Fattura elettronica, per le partite Iva forfettarie sanzioni per irregolarità di 500 euro

Il decreto legge “Pnrr 2” riorganizza le sanzioni per le irregolarità relative alla fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario. L’utilizzo del documento elettronico è previsto per gli operatori in regime forfettario per volumi annui di compensi e di ricavi superiori a 25 mila euro a partire dal 1° luglio 2022 secondo quanto prevede l’articolo 18 decreto legge “Pnrr 2”. Ma anche per le violazioni dovute per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici effettuati tramite Pos, bancomat e carte di credito sono previste sanzioni che entreranno a regime dal 30 giugno 2022.

Quale sanzione spetta alle partite Iva forfettarie per il mancato utilizzo della fattura elettronica?

Per le partite Iva forfettarie, il mancato utilizzo della fattura elettronica comporterà una sanzione amministrativa tra il 5% e il 10% di quanto non documentato con un minimo di imposto pari a 500 euro. Inoltre, quando la violazione non rileva ai fini della determinazione del reddito la sanzione amministrativa parte da un minimo di 250 euro fino a un massimo di 2 mila euro. Le sanzioni amministrative entreranno a regime a decorrere dal quarto trimestre del 2022.

Regime transitorio, per i forfettari da luglio a settembre un mese di tempo per emettere la fattura elettronica

Fino a tutto il terzo trimestre (dal 1° luglio al 30 settembre 2022) le partite Iva forfettarie beneficeranno del regime transitorio. Ovvero, la mancata emissione della fattura elettronica non comporterà l’applicazione della sanzione a patto che le partite Iva forfettarie emettano il documento elettronico entro il mese successivo a quello nel quale sia stata fatta la relativa operazione. L’obbligo di utilizzo della fattura elettronica vigerà fino al 31 dicembre 2024.

Sanzioni per mancato utilizzo di Pos per accettare i pagamenti elettronici con carte di credito e bancomat

Il decreto “Pnrr 2” anticipa anche le sanzioni a carico di commercianti ed esercenti per il mancato utilizzo del Pos per l’accettazione dei pagamenti elettronici con carte di credito e bancomat. A partire dal 30 giugno 2022, anziché dal 1° gennaio 2023, i commercianti che non accetteranno i pagamenti con Pos e carte di credito saranno soggetti a una sanzione amministrativa del valore di 30 euro fissi, più il 4% del valore della transazione.

Fattura elettronica ai forfettari dal 1° luglio 2022, chiesto il rinvio

L’obbligo di fattura elettronica alle partite Iva a regime forfettario scatterà a decorrere dal 1° luglio 2022. Il provvedimento non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ma varie categorie chiedono il rinvio al prossimo anno. L’obbligo di abbandonare il vecchio sistema delle fatture cartacee e di adottare il formato elettronico, tuttavia, non colpirà la generalità delle partite Iva a regime forfettario. Infatti, nel decreto si prevede l’esclusione dei lavoratori autonomi in regime di vantaggio con compensi e ricavi fino a 25 mila euro. Il decreto, inoltre, prevede l’obbligo di fatturazione elettronica fino al 31 dicembre 2024.

Fattura elettronica, si chiede che l’obbligo alle partite Iva forfettarie scatti il 1° gennaio 2023

Tuttavia, sull’estensione della fattura elettronica alle categorie finora esonerate emergono richieste di rinvio della data di decorrenza da varie parti. Ovvero di modificare la bozza del decreto entrata nel Consiglio dei ministri (e già corretta con il tetto minimo dei 25 mila euro voluto dal ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti) facendo decorrere l’obbligo dal 1° gennaio 2023. Il problema principale è di carattere pratico nella gestione, durante l’anno e a partire dal 1° luglio prossimo, di due tipologie di fatture, quelle cartacee e quelle elettroniche.

Fattura elettronica alle partite Iva forfettaria, cosa cambia dal 1° luglio 2022?

La bozza del decreto prevede anche un periodo di transizione per l’adeguamento al nuovo regime per le partite Iva forfettarie. Infatti, l’emissione del formato elettronico del documento può avvenire entro un mese dal giorno della corrispondente operazione. Tale periodo vige per le operazioni effettuate ad agosto e a settembre prossimi. Ciò che i rappresentanti dei professionisti e delle piccole e medie imprese lamentano è il poco tempo a disposizione per prendere confidenza con il nuovo sistema di emissione e di conservazione delle fatture elettroniche. La cui gestione può essere effettuata, gratuitamente, attraverso la piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle entrate, il Sistema di interscambio (Sdi). In più il sistema prevede il pagamento del bollo sulla fattura da effettuare in via telematica.

Fattura elettronica alle partite Iva forfettarie, il limite dei 25 mila euro

Anche il limite dei 25 mila euro per l’adozione della fattura elettronica dei forfettari rischia di creare confusione. Si è espressa in questi termini l’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), reclamando che il cambio nel corso dell’anno rischia di creare confusione e destabilizzare la platea dei contribuenti interessati. In particolare, il tetto minimo dei 25 mila euro dei compensi e dei ricavi non sarebbe ben definito, soprattutto nelle modalità di calcolo.

