Veronica Scopelliti nuovo presidente del Comitato dell’Imprenditoria di Prato

Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Prato ha un nuovo presidente: si chiama Veronica Scopelliti ed è stata eletta lo scorso 9 ottobre durante la riunione di insediamento del nuovo Comitato.

La scelta si è rivolta verso una giovane donna imprenditrice titolare di un’azienda che opera nel campo dei servizi all’infanzia, e che rappresenta un lampante esempio di come le donne, se messe nelle condizioni di farlo, risultano vincenti tanto quanto, e a volte anche di più, i loro colleghi uomini.

Scopelliti sarà alla guida del Comitato per i prossimi 5 anni e, nonostante fosse fresca di elezione, ha mostrato di avere le idee ben chiare su quale sarà il suo compito nel prossimo futuro: “E’ un compito che assolvo con piacere, credo che sia un momento importante per le donne e che ci siano molte cose che possiamo fare nel nostro territorio. Il nuovo Comitato mi sembra composto da persone che hanno molte idee, quindi credo che faremo un buon lavoro”.

La Provincia di Prato rappresenta, a livello nazionale, una felice realtà per quanto riguarda il progredire dell’imprenditoria a conduzione femminile.
Le imprese in rosa della provincia erano, nel primo semestre, 7.772, il 2,2% in più dello stesso semestre dell’anno precedente.
Sono le attività di ristorazione quelle cresciute di più nel semestre, con un incremento del 10% (in totale sono 360 imprese).

Il nuovo Comitato è formato da: Sabrina Nesti, Daniela Daniele, Ilaria Paoletti, Monica Mariotti, Gaia Gualtieri, Donatella Bolognini, Maria Chiara Malinconi, Nara Bocini, Cristina Pacini, Cinzia Grassi.

Vera MORETTI

A Firenze si parla di crowdfunding

Si svolgerà domani, 22 maggio 2013, a Firenze, un importante convegno rivolto alle pmi innovative che desiderano informarsi sul crowdfunding.
L’iniziativa è di Unioncamere, che ha organizzato l’incontro in collaborazione con le Camere di Commercio di Firenze, di Pistoia, di Prato e l’azienda speciale Metropoli.

Il convegno, dal titolo “Crowdfunding e start-up innovative”, si terrà presso la Sala Ghiberti dell’Opera del Duomo, e tratterà i principi base del crowdfunding, il sistema di finanziamento collettivo basato sulla collaborazione tra più finanziatori, impegnati a sostenere lo stesso progetto e a far decollare la medesima idea di business utilizzando le risorse della Rete.

Ci si soffermerà anche sulle novità introdotte in Italia per regolamentare l’equity crowdfunding, ovvero la raccolta da parte delle neo-imprese di capitali di rischio attraverso la Rete Internet, limitatamente alle start-up innovative come sono state definite dal decreto crescita-bis.

All’evento prenderà parte anche la Consob, che avrà l’incarico di definire le disposizioni attuative sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative attraverso portali on-line.

Vera MORETTI

Incentivi alle aggregazioni di imprese di Prato

L’internazionalizzazione delle imprese è più facile se ci ci unisce in aggregazioni.

Questo è quanto pensa la Camera di Commercio di Prato, che ha deciso di promuovere un bando teso a finanziare i progetti export realizzati nel 2012 e le nuove iniziative del 2013, purché siano frutto della collaborazione di imprese della provincia di Prato o consorzi e società consortili per il commercio estero.

Gli incentivi erogati serviranno sia per la copertura delle spese per la partecipazione a mostre e fiere, sia per la realizzazione di ricerche di mercato o studi e ricerche finalizzate a promuovere nuove politiche di immagine e comunicazione.

Si tratta, in concreto, di contributi concessi a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, precisamente non superiori ai 5mila euro per le iniziative verso paesi della UE, e ai 15mila euro per i progetti extra UE.

Le domande possono essere inviate entro il 1 aprile 2013 se la richiesta riguarda le iniziative realizzate nel 2012, mentre per i progetti del 2013 la scadenza è fissata per il 31 marzo 2014.

Vera MORETTI

Macchine tessili, tutto nasce da qui

di Alessia CASIRAGHI

Aziende di dimensioni contenute, caratterizzate da una continua ricerca innovativa e da un alto tasso di creatività. E’ questa la ricetta della fortuna del settore della produzione di macchinari tessili in Italia? Dopo aver studiato da vicino i numeri del tessile in Italia, a conclusione di Milano Unica, e aver sondato l’andamento dell’industria tessile in un territorio più che significativo della penisola italiana, come il distretto della seta comasco, quest’oggi Infoiva ha deciso di andare ancora più a ritroso per porre l’accento su chi davvero rende possibile ‘la magia di un tessuto’: i produttori di macchinari tessili in Italia. Vera eccellenza del made in Italy? Ça va sans dire. La parola a Sandro Salmoiraghi, Presidente di Acimit, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile.

