Prezzo dei carburanti ancora in calo: cosa devono aspettarsi gli automobilisti?

Fino a qualche settimana fa tutto potevamo attenderci tranne la possibilità di fare il pieno per le vacanze con il prezzo della benzina agli stessi livelli pre-crisi guerra in Ucraina. Non si arresta il calo dei prezzi dei carburanti.

Prezzo dei carburanti in calo: benzina a 1,77 euro al litro

La discesa dei prezzi è iniziata ormai da qualche settimana, inizialmente era un calo sporadico a cui quasi non si faceva caso, pochi centesimi che hanno aiutato a mantenere il prezzo al di sotto dei due euro al litro per benzina e gasolio. Ora questa tendenza sembra essere consolidata, complice il calo del prezzo del petrolio al barile. Attualmente è possibile acquistare benzina in modalità self service a 1,77 centesimi, mentre il gasolio sempre in modalità self service si aggira intorno a 1,75 euro al litro. I prezzi variano di circa 10 centesimi al servito e in base ai distributori, ma tra questi ultimi le differenze sono davvero minime.

Fino a quando il prezzo della benzina continuerà a scendere?

Molti italiani si stanno chiedendo fino a quando continuerà questo calo del prezzo della benzina, attualmente non è facile fare previsioni però raramente era capitata una serie così lunga di cali del prezzo, ricordiamo che nonostante il taglio delle accise, un mese fa la benzina costava almeno 30 centesimi in più al litro in modalità self.

Non possiamo sapere fino a quando ci saranno cali del prezzo della benzina, si ipotizzano ulteriori cali nelle prossime settimane fino a 1,70 euro al litro per la benzina, poco meno per il gasolio. Di sicuro sappiamo che questo sta portando minori entrate alle Stato che potrebbe decidere dopo il 20 settembre 2022, data nella quale scadono gli attuali tagli delle accise sulla benzina di non rinnovarli. In questo caso il prezzo ritornerebbe intorno a 2 euro. Appare difficile ipotizzare un reale crollo del prezzo dei carburanti ai livelli del periodo delle chiusure causa pandemia, in questo caso, senza interventi sulle accise il prezzo era intorno a 1,55 euro.

Leggi anche: Taglio accise carburanti: sarà confermato dopo il voto?

La magia del prezzo della benzina

Uno dei misteri più impenetrabili per gli italiani è il rapporto tra il prezzo del petrolio al barile e il prezzo della benzina alla pompa. Quando il primo sale, il secondo s’impenna, quando il primo scende il secondo, nella migliore delle ipotesi, rimane stabile. Mistero impenetrabile fino a un certo punto, perché in Italia, il prezzo della benzina è determinato per la più parte da imposte e accise.

Ce ne stiamo accorgendo di nuovo in questi giorni, quando, nonostante il prezzo del petrolio sia più basso del valore registrato nel dicembre del 2008 (circa 41 dollari al barile), alla pompa il prezzo della benzina è di circa il 30% in più rispetto a quello di 7 anni fa: 1,451 euro al litro in media contro 1,115.

Un conteggio meritorio, effettuato ancora una volta dall’Ufficio studi della Cgia. Commenta il coordinatore Paolo Zabeo: “Ancora una volta a spingere all’insù il prezzo della benzina è stata, in particolar modo, la componente fiscale. Se verso la fine del 2008 il peso dell’Iva e delle accise su un litro di benzina sfiorava i 75 centesimi, attualmente è pari a 0,99 euro al litro. In termini percentuali l’aumento della tassazione è stato del 32%”.

Un aumento che ha interessato tanto l’Iva e le accise, quanto il prezzo industriale, passato da 0,365 euro al litro di fine 2008 agli 0,461 euro attuali (+26,4%). E come al solito, anche sul prezzo della benzina noi italiani siamo cornuti e mazziati.