Obbligo di fattura elettronica per combattere frodi ed evasione fiscale

Tuttavia, pur nelle difficoltà pratiche già incontrate dalle prime categorie di lavoratori autonomi che hanno sperimentato la fattura elettronica nel 2018, non si possono mettere da parte i vantaggi che l’adozione del formato elettronico può comportare, soprattutto nella lotta all’evasione fiscale. L’allargamento della platea delle partite Iva obbligate alla fatturazione elettronica permette al Fisco di poter avere notevoli dati da incrociare. E di bloccare sul nascere potenziali operazioni a rischio di frode. Secondo le stime, rimarrebbero fuori dall’obbligo di fatturazione elettronica circa 800 mila partite Iva a regime forfettario. I cui ricavi e compensi non arrivano a 25 mila euro.

Detrazioni tramite cashback, fattura elettronica a tutti e altre novità per le partite Iva in arrivo nella legge fiscale

Detrazioni fiscali con il sistema cashback in accredito direttamente sul conto corrente sul quale arriveranno anche gli altri bonus fiscali, fattura elettronica allargata a tutti e altre misure per le partite Iva, in particolare per quelle del regime forfettario, sono in arrivo con la legge fiscale. Il provvedimento è atteso per il 28 marzo alla Camera, ma occorre far presto per arrivare a un testo concordato dalla maggioranza. E non mancano le spaccature, soprattutto per quanto riguarda le il regime fiscale agevolato delle partite Iva e la flat tax.

Cashback fiscale, che cos’è e come si possono ottenere le detrazioni e i bonus fiscali direttamente sul conto corrente

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha già dato l’ok al cashback fiscale. Si tratta di un meccanismo che prevede l’utilizzo delle applicazioni informatiche, in particolare l’App Io, mediante il quale le detrazioni mediche e gli altri bonus fiscali possano essere accreditati direttamente sul conto corrente del contribuente. Il tutto senza dover attendere la presentazione della documentazione nella dichiarazione dei redditi. Il meccanismo andrebbe dunque a semplificare i meccanismi di detrazione, senza comportare oneri aggiuntivi per i contribuenti.

Fattura elettronica, obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario: novità in arrivo dalla legge fiscale

Nella legge fiscale potrebbe arrivare l’atteso allargamento a tutti i soggetti fiscali dell’adozione della fattura elettronica. Ad oggi l’obbligo non vige per le partite Iva a regime forfettario che potrebbero essere chiamate ad adottare la trasmissione, la ricezione e la conservazione dei documenti in formato elettronico. L’estensione dell’obbligo è contenuto in un emendamento al provvedimento, in attesa dell’approvazione definitiva.

Legge fiscali, quali sono le novità in discussione per le partite Iva a regime forfettario e per l’abolizione dell’Irap

Peraltro, le partite Iva sono destinatarie di varie misure da approvare nella legge fiscale. Nel proseguo del confronto con il governo per arrivare a una decisione condivisa, i responsabili fiscali della Lega, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, informano che sono in discussione varie novità:

  • la conferma della flat tax e l’eliminazione di alcuni ostacoli alle partite Iva (mini flat tax) che svolgano anche un lavoro alle dipendenze o siano beneficiarie di pensioni;
  • lo scivolo del limite di flat tax per due anni, al superamento della soglia dei 65 mila euro;
  • l’estensione dell’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone;
  • la previsione di una nuova “no tax area”;
  • la rateizzazione del secondo acconto di novembre 2022.

Legge fiscale, si discute di una ‘mini flat tax’ delle partite Iva: che cos’è?

Nella discussione sulla legge fiscale rientra l’istituzione di una “mini flat tax” delle partite Iva. Secondo quanto spiegato dagli esponenti Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, la proposta è quella di ritornare alla versione della legge di Bilancio 2019 eliminando dei paletti che limitano l’adesione dei lavoratori dipendenti e i pensionati al regime forfettario di partita Iva. A proposito di forfettari, si tende a uscire gradualmente dal limite dei 65 mila euro di compensi e ricavi annui per l’adesione e la conferma al regime fiscale di vantaggio.

Scivolo per due anni della flat tax a 65 mila euro: che cos’è?

Tra le proposte anche quella di istituire uno scivolo per due anni per consentire, a chi sfori il limite dei 65 mila euro (e non oltre i 100 mila euro) di rimanere nel regime forfettario con una percentuale di tasse maggiorata dal 15% al 20%. La legge attuale prevede l’uscita dal regime forfettario al superamento dei 65 mila euro e la possibilità di rientro solo in presenza di un volume di ricavi e di compensi al di sotto dei 65 mila euro. Tale proposta è quella che maggiormente sta provocando malumori nella maggioranza.

Pd contrario allo scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di ricavi annui e rientra tra i forfettari

Gian Mauro Fragomeli del Pd ha cosi dichiarato: “Si sottostimano alcune valutazioni sulla flat tax per gli autonomi. Con gli scivoli si rischia di ampliare gli importi e questo provocherebbe squilibri, oltre a un aumento delle tasse per altre categorie, come quella dei pensionati. Chi supera il tetto dei 65 mila euro deve rientrare nel sistema ordinario, non si può avere una aliquota flat”.

Legge fiscali, le altre misure in arrivo: abolizione estesa dell’Irap, no tax area e rateizzazione rata di novembre 2022

Peraltro, nella legge fiscale 2022 potrebbe arrivare la riforma della no tax area. Tra le richieste dei due esponenti della Lega, vi è quella di una riforma nella quale tutti i contribuenti con redditi di lavoro alle dipendenze, autonomi occasionali e pensionati, al di sotto dei 10 mila euro, possano scegliere se avvalersi di una tassazione a zero senza obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Si tratterebbe di una semplificazione fiscale che coinvolgerebbe milioni di contribuenti. Si lavora affinché  si arrivi alla rateizzazione del secondo acconto del mese di novembre 2022. In tal caso, le rate andrebbero da gennaio a giugno del 2023. Infine, tra le novità della legge fiscale potrebbe arrivare l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone.

