Rottamar non nuoce

 

IERI

Il ritorno del Cavaliere: “serve una grande rivoluzione all’interno del partito, abbiamo bisogno di volti nuovi e protagonisti nuovi”. E’ con queste parole che ieri Silvio Berlusconi ha ‘rottamato’ le Primarie del Pdl, nel corso dell’ufficio di Presidenza del Pdl in via dell’Umiltà, salvo poi smorzare i toni e definire le Primarie una sorta di ‘male necessario’ in questo momento storico per l’Italia e per il suo partito. Non ci sta Angelino Alfano “Oggi dobbiamo prendere una decisione, non siamo barzellettieri – avrebbe sentenziato il segretario del Pdl – io raccolgo la sfida delle primarie”. Aria di novità o meglio tempo di un ‘grande choc’? Peccato però, che per fare riferimento al futuro del partito, il Cavaliere abbia citato sè stesso “serve un Berlusconi del ’94”.

DDL Diffamazione: approvato dalla commissione Giustizia del Senato il decreto legge sulla diffamazione nella versione rivista e corretta di Filippo Berselli. La versione passata al voto è molto più snella rispetto all’originale: niente carcere per i giornalisti accusati di diffamazione e tetto massimo fissato a 50.000 euro per la cauzione pecuniaria; nel caso di rettifica, dovrà essere pubblicata immediatamente e senza alcun commento.

Inno di Mameli: il Senato ha stabilito che l’inno di Mameli sia insegnato in tutte le scuole dello Stivale. Il ddl divenuto legge approvato ieri istituisce inoltre la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”, che sarà celebrata il 17 marzo in ricordo del giorno in cui, nel 1861, fu proclamata a Torino l’Unità d’Italia.

Guerra alla Nutella: la Francia dice no alla crème noisette più amata in tutto il mondo. Approvato ieri l”emendamento Nutellà”, che comporta un aumento del 300% del dazio sull’olio di palma, utilizzato per produrre la crema di nocciole della Ferrero. “Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema” ha detto il ministro del Budget Jerôme Cahuzac. Solo in Francia, nel bienno 2010-2011 la Nutella ha raggiunto vendite pari a 1 miliardo di euro. La domanda rimane aperta: con cosa farciranno d’ora in poi le loro amate crêpes i cugini d’oltralpe?

OGGI

Albertini vs Ambrosoli: la conferma ufficiale è arrivata ieri sera poco dopo le 20, anche se le voci ormai si rincorrevano da giorni riguardo alla candidatura di Gabriele Albertini e Umberto Ambrosoli alla Presidenza della Regione Lombardia. L’ex sindaco di Milano – a Palazzo Marino dal 1997 al 2006 – e l’avvocato penalista figlio dell’”eroe borghese” Giorgio Ambrosoli sono pronti a sfidarsi per la poltrona in Regione: se il secondo ha deciso di fare coming out via Twitter, Albertini ha già fatto sapere di essere contrario alle Primarie e di aver già pronto il suo programma politico che farà conoscere il prossimo 24 novembre. E già pensa al nome della sua lista: “Onestà al potere”. Due parole che non si sono mai incontrate a quante pare al Pirellone.

A cena con Bersani: appuntamento questa sera nei tendoni della Fabbrica del Vapore di via Procaccini a Milano con il candidato alle Primarie del Pd Pierluigi Bersani: già atteso alla tavola dei commensali il sindaco Giuliano Pisapia. Il menù? A prezzo politico: 15 euro. E si ‘vaporizzano’ i finanzieri di Renzi.

Renzi ad Agorà: e a proposito di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze è stato ospite alla trasmissione di Rai3 Agorà dove ha fatto sapere che se venisse eletto, il suo esecutivo vanterebbe solo 10 ministri, con una particolare attenzione alle quote rosa: 5 donne e 5 uomini. In caso contrario “non ci piazziamo sulla seggiolina” ha fatto sapere Renzi, che non ha alcuna intenzione, in caso di sconfitta, di andare ad affollare “il museo delle cere”. Con Bersani? Dopo il caffè, il Leopoldo fa sapere “che ci andrebbe volentieri a cena”. Nel frattempo è atteso per lunedì 12 novembre il faccia a faccia televisivo (sul modello a stelle e strisce) fra i 5 candidati alle Primarie del Pd: l’arena politica sarà trasmessa da Sky. Addio servizio pubblico, che l’Editto di Grillo sia piovuto anche sui membri del Pd?

