Detrazioni lavoro dipendente quali sono le regole e come si presenta domanda

Le detrazioni da lavoro dipendente sono introdotte in busta paga e consentono al contribuente una diminuzione della tassazione IRPEF, con una conseguente disponibilità di denaro maggiore a fine mese. Secondo il principio generale, più il reddito è basso e maggiore sarà l’importo delle detrazioni, ma questo è vero solo fino a determinate soglie di reddito. Infatti, quando il reddito conseguito ci si avvicina, le detrazioni fiscali vanno a decrescere.

Cerchiamo di capirne di più indicando le varie soglie di reddito da lavoro dipendente indicate.

Detrazioni lavoro dipendente 2021: come cambia il bonus Renzi

Abbiamo tutti ben presente il bonus IRPEF introdotto dal governo di Matteo Renzi (da cui ha preso il nome) riconosciuto ai dipendenti pubblici o privati con un reddito percepito non superiore a 28.000 euro. I “famosi” 80 euro possono arrivare fino a 100 euro per i redditi compresi nella fascia 28.001 euro e 40.000 euro: in tal caso, all’aumentare dei compensi diminuisce il bonus.

E’ bene sottolineare che il bonus Renzi continuerà a non formare credito. Chi ne ha diritto lo riceverà ancora in busta paga, mentre i titolari di indennità INPS lo percepiranno come sostituto d’imposta.

Entrando nello specifico delle categorie di lavoratori, il bonus Renzi spetta ai lavoratori dipendenti, soci di cooperative, co.co.co., sacerdoti, LSU, stagisti, borsisti e similari, percettori di indennità di mobilità, prestazioni di esodo, cassa integrazione NASpI, indennità Ape sociale, lavoratori dipendenti che percepiscono compensi per incarichi da soggetti terzi.

Calcolo del Bonus IRPEF

Il reddito del contribuente preso in considerazione è sempre quello complessivo al netto di quello derivante dall’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e relative pertinenze, tenendo conto di ciò, ricordiamo che per tali redditi inferiori a 8.145.000 euro annui, si resta esclusi dal bonus.

Invece, gli inclusi vengono divisi in due fasce:

  • contributo integrativo per redditi fino a 28.000 euro: 100 euro;
  • detrazione di imposta per i redditi da 28.000 euro a 40.000 euro:
    tra 28.000 e 35.000 euro: 480 + [120 x (35.000 – reddito) / 7.000];
    tra 35.000 e 40.000 euro: 480 + [(40.000 – reddito) / 5.000];

A chi spettano le detrazioni di imposta da lavoro dipendente?

  • Lavoratori dipendenti;
  • tipologie di redditi assimilati al lavoro dipendente (compensi dei soci lavoratori delle cooperative; indennità e compensi percepiti a carico di terzi dai prestatori di lavoro dipendente per incarichi svolti in relazione a questa qualità; compensi percepiti per rapporti di Collaborazione coordinata e continuativa; borse di studio e assegni di formazione professionale; prestazioni pensionistiche erogate da forme di previdenza complementare; compensi percepiti dai lavori socialmente utili; remunerazione dei sacerdoti.

Compilazione modulo detrazioni lavoro dipendente

Per ottenere le detrazioni il contribuente deve compilare l’apposito modulo da consegnare al proprio datore di lavoro che dovrà contenere le seguenti indicazioni:

  • dati anagrafici del lavoratore;
  • stato civile;
  • tipo di rapporto lavorativo;
  • unità locale di appartenenza;
  • periodo iniziale per diritto alle detrazioni;
  • detrazioni da lavoro dipendente e assimilato da riportare al periodo di lavoro dell’anno;
  • codice fiscale del coniuge;
  • (se a carico) dati del coniuge;
  • (se a carico) dati dei figli (codici fiscali; percentuale di ripartizione con il coniuge; se sono disabili o meno; opzione eventuale di detrazione per le famiglie con almeno quattro figli a carico);
  • reddito complessivo (indicando se equivale a quello corrisposto dall’azienda o se dichiarano altri redditi previsti per l’anno corrente);
  • rinuncia eventuale del Trattamento Integrativo;
  • dichiarazione di non essere titolare reddito di pensione.

Le detrazioni d’imposta per figli, coniugi e familiari a carico

Da non dimenticare che un coniuge si dice a carico se non possiede redditi propri eccedenti l’importo di 2.840,51 euro nell’anno corrente. Per quanto concerne le detrazioni lavoro dipendente per figli a carico possono essere attivate se i figli conviventi non superano i 24 anni di età e non possiedono reddito eccedente i 4.000,00 euro. Parlando di detrazioni lavoro dipendente per convivente a carico: possono essere considerati tali anche altri familiari conviventi che non possiedano reddito eccedente i 2.840,51 euro.