Fattura elettronica allargata a tutti, in arrivo la riforma nella legge delega fiscale

La fattura elettronica allargata a tutti, anche ai contribuenti e alle partite Iva a regime forfettario che finora ne erano esenti. È quanto ci si aspetta dalla legge delega fiscale che ha già l’ok del governo. L’emendamento che prevede l’allargamento della fattura elettronica rientra in un pacchetto di provvedimenti che hanno come obiettivo quello di combattere l’evasione fiscale. Infatti, oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti, vi rientrano altre misure come:

  • l’obbligo di memorizzazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri;
  • l’utilizzo pieno dei dati dell’anagrafe tributaria;
  • lo scambio dei dati e il pieno utilizzo da parte delle banche delle informazioni fiscali, economiche e patrimoniali in collaborazione con la Pubblica amministrazione.

Obbligo di fatturazione elettronica esteso a tutti, anche alle partite Iva forfettarie: ecco le novità di oggi

Sono questi alcuni dei provvedimenti contenuti negli emendamenti sui quali il governo ha dato già l’ok nella legge fiscale. L’allargamento della fattura elettronica anche alle partite Iva a regime forfettario e a tutti i soggetti che attualmente ne sono esentati è atteso al voto di approvazione che potrebbe arrivare alla Camera il 28 marzo prossimo. Nello specifico emendamento che riguarda l’obbligo di fattura elettronica a tutti si fa riferimento agli obiettivi di riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.

Quali altri provvedimenti sono attesi oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti?

Nella stessa direzione di contrasto all’evasione fiscale vanno gli altri provvedimenti della legge fiscale relativi alla trasmissione giornaliera dei corrispettivi; all’obbligo di memorizzare elettronicamente i corrispettivi stessi ; al pieno utilizzo dei dati dei contribuenti da parte delle banche in collaborazione con la Pubblica amministrazione. Il relativo emendamento ammette dunque lo scambio dei dati tra le banche e la Pa. I dati sono quelli economici, finanziari e patrimoniali che convergono nei sistemi informativi dell’anagrafe tributaria. Inoltre, il provvedimento prevede misure che comportino la prevenzione della reiterazione nel tempo dei comportamenti evasivi.

Fattura elettronica estesa a tutti, Bitonci: ‘È necessario affrontare tempi importanti come la riduzione delle tasse’

Sugli emendamenti alla legge fiscale che allargherebbero il perimetro di applicazione della fattura elettronica, si sono espressi Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli. “Risulta necessario prendersi tutto il tempo che serve per esaminare gli emendamenti – hanno affermato i due responsabili fiscali della Lega – Ma occorre affrontare temi importanti come il ridurre le tasse e le semplificazioni fiscali”. Accanto al pacchetto che prevede l’allargamento della fattura elettronica a tutti, infatti, è in arrivo venerdì prossimo anche un altro pacchetto di misure dove si affronteranno le aperture sulla flat tax e sul cashback fiscale. Ma anche la revisione del sistema delle deduzioni e delle detrazione, nonché dei regimi speciali dei prelievi.

Flat tax, la Lega insiste sullo scivolo a 100 mila euro e sull’abolizione dell’Irap per gli studi associati

Proprio le partite Iva a regime forfettario e la flat tax sono oggetto di richieste di Massimo Bitonci per le misure di riforma fiscale del decreto in arrivo. Bitonci ha sottolineato infatti come sia necessario mantenere il limite di flat tax per le partite Iva a 65 mila euro ma inserire uno scivolo di 2 anni con aliquota del 20% per i contribuenti che superino la soglia massima di flat tax. Il meccanismo, in altre parole, permetterebbe alle partite Iva a regime forfettario che superano il limite dei ricavi e dei corrispettivi annui dei 65 mila euro, di non dover cambiare il regime di partita Iva come avviene oggi. Le nuove regole andrebbero a vantaggio di chi aderisce regime fiscalmente più conveniente della partita Iva forfettaria.

Flat tax, la Lega chiede la no tax area fino a 10 mila euro e l’allargamento dell’esenzione Irap

L’ampiezza della platea delle partite Iva forfettarie porta l’esponente della Lega a ribadire che la flat tax deve rimanere e deve essere rivista per lo scivolo fino ai 100 mila euro. I forfettari sono in numero di due milioni sulle 5 milioni di attività economiche. Quasi una nuova partita Iva su due (il 46%) viene aperta in regime di flat tax. “È un sistema semplice, a bassa tassazione e concorrenziale al sommerso. Abbiamo chiesto una no tax area fino a 10 mila euro e l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone”, ha concluso Massimo Bitonci.

 

Fattura elettronica, come la riceve una partita Iva a regime forfettario?

Tante le domande relative alla ricezione della fattura elettroniche da parte delle partite Iva a regime forfettario. Devono riceverle obbligatoriamente? Oppure possono scegliere una via alternativa? Il quesito si crea soprattutto quando il fornitore della partite Iva a regime forfettario è obbligato a utilizzare la fattura elettronica. E dunque quella che il soggetto a regime forfettario riceve è una fattura elettronica, anche se non è ancora obbligato ad adottare questa formula. Risulta pertanto necessario distinguere se la partita Iva a regime forfettario abbia adottato il formato elettronico di fatturazione oppure stia utilizzando ancora la fatturazione tradizionale e cartacea.

