Pesca, l’Europa raggiunge l’accordo

La nuova politica della pesca in Europa sarà definita in base ad un approccio comune negoziata in codecisione con il Parlamento europeo: dopo oltre 18 ore di trattative, i ministri della pesca dell’Ue – per l’Italia Mario Catania – hanno raggiunto questo accordo.

A tirarsene fuori è la Francia, che dice di non riconoscersi nell’orientamento comune. Nel documento finale messo a punto dalla presidenza danese dell’Ue e dalla commissaria alla Pesca, Maria Damanaki, “sono stati accolti tutti i punti sollevati dall’Italia”.

L’accordo permetterà alla prossima presidenza cipriota dell’Ue, che il primo luglio riceverà il testimone dalla Danimarca, di elaborare la riforma definitiva sia della nuova politica della pesca in Europa, sia delle nuove norme sull’organizzazione di mercato dei prodotti ittici e dell’acquacoltura. A questi due capitoli si aggiungerà anche quello del futuro Fondo europeo per la pesca e l’attività marittima per il 2014-2020.

Francesca SCARABELLI 

Il settore pesca chiede interventi per la crescita

Il consiglio provinciale di Rimini ha recentemente approvato all’unanimità la volontà di trovare soluzioni ai problemi in cui versa il settore della pesca. Al governo viene chiesto di approvare e finanziare la cig per i lavoratori del settore e attivare ammortizzatori sociali in deroga per gli armatori che lavorano sulle imbarcazioni.

Alla Regione Emilia-Romagna viene chiesta la possibilità di destinare i residui dei precedenti anni di gestione della Legge Regionale 3/79 (‘Interventi per lo sviluppo e la valorizzazione delle attività ittiche’. Agli organi di vigilanza si chiede che siano controllati in modo accurato tutti i canali idrici che sfociano nel mare. Tutti piani che servono per rilanciare il settore specie della piccola pesca.

Il Decreto Sviluppo che sancisce il fermo pesca, i 22 milioni di euro messi a disposizione per i 60 giorni di fermo appaiono insufficienti. Si chiedono agevolazioni sostanziose senza le quali il settore è a repentaglio.

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali ha annunciato il fermo pesca

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, in occasione dell’insediamento del tavolo per la pesca di qualche giorno fa, ha annunciato un blocco della pesca di 45 giorni. “Per quanto riguarda le misure da adottare a breve termine, il Ministero delle Politiche agricole – ha dichiarato Romano – intende introdurre una proposta normativa, in approvazione nei prossimi giorni, allo scopo di avviare un fermo temporaneo dell’attività di pesca per un massimo di 45 giorni. L’arresto temporaneo obbligatorio della pesca a strascico e volante costituisce la principale misura di gestione delle risorse ittiche, finalizzata a incidere sullo sforzo di pesca e a garantire la sostenibilità dell’attività nel medio e nel lungo periodo“.

Il ministro ha proseguito: “Questa misura ha come obiettivo principale quello di fronteggiare la crisi in cui versa oggi il settore, causata anche dallo stato di sovrasfruttamento delle risorse”, sottolinea Romano, aggiungendo: “Nel prossimo autunno organizzeremo un Forum della pesca che coinvolgerà tutti i soggetti interessati, comprese le Regioni, per fare il punto sulla situazione attuale del settore“.

La decisione è stata apprezzata da Coldiretti in quanto potrà salvare la produzione ittica locale che nei primi mesi del 2011 ha fatto registrare un crollo del 50%.

Tra i prossimi impegni che servirebbero, per proteggere l’industria ittica italiana, la realizzazione dei distretti di pesca rafforzamento e una migliore tracciabilità della filiera dell’ittico e ancora l’avvio di progetti di promozione del Made in Italy per la pesca nazionale con i principi del km.0, la rivalutazione del ruolo delle Organizzazione dei Produttori come anello di congiunzione tra produzione e mercato, l’attivazione di misure a sostegno del credito per le imprese sia per le spese di investimento che per la gestione corrente, misure a sostegno mediante coofinanziamento dello sviluppo della garanzia assicurativa per strutture e produzione in primis per l’acquacoltura, tutela del prezzo, riqualificazione dei mercati e delle filiere ittiche, avvio del cosiddetto “fascicolo d’impresa” – questo secondo Coldiretti.