Malasanità a Modena: su di loro pende l’accusa di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del sistema sanitario, sperimentazioni cliniche senza autorizzazione. Sono i 9 cardiologi del Policlinico di Modena che questa mattina sono stati arrestati a seguito dell’indagine condotta dai Nas di Parma ‘Camici sporchi’.

Festival del Film di Roma: si aprirà con la proiezione della pellicola “Aspettando il mare” del russo Bakhtiar Khudojnazarov l’edizione 2012 del Festival Internazionale del Film di Roma, guidata da Marco Muller. Mentre è stata confermata la presenza di Sean Penn, che sarà ospite di un evento di beneficenza organizzato dall’Unicef in onore di Audrey Hepburn, attesissime le pellicole italiane che vedranno protagoniste Isabella Ferrari e Laura Chiatti: la prima in veste di moglie in “E la chiamano estate” di Paolo Franchi e la seconda ne “Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato. Amore e eros sono assicurati.

DOMANI

Mostra Diabolik: sono passati 50 anni da quando Angela Giussani, nel suo storico ufficio di via Boccaccio a Milano, batteva a macchina le avventure del re del terrore Diabolik. Inaugura domani negli spazi del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano la mostra dedicata al ladro più famoso dei fumetti: un ‘Diaboliko Museo’ che esporrà in 22 teche scritti, tavole, oggetti e diabolike memorabilia nonché cimili inediti dell’eroe del male che ha raggiunto il mezzo secolo. Da non perdere l’anteprima assoluta della nuova serie televisiva in 13 episodi dedicata a Diabolik, prodotta da Sky Cinema.

Elettrocity: un sabato sulle quattro ruote ‘verdi’ a Milano. Torna domani Elettrocity, l’open day sulla mobilità elettrica, dalle 10 alle 19 in via Foppa 49. Biciclette a pedalata assistita, vetture, scooter, microcar ecosostenibili e un gioiellino del ‘made in Italy’ presentato in anteprima: la microcar Belumbury Dany, interamente realizzata in Italia. Che di questi tempi…

Juventus Pescara: appuntamento per domani sera alle 20.45 all’Adriatico, dove i bianconeri guidati da Alessio, dopo la squalifica di Conte, scenderanno in campo contro gli avversari del Pescara. La Juve dovrà portare a casa la vittoria se vuole tenere a debita distanza da sé i nerazzurri di Stramaccioni, che incontreranno invece l’Atalanta domenica sera.

Giornata mondiale del diabete: lo slogan di quest’anno è “Contro il Diabete Occhi Aperti”. Presidi domani e domenica nelle principali città d’Italia per informarsi e scoprire come prevenire una patologia che solo in Italia colpisce 4 milioni di persone.

L’energia dell’Italia: si apre domani al Palalottomatica di Roma il Festival organizzato da Anter – Associazione nazionale a tutela energie rinnovabili, che sarà inaugurato dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, all’indomani degli Stati Generali della Green Economy di Rimini.

 

Alessia CASIRAGHI

Enti locali: il vento del ‘rigor Montis’

 

Studenti in piazza questa mattina a Milano, Roma, Torino, Pisa e nelle maggiori città d’Italia per protestare contro il Governo Monti e le politiche di austerity e tagli all’istruzione pubblica. Nel frattempo la scure del rigor montis si è abbattuta su regioni, province e comuni: approvato ieri in Parlamento il Dl sugli enti pubblici, che prevederà il taglio di oltre 600 poltrone nei consigli regionali, l’abolizione dei vitalizi e l’introduzione del sistema contributivo per le pensioni, controlli preventivi sugli atti di spesa da parte della Corte dei Conti.

IERI

Rivoluzione Zingaretti: “Siamo tutti indignati. Trasformiamo questa indignazione in una proposta politica e ricostruiamo la speranza rendendo credibile un’altra buona politica “. Con questo appello ieri il Presidente della Provincia di Roma ha annunciato la sua candidatura alla Regione Lazio. Sfuma così l’ipotesi di una sua corsa al Campidoglio, mentre Zingaretti parla di ‘emergenza democratica’ di fronte alla quale nessuno può tirarsi indietro: “Io sono qui perchè la priorità assoluta, che sarebbe un crimine sottovalutare: fare piazza pulita del malaffare alla regione Lazio e fare pulizia rispetto al degrado morale al quale ci ha ridotto la destra”. C’è aria di rivoluzione?