Partita Iva a regime forfettario senza fattura elettronica: come riceve i documenti?

La partita Iva a regime forfettario non è obbligata a ricevere le fatture elettroniche. La conferma è arrivata anche dall’Agenzia delle entrate in risposta a una Faq. Pertanto la partita Iva ha a disposizione quattro modalità per ricevere la fattura dal proprio fornitore, la prima delle quali prevede di continuare a utilizzare il documento nel formato cartaceo o in pdf.

Partita Iva a regime forfettario che non aderisce alla fatturazione elettronica: ricezione cartacea o in pdf

La partita Iva a regime forfettario che non aderisce alla fatturazione elettronica può ricevere le fatture dai fornitori in modalità analogica, ovvero cartacea o in pdf. Pertanto, prima che il fornitore emetta il documento in formato elettronico è necessario comunicargli l’esonero dalla fattura elettronica e di non voler ricevere la fattura tramite indirizzo di posta elettronica certificato (pec) e nemmeno tramite il codice destinatario. In tal caso, il fornitore dovrà emettere una copia della fattura nel formato cartaceo o in pdf e consegnarlo o inviarlo al cliente.

Ricezione della fattura elettronica sul portale dell’Agenzia delle entrate o via Pec

In alternativa, anche le partite Iva a regime forfettario possono verificare e scaricare le fatture elettroniche sul portale dell’Agenzia delle entrate, all’interno della propria area riservata. Oppure, se si ha un indirizzo di posta elettronica certificata lo si può comunicare al fornitore e farsi arrivare la fattura via Pec.

Codice destinatario per le partite Iva forfettarie che non adottano la fattura elettronica

Ulteriore alternativa, anche per le partite Iva che non hanno mai adottato la fattura elettronica, è la registrazione al canale telematico dell’Agenzia delle entrate del Sistema di interscambio (Sdi). Grazie a questo canale si possono inviare e ricevere le fatture elettroniche compilandole attraverso un software dedicato. Con la registrazione si ottiene il Codice destinatario da comunicare al fornitore. In questo modo, la fattura elettronica arriva direttamente all’interno del canale scelto.

Se ricevo una fattura in formato elettronico, si è obbligati a usare sempre questa modalità?

Anche se si è scelto di utilizzare il canale telematico per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche, si può continuare a utilizzare la fattura in formato cartaceo, sia in entrata che in uscita. Se si riceve la fattura in formato elettronico, si dovrà comunque conservarla in formato analogico (cartaceo o pdf pronto da stampare all’occorrenza). Lo ha specificato l’Agenzia delle entrate con la circolare 9/E del 2019.

Cosa cambia se la partita Iva forfettaria aderisce alla fattura elettronica?

Pur rimanendo al momento escluse dall’obbligo di fatturazione elettronica, le partite Iva a regime forfettario possono trovare conveniente aderire al formato elettronico. Infatti, anche se può capitare di ricevere una fattura via posta elettronica certificata oppure via email, la partita Iva deve comunque stampare e conservare la fattura.

Come conservare le fatture analogiche o elettroniche ricevute?

Si tratta di una soluzione di certo non comoda rispetto all’utilizzo definito della fattura elettronica. Per avere l’insieme delle fatture ricevute ed emesse rispetto a un soggetto, la partita Iva che ancora non ha aderito alla fattura elettronica dovrà procedere con la stampa, la conservazione e il riporto di tutte le fatture su un foglio di calcolo per calcolare i rapporti, le entrate e le uscite con un determinato soggetto.

Quali sono i vantaggi se una partita Iva aderisce alla fattura elettronica?

L’adesione alla fattura elettronica comporta dei vantaggi anche per le partite Iva a regime forfettario. Infatti, si possono ricevere, creare e inviare, e infine registrare tutte le fatture utilizzando un solo programma. Ogni qual volta se ne abbia di bisogno, si potranno consultare quelle ricevute da un determinato fornitore. La compilazione delle fatture può risultare molto più semplice salvando i propri dati e quelli di un soggetto con i quali si hanno rapporti più frequenti. In questo modo non si dovranno inserire ogni volta. Si può compilare più velocemente anche la prima nota. Infine la conservazione delle fatture risulta facilitata e non si dovrà procedere con la stampa e la conservazione cartacea.

Fattura elettronica: come emetterla se si è una partita Iva forfettaria?

Come devono emettere la fattura elettronica le partite Iva a regime forfettario? Ecco una semplice spiegazione, passo passo, che aiuta nella compilazione della fattura elettronica e nell’invio attraverso il Sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate. È importante utilizzare un software che consenta di compilare tutti i campi della fattura fino ad arrivare alla firma digitale.

Fattura elettronica partite Iva a regime forfettario: il software per la compilazione

Per compilare ed emettere una fattura elettronica è indispensabile possedere un software di fatturazione elettronica. Più precisamente, il programma consente di generare le fatture nel formato Xml, ovvero nel linguaggio richiesto dalla normativa. Il software, inoltre, consente di inviare la fattura al Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate affinché il documento possa essere recapitato al destinatario. I software si possono trovare sulla rete e sono di facile utilizzo.

