Il buono pasto, questo sconosciuto. Tanti lo usano, pochi lo conoscono

di Davide PASSONI

Sono buoni, in tutti i sensi, ma in pochi sanno davvero quanto. Parliamo dei buoni pasto, conosciuti anche come ticket; quei tagliandini del valore di pochi euro, spesso utilizzati e vissuti come benefit, che da alcune decine di anni sono ormai entrati nella vita quotidiana di milioni di lavoratori dipendenti. Meno, purtroppo, in quella di autonomi e professionisti.

Il mondo dei buoni pasto è complesso, ricco di aspetti e peculiarità a livello fiscale, contabile e normativo; peculiarità che, spesso, finiscono per nascondere i vantaggi e i lati positivi di questo strumento che, con il tempo, ha rivoluzionato il modo di vivere la pausa pranzo durante le giornate di lavoro.

Proprio per fare in modo che certi aspetti vengano alla luce e che anche i professionisti, i lavoratori autonomi, i piccoli imprenditori comprendano meglio che cosa si nasconde dentro a un blocchetto di buoni pasto, questa settimana Infoiva dedica a loro il proprio approfondimento. Un’analisi che tiene conto anche delle dinamiche complesse che si generano all’interno dei pubblici esercizi, delle aziende che se ne servono, delle società che li emettono. Tre attori di un mercato tutt’altro che tranquillo, i cui equilibri delicati, spesso, vanno a danno del consumatore finale.

Non mancheranno cenni alla normativa, la voce di chi i buoni pasto li emette, approfondimenti per capirne gli aspetti di deducibilità e detraibilità che li rendono degli strumenti molto più preziosi di quanto la prassi e l’utilizzo quotidiano non possano far pensare. Mi raccomando… fate i buoni.

La FIPE rifiuta i buoni pasto dell’Eni: commissioni troppo elevate

Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe, la federazione dei pubblici esercizi fa sapere che in merito alla gara per l’assegnazione del servizio sostitutivo della mensa della società italiana degli idrocarburi (Eni) “I nostri esercenti rifiuteranno i buoni pasto dei quarantamila dipendenti dell’Eni“. La gara è stata indetta con il criterio del massimo ribasso comportando per gli esercenti convenzionati il pagamento alla società emettitrice aggiudicatrice una commissione sicuramente superiore al 4% del valore nominale del buono: un costo insostenibile.

Stoppani ha sottolineato come “I pubblici esercizi sono l’anello debole di questa filiera che è in grado di generare un valore complessivo da 2,5 miliardi di euro circa. Ancora una volta sono proprio gli esercenti che rischiano di dover pagare gli sconti che i datori di lavoro pretendono dalle società emettitrici per acquistare i buoni da distribuire ai loro dipendenti”.

Rimane da valutare quale sarà il comportamento reale delle parti auspicando un punto comune che non penalizzi i lavoratori.

Mirko Zago

Sommerso: più controlli nell’edilizia, agricoltura e pubblici esercizi

Il Ministero del Lavoro, nella Circolare n. 3472 del 15 marzo, annuncia l’avvio di un piano straordinario contro il sommerso che, per l’anno 2011, prevede 80.000 controlli sui luoghi di lavoro. I controlli verranno effettuati concentrandosi su violazioni relative a lavoro nero, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, alla corretta qualificazione dei rapporti di lavoro, alle false prestazioni nel settore agricolo, agli appalti illeciti, agli stranieri irregolari, all’elusione contributiva, al lavoro minorile.

Sono previsti almeno 70 controlli “nuovi” (non vengono calcolate le rivisite) per ciascun ispettore. Il programma dei controlli prevede di battere per il 5% i grandi cantieri (importo lavori superiore a 10 milioni di euro), 35% cantieri medi (importo lavori da 1 a 10 milioni di euro); 65% cantieri piccoli. L’attività di verifica annuale delle cooperative sarà orientata per il 70% nei confronti delle coop non iscritte ad alcuna associazione di categoria e comunque non note; il restante 30% riguarderà le imprese associate, privilegiando quelle mai verificate, ovvero non verificate negli ultimi 3 anni.

Mirko Zago