Conclude infatti Zabeo la riflessione sul prezzo della benzina: “Tra i Paesi che utilizzano la moneta unica, solo i Paesi Bassi, con il 70,3%, hanno un’incidenza percentuale della tassazione sul prezzo alla pompa superiore alla nostra che ha raggiunto il 68,2%. Rispetto ai Paesi che confinano con noi, invece, paghiamo la benzina il 14,4 per cento più dei francesi, il 18,9 per cento più degli sloveni e addirittura il 30,7 per cento più degli austriaci”.

E il segretario della Cgia Renato Mason lancia un appello che resterà ancora una volta inascoltato per il taglio della componente fiscale del prezzo della benzina: “Un taglio della componente fiscale oltre agli automobilisti avvantaggerebbe anche i piccoli trasportatori, gli autonoleggiatori, i taxisti, i padroncini e gli agenti di commercio che per l’ esercizio della propria attività il carburante costituisce una delle principali voci di costo”.

Un pieno di vantaggi con Carta voil@’

Nelle scorse settimane vi abbiamo introdotto nel mondo delle carte petrolifere, uno strumento utile che, dopo essere stato per molto tempo appannaggio di grandi aziende con grandi flotte, ora si trasforma ed entra nel portafogli di piccoli imprenditori, professionisti, possessori di partita Iva.

Un segmento di clientela molto attraente per le compagnie petrolifere, che hanno infatti pensato di realizzare prodotti studiati per chi utilizza auto o veicoli commerciali per lavoro e, spesso, è una ditta individuale.

Uno di questi prodotti è Carta voil@’ di TotalErg, della quale abbiamo già illustrato i vantaggi fiscali e che ci siamo fatti “raccontare” da un gestore della compagnia, che conosce bene la propria clientela, le sue esigenze e sa quanto questo strumento possa essere utile.

Pensiamo, quindi, che sia molto utile ricordare quali sono i vantaggi in termini di sconti e fidelizzazione per le aziende e i professionisti che sottoscrivono una  Carta voil@’ di TotalErg:

– sconto di 2 cent al litro sul prezzo esposto alla pompa nella stazione di servizio TotalErg scelta e associata alla Carta voil@’ dal cliente che la attiva (nelle altre stazioni di servizio TotalErg, il prezzo applicato è quello esposto alla pompa);
– plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista;
– richiesta massima di 3 carte, in modo da poter coprire più veicoli qualora l’azienda o il professionista abbiano un piccolo parco veicoli;
– eliminazione del contante e delle schede carburante all’atto del pagamento: il saldo avviene con addebito tramite RID bancaria;
– fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data di emissione della fattura
– rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Per maggiori informazioni e per aderire, Carta voil@’.

C’era una volta la scheda carburante…

C’era una volta la scheda carburante. Utile, per carità, ma che lavoro! L’utilizzatore doveva ricordarsi, a ogni pieno, di toglierla dal cassettino portaoggetti dell’auto, portarla al gestore della stazione di servizio, farla timbrare, datare, sottoscrivere… E se poi a fine mese mancava un timbro? Panico. Vai a caccia dello scontrino, non lo trovi, aiuto, come giustifichi questo pieno di 3 settimane fa?

Ora sono arrivate le carte petrolifere e la vita di chi le utilizza è letteralmente cambiata, anche e soprattutto quella di chi, prima, non aveva un’offerta pensata ad hoc: piccole aziende, liberi professionisti, artigiani, possessori di partita Iva. Per loro, infatti, TotalErg ha studiato una carta specifica, Carta voil@’, che unisce i vantaggi dell’utilizzo pratico alla comodità di una rendicontazione fiscale chiara e semplice, necessaria per chi, come i liberi professionisti e i piccoli imprenditori, ha già tante incombenze cui far fronte ogni giorno. Alla gestione degli aspetti aziendali legati ai carburanti, pensa in toto Carta voil@’.