La compilazione della fattura elettronica: le informazioni sulla partita Iva

Nel momento in cui si ha il software, si può procedere con la compilazione della fattura elettronica iniziando dalle informazioni sulla partita Iva a regime forfettario che fa da mittente. Nei campi del software è necessario indicare il nome della ditta, ovvero la denominazione o la ragione sociale, il nome e il cognome, l’indirizzo e il numero della partita Iva. Inoltre, è necessario configurare anche il profilo di fatturazione. Ovvero bisogna indicare il regime fiscale (Rf 19 per le partite Iva forfettarie e Rf 02 per per i contribuenti minimi) e la cassa previdenziale, ovvero l’Inarcassa per gli ingegneri e gli  architetti, la cassa forense per gli avvocati e così via. Vari software permettono di impostare in automatico questi dati per non doverli inserire ogni volta che si compili una fattura.

Fattura elettronica, come inserire i dati del destinatario del documento?

Nella fattura elettronica è necessario indicare i dati del destinatario del documento, ovvero il nome della ditta o la denominazione o la ragione sociale, il nome e il cognome, l’indirizzo e il numero di partita Iva. Per l’invio della fattura elettronica è indispensabile indicare il codice destinatario (o codice univoco). Si tratta di un codice che differenzia la fattura elettronica da quella in formato cartaceo. Il codice destinatario, infatti, permette di identificare il destinatario della fattura elettronica aiutando il Sistema di interscambio a recapitarla correttamente.

Codice destinatario: che cos’è e cosa bisogna fare per averlo?

Il Codice destinatario della fattura elettronica ha sei cifre se si tratta di una impresa o di un libero professionista e sette cifre se si tratta di un ente della Pubblica amministrazione. Se la fattura elettronica è indirizzata a un soggetto privato senza partita Iva è necessario riempire il campo del Codice destinatario con sette zeri. Al suo posto va indicato il codice fiscale. Per ottenere il Codice destinatario si può richiederlo direttamente al destinatario della fattura.

Come cercare il Codice destinatario di una Pubblica amministrazione?

Oppure ricercarlo nelle banche dati: se si tratta di ente della Pubblica amministrazione ci si può servire del portale Ipa. Inoltre, se si digita la ragione sociale, il software può procedere a fare una ricerca degli altri dati. In alternativa al Codice destinatario si può indicare l’indirizzo di posta elettronica certificato (Pec). Infine, i dati immessi nella fattura si possono salvare nella rubrica del software in modo da non doverli compilare ogni volta che si deve emettere una nuova fattura.

Quali altri dati bisogna inserire nella fattura elettronica della partita Iva forfettaria?

Dopo i dati del mittente e del destinatario si procedere con i dati della singola fattura. Nel dettaglio, deve essere indicato il numero progressivo della fattura, spesso indicato in automatico dal software in base allo storico delle fatture emesse. Va inoltre indicata la data della fattura e i prodotti e i servizi. Quest’ultimo dato deve riportare le unità vendute, il prezzo e la natura dell’Iva. Anche questi dati possono essere salvati per la compilazione in automatico delle successive fatture. Infine vanno indicati i dati del pagamento.

Fattura elettronica regime forfettario, come inserire il bollo virtuale?

Tutte le fatture delle partite Iva a regime forfettario, per importi superiori a 77,47 euro, sono soggette alla marca da bollo da 2 euro. Nella fattura elettronica è possibile indicare di voler inserire il bollo virtuale indicando “sì” nel campo del “bollo virtuale”. Per ogni trimestre dell’anno, nell’area riservata del portale dell’Agenzia delle entrate, è visibile l’elenco delle fatture elettroniche emesse con il bollo virtuale. Si deve procedere al pagamento di tutte mediante l’Iban oppure compilando il modello F24. Il sistema consente di risparmiare tempo rispetto alla fattura cartacea sulla quale la marca da bollo da applicare è quella tradizionale con data dello stesso giorno o anteriore alla data di emissione del documento.

Fattura elettronica delle partite Iva a regime forfettario, quali sono le diciture obbligatorie?

Anche nella fattura elettronica delle partite Iva a regime forfettario, come in quella cartacea, è necessario inserire le diciture obbligatorie. Ovvero: “Operazione senza applicazione dell’IVA, effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, l. n. 190 del 2014 così come modificato dalla l. n. 208 del 2015 e dalla l. n. 145 del 2018”; e “Operazione non soggetta a ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 1, comma 67, l. n. 190 del 2014 e successive modificazioni”. Tali diciture possono essere memorizzate nel software della fattura elettronica in modo da ritrovarle sempre a disposizione nel momento in cui si abbia necessità di emettere un documento.

Fattura elettronica, la firma e l’invio del documento

Dopo aver compilato in ogni sua parte la fatture elettronica è necessario firmarla digitalmente e inviarla al destinatario attraverso il Sistema di interscambio (Sdi). Vari software permettono di fare entrambe le operazioni semplicemente con pochi click.

Fattura elettronica, quando è conveniente utilizzarla?

Quando e quanto conviene utilizzare la fattura elettronica? Per rispondere a questa domanda è necessario elencare i vantaggi dell’adozione della fatturazione elettronica per i soggetti obbligati. E quali sarebbero i vantaggi per le partite Iva del regime forfettario per i quali l’obbligo ancora non è scattato ma che presumibilmente, nel corso del 2022, dovranno abbandonare la fatturazione cartacea. Tra i vantaggi che si possono riconoscere nell’adozione della fattura elettronica, rientrano l’accesso al regime premiale, l’emissione e la ricezione delle fatture utilizzando un unico software e la facilità dei rapporti con la Pubblica amministrazione. E ancora le agevolazioni per i rapporti con i soggetti obbligati e, infine, la trasmissione delle fatture emesse al commercialista in maniera rapida.