Qual è la situazione attuale delle industrie italiane che producono macchinari tessili? Stanno soffrendo la crisi?
Come avviene per altri settori anche il meccanotessile italiano nel 2012 sta conoscendo un periodo congiunturale difficile. Si è riscontrato nella prima parte dell’anno un rallentamento della domanda di macchine tessili in molti mercati del settore. Le indicazioni provenienti dai dati dell’export e dall’indice degli ordini elaborato da Acimit trimestralmente confermano una contrazione dell’attività produttiva rispetto all’anno passato. I dati in nostro possesso di fonte Istat si fermano a maggio ed indicano una contrazione dell’11% rispetto al periodo gennaio-maggio 2011.

I macchinari tessili italiani sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Qual è il segreto del loro successo?
Creatività, qualità e affidabilità sono le caratteristiche che distinguono il macchinario italiano. Le dimensioni medio-piccole dei nostri costruttori, poi, agevolano il continuo confronto con il cliente, permettendo la realizzazione di macchine ad hoc secondo le specifiche esigenze dell’utilizzatore finale. Tutto ciò richiede un grosso sforzo innovativo: per competere con i concorrenti internazionali il nostro macchinario è caratterizzato da un elevato contenuto di innovazione applicata.

Quali sono i principali distretti italiani che producono macchinari tessili?
Nel dopoguerra l’industria meccanotessile si è sviluppata nei distretti tessili, dove la vicinanza con le aziende clienti ha permesso un continuo scambio di idee ed ha attivato le sinergie tipiche della filiera. Così le nostre aziende si sono insediate prevalentemente nei principali distretti tessili italiani. l’Alto Milanese e la Lombardia contano il maggior numero di aziende costruttrici di macchine tessili (48% del totale italiano). Seguono poi il distretto di Biella e quello di Prato, entrambi a forte vocazione tessile. E’ significativa anche la presenza di aziende costruttrici nell’area vicentina, dove invece emerge la tradizione legata alla meccanica.

Quali sono i maggiori Paesi esteri che acquistano macchinari italiani?
I principali mercati esteri del mercato italiano sono quelli asiatici, dove ormai è presente la maggior parte delle produzioni di tessile e abbigliamento mondiali. Ugualmente importanti sono alcuni mercati/Paese maggiormente sviluppati; qui la richiesta è indirizzata verso macchinari destinati alla realizzazione di produzioni di nicchia, soprattutto legate al tessile tecnico ed innovativo. La Cina è il Paese dove esportiamo la maggior parte dei macchinari destinati all’estero (nel 2011 il valore dell’export italiano verso il mercato cinese è stato di 450 milioni di euro con un incremento del 6%). Seguono poi Turchia, India e Brasile.

Come si combatte la concorrenza che viene da Oriente, Cina in particolare?
La Cina è ormai il primo costruttore di macchinario tessile. Ha sopravanzato Germania, Italia e Giappone. Le macchine cinesi però non mostrano ancora la qualità e l’affidabilità di quelle occidentali. Tuttavia, in molti mercati emergenti il prezzo è fattore determinante per la scelta del macchinario ed in questo caso prevale la proposta cinese. La nostra strategia è quella di offrire macchine sempre più innovative, spostando verso l’alto l’asticella dell’innovazione tecnologica.

Macchinari e continua evoluzione tecnologica. Come vedete il futuro delle aziende produttrici di macchinari tessili da qui a 10 anni? Quali sfide dovrà affrontare?
Il settore del tessile-abbigliamento è alla continua ricerca di processi produttivi sempre più cost-saving, dovendo affrontare la continua contrazione dei margini imposti da chi gestisce il mercato finale, vale a dire le grandi catene distributive. Ritengo che nei prossimi anni ci sarà spazio per i costruttori che studieranno soluzioni tecnologiche mirate a ridurre i costi del processo produttivo. A ciò si coniugherà l’attenzione verso la sostenibilità delle produzioni. Acimit ha già avviato ormai da due anni il progetto Sustainable Technologies (Acimit/ecosostenibilità), inteso a fare emergere l’impegno dei costruttori italiani di macchine tessili nella ricerca di soluzioni che rispondano ai canoni della sostenibilità. Impegno che si traduce in risposte tecnologiche ecologicamente efficienti ed efficaci, con notevoli benefici per chi utilizza queste tecnologie anche in termini di riduzione dei costi di produzione.