Tagli alle Regioni: via libera del Governo al Decreto legge sugli Enti locali e sui tagli ai costi della politica. Niente mezze misure, i provvedimenti contenuti nel documento approvato ieri dal Consiglio dei Ministri parlano chiaro: tagliate 600 poltrone nei consigli regionali, aboliti vitalizi e pensioni col sistema contributivo, obbligo della tracciabilità delle spese dei gruppi consiliari, controlli preventivi sugli atti di spesa da parte della Corte dei Conti, della Ragioneria dello Stato e della Guardia di Finanza, e ancora espulsione per 10 anni dalla vita pubblica per sindaci e governatori responsabili di disastri finanziari. Per le Regioni inadempienti si potrà arrivare al taglio dell’80% dei trasferimenti erariali ad eccezione di sanità e trasporto pubblico locale. C’è aria di rivoluzione.

Facebook a 1 miliardo: oltre 1 abitante su 7 del Pianeta Terra dispone di un account Facebook. Ha sfondato la soglia di 1 miliardo di utenti il social network creato da Mark Zuckerberg quasi 10 anni fa, e per festeggiare Facebook ha diffuso in rete un video che, partendo da oggetti di uso comune, spiega l’importanza dell’essere connessi da un capo all’altro della Terra. L’età media degli utenti è di 22 anni, mentre la crescita esponenziale dei social networkers è stata determinata da Paesi emergenti come Asia e Sud America, Brasile, Messico, India e Indonesia al primo posto.

OGGI

Studenti in piazza: fumogeni lanciati di fronte alla Sede Siae a Milano, scritte e volantini contro le sedi milanesi di Intesa San Paolo e Monte dei Paschi di Siena, cortei spontanei contro il Ministero dell’Istruzione a Roma e lancio di vernici e fumogeni a Torino, dove gli studenti hanno sfilato insieme al Komitato Giovani No Tav. Mattina di guerriglia urbana nelle maggiori città italiane per protestare contro i tagli alla scuola e all’istruzione, ma soprattutto contro il Governo Monti e le sue politiche di austerity: “No ddl Profumo, fuori banche e aziende dalle scuole, saperi per tutti, privilegi per nessuno” hanno gridato a gran voce i collettivi studenteschi di tutta Italia. E a Milano l’obiettivo prescelto è il Palazzo della Regione, per dare vita a un vero e proprio Occupy Regione. Peccato che, al massimo, gli studenti avrebbero potuto trovarci dentro Flavio Briatore e i suoi aspiranti top managers.

Un anno senza Steve: moriva un anno fa, stroncato da un tumore, l’ingegnere dei sogni. Il mondo ricorda Steve Jobs e si domanda quale sia l’eredità da lui lasciata. E’ ancora possibile sognare oggi come l’uomo che davvero ha incarnato il ‘sogno americano’, che è diventato un’icona per intere generazioni, che ha saputo restare sempre “hungry and foolish”?

DOMANI

Del Piero debutta a Sidney: l’ex capitano della Juventus si prepara ad entrare in campo per la prima volta con la maglia del Sidney nella A-League contro il Wellington Phoenix. Alessandro Del Piero è volata questa notte in Nuova Zelanda, mentre il match d’esordio è previsto domani alle 19.30, le 8.30 in Italia.

Tremonti guarda avanti: l’ex Ministro del Tesoro del Governo Berlusconi si prepara al lancio, domani a Rimini, dal suo primo partito, ‘lontano dai notabili’ ma vicino ai cittadini e alle periferie. Ancora mistero sul nome, due le ipotesi: ”Avanti insieme” o ”3L”, che corrispondono a Lista, Lavoro e Libertà. Tremonti ha definito la politica del Governo Monti di ‘distruzione creativa’: “non ha salvato l’Italia, troppe tasse, troppa paura”. E a proposito del fenomeno Renzi, l’ex Ministro del Tesoro non ha peli sulla lingua: ”non vuole rottamare il Pd, ma solo Bersani. Rottamare un partito e’ fare politica, rottamare una persona e’ fare carriera”.

Alessia CASIRAGHI

 

La riforma del lavoro ridiscussa da imprese e PMI

di Vera MORETTI

La riforma del lavoro subirà alcune modifiche, come conseguenza del “pressing” da parte delle imprese e di Confindustria, nella persona del presidente uscente Emma Marcegaglia, nonché di forze politiche, in primis Pierluigi Bersani, e rappresentanti delle PMI, con Marco Venturi, presidente di Rete Imprese Italia, in prima linea.