Partite Iva, con la fatturazione elettronica si accede al regime premiale

Il primo vantaggio dell’adozione della fatturazione elettronica è l’accesso delle partite Iva al regime premiale. Si tratta di un meccanismo, previsto dal comma 74 dell’articolo 1, della legge numero 190 del 2014, che comporta l’abbassamento di un anno del termine di decadenza per la notifica degli avvisi di accertamento. La riduzione passa da cinque a quattro anni. È necessario che il fatturato dell’anno sia costituito solo da fatture elettroniche. La riduzione può arrivare anche a tre anni nel caso in cui le partite Iva a regime forfettario utilizzino gli strumenti di pagamento tracciabili importi superiori ai 500 euro.

Fattura elettronica, la convenienza di emetterla utilizzando un unico software

La convenienza dell’emissione della fattura elettronica, in termini pratici, risiede nel fatto che si può utilizzare un unico software per la gestione di tutta la fatturazione. Infatti, nel caso in cui si decida di utilizzare il software per generare le fatture elettroniche, è necessaria la semplice compilazione e l’invio al Sistema di interscambio (Sdi). Quindi il destinatario riceve la fattura. Il vantaggio è anche nella ricezione delle fatture elettroniche nel software e nella successiva registrazione in pochi attimi. Infine, il software permette di conservare in automatico le fatture sempre all’interno del cloud e di poterle consultare per tutto il tempo necessario. La gestione delle fatture in modalità elettronica permette di accorciare i tempi e lo sforzo e di aumentare la comodità di utilizzo.

Invio e ricezione delle fatture in modalità cartacea: come avviene per chi non aderisce alla fatturazione elettronica?

Per le partite Iva che ancora non aderiscono alla fatturazione elettronica, si ricorre alla consueta formula cartacea. È necessario compilare la fattura in modalità cartacea oppure tramite un programma al personal computer, quale può essere Excel o un programma specifico. Con la fine della compilazione, è necessario convertire la fattura in un formato più facile da gestire, quale può essere il pdf. Al termine, il documento generato può essere inviato tramite email. In caso di ricezione della fattura, le partite Iva possono ottenerle via email dai fornitori. Oppure, con l’adesione alla fattura elettronica, si può ricevere via Pec o tramite il codice destinatario il documento utilizzando il Servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate.

La conservazione delle fatture cartacee o elettroniche

Qualunque sia il modo in cui la partita Iva riceve la fattura, elettronica o cartacea, è necessario procedere con la conservazione. La partita Iva ha l’obbligo di produrre una copia della fattura in modalità cartacea, stampando il documento. La conservazione di consueto avviene in normali faldoni che archiviano tutti i documenti emessi e ricevuti. Aderendo alla fatturazione elettronica la partita Iva ha la possibilità di archiviare e di disporre delle fatture emesse e ricevute mediante il Servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate.

Partite Iva a regime forfettario: obbligo di fatturazione elettronica con la Pubblica amministrazione

Per tutti i soggetti obbligati vige già la necessità di utilizzo della fattura elettronica per i rapporti con la Pubblica amministrazione. L’obbligo vige anche per le partite Iva a regime forfettario. Dal 2015, infatti, i forfettari devono usare la fattura elettronica per i rapporti con le agenzie fiscali, i ministeri e gli enti nazionali di Previdenza. E ancora con le scuole, i Comuni, le Regioni, le Università, le Camere di commercio e le aziende sanitarie. Tutti gli enti della Pubblica amministrazione non possono ricevere o emettere fatture in formato cartaceo. Di conseguenza, non possono procedere con i pagamenti, anche in forma parziale, se i documenti non vengono trasmessi in modalità elettronica. Ed è proprio questo obbligo verso la Pubblica amministrazione che ha indotto molte partite Iva a regime forfettario ad adottare la fatturazione elettronica.

Fattura elettronica, quali sono i soggetti ad oggi obbligati?

L’obbligo della fattura elettronica vige, dunque, per tutte le partite Iva, sia a regime ordinario che forfettario. Mentre per le partite Iva che non siano forfettarie è necessario utilizzare la fatturazione elettronica anche nei confronti delle altre aziende, dei fornitori e dei consumatori già dal 2019. Ad oggi, dunque, nei rapporti privati, risultano esonerate solo le partite Iva forfettarie, dei minimi o in regime di vantaggio. Risultano altresì non obbligati alla fattura elettronica i professionisti che inviano i dati al Sistema Tessera Sanitaria, ovvero i fisioterapisti, i medici, gli igienisti e gli altri soggetti che svolgano prestazioni sanitarie alle persone fisiche private.

Cosa avviene quando una partita Iva obbligata alla fattura elettronica invia o riceve una fattura da un forfettario?

Le partite Iva obbligate all’emissione e alla ricezione delle fatture elettroniche, nei rapporti con un operatore del regime forfettario che non ha l’obbligo di adozione della fattura elettronica, devono adoperare il metodo tradizionale. Ovvero, per generare la fattura elettronica la devono inviare al Sistema di interscambio (Sdi) e poi predisporre una copia analogica (anche in pdf) da inviare alla partita Iva forfettaria. Nel caso di fatture ricevute in modalità cartacea da una partita Iva a regime forfettario, devono registrarla a parte rispetto alle fatture ricevute in modalità elettronica. Si tratta, dunque, di una procedura più complessa che si annulla se anche la partita Iva a regime forfettario adotta la fattura elettronica.