Si parlava di vantaggi: sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Ma la voce migliore che può raccontare vantaggi e utilizzi di Carta voil@’ è quella del gestore di una stazione di servizio TotalErg. Come, per esempio, Fabio Mastrogiovanni, 45 anni, titolare della stazione di servizio di via Toti a Lissone, a due passi da Monza. Una stazione storica, sul territorio dal ’69, prima con il padre di Mastrogiovanni e ora con lui. Una zona, quella della Brianza, nella quale la “densità” di artigiani, professionisti, piccole aziende è altissima; una zona fatta apposta per Carta voil@’. “Devo ammettere – dice Mastrogiovanniche da alcuni anni ‘spingo’ per l’utilizzo delle carte petrolifere da parte dei miei clienti, tra cui ci sono moltissimi artigiani e professionisti della zona. Ora che TotalErg ha lanciato Carta voil@’, mi viene ancora più facile questo lavoro di promozione“. Ma, si sa, l’artigiano spesso è sospettoso rispetto alle novità… “Non è il caso dei miei clienti – dice ancora Mastrogiovanni: una volta che spiego loro il funzionamento della carta, la comodità della rendicontazione, il fatto che non devono più usare timbri, ci mettono poco a passare a Carta voil@’“.

L’importante è spiegare bene tutto. “Sono del parere – continua Mastrogiovanniche bisogna far percepire ai clienti i meccanismi con cui funziona la carta, spiegarli con calma e chiarezza e, soprattutto, far capire loro che adesso, anche tramite call center e internet, la procedura di sottoscrizione e di gestione è facile e rapida. Una volta che lo capiscono, e non è difficile, i vantaggi di Carta voil@’ sono così tanti che la sottoscrizione arriva abbastanza facilmente“. Anche perché, un artigiano ha già molti aspetti legati al suo lavoro cui pensare tutti i giorni e magari non disdegnerebbe non avere pensieri almeno sui carburanti. “È quello che dico ai miei clienti – conclude Mastrogiovanni: se dai ogni mese la scheda carburante al tuo commercialista, deve fare le somme, calcolare Iva, detrazioni, deduzioni… Con la fattura di Carta voil@’ è tutto fatto in automatico: risparmiate tempo e soldi in due“.

Carta voil@’, il pieno è servito

Abbiamo visto nei giorni scorsi quali sono le carte petrolifere più diffuse in Italia. Una scelta, quella della carta petrolifera, vantaggiosa anche e soprattutto per chi ha una piccola impresa o è professionista a partita Iva: per questa tipologia di Clienti ci sono poche compagnie petrolifere che hanno pensato a prodotti ad hoc.

Una di queste è TotalErg, che propone la Carta  voil@’ per piccole aziende, Liberi Professionisti, possessori di Partita Iva.

La Carta voil@’ offre vantaggi immediati:

sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte ; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Oltre a questi, anche i vantaggi fiscali che derivano a un professionista o a una piccola impresa dall’utilizzo di una carta petrolifera sono tanti, come conferma il Dott. Giovanni De Lorenzi, commercialista ed esperto contabile in Padova: “Le carte petrolifere consentono al soggetto che ha la partita Iva di evitare la compilazione della scheda carburante per la deducibilità del costo e la detraibilità dell’Iva. Con periodicità generalmente quindicinale, infatti, l’ente gestore della carta petrolifera emette la fattura relativa all’acquisto del carburante. Si tratta senz’altro di uno strumento molto più agevole rispetto alla scheda carburante, che deve essere compilata ogni volta che il soggetto con partita Iva deve fare rifornimento: si evitano errori nella somma degli importi e nello scorporo dell’Iva stessa“.

Uno strumento che offre maggior sicurezza anche in caso di verifiche fiscali: “Per l’Amministrazione Finanziaria – prosegue il dott. De Lorenzila fattura rappresenta un documento più attendibile rispetto alla scheda carburante, che può essere soggetta a false annotazioni di rifornimento“.