I cambiamenti riguardano i temi “caldi” della riforma, come, ad esempio, la questione spinosa delle partite Iva. A questo proposito, il testo originario del Ddl prevedeva che i contratti di consulenza diventassero collaborazioni coordinate e continuative e fossero trasformati in contratti a tempo indeterminato se il rapporto di lavoro durava da più di sei mesi.
Le imprese, invece, chiedono che i sei mesi diventino un rapporto pluriennale e il lavoro sia un regime di mono-committenza. Inoltre, che la postazione di lavoro debba essere, prevalentemente, nei locali del committente e che venga eliminata la clausola sulla trasformazione automatica del rapporto di lavoro.

Anche la questione dei contratti a termine è stata ampiamente discussa, e, in questo caso, le imprese vorrebbero eliminare l‘obbligo di causale per il primo contratto, che il ddl prevede solo per sei mesi. In pratica, il primo contratto a termine non andrebbe più motivato.
Lo scopo di tale richiesta è anche di rendere applicabile a tutti gli stagionali l’esenzione dal contributo aggiuntivo dell’1,4% (quello che va a finanziare l’Aspi), per ridurre i tempi fra un contratto e l’altro, e per non considerare nel computo dei 36 mesi (dopo i quali dovrebbe scattare l’assunzione a tempo indeterminato) i periodi di lavoro somministrato.
Si chiede, infine, che l’apprendistato possa essere applicato fino a 32 anni (e non 29) e che possa essere allungato da tre a quattro anni.

Nota dolente era anche quella dei licenziamenti, sui quali le imprese si sono mostrate contrarie su due punti. Per i licenziamenti disciplinari, perciò, è stata chiesta l’eliminazione del riferimento alla “sanzione conservativa” in base alla quale il giudice può decidere il reintegro (in pratica, si vuole limitare la discrezionalità del giudice di disporre il reintegro). Mentre per i licenziamenti economici, durante la fase di conciliazione obbligatoria, si pensa a una sorta di “moratoria” della malattia.

Emma Marcegaglia si è mostrata soddisfatta, considerando la questione di contratti a tempo determinato e partite Iva “due aspetti molto significativi” per le imprese mentre gli aggiustamenti sulla flessibilità in uscita sono minori e più tecnici.
In Bersani la presidente uscente di Confindustria ha visto “comprensione e anche condivisione” di alcune preoccupazioni, e ha concluso che su alcuni punti c’è l’accordo mentre su altri si è aperta una riflessione per “trovare soluzioni condivise“.

Bersani, dal canto suo, ha affermato che sono al vaglio alcune proposte per cercare soluzioni “che uniscano e non dividano” manifestando disponibilità su alcuni punti, insistendo sul concetto che l’impianto di fondo della riforma non va toccato.

Per Diego Della Valle (Tod’s), la modifica dell’articolo 18 “non era tra i più importanti per il mercato del lavoro, lo era invece come segnale ai mercati: gli imprenditori devono far sentire ai lavoratori di essere loro vicini“.

Voto sul rendiconto, la maggioranza non c’è. Governo a casa a ore

Il rendiconto dello Stato passa alla Camera con 308 sì, ma quello che fa più rumore sono i 321 non votanti e la certificazione anche numerica che la maggioranza non c’è più. Lo ha detto in aula anche il segretario del Pd Bersani: “Io non oso credere che lei (Berlusconi, ndr) non faccia questo passo e sia chiaro che se lei non lo dovesse fare le opposizioni valuteranno mosse ulteriori“. Ora la parola spetta al presidente Giorgio Napolitano.

Ragazzi, stringiamoci e decidiamo subito cosa fare“. Sono queste le parole che il presidente del Consiglio Berlusconi avrebbe riferito ai suoi subito dopo la proclamazione del voto sul rendiconto dello Stato e prima di riunirsi in un incontro con Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Maroni. Lo stesso Bossi prima della votazione  aveva detto: al premier “abbiamo chiesto che faccia un passo laterale“. Alla domanda se i leghisti spingano per l’indicazione di Angelino Alfano come successore a Palazzo Chigi, il ministro delle Riforme aveva replicato: “Sennò chi mettiamo, il segretario del Pd?“.