Fatturazione elettronica, la trasmissione delle partite Iva al commercialista

L’adozione della fattura elettronica facilita anche la trasmissione dei documenti al proprio commercialista. Per chi non utilizza la fattura elettronica (partite Iva a regime forfettario) l’invio delle fatture al commercialista avviene presentandole in modalità cartacea. La consegna avviene a mano o via email. Con questa modalità è necessario un lavoro di raccolta e di organizzazione delle fatture che richiede tempo e risorse. Utilizzando la fattura elettronica si ha a disposizione il servizio offerto dal software che permette di velocizzare l’invio dei documenti al commercialista. Il professionista, infatti, ha la possibilità di accedere alle fatture elettroniche della partita Iva e di scaricarle in autonomia.

Partite Iva a regime forfettario: da quando scatta l’obbligo della fattura elettronica?

L’obbligo della fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario è a un passo dall’adozione definitiva, ma non è ancora scattato. Il Consiglio Ue ha approvato la proposta dell’Italia di estendere l’adozione della fattura elettronica anche ai contribuenti del forfettario e, con tutta probabilità, nel corso del 2022 l’obbligo diventerà operativo. Ma ancora non lo è. È necessario che lo Stato emani innanzitutto una norma che introduca l’obbligo della fatturazione elettronica alle partite Iva forfettarie e ai minimi.

Cosa significa che il Consiglio Ue ha accolta la proposta di adozione della fattura elettronica anche ai forfettari?

La richiesta al Consiglio Ue dell’Italia di estendere l’adozione della fattura elettronica alle partite Iva del regime forfettario è stata approvata dall’organo istituzionale europeo. La relativa decisione è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea (Guce) numero 454 del 17 dicembre 2021. Tale richiesta è stata accolta precedentemente dalla Commissione europea che ha accettato il documento di proposta Com/681 del 2021. Nel documento di proposta sono elencati i vantaggi conseguiti dall’Italia nell’adozione della fattura elettronica per tutti gli altri soggetti obbligati: tale obbligo rimarrà in vigore fino a tutto il 2024.

Quali vantaggi si sono avuti finora dall’adozione della fatturazione elettronica alle partite Iva?

Per l’Italia, l’adozione dell’obbligo della fattura elettronica a tutte le partite Iva, a esclusione dei forfettari, finora ha comportato:

  • il potenziamento della lotta all’evasione fiscale e alle frodi inerenti l’Iva con contestuale riduzione dei tempi per l’individuazione dei comportamenti scorretti;
  • la possibilità, per le partite Iva, di poter utilizzare dei servizi supplementari, come i registri di acquisto e di vendita precompilati, le dichiarazioni annuali Iva precompilate, il prospetto della liquidazione periodica Iva e i moduli di pagamento;
  • la semplificazione degli obblighi delle partite Iva mediante la soppressione della comunicazione dei dati di fatturazione sulle operazioni nazionali e le dichiarazioni Intrastat sugli acquisti.

Partita Iva regime forfettario, ci sono dei costi da sostenere per la fatturazione elettronica?

L’obbligo di emettere fattura elettronica non dovrebbe comportare costi e oneri amministrativi alle partite Iva a regime forfettario. In primo luogo perché oltre il 10% dei forfettari, pur non avendone l’obbligo, utilizza già la fatturazione elettronica. In secondo luogo, l’Agenzia delle entrate ha già messo a punto una piattaforma (on line e tramite applicazione mobile) che consente ai soggetti obbligati alla fatturazione elettronica di poterle trasferire, conservare e consultare.

Fatturazione elettronica alle partite Iva a regime forfettario: cosa avviene ora?

Con il via libera della Commissione europea e del Consiglio Ue, adesso spetta all’Italia decidere se annullare l’esonero per le partite Iva a regime forfettario e dei minimi introducendo, dunque, l’obbligo di adozione della fattura elettronica. Per arrivare a tale obbligo è necessaria l’adozione di una norma nazionale da inserire nell’ordinamento italiano. In attesa dell’estensione dell’obbligo, ad oggi le partite Iva forfettarie sono tenute a emettere le fatture elettroniche nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Non sono obbligate, invece, nei rapporti con le imprese e con i consumatori privati.

Le partite Iva a regime forfettarie sono obbligate a ricevere la fattura in formato elettronico?

Secondo la normativa attuale, le partite Iva a regime forfettarie non sono obbligate a ricevere le fatture elettroniche. Possono ricevere dal fornitore la copia analogica della fattura nel formato cartaceo o in pdf, via email o a mano. A scelta, e in alternativa, i forfettari possono comunicare ai fornitori un indirizzo di posta elettronica certificato (Pec) o il codice destinatario per ricevere le fatture in formato elettronico. La ricezione avviene alla propria casella Pec o attraverso il canale telematico accreditato. Ad oggi, in ogni modo, la partita Iva a regime forfettario non è obbligata a conservare le fatture in formato elettronico usando la conservazione sostitutiva. Tuttavia persiste l’obbligo di conservare le fatture di acquisto nel formato cartaceo anche se il soggetto ha ricevuto la fattura tramite la posta elettronica certificata (Pec) oppure attraverso il codice destinatario.