Tutto chiaro. Ma in che misura e con quali modalità il Professionista o la piccola impresa possono detrarre/dedurre Iva e costi dei rifornimenti effettuati? “La deducibilità del costo del carburante e la detraibilità dell’Iva – afferma il Dott. De Lorenzisono collegate all’utilizzo dell’automezzo come bene strumentale o  promiscuo nell’attività propria dell’impresa. Per un professionista o una piccola impresa le autovetture si considerano beni a uso promiscuo; pertanto la deducibilità dei costi inerenti all’autovettura e la detraibilità dell’Iva relativa è limitata, con percentuali che variano a seconda dei soggetti“.

Soggetti tutti, potenzialmente, utenti della Carta voil@’ di TotalErg. “Fino al 31 dicembre 2012 – dice il Dott. De Lorenzi, per un agente di commercio, con la logica che l’autovettura è dedicata prevalentemente all’attività lavorativa, i costi sono deducibili dal reddito per l’80% e l’Iva può essere detratta al 100%; per i liberi professionisti (ingegneri, geometri, architetti, avvocati, commercialisti…) i costi sono deducibili per il 25% e l’Iva può essere detratta per il 40%“.

Facciamo un esempio, per capire come funziona dal punto di vista pratico. “Un libero professionista – spiega De Lorenzimatura ricavi nell’anno 2012 per 10mila euro + 2100 di Iva e sostiene costi di acquisto per il carburante per 1000 euro + 210 di Iva. L’Iva sull’acquisto del carburante può essere detratta dall’Iva sulle vendite per 84 euro (210 x 40%). Il libero professionista, pertanto, versa allo Stato Iva per 2016 euro (2100 – 84). L’Iva sugli acquisti non detraibile, pari a 126 euro (210 – 84) diventa un costo che può essere dedotto dal reddito per la quota del 25%. I costi deducibili dal reddito ammontano a quindi 281,50 euro e sono dati da 250 euro (1000 x 25%) + 31,50 (126 x 25%). Il libero professionista paga così le imposte su un reddito di 9.718,50 euro (10mila – 281,50)”.

Oltre a essere pratica e vantaggiosa in termini di utilizzo, la Carta voil@’ di TotalErg è dunque un “pannello di controllo” fiscale per il Professionista e la piccola impresa, utile a tenere sotto controllo spese, detrazioni e deduzioni di una voce di costo importante quale quella di carburanti. E di questi tempi, non è cosa da poco.

Si ringrazia il dott. Giovanni De Lorenzi, dottore commercialista ed esperto contabile in Padova

Carte petrolifere, conosciamole meglio

Saremo anche in tempi di crisi nera, ma provate ad aprire il vostro portafogli: quante carte ci trovate? Ormai ne abbiamo di tutti i tipi: di credito, di debito, prepagate, revolving, fedeltà, servizi e, non ultime, le carte petrolifere, meglio conosciute come carte carburante.

Tecnicamente, una carta di pagamento petrolifera è una carta che può essere utilizzata dal titolare per pagare i rifornimenti effettuati nelle stazioni di servizio della società petrolifera convenzionata che l’ha emessa. Se abilitata dalla società, la carta può essere utilizzata anche per acquistare lubrificanti, accessori e servizi, sempre nelle stazioni convenzionate.

Diffuse ormai da parecchi anni in Italia come altrove, le carte petrolifere sono utilizzate specialmente dalle grandi aziende che hanno a disposizione flotte di medio-grandi dimensioni, ma si stanno anche “specializzando” progressivamente verso una clientela fatta di professionisti e piccoli imprenditori. Hanno poco alla volta soppiantato le vecchie schede carburante, meno pratiche nella gestione immediata e per la rendicontazione a fine mese. L’utilizzo delle carte petrolifere è molto utile perché consente la detrazione dell’Iva e la deduzione fiscale del costo dal reddito di imprese e professionisti nella misura forfettaria del 40%.

Tutte le maggiori compagnie petrolifere operanti in Italia emettono delle loro carte, anche se solo poche hanno a portafoglio delle soluzioni pensate per professionisti, artigiani, partitivisti e piccole imprese.