Almeno in questo settore, noi italiani siamo capaci di fare sistema o si va in ordine sparso?
Il difficile periodo congiunturale ha indotto a modificare alcuni comportamenti aziendali abbastanza diffusi. Anche se spesso si continua a camminare da soli, c’è maggiore consapevolezza in merito alla necessità di unire le forze per competere con i concorrenti internazionali. Secondo una recente indagine Acimit negli ultimi tre anni i costruttori italiani hanno fatto ricorso con più frequenza ad accordi commerciali, allo scopo di approcciare un mercato o proporre un’offerta più completa. Le operazioni di M&A, invece, restano ancora poche, come pure l’utilizzo delle nuove forme di aggregazione messe a disposizione dal legislatore, quali le reti d’impresa. Qualcosa insomma si muove, ma lentamente.

Prato, il rilancio in sei mosse

Passa dall’emersione del lavoro irregolare, dalla certificazione della qualità dei prodotti e dallo sviluppo il rilancio del distretto tessile di Prato.
Il Progetto Prato, articolato in sei linee di intervento, sarà finanziato da principio da 10 milioni di euro stanziati dalla Regione, mentre il resto dei fondi – almeno alcune decine di milioni – arriverà dall’Unione europea e da finanziamenti nazionali, che si aggiungeranno ai 25 milioni stanziati dal Governo Berlusconi nel 2010 per affrontare l’emergenza occupazionale.

Per quanto riguarda lo sviluppo, si parla di diversificazione del modello di business attraverso una spinta dei comparti tecnologici applicati al tessile tradizionale e il potenziamento della ricerca nel campo dei materiali e delle fibre, anche in collaborazione con Università e Governo cinesi.

Altri filoni di intervento puntano a incentivare chi deciderà di mettersi in regola: in provincia di Prato, infatti, è cresciuta una comunità asiatica tra le più grandi d’Europa, che conta quasi 40.000 persone – quasi la metà sono clandestine – e gestisce circa 4.000 aziende nel campo del tessile. Un distretto specializzato nei comparti dell’abbigliamento e parallelo a quello tessile degli italiani che ha 3.000 imprese, più di 17.000 addetti e 3,1 miliardi di ricavi, realizzati per oltre la metà sui mercati internazionali.

Non è tutto: Prato si candida anche a creare un soggetto di certificazione della qualità dei prodotti e un osservatorio sulla sicurezza fisica, chimica e dei processi produttivi nel sistema moda.
Siamo pronti a dare il nostro contributo alla definizione dei contenuti del progetto – afferma Andrea Cavicchi, presidente dell’Unione industriale pratese – Serve sostanza manifatturiera, che aiuti il distretto nel suo insieme a ritrovare la giusta direzione, in una fase economica come questa, molto contrastata. Bisogna però avere la voglia di mettersi in gioco – sottolinea – Nei giorni scorsi ho visto pochi pratesi al Pitti Uomo: un errore, non si può essere passivi e aspettare, altrimenti c’è il rischio di rimanere tagliati fuori dai cambiamenti della moda”.

Francesca SCARABELLI

Prato aiuta le reti d’impresa

Dalla Camera di Commercio di Prato un bando per favorire la nascita di contratti di rete e sostenere le aggregazioni tra le imprese locali. Gli incentivi (finanziamenti che coprono fino al 50% delle spese sostenute, fino a un massimo di 6mila euro) sono destinati alle imprese che stipuleranno, o hanno già stipulato, contratti di rete nel periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2012; gli stessi andranno alle aggregazioni formate da almeno 3 imprese, che ne beneficeranno per coprire i costi di consulenza per la formazione della rete: tra questi, le spese di iscrizione al Registro delle imprese, i costi notarili per la redazione dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata, le spese fatturate e pagate in capo alle singole imprese e le spese fatturate al soggetto comune della rete con pagamenti a carico dei singoli aderenti.

Termine ultimo per la presentazione delle domande: 31 dicembre 2012.

Per maggiori informazioni, clicca qui.

Laura LESEVRE

Se l’imprenditore straniero fa impresa

Hanno in media 33 anni, si trovano prevalentemente al Nord – con un tasso record nella provincia di Prato – e riescono a offrire occupazione ad almeno 5 dipendenti. Chi sono? Gli immigrati imprenditori, una realtà sempre più in crescita nel Bel Paese e che, secondo un rapporto stilato da Cnel possono offrire una valida via d’uscita dalla crisi.

Perchè? Innanzitutto perchè la resistenza delle piccole imprese allo shock della crisi economica si deve anche “alla progressiva sostituzione di imprenditori autoctoni con imprenditori immigrati”. Metà degli imprenditori stranieri si dichiara infatti “abbastanza ottimista” riguardo al futuro della propria attività, Primi fra tutti i commercianti d’abbigliamento e gli imprenditori edili.

Ma qual è l‘identikit dell’imprenditore migrante? Arrivato in Italia a 24 anni, dopo una formazione nel Paese di origine, ha trovato impiego prima come dipendente, avviando solo successivamente un’attività imprenditoriale. Il 77% ha fondato da sé l’azienda, il 21% l’ha rilevata, il 2% l’ha ereditata.