Fattura elettronica: arriva l’ok dell’Europa per la proroga e l’ampliamento ai forfettari

Il Consiglio dell’Unione europea ha dato l’ok all’Italia per il prolungamento della fattura elettronica fino a tutto il 2024. Con il prolungamento, arriva anche il semaforo verde per l’estensione dell’obbligo alle partite Iva a regime forfettario. Verrà a cadere pertanto la dispensa particolare per le partite Iva forfettarie che dovranno utilizzare il servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate (Sdi) per emettere e conservare le fatture elettroniche.

Arriva l’ok del Consiglio dell’Unione europea alla fatturazione elettronica ai forfettari

L’autorizzazione del Consiglio dell’Unione europea è arrivato nella giornata del 14 dicembre 2021 per estendere l’obbligo della fattura elettronica ai soggetti che già la utilizzano fino al 31 dicembre 2024. L’organo istituzionale si è espresso anche sulla proposta dell’Italia di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica alle partite Iva del regime forfettario. Proposta che era già stata accolta dalla Commissione europea negli scorsi giorni.

Chi potrebbe essere obbligato all’obbligo di emettere la fattura elettronica?

Le partite Iva del regime forfettario dovranno emettere le fatture elettroniche esclusivamente utilizzando il servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate. L’obbligo vigerà per i soggetti economici che siano stabili in Italia. Rimarranno esclusi dall’obbligo, ma con la facoltà di utilizzare la fatturazione elettronica, i residenti all’estero. Si tratta dei soggetti identificati ai fini dell’Iva in Italia attraverso il rappresentante fiscale secondo quanto prevede il secondo comma dell’articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972. L’identificazione può avvenire anche in maniera diretta secondo quanto prevede l’articolo 35 ter dello stesso decreto.

Quali operazioni saranno soggette all’obbligo di fattura elettronica?

Le partite Iva a regime forfettario dovranno utilizzare esclusivamente il sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate. La fatturazione regolerà i rapporti con i fornitori, salvo il caso in cui questi ultimi siano residenti all’estero. Pertanto, l’obbligo vige per le operazioni che intercorrono tra soggetti economici stabili o residenti nel territorio italiano.

Fatturazione elettronica e lotta all’evasione fiscale

Tra i soggetti economici che saranno obbligati all’utilizzo della fattura elettronica rientrano le partite Iva a regime forfettario o di vantaggio esclusi finora dalla normativa nazionale. Peraltro, dai dati forniti dall’Italia, il 10% delle partite Iva forfettarie già utilizza, in maniera facoltativa, la fatturazione elettronica. L’estensione dell’obbligo va nella direzione della lotta all’evasione fiscale e al controllo dei volumi di ricavi che, per gli autonomi del forfettario, non deve superare i 65 mila euro all’anno.

 

Proroga fattura elettronica, arriva l’ok da parte dell’Unione Europea

La proroga fattura elettronica fino al 2024 sarà obbligatoria anche per gli aderenti al regime forfettario. Ecco le risposte dell’Unione Europea.

Proroga fattura elettronica, i si dell’Unione Europea

L’obbligo di fattura elettronica è stato prorogato fino al 2024 anche per il regime forfettario. In particolare erano  due le interrogazioni all’Unione Europea e adesso sono arrivate le risposte. Domande che prevedevano da un lato l’aumento della platea dei soggetti e dall’altra la proroga di tre anni.

In merito al primo punto l’estensione ai forfettari dovrà portare ad una normativa che il Governo italiano dovrà pensare e dare attuazione. Mancano pertanto solo pochi passaggi affinché il tutto diventi obbligatorio con la proroga fino all’anno 2024. Ma questo è davvero una novità importante, perché saranno incluse anche le partite IVA in regime di forfettario, che attualmente non sono sottoposte a questo obbligo. Tuttavia l’ampliamento della platea, equivale ad una visione ancora più estesa delle operazioni effettuate, da parte del fisco.

La situazione attuale in merito al regime forfettario

Nelle dichiarazioni presentate al Fisco nel 2019, erano 857 mila i contribuenti in regime forfettario al 15% (o al 5% per le nuove attività). Valori che hanno avuto una leggere flessione nel 2020, del resto è stato un anno nero per tutta l’economia economica mondiale. Questo regime è particolarmente vantaggioso per le condizioni che propone anche in merito al pagamento delle tasse e dei coefficienti.

Attualmente solo il 10% dei possessori di partita Iva hanno aderito alla fatturazione elettronica. Questo perché i contribuenti non sono obbligati alla fatturazione elettronica, anche se spinti a farlo. Ma dal si dell’Unione Europea le cose potrebbero cambiare. Infatti anche i forfettari dovranno utilizzare la fatturazione elettronica, tentando magari di aumentare il controllo sugli scambi da parte del Fisco.

Normativa di riferimento sulla proroga fatturazione elettronica

Tutto nasce da una proposta Italia in merito alla proroga della fatturazione elettronica e l’ampliamento della platea degli utilizzatori. Nella gazzetta ufficiale europea il 5 novembre 2021 è stata pubblicata la proposta di decisione del Consiglio Ue in merito alla durata e l’ambito di applicazione della deroga degli articoli 218 e 232 della Direttiva 2006/112/CE.

In pratica, il documento emanato autorizza l’Italia a prorogare l’obbligo di fatturazione elettronica fino al 31 dicembre 2024, a seguito della richiesta presentata all’Unione Europea, in deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva IVA. L’Italia ha comunque incassato il doppio SI da parte dell’Unione Europea, pertanto si attende una nuova normativa per l’adeguamento e l’applicazione di quanto stabilito.