Come calcolare detrazioni lavoro dipendente

Ai fini di calcolare quando spettano detrazioni lavoro dipendente e quando non spettano detrazioni lavoro dipendente, ecco come calcolare le detrazioni lavoro dipendente a tempo determinato e indeterminato (ricordiamo che l’importo dovrà essere rapportato ai giorni di lavoro effettuati durante l’anno):

  • Reddito complessivo fino a 8.000 euro – Detrazione 1.880 euro – le detrazioni lavoro dipendente per reddito inferiore 8.000 euro non possono essere inferiori a 690 euro. Per i rapporti a tempo determinato la detrazione non può essere inferiore a 1.380 euro:
  • Reddito complessivo da 8.000 a 28.000 euro – Detrazione 978 + [ 902 * ( 28.000 – reddito complessivo ) / 20.000 ]
  • Reddito complessivo da 28.001 a 55.000 euro – Detrazione 978 * [ ( 55.000 – reddito complessivo ) / 27.000 ]
  • Reddito complessivo oltre 55.000 euro – Detrazione € 0,00

Redditi da lavoro e Unico, da settembre i rimborsi

 

Ottime notizie in arrivo per chi ha un credito d’imposta e solo redditi da lavoro dipendente e assimilati, e non ha un sostituto d’imposta, ad esempio per la fine del contratto di lavoro. Anche presentando Unico, infatti, è ora possibile avere immediatamente il rimborso delle tasse pagate in più. Basterà rivolgersi ad un Caf e poi il rimborso arriverà a casa in tempi rapidi. Le novità sono state inserite in un articolo aggiuntivo nel Decreto del fare, l’art. 51-bis, che amplia i servizi di assistenza fiscale forniti dai Caf.

Tra i redditi assimilati rientrano: gli assegni di mantenimento, le borse di studio e i tirocini professionali, collaborazioni autonome senza vincolo di dipendenza, compensi per amministratore, sindaco o revisore di società, senza dimenticare i lavori socialmente utili.

Chi possiede redditi di questo tipo, se non ha un contratto che dura almeno fino al mese di luglio, e quindi non ha un sostituto d’imposta che può effettuare i conguagli, deve presentare Unico, o Unico mini. Nessuna modifica con il Decreto del fare riguardo il modello da utilizzare, ma è possibile avere il rimborso sprint.

La lunga strada della Riforma Fiscale

 

Una legge delega che contiene ancora troppi punti poco chiari. E’ questo il parere unanime espresso dai  rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, riguardo al testo del Governo che dovrebbe fare da guida alla riforma fiscale. 

L’unica vera riforma fiscale oggi si chiama revisione della spesa – ha sottolineato Claudio Siciliotti, Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. – Tutti i numeri a nostra disposizione ci dicono che si possono recuperare fino a 60 miliardi di minori spese, con i quali finanziare la sterilizzazione integrale e definitiva dell’altrimenti previsto aumento dell’IVA, l’abrogazione integrale dell’IRAP per l’intero settore privato e il dimezzamento dell’IRES per le imprese labour intensive, ossia quelle che presentano una incidenza del costo del lavoro superiore al 50% del fatturato”.

Per Siciliotti la priorità riguarda la necessità di abbassare le tasse su imprese e professionisti che danno a loro volta lavoro, prima ancora che direttamente sui lavoratori stessi. Il rischio è, sempre secondo il Presidente, che “nel medio periodo, potremmo trovarci con il paradosso di lavoratori meno tassati su redditi teorici di un lavoro che non avranno più”.

Ma cosa ne pensano i commercialisti a proposito delle imposte patrimoniali?
Dopo le manovre del 2011, una patrimoniale esiste già e  il suo ruolo “non e’ marginale – osserva Siciliotti – anche se mascherata sotto forma di tante imposte spezzatino su immobili, attività finanziarie e altri beni posseduti sia in Italia che all’estero”.

Le manovre che si rendono in questo momento necessarie secondo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, riguardano in primo luogo la revisione organica delle rendite catastali, ma prevedendo l’inserimento entro il disegno di legge che dovrà essere approvato dal Governo una “clausola di salvaguardia a favore dei contribuenti, con possibilità di applicare vecchi valori e vecchie aliquote, qualora i nuovi valori rivisti al rialzo determinino un aggravio di imposizione, nonostante la promessa di una revisione al ribasso delle aliquote” conclude Siciliotti.

In secondo luogo, il reddito di lavoro autonomo dovrà continuare a essere determinato sulla base del principio di cassa e non su quello di competenza. La strada da percorrere è ancora lunga.