Eni, forte di una posizione di vantaggio sul mercato italiano che le deriva dalla storia e dal dimensionamento, emette quattro carte petrolifere, o meglio, una che si fa in due (la classica Multicard, destinata in una versione ai truck e nell’altra alle flotte leggere), una destinata a chi possiede una flotta di mezzi pesanti e una per chi ha partita Iva o usa l’auto o il furgone per lavoro.

TotalErg ha anch’essa a portafoglio una carta destinata alle piccole aziende e ai liberi professionisti possessori di partita Iva (Voil@) e una destinata alle flotte aziendali (TotalErg Card).

Shell suddivide invece la propria offerta tra una carta euroShell Card per le piccole aziende locali, una per auto e furgoni e una terza per camion e bus.

Q8 propone invece Cartissima Q8, studiata per le aziende che operano nel mondo del trasporto o che hanno in gestione flotte aziendali che totalizzano un consumo mensile non inferiore ai 1000 litri.

CartaMaxima di Api IP di rivolge invece alle aziende di trasporto conto terzi e conto proprio, leasing, autobus e flotte auto.

Essocard di Esso è disponibile per aziende e imprese che totalizzano consumi complessivi superiori ai 2000 litri annui.

Tamoil ha a portafoglio mycard Tamoil Corporate, a disposizione della flotta aziendale e di tutta la clientela commerciale dell’azienda.

L’ampiezza dell’offerta che le compagnie propongono è un segnale di quanto le carte petrolifere siano importanti nella loro strategia commerciale. Strette tra un’opinione pubblica che, spesso, non ha ben chiaro il loro ruolo nella determinazione (specialmente al rialzo) dei prezzi dei carburanti, e una crisi dei consumi che spinge gli italiani a usare sempre meno l’auto a beneficio di mezzi di trasporto alternativi, le compagnie puntano, con le carte petrolifere destinate alle imprese, a intercettare un segmento di clientela che dell’auto o del furgone non può fare a meno perché ci lavora, ci vive. Lo fanno offrendo uno strumento pratico e di facile utilizzo e collegandolo a vantaggi tangibili come sconti alla pompa, detrazioni e deduzioni fiscali: un modo per fare business aiutando l’economia.

Benzina, tutti contro tutti: scattata la guerra dei ribassi

Come era prevedibile, la mossa di Eni di abbassare nei weekend il prezzo dei carburanti ha scatenato un “tutti contro tutti” a chi lancia la promozione migliore. Secondo quotidianoenergia.it, che ha monitorato un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale, Eni ha fissato i nuovi prezzi di benzina e diesel in modalità Iperself rispetto all’andamento dei mercati: 1,580 e 1,480 euro/litro contro i precedenti 1,600 e 1,500. Ora si attendono le mosse delle altre compagnie, dopo che la scorsa settimana si erano mobilitate solo Esso e Q8, con sconti superiori ma su un numero più limitato di impianti. Shell e TotalErg starebbero pensando di adeguarsi – la seconda anche in orario di apertura con un taglio fino ad un massimo di -15 cent – così anche Tamoil.

Questa l’analiso puntuale di quotidianoenergia.it: “Raffica di ribassi per i prezzi raccomandati dopo l’intervento del market leader e sull’onda del trend di continua discesa delle quotazioni dei prodotti internazionali: Tamoil giù di 2 cent euro/litro su benzina e diesel, TotalErg -1,4 su entrambi i prodotti, Shell -1,5, Q8 -1 ed Esso -0,5 -continua la nota-. Prezzi praticati serviti non riflettono le iniziative sul self ma sono comunque in calo. Scendono pure le no-logo. Gpl, in particolare, con prezzi in forte calo. I prezzi medi nazionali sono oggi a 1,816 euro/litro per la benzina, 1,705 per il diesel e 0,808 per il Gpl. Punte massime tutte in calo per la verde a 1,898 euro/litro, il diesel a 1,742 e il Gpl a 0,832. Più nel dettaglio, a livello Paese il prezzo medio praticato della benzina (in modalità servito) va
dall’1,802 euro/litro di Eni all’1,816 di Tamoil (no-logo giu’ a 1,699). Per il diesel si passa dall’1,694 euro/litro di Eni all’1,705 di IP (no-logo a 1,564). Il Gpl infine è tra 0,769 euro/litro di Eni e 0,808 di IP (no-logo a 0,769)“.

