Disabilità: chi assiste i disabili ha diritto alla contribuzione

La normativa italiana prevede diverse tipologie di sostegno per i familiari di persone con disabilità, i principali sono i permessi retribuiti, previsti dalla legge 104 del 1992, e il congedo straordinario biennale contenuto nel decreto legislativo 42 del 2001. La normativa riconosce per i permessi fruiti anche la contribuzione figurativa.

Contribuzione per i permessi retribuiti legge 104 del 1991

I permessi retribuiti sono previsti dall’articolo 33 della legge 104 del 1992, stabilisce che i lavoratori del settore pubblico e privato che assistono un disabile possono avere tre giorni al mese di permessi retribuiti, gli stessi possono essere utilizzati in misura intera o frazionata. In ogni caso con l’entrata in vigore  dal 28 marzo 2000 della legge 53 del 2000, tali giorni sono validi a fini pensionistici e non solo consentono di accedere alla pensione, ma contribuiscono anche al suo incremento.

I contributi figurativi vengono riconosciuti anche a coloro che decidono, in alternativa ai tre giorni mensili di astensione dal lavoro, di usufruire di due ore di permessi giornalieri. In questo caso la retribuzione figurativa si quantifica avendo come punto di riferimento il valore massimo dell’assegno sociale su base annua e moltiplicandolo per 200. Tale valore può essere integrato con contributi volontari da parte dell’interessato oppure con riscatto.

Valutazione contribuzione nel congedo straordinario

Diversa è la valutazione del congedo straordinario previsto, lo stesso è previsto dall’articolo 42 comma 5 del decreto legislativo 151 del 2001. Questo consente a chi ha un familiare disabile di ottenere un congedo straordinario della durata massima di due anni, da utilizzare anche in modo frazionato. Il congedo straordinario spetta:

  • al coniuge del disabile;
  • al padre o alla madre (anche adottivi) del disabile, ma solo nel caso in cui non sia presente un coniuge convivente;
  • figlio convivente anche adottivo, ma solo nel caso in cui il coniuge del disabile sia deceduto oppure non si trovi in condizione di poter assistere il disabile;
  • infine, il diritto al congedo straordinario si riconosce anche a fratelli e sorelle, ma in questo caso deve esservi assenza di coniuge o impossibilità per lo stesso di assistere il disabile e assenza di figli.

Insomma vi è una sorta di graduatoria tra persone tenute ad assistere il disabile.

Anche in questo caso la normativa prevede il riconoscimento della retribuzione e della contribuzione.

Indennità di congedo straordinario e contribuzione

L’indennità di congedo è pari all’ultima retribuzione comprensiva di tredicesima mensilità e altre indennità, come gratifiche, mensilità aggiuntive e premi vari. Per quanto riguarda la contribuzione è stato introdotto un tetto che nel 2022 ammonta a 49.663,88 euro questa cifra comprende i versamenti a titolo di stipendio e la contribuzione, deve quindi essere sottratto al totale quanto effettivamente il lavoratore riceverà come mensile e la restante parte andrà ad incrementare la quota contributiva.

L’indennità economica non può superare il tetto massimo di 37.341,00 euro, pari a circa 102 euro al giorno. L’indennità economica non può superare quanto avrebbe effettivamente percepito il lavoratore.

Si ricava da ciò che la contribuzione versata nel periodo del congedo straordinario non solo contribuisce a raggiungere i requisiti pensionistici, ma contribuisce anche a determinare l’ammontare della pensione.

La somma di 49.663,88 euro è il massimale questo vuol che che se corrispondendo ai lavoratori quanto dovuto come retribuzione e aggiungendo l’aliquota del 33% per i contributi, non si raggiunge tale massimale, comunque non sono dovuti ulteriori versamenti a titolo di contributi.

Congedo straordinario legge 104: dopo cosa resta per assistere i disabili?

Chi ha un familiare disabile sa quanto possa essere difficile e dispendioso prendersene cura, al punto che in alcuni casi può essere necessario anche lasciare il lavoro per occuparsene. Negli articoli precedenti abbiamo visto che per accudire un parente disabile è possibile avvalersi del congedo straordinario legge 104, che può però essere fruito da un solo parente per ogni disabile, ma una volta terminato il periodo fruibile di congedo straordinario legge 104, cosa resta per assistere i disabili? Cerchiamo di fare luce.