Le parti sociali incontrano Pierluigi Bersani: la politica è ancora troppo distante dalle imprese

Susanna Camuso, Emma Marcegaglia, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti… tutti assieme ieri (17 novembre), a Roma, hanno incontrato Pierluigi Bersani, segretario del PD. L’incontro ovviamente era incentrato su tematiche economiche, sul controllo dell’economia e i rapporti tra politica e impresa.

“Abbiamo espresso un giudizio comune sulla necessita che nella manovra ci siano strumenti per la crescita e sollecitato un’attenzione agli ammortizzatori sociali. Tutto il resto si vedrà”, così ha sintetizzato al termine della riunione il segretario generale della Cgil, Susanna Camuso. Secondo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, “l’importante e fare presto: non è un momento in cui si possa vivacchiare. Bisogna decidere, fare in fretta: l’appello e sempre lo stesso: bisogna occuparsi dei problemi dell’ economia e dell’occupazione e trovare una soluzione che permetta a questo Paese di essere davvero governato”. Reddito, produttività e investimenti: sono questi, per il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, i nodi cruciali da affrontare indicando una strada al Paese, lontana da populismi di destra e sinistra. “Sul resto – ha detto il segretario della Cisl – le parti sociali sono gia al lavoro, stiamo tentando una via per darci un indirizzo comune e speriamo di trovare convergenze anche con le forze politiche”. Un appello a far tornare il dibattito politico sui temi che interessano alle persone è quello che arriva, infine, dal leader della Uil, Luigi Angeletti che sintetizza: “oggi abbiamo fatto un salto nella realtà”.

“Liberiamo le imprese”. Sì, ma come? – Atto II

di Davide PASSONI

Ed eccoci qui. Come promesso nell’articolo del 9 luglio scorso, dopo le proposte del presidente del consiglio Silvio Berlusconi per “liberare” le imprese italiane da normative troppo vincolanti e renderle, a suo dire, più agili e competitive sul mercato, vediamo che idee arrivano in tal senso dal maggiore partito di opposizione, il Pd. Punto di partenza può essere, a tal proposito, un intervento che il segretario del partito, Pierluigi Bersani, ha tenuto nei giorni scorsi a Rainews 24, ospite del direttore Corradino Mineo.

Nella prima parte di questa chiacchierata Bersani parte lancia in resta contro la proposta del Cavaliere di modificare l’articolo 41 della Costituzione (ricordata da Berlusconi nell’audio che vi abbiamo proposto la scorsa settimana) definendola una “bolla di sapone” e, senza entrare nello specifico delle proposte del Pd, fa cenno a 4 progetti inseriti tra gli emendamenti alla manovra finanziaria su liberalizzazioni e semplificazione dell’attività d’impresa richiamando le sue mitiche “lenzuolate“, che hanno fatto la felicità di tanti consumatori di sinistra – ma anche di destra, ammettiamolo, suvvia… -, ma che hanno fatto incazzare aziende e multinazionali (telefoniche, farmaceutiche e assicurative in testa). Poi Bersani, imbeccato da Mineo, divaga su crisi, Europa, Fiat, Fiom e redditi di Berlusconi lasciando per strada le proposte a sostegno dell’impresa.

Andiamo dunque da prenderle noi, dal sito del Pd, limitandoci a due documenti significativi: il più fresco, del giugno 2010, con le sei “mini lenzuolate” a favore di imprese e consumatori; il meno fresco, del maggio 2008, con la proposta di legge dell’allora Governo Ombra in materia di “semplificazione dei procedimenti riguardanti l’avvio di attività economiche e la realizzazione di insediamenti produttivi“. Se avrete la pazienza e il tempo di leggerli con attenzione, vi accorgerete di due cose: 1) per il Pd la “lenzuolata” sembra essere un po’ come l’aspirina: qualsiasi sintomo ho, la prendo e vedrai che starò meglio; 2) quando parlano di semplificazione delle pratiche di avvio di un’impresa, Pd e Pdl a tratti non parlano un linguaggio tanto diverso.

E allora, vi chiediamo, oltre alla domanda del nostro sondaggio “che cosa ci vuole per liberare veramente le imprese italiane”: perché è tanto difficile trovare delle soluzioni condivise? Perché continuare a farsi la guerra sulla pelle dell’imprenditore? Su questa pelle restano i segni di una crisi che si fatica a contrastare, sul mercato ma, soprattutto, nel Palazzo; sulla pelle delle poltrone di Palazzo Madama e di Montecitorio resta, al massimo, il segno del lato B dei nostri deputati e senatori. Se ce lo consentite… tra i due non c’è paragone.