Per una volta una guerra che fa bene a imprese e cittadini.

Benzina, basta chiacchiere. Via le accise!

di Davide PASSONI

Diciamola tutta. Quando si parla di prezzi della benzina, in Italia, non ci si annoia mai. Tra consumatori, governo, petrolieri, gestori delle pompe, Antitrust ogni giorno c’è una novità. Di solito a danno di imprese e cittadini.

L’ultima trovata viene proprio dall’Antitrust, che ha chiesto al governo di istituire una banca dati con tutti i prezzi dei carburanti praticati dai singoli impianti: un’iniziativa che permetterebbe ai consumatori di scegliere dove rifornirsi al costo più basso. La proposta porta la firma nientemeno che del presidente, Giovanni Pitruzzella, ed è stata inviata al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Da questa banca dati, secondo l’Antitrust, arriverebbe “un forte stimolo concorrenziale nel settore della distribuzione carburante. La reale percezione, da parte degli automobilisti, delle diversificazione dei prezzi sul territorio, costituisce infatti uno dei pochi elementi in grado di ridurre il potere di mercato delle imprese esistenti“.

Secondo l’Antitrust, è “possibile realizzare la banca dati senza costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica: i modelli sperimentati in altri Paesi, e in particolare negli Usa, forniscono elementi utili per ipotizzare sinergie tra pubblica amministrazione ed imprese private che già svolgono con successo in Italia questo servizio, anche se basandosi solo sulle segnalazioni fornite in maniera discontinua e volontaria da parte degli automobilisti“.

Ma, diciamo noi, quale ricettività può avere il governo su una materia del genere, se si parla di tutela del consumatore? Il governo che, lo ricordiamo, ha appena deliberato l’introduzione di un’accisa di 2 centesimi al litro sui carburanti per finanziare gli interventi pro terremotati in Emilia. Per carità, viva la solidarietà, ma invece di cavare i soldi per l’Emilia tagliando spese, sprechi, prebende, dismettendo il patrimonio immobiliare, eliminando i vitalizi per gli ex senatori, deputati, consiglieri ecc ecc, la solidarietà la fanno sempre imprese e cittadini comuni. In una linea di continuità con i precedenti governi – di centro, di destra, di sinistra – che hanno sempre fatto in modo di rendere permanente un prelievo che avrebbe dovuto essere temporaneo, dalla guerra d’Abissinia in giù. Il modo più rapido per far fronte all’emergenza, dicono loro. No, il modo più facile per incassare senza il coraggio di cambiare, diciamo noi.

E allora, cara Antitrust, bella idea la tua. Ma siamo sicuri che ai consumatori e alle aziende possa bastare? A quelle persone che per spostarsi hanno bisogno dell’auto, a quelle aziende che pagano ogni giorno il carburante alle proprie flotte aziendali, a quei professionisti che con l’auto o il furgone ci lavorano e che se vedessero il proprio fatturato incrementarsi così come si alza il prezzo della benzina sarebbero le persone più felici del mondo. Basta a questa gente sapere dove pagare di meno qualcosa che potrebbe pagare meno della metà (il 58% del prezzo della benzina e il 52% di quello del gasolio è formato da tasse) se qualcosa, nello Stato funzionasse come dovrebbe? Noi non crediamo.

Cellulari salvi, ma ci ammazzano ancora con la benzina

L’abbiamo sfangata di poco, la tassa sugli sms per finanziare la Protezione Civile. Ma non c’è da preoccuparsi, il modo per trovare quei soldi lo hanno già ideato, i tecnici del ministero dell’Economia: si ritornerà ancora a ritoccare al rialzo le accise sulla benzina. E basta, su!