Dopo il congedo straordinario legge 104 c’è l’aspettativa

Il congedo straordinario legge 104 appare molto vantaggioso infatti consente di astenersi dal lavoro per 24 mesi, anche frazionati, e di ottenere comunque la retribuzione, ma due anni non sempre bastano per prendersi cura di un parente non autosufficiente e di conseguenza può essere necessario utilizzare altri permessi. Questa è la situazione in cui purtroppo spesso si trovano i genitori, costretti per tutta la vita ad assistere un figlio nato con disabilità.

La prima possibilità è data dall’aspettativa, questa può essere richiesta per gravi motivi personali tra cui assistenza parenti e affini entro il 3° grado. Anche l’aspettativa ha una durata massima di due anni ma, a differenza del congedo straordinario, non è retribuita. Una volta accettata la richiesta da parte del datore di lavoro, si ha semplicemente il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di due anni con diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Se vuoi saperne di più sull’aspettativa, sui casi in cui è possibile richiederla e quando la stessa viene retribuita, leggi l’approfondimento: Lavoro: quando si può chiedere l’aspettativa retribuita e non retribuita.

Permessi retribuiti Legge 104

Chi deve assistere un parente che ha disabilità che permette di accedere ai benefici della Legge 104 ha inoltre un’altra possibilità. Si tratta dei permessi retribuiti Legge 104. Gli stessi possono essere fruiti per un periodo massimo di 3 giorni mensili.

I permessi retribuiti sono riconosciuti in favore di:

  • genitori, anche adottivi e affidatari;
  • coniuge, convivente, parte dell’unione civile;
  • parenti e affini entro il 2° grado;
  • parenti e affini entro il 3° grado ma solo nel caso in cui il coniuge o convivente del soggetto disabile abbia compiuto 65 anni oppure si trovi in una condizione di salute incompatibile con il prendersi cura di un’altra persona.

Il datore di lavoro non può rifiutare tali permessi, può solamente chiedere al lavoratore di “prenotare” tali giorni, ma solo nel caso in cui la tipologia di disabilità consenta di programmare la fruizione dei permessi retribuiti.

La disciplina è in parte diversa per i genitori che si trovano nella condizione di dover assistere un figlio di età inferiore a 12 anni. In questo caso possono prolungare il congedo parentale fino a 3 anni, in alternativa per i primi tre anni di vita del bambino possono usufruire di due ore di permesso al giorno o 3 giorni al mese continuativi o frazionati.

Per i bambini di età superiore a 3 anni ma inferiore a 12 anni, i genitori possono chiedere il prolungamento del congedo parentale fino a 3 anni o 3 giorni al mese.

Donazione delle ferie e banca delle ore

Un’altra opportunità per assistere un parente disabile nel caso in cui non siano fruibili altre alternative, come il congedo straordinario legge 104 e aspettativa, e non si voglia perdere il lavoro è la donazione delle ferie da parte dei colleghi. Ovviamente siamo in un ambito molto delicato in cui tutto dipende dalla solidarietà dei propri colleghi. In questo caso l’ammontare dei giorni che si riescono a ottenere dipende dalla generosità dei colleghi, dal loro numero, ma anche dalla volontà del datore di lavoro che deve “aderire” a questo progetto di solidarietà.

Un’ulteriore alternativa, sebbene parziale, è accedere alla banca delle ore. La normativa prevede la possibilità per il lavoratore che deve svolgere delle ore di straordinario, di accumulare le stesse e utilizzarle sotto forma di permessi retribuiti. Potrebbe essere un modo per assistere un parente disabile. Ricordiamo che il numero massimo di ore di straordinario che è possibile svolgere in una settimana è 40 e alcuni CCNL possono arrivare a 48. Naturalmente lo straordinario deve essere richiesto dal datore di lavoro, non c’è la possibilità per il lavoratore di protrarre volontariamente la sua permanenza sul luogo di lavoro al fine di accumulare permessi. La banca delle ore è considerata uno strumento di welfare aziendale. Le ore possono essere fruite solitamente dal mese successivo rispetto a quando sono state maturate e deve essere dato al datore di lavoro un congruo preavviso prima di poterle utilizzare.

Per conoscere cosa prevede il congedo straordinario legge 104 leggi l’articolo: Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo