno, anche applicando il coefficiente di trasformazione potrebbe arrivare a un montante finale di circa 4 mila euro. Naturalmente una pensione calcolata su tali importi sarebbe davvero bassa, basta considerare quanto costano i contributi previdenziali agli altri lavoratori per capire che la rendita non può essere paragonata. Nel caso che abbiamo esaminato il contribuente non riuscirebbe ad arrivare a 20 euro al mese da percepire a partire dai 65 anni di età. Anche versando questa quota per più anni, ad esempio 20 anni, cambierebbe molto poco la prospettiva.

Quando diventa conveniente versare i contributi al fondo casalinghe INPS?

Potrebbe essere conveniente nel caso in cui nel tempo il lavoratore abbia versato dei contributi da lavoro autonomo o dipendente e voglia maturare il requisito della pensione, oppure per integrare un lavoro part time. In alternativa si possono versare somme maggiori rispetto al minimo previsto dalle normativa, che come visto è poco più di 25 euro al mese.

Bonus casalinghe 2022: a chi spetta e come presentare la domanda

Se hai 67 anni, che tu sia uomo o donna, e non hai versato contributi sufficienti per accedere a un assegno pensionistico, puoi ricevere il bonus casalinghe 2022. Precisiamo fin da ora che si tratta di una definizione errata, sebbene entrata nel linguaggio comune. Ecco di cosa si tratta e chi può accedere.

Cos’è il bonus casalinghe 2022?

Il bonus casalinghe 2022 non esiste, si tratta infatti di una vera pensione casalinghe che spetta a chi ha compiuto 67 anni di età, non ha maturato i requisiti minimi per l’accesso alla pensione e non supera determinati limiti reddituali.

La prima cosa che è bene sottolineare è che, sebbene si parli di “pensione casalinghe” e questa dicitura faccia pensare a una prerogativa prettamente femminile, il bonus casalinghe, o pensione, non è diretto solo alle donne, ma a uomini e donne che si trovano nella condizione che andremo a vedere a breve. Parlare di bonus casalinghe al femminile è un vero e proprio retaggio culturale dovuto al fatto che la donna è sempre stata vista come l’angelo del focolare dedito alla cura della famiglia, mentre l’uomo era la persona che doveva lavorare e che di conseguenza avrebbe per forza maturato i requisiti contributivi per accedere alla pensione. Sappiamo bene che man mano tutte queste certezze sui ruoli stanno cadendo e anche se a fatica si va verso la parità.

Nonostante questo, purtroppo, si continua a parlare di bonus casalinghe e pensione casalinghe e di conseguenza adottiamo questa dicitura, ma appunto specificando che possono richiedere questo strumento di welfare anche gli uomini.

Requisiti per accedere la bonus casalinghe 2022

Abbiamo anticipato che per poter accedere alla pensione casalinghe è necessario non avere il requisito contributivo per accedere alla pensione, quindi non aver maturato 20 anni di contributi. Non basta però, infatti è essenziale che sia presente il requisito economico o reddituale. Questo prevede che per poter accedere al bonus casalinghe 2022 non si debba avere un reddito personale superiore a 6.085,30 euro, lo stesso aumenta fino a 12.170,60 euro per le persone coniugate.

Oltre tali requisiti, sono necessarie ulteriori condizioni che possono essere definite generiche. Il bonus casalinghe 2022 è riservato a persone con cittadinanza italiana oppure, cittadinanza comunitaria o permesso di soggiorno di lungo periodo. In ogni caso deve esservi una residenza stabile in Italia da almeno 10 anni.

A quanto ammonta la pensione casalinghe 2022?

L’assegno previsto per il bonus casalinghe 2022 è di 468,10 euro per 13 mensilità. Il bonus si rivaluta di anno in anno come le normali pensioni in base all’inflazione.

Come richiedere il bonus casalinga 2022?

Richiedere questo strumento di welfare è molto semplice, infatti basta accedere al sito dell’INPS con le proprie credenziali ( SPID, CIE o CNS) e andare alla voce “Assegno Sociale – Domanda”. In alternativa è possibile rivolgersi presso un patronato oppure telefonare al contact center dell’INPS (803 164 da numero fisso; 06 164 164 da numero mobile).

Fondo casalinghe INPS

Ricordiamo che dal 1997 è possibile iscriversi al Fondo Casalinghe dell’INPS. Anche qui purtroppo c’è un problema “letterale”, infatti sebbene il nome faccia intendere che possano iscriversi solo le donne che si occupano del lavoro di cura, non è così. Possono aderire anche gli uomini che si trovano nelle condizioni previste dalla normativa.

Possono iscriversi le persone ( uomini e donne) che hanno compiuto 18 anni di età e non superano i 65 anni di età, che non svolgono attività lavorativa per la quale è necessaria l’iscrizione a una delle gestioni INPS.

L’importo minimo dei contributi da versare è di 25,82 euro al mese e di conseguenza 309,84 euro l’anno.

L’iscrizione al Fondo Casalinghe dell’INPS consente di ottenere al compimento del 57° anno di età la pensione di vecchiaia a condizione che il contribuente abbia versato almeno 5 anni di contributi. La pensione viene però versata solo se gli importi maturati, in base ai contributi pagati ha un importo superiore all’assegno sociale.

 

Pensione casalinghe: come si ottiene e a chi spetta?