La tassa sugli sms per finanziare le emergenze, prevista nella bozza arrivata al preconsiglio dei ministri e saltata letteralmente a furor di tecnico, era infatti parti di un testo il quale prevedeva che, per reintegrare il fondo imprevisti del ministero dell’Economia con cui finanziare gli stati di emergenza in caso di calamità, il governo poteva aumentare l’aliquota delle accise sulla benzina fino a 5 centesimi, oltre a tassare fino ad un massimo di 2 centesimi (mica noccioline) tutti gli sms inviati “mediante telefono cellulare, computer o siti internet”. Telefonino salvo, dunque, ma non il serbatoio dell’auto.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: fino a quando la gente sopporterà di dover pagare di più per salvare l’Italia, mentre vede che i primi che dovrebbero pagare, i responsabili del baratro sul cui orlo continuiamo a ballare, fanno di tutto per conservare prebende, vitalizi, privilegi? Mentre la spesa pubblica non viene tagliata (anzi, ci sono ministri che dicono che va bene così, che la spesa è ferma e va tenuta ferma. Balle!) ma il potere di acquisto degli stipendi sì? Mentre le viene raccontato che l’Italia si sta riprendendo e invece, avanti di questo passo, entro l’anno ci sarà un’altra manovra economica per garantire il pareggio di bilancio nel 2013 che l’Europa ci chiede? Fino a quando? A nostro parere, ancora non per molto

Caro benzina, uccisi dalle accise

di Davide PASSONI

Ci risiamo. Nuovo inizio di settimana e nuovo record per benzina e gasolio. Stavolta il primato (si fa per dire…) spetta a Shell dove, secondo le rilevazioni di Staffetta quotidiana, siamo a arrivati 1,865 euro al litro per la verde e a 1,780 euro per il diesel.

Dove vogliamo arrivare? Secondo qualcuno, a 2 euro al litro per la benzina nelle prossime vacanze di Pasqua. Come sempre, in occasione di ponti, esodi, ferie assortite. Ma non diamo la colpa ai petrolieri e ai gestori delle pompe; le loro responsabilità le hanno eccome, per carità, ma vogliamo parlare di quanto incidono le tasse sul costo di un litro di carburante?

Il 58% del prezzo della benzina e il 52% di quello del gasolio è formato da tasse, un mix mortale di accise e Iva, che, nel caso della verde, su 1,80 euro/litro vale circa 1,10 euro. Tutta ciccia che finisce in tasca al fisco, leggi lo Stato ladro.

E le compagnie? Pagano la materia prima circa 60 centesimi (il 35% del totale) e hanno un margine lordo (MOL, ovvero prezzo di vendita al netto delle tasse meno prezzo della materia prima al porto di destinazione) di circa il 12,5% per il gasolio e del 7,8% per la benzina. Che, in soldini, fanno 21 cent. per il gasolio e 14 per la verde. Peanuts, noccioline come dicono gli americani.

E allora? E allora torniamo al fisco, il vero assetato, il Signore delle accise. Già, le accise… Se non fossero un furto legalizzato ci sarebbe da ridere. 0,001 euro per contribuire alla guerra di Abissinia del 1935 (è un millesimo di euro, nulla, ma c’è, Santo Dio, c’è!), 0,007 per la crisi di Suez (anno di grazia 1956), 0,005 per il disastro del Vajont (1963). Ma pensate all’accisa più grande di 0,106 euro per la missione in Libano dell’83 (finita!!), a quella di 0,051 per il terremoto del Friuli del ’76 (ricostruito tutto, e meglio di prima), agli 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia dell’80 (e ancora c’è gente che sta nelle baracche) e agli 0,040 euro per gli immigrati della crisi libica del 2011… Vien quasi da dire che la botta di 0,082 euro infilata nel decreto Salva Italia di Monti sono soldi ben spesi. Quasi… Perché quello che invece diciamo è: Stato ladro, ladro, ladro!