Gli imprenditori stranieri in Italia sono 628mila, e sono concentrati soprattutto nelle province del Nord e nelle aree dei distretti industriali. La maggior parte, il 64,5%, è titolare di impresa con un occupazione media di 4,7 dipendenti, mentre il 35,5% è un lavoratore autonomo, senza alcun dipendente,

Ma il dato più interessante della ricerca riguarda il fatto che molto spesso sono gli imprenditori immigrati ad assumere dipendenti italiani: “La media generale è un posto di lavoro per italiani ogni due imprenditori stranieri” rivela la ricerca di Cnel.

“Le loro attività non richiedono un’elevata dotazione di capitale, alta è infatti la capacità di autofinanziamento, resa possibile da un periodo lungo di occupazione come dipendente”. Il 66,8% degli intervistati ha dichiarato di non ha avuto bisogno di capitali di terzi, mentre il 10,6% ha coinvolto familiari e parenti nella nascita dell’impresa.

Ultimo capitolo: l’integrazione con il tessuto economico nazionale. Il 66,5% degli imprenditori migranti ha clienti italiani, mentre il 77,3% si rivolge a ditte fornitrici italiane. I comparti in cui si riscontra una maggior osmosi sono quelli della meccanica e dei trasporti, mentre si riduce per quanto riguarda l’abbigliamento.

Il 16% degli imprenditori mantiene stretti rapporti d’affari col Paese d’origine, e il 14% ha la cittadinanza italiana. Ma quali sono le richieste più diffusa tra i nuovi imprenditori migranti? Il diritto di voto e la possibilità di usufruire delle agevolazioni pensionistiche, tornando a vivere però nel Paese di origine.

Alessia Casiraghi

Prato: via a misure a sostegno degli ex artigiani

Via libera alla presentazione delle domande per aderire al Progetto Artigiani della Provincia di Prato. Un’iniziativa, fortemente voluta e sostenuta da Cna e Confartigianato e realizzata grazie alla fattiva collaborazione della Provincia di Prato.

Ma cosa prevede il Progetto Artigiani? Per gli imprenditori che hanno cessato l’attività tra il primo gennaio 2008 ed il 15 marzo 2011, un plafond di 402.000 euro destinato all’attivazione di tirocini retribuiti (670 euro mensili lordi per un massimo di 6 mesi), incentivi alle assunzioni, incentivi per servizi alla creazione di impresa, per ricollocarsi nel mercato del lavoro. Per accedere all’intervento occorrono i seguenti requisiti: essere ex artigiani, titolari, soci o collaboratori familiari di imprese artigiane della Provincia di Prato iscritti al centro per l’impiego, privi di qualunque occupazione, residenti o domiciliati nei comuni della provincia di Prato. Le domande dovranno essere presentate entro il 13 maggio prossimo.

Per tutte le informazioni e per la presentazione delle domande – entro il 13 maggio – è possibile rivolgersi ai seguenti numeri: Cinzia Bartolini 0574.578566; Simona Guidoccio 0574.578544; Elisabetta Santoni 0574.5177833.

La Toscana rincorre gli evasori fiscali e ottiene ottimi risultati: recuperati già 78 milioni

La Toscana dall’inizio dell’anno fino a settembre la ha riscosso 78 milioni e 206 mila euro di tributi regionali non regolarmente pagati nei tempi dovuti.

Tra i tributi dimenticati: bollo auto, addizionale Irpef e Irap in testa. Si tratta di un risultato straordinario, infatti rispetto agli stessi nove mesi dell’anno precedente è il 54,10 per cento in più. “La lotta all’evasione fiscale e più in generale all’illegalità economica è una priorità per l’attuale giunta. E con gli strumenti che abbiamo messo a punto in questi mesi, in futuro ci attendiamo ancora maggiori ri sultati – commenta l’assessore alle riforme e al bilancio della Toscana, on. Riccardo Nencini -. È una priorità per una questione di equità anzitutto, ma anche perchè il recupero dell’evasione fiscale è anche l’unica vera nuova fonte di entrata per un sistema pubblico che deve fare conti con tagli pesanti”. “Più risorse riusciremo a recuperare – spiega Nencini – e maggiori potranno essere i servizi e le politiche di sostegno per imprese e cittadini”. “Più crescerà il recupero dell’evasione fiscale – aggiunge – e con più forza riusciremo a riaffermare un principio di legalità troppe volte violato”. Come a Prato e nel suo distretto cinese parallelo, dove i numeri elaborati dagli uffici della Regione dicono che c’è un trend di recupero altrettanto in crescita (+46% sul solo coattivo, fino ad agosto) e per cui, il 27 settembre, è stato creato un gruppo di lavoro ad hoc.

fonte: AGI