Canone Rai, la rivolta delle partite Iva

Ecco ci mancava solo il canone Rai speciale! 
In questi giorni migliaia di bollettini sono stati inviati alle aziende iscritte alle Camere di Commercio che abbiamo apparecchi che ricevono trasmissioni televisive e usino per motivi lavorativi televisori come i ristoranti e alberghi. Sul piede di guerra, e come dargli torto, artigiani, commercianti e partite Iva che si sono visti recapitare il bollettino come se passassero le loro intere giornate lavorative a poltrire davanti alle trasmissioni (soporifere) del pomeriggio della televisione pubblica.

Il canone speciale, così si chiama l’ennesima tassa di cui non sentivamo la mancanza, va pagato, spiega da mamma Rai, da chi detiene «uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive fuori dall’ambito familiare nell’esercizio di un’attività commerciale e a scopo di lucro diretto o indiretto: per esempio alberghi, bar, ristoranti, uffici».

Bollettini sono arrivati anche ad attività manifatturiere, di noleggio, artigianali, informatiche, alimentari, aziende di servizi, agenti di commercio ai quali proprio non va giù questa richiesta. «Le imprese – secondo Nadia Beani Presidente di Confartigianato di Ascoli Piceno e Fermo – non hanno bisogno di balzelli ulteriori e di incertezze normative né possono ancora una volta rappresentare il salvadanaio per finanziare inefficienze e novità che tardano a venire».

Jacopo MARCHESANO

Canone Rai alle aziende? Ora tocca alle agenzie di viaggio

Ci risiamo. Nei mesi scorsi la Rai aveva cercato di spillare i quattrini dell’insulso canone a professionisti e lavoratori autonomi in quanto possessori di apparecchi come pc e simili, persino smartphone, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi tv ma “atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo“. Poi, a fronte di interrogazioni parlamentari e minacce di diserzione fiscale, il dietro front che pareva avere chiuso la partita. Pareva, perché in realtà ci risiamo.

Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) segnala infatti che la Rai sta sollecitando alle agenzie di viaggio il pagamento del canone se in possesso di un apparecchio munito di sintonizzatore: ovvero un televisore oppure un computer in grado di ricevere il segnale digitale o satellitare. Ma le agenzie di viaggio, come tante altre piccole imprese, posseggono per lo più solamente computer connessi alla rete Internet, necessari per l’attività di impresa e già esclusi dall’obbligo di pagamento del canone.

Inferocito Fortunato Giovannoni, presidente della Fiavet: “Le nuove richieste di pagamento del canone Rai che stanno arrivando in questi giorni in tutte le agenzie di viaggio italiane sono inutili e sgradevoli. La Rai cerca di fare cassa tornando a chiedere soldi alle agenzie. Soprattutto in un periodo di alta stagione come quello che stiamo attraversando, durante il quale gli agenti cercano di portare a casa con fatica qualche risultato, riteniamo incomprensibile l’invio di queste nuove comunicazioni, che generano confusione e distolgono l’attenzione degli agenti dal loro lavoro“.

Consiglio alle agenzie di viaggio: prenotate una bella vacanza per mamma Rai, mandatela… a quel paese.