Online il nuovo sito della Cassa Nazionale del Notariato

E’ online il nuovo sito istituzionale della Cassa Nazionale del Notariato, realizzato per offrire uno strumento efficace di comunicazione tra la Cassa sia nei confronti dei suoi iscritti sia dei cittadini.

Esso si propone di trasferire i valori dell’Istituzione: la solidarietà pura, il sostegno alla funzione pubblica, il welfare d’avanguardia, che hanno caratterizzato la Cassa del Notariato da quasi cento anni. Un sito rinnovato sotto diversi aspetti, a cominciare dalla grafica e dalla modalità di consultazione.

Tre le aree principali corrispondenti ai settori di attività dell’Ente: Previdenza, Assistenza, Patrimonio immobiliare. Ad esse si aggiungono una sezione Chi Siamo, cui è affidata la descrizione della storia, delle finalità e del funzionamento della Cassa ed una News in cui sono raccolte le ultime notizie e i numeri del Bollettino che, a partire dall’anno 2013, sarà prodotto in formato cartaceo solo per i pensionati e per gli stakeholders.

Importanti informazioni alla categoria e ai cittadini vengono dalla vetrina immobiliare, con l’elenco e i dettagli delle unità in vendita (Roma, Torino, Palermo) e con i contatti di riferimento.

Fonte: notariato.it

Il peso della burocrazia schiaccia le pmi

di Vera MORETTI

La burocrazia pesa, non solo per l’iter da percorrere per rispettarla, ma anche se si pensa al tempo, e al denaro, che spesso si perdono tra una procedura e l’altra.
In termini di denaro, poi, se, per le grandi imprese, si tratta, tutto sommato, di spese gestibili e non così onerose, considerando l’ampio giro d’affari, per le Pmi la musica è ben diversa.

E’ stato stimato, infatti, che le spese burocratiche per le piccole e medie imprese sono di 23,1 miliardi di euro all’anno. Ciò significa che ogni azienda italiana con meno di 250 dipendenti sborsa, in burocrazia, 5.269 euro. E scusate se è poco.

Alla luce di questi dati, calcolati dal Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia, ha dichiarato: “L’inefficienza della Pubblica amministrazione, l’applicazione spesso cervellotica di leggi, circolari e regolamenti vari si abbatte in maniera piu’ decisa sulle piccole e micro imprese che su quelle medie o grandi. Quest’ultime sono chiaramente più strutturate organizzativamente e possono, quindi, affrontare con minori difficoltà e con costi più contenuti, gli adempimenti richiesti dalla legislazione italiana. Per questo la misura che il Governo ha approvato va nella direzione giusta, anche se deve tenere conto delle specificità dimensionali delle imprese italiane. Purtroppo, nonostante gli sforzi compiuti in questi ultimi 15 anni, il carico sulle piccolissime aziende rimane ancora eccessivo“.

Ad incidere maggiormente sulle spese è il settore del lavoro e della previdenza, ovvero libri paga, comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro, denunce mensili dei dati retributivi e contributivi. Inoltre, ricordiamo che l’ammontare delle retribuzioni e delle autoliquidazioni costano 9,9 miliardi l’anno, mediamente 2.270 euro per azienda.

L’ambiente ha un forte impatto sui bilanci delle pmi, con un peso di 3,4 miliardi di euro l’anno, mediamente 778 euro ad impresa. Si tratta di autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, documentazione per l’impatto acustico, tenuta dei registri dei rifiuti ed autorizzazioni per le emissioni in atmosfera.

Anche gli adempimenti in materia fiscale hanno un costo che, per dichiarazioni dei sostituti di imposta, comunicazioni periodiche ed annuali Iva, oltre ad altre varie ed eventuali, raggiunge complessivamente 2,8 mld di euro, circa 629 euro per ogni pmi.

Gli altri settori che incidono sui costi amministrativi delle pmi sono la privacy (2,2 mld), la sicurezza sul lavoro (1,5 mld), la prevenzione incendi (1,4 mld), gli appalti (1,2 mld) e la tutela del paesaggio e dei beni culturali (0,6 miliardi).

Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma sull’apprendistato

Il consiglio dei ministri del 5 maggio scorso ha approvato lo schema di decreto legislativo sull’apprendistato, che attua la delega conferita al governo dalla legge in materia di previdenza, lavoro e competitività per favorire la crescita (legge 247/2007). Sono previsti due contratti: l’apprendistato per la qualifica professionale, rivolto ai giovanissimi a partire dai 15 anni di età; l’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, rivolto ai giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni che devono completare il loro iter formativo e professionale; l’apprendistato di alta formazione e ricerca, rivolto a coloro che aspirano a un più alto livello di formazione, nel campo della ricerca, del dottorato e del praticantato in studi professionali.