La pensione casalinghe è possibile solo attraverso il Fondo relativo istituito dell’Inps. Ecco come funziona e chi può iscriversi.

Pensione casalinghe: cos’è?

Fare la casalinga è un lavoro davvero impegnativo. Occorre essere esperte di cucina per accontentare i gusti di tutti, avere molta energia per pulire la casa, stirare e mettere in ordine. Inoltre, ha un orario illimitato per tutta la giornata e spesso è svolto anche fuori casa per accompagnare i figli a scuola o fare la spesa. Eppure non è visto come un lavoro. E quindi non essendo lavoratrici non si ha diritto alla pensione. Ma a metterci una toppa ha cercato di pensarci l’INPS.

L’Ente ha infatti istituito il Fondo Pensione Casalinghe, che sarà operativo anche per il 2021. Per maggior precisione il Fondo di previdenza è stato istituito il 1.1.1997, ed è dedicato alle persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari. Ed in una famiglia la responsabilità che tutto fili liscio non è cosa da poco.

Fondo Pensione casalinghe: chi può iscriversi?

Il nome del fondo non deve tranne in inganno e pensare che sia destinato solo alle mogli o madri che stanno in casa. Il fondo è dedicato a chiunque svolge mansioni in casa, senza alcuna distinzione di sesso. Pertanto possono iscriversi al fondo di previdenza, sia uomini che donne. L’età è compresa tra i 16, anni in cui si può iniziare un’attività lavorativa, e i 65 anni, età in cui si dovrebbe andare in pensione. I requisiti da soddisfare sono:

  • svolgere lavoro in famiglia non retribuito connesso con responsabilità familiari, senza vincoli di subordinazione;
  • non prestare attività di lavoro autonomo o dipendente per la quale sussista l’obbligo di iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale;
  • non essere titolari di pensione diretta;
  • prestare attività lavorativa part-time. se in relazione all’orario e alla retribuzione percepita, si determina una contrazione delle settimane utili per il diritto alla pensione.

Come iscriversi al Fondo?

La domanda di iscrizione al Fondo può avvenire solo telematicamente. Occorre una identificazione con PIN e quindi una registrazione al sito dell’Ente. E’ possibile inviare la richiesta, attraverso:

  • servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino  attraverso il portale dell’Istituto
  • Contact Center Multicanale, chiamando da rete fissa il numero gratuito 803164 o il numero 06164164 da telefono cellulare, con tariffazione stabilita dal proprio gestore
  • Patronato e tutti gli intermediari dell’Istituto – usufruendo dei servizi telematici offerti dagli stessi.

Dopo la comunicazione di accoglimento della richiesta, l’interessato può iniziare a pagare i versamenti. Infine la validità pertanto è dal primo giorno utile dopo l’accettazione della domanda.

Quanto si paga?

Essendo un fondo il pagamento dei versamenti è a carico del contribuente. L’importa dei versamenti è libero, ma viene richiesto un minimo contributivo di 25,82 euro mensile. L’Inps accrediterà per ogni anno tanti mesi di contribuzione quanti ne risultano dividendo l’importo complessivo versato nell’anno per 25.82 euro. I versamenti possono essere effettuati con bollettini di conto corrente postale che l’INPS invia a casa insieme alla lettera di accoglimento della domanda di iscrizione.

I bollettini sono anche stampabili online nella sezione Servizi del sito INPS. Occorre fare il seguente percorso per tipologia di utente- Cittadino-Font previdenza Casalinghe-Stampa bollettino. Infine i contributi versati sono interamente deducibili dal reddito imponibile Irpef del dichiarante, anche per i familiari fiscalmente a carico.

Quando spetta la pensione casalinghe?

Una volta versati con regolarità i contributi, la pensione di vecchiaia spetterà a chi, a partire dal 57° anno di età, avrà pagato almeno 5 anni (60 mesi) di contributi. Ma è prevista anche una pensione di inabilità con almeno 5 anni di contributi, a condizione che sia intervenuta l’assoluta o permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Mentre la pensione di vecchiaia viene liquidata solo se l’importo maturato risulta almeno pari all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20% (1.2 volte l’assegno sociale). Tuttavia si prescinde dall’importo al compimento del 65° anno di età. L’importo viene stabilito con il sistema contributivo. Infine si ricorda che è obbligatoria anche l’iscrizione all’INAIL.

La pensione casalinghe conviene o no?

Per rispondere a questa domanda ecco un breve esempio. Se per 5 anni si versano i contributi minimi richiesti per coprire una mensilità (25,82 euro) la pensione spettante sarà calcolata sui 1550 euro versati in totale andrà moltiplicata per il coefficiente di trasformazione riferito ai 57 anni di età, 4,2%. La rendita annuale ottenuta è di circa 65 euro che, andrà, poi divisa per 12 mesi. La pensione spettante per aver versato 5 anni di contributi a 25,82 euro al mese, quindi, è poco più di 5 euro.

Ed ancora con il minimo mensile di 25,82 moltiplicato per 12 mesi si pagherebbero all’anno 310 euro. Moltiplicando per 30 di contributi si potrebbero accumulare 9300 euro. Se si decidesse di andare in pensione a 57 anni, si avrebbe una rendita di 390 euro l’anno con poco più di 32 euro al mese. Una cifra davvero irrisoria per chi ha dedicato tutta la vita alla propria famiglia.