Cosa prevede la legge: “la forma scritta del contratto e del relativo piano formativo individuale da definire; divieto di retribuzione a cottimo; possibilità di inquadrare il lavoratore fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante, in applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che richiedono qualificazioni corrispondenti; presenza di un tutor o referente aziendale; possibilità, anche con il concorso delle Regioni, di finanziare i percorsi formativi aziendali degli apprendisti tramite dei fondi paritetici interprofessionali (nel ambito degli studi professionali opera Fondoprofessioni); registrazione della formazione effettuata e delle competenze acquisite nel libretto formativo; possibilità del riconoscimento, sulla base dei risultati conseguiti, della qualifica professionale ai fini contrattuali e delle competenze acquisite; divieto per le parti di recedere dal contratto durante il periodo di formazione in assenza di una giusta causa o di un giustificato motivo; possibilità per le parti di recedere dal contratto al termine del periodo di formazione e, se nessuna delle parti esercita la facoltà, il rapporto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato“.

Con il primo tipo di contratto potranno essere assunti lavoratori in tutti i settori di attività, anche per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, i soggetti che abbiano compiuto 15 anni. Il contratto non potrà superare i tre anni. Con il secondo tipo di contratto possono essere assunti lavoratori in tutti i settori di attività, pubblici o privati, i soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Per i soggetti in possesso di una qualifica professionale, il contratto può essere stipulato a partire dal diciassettesimo anno di età. Il contratto non potrà superare i 6 anni di durata.

Il contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca può essere utilizzato per l’assunzione in tutti i settori di attività, pubblici o privati, per attività di ricerca o per il conseguimento di un titolo di studio di livello secondario superiore, per il conseguimento di titoli di studio universitari e dell’alta formazione, compresi i dottorati di ricerca, per la specializzazione tecnica superiore, nonché per il praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche o per esperienze professionali. Il contratto è destinato a soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Sono le Regioni a decidere la sua durata.

In ogni caso si applicano le norme sulla previdenza e assistenza sociale obbligatoria (assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, contro le malattie, contro l’invalidità e vecchiaia).

M.Z.

Da oggi i ricorsi amministrativi all’Inps si fanno solo online

Con decorrenza dal 26 aprile i ricorsi amministrativi all’Inps potranno essere svolti solo ed esclusivamente online, questo è quanto specificato nella circolare 32 del 10 febbraio 2011. A partire dal 21 febbraio è iniziato un periodo transitorio di 60 giorni, durante i quali verranno contemplete le modalità tradizionali a sportello. Terminato il periodo, da oggi la modalità corretta prevede:

  • invio diretto dal cittadino, dotato di Pin, tramite accesso al sito internet dell’Istituto e successivamente ai “servizi online”;
  • invio tramite soggetti abilitati all’intermediazione con l’Istituto ai sensi dell’articolo 1 della Legge n. 12/1979, sempre attraverso i servizi telematici dell’Istituto, da loro utilizzati.

Nell’area riservata ai servizi online del sito dell’Inps è presente una nuova sezione chiamata “Ricorsi On Line” (RiOL) da cui poter accedere, se dotati di Pin, alla piattaforma informatica. Nel caso in cui non si disponesse di Pin ci si potrà rivolgere a soggetti intermediari abilitati.

Mirko Zago

Società senza dipendenti: nuove istruzioni per il DURC

L’Inps ha reso noto con la circolare n. 59 del 28/03/2011 come procedere per accedere e operare nella nuova applicazione “sportello unico previdenziale” – versione 4.0 – operativa a partire dal 28.03.2011.

In particolare in caso di richiesta di DURC relativa a società senza dipendenti, con soli soci iscritti alla gestione artigiani o commercianti, la richiesta dovrà essere proposta per via telematica secondo le modalità di seguito riportate:

1) nel campo “Codice Fiscale impresa” dovrà essere riportato il codice fiscale della società;

2) nel campo “tipo ditta” dovrà essere selezionata l’opzione “lavoratore autonomo”;

3) nel campo “dati INPS” dovrà essere indicata la “posizione contributiva individuale” di almeno un soci e dovrà, inoltre, essere indicato il CAP della sede legale della società ai fini del corretto smistamento della pratica alla sede Inps competente.

M.Z.