Piccoli negozi in crisi

Se, da un lato, secondo la Camera di commercio di Milano, nell’Italia di oggi esistono alcuni settori d’impresa e lavori manuali che la modernità ha offuscato, ma non cancellato del tutto, sul fronte del commercio continuano le chiusure dei mini-mercati di mobili, arredamento per la casa e abbigliamento, che tra luglio ed agosto hanno visto ridurre le vendite. Emerge da un’analisi di Confcommercio sulla distribuzione del commercio in Italia con le rispettive suddivisioni per dimensioni strutturali e regioni. Secondo l’associazione di categoria, aumentano i negozi di informatica e telecomunicazioni (+2,8%), mentre continua la passione per il comparto mobili, arredamento per la casa e l’abbigliamento.

Nonostante però il piccolo dettaglio rappresenti la componente numericamente più consistente della rete di vendita, subisce le maggiori criticità in quanto risente in misura più significativa della riduzione dei consumi, che blocca o ridimensiona i piani di sviluppo aziendali, con riflessi anche in termini riduzione delle unità locali e della superficie di vendita complessivamente disponibile.

Secondo quanto dichiara in una intervista a Repubblica Renato Borghi, vice presidente delegato di Confcommercio, “la crisi sta facendo una strage di negozi“. Solo relativamente a Milano, Borghi indica che nei soli due mesi di luglio e agosto hanno chiuso circa 110 negozi tra abbigliamento, calzature e mobili. Le cause di questa dinamica pare siano da ritrovare nella riduzione del numero di clienti e nell’aumento degli affitti.

Periodo difficile anche per i Grandi magazzini, in quanto in Italia tale formula non ha trovato grande diffusione e ha registrato periodicamente una revisione della propria identità e della tipologia di offerta, che oggi si caratterizza per un assortimento centrato sull’abbigliamento, gli accessori e i prodotti di bellezza, con estensioni al tessile casa, complementi d’arredo e agli altri articoli per l’abitazione, con un posizionamento medio-alto dal punto di vista della qualità e del prezzo. Comunque, per tale formula è già in atto una fase di rilancio per riprendere spazi di mercato che ipermercati, grandi superfici specializzate, outlet stanno gradualmente acquisendo.

Infine, un ruolo non secondario nel sistema distributivo italiano, viene giocato da altre forme distributive – come il commercio ambulante (mercati quotidiani e periodici, fiere, venditori itineranti), il commercio elettronico e la vendita attraverso i distributori automatici, che negli ultimi anni hanno dimostrato una forte dinamicità.

Al via la nuova stagione di saldi il 2 luglio

Al via la nuova stagione dei saldi: Ogni famiglia spenderà in media per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo, 274 euro per un valore complessivo di circa 4,1 miliardi di euro.

Renato Borghi, Vicepresidente di Confcommercio e Presidente di Federazione Moda Italia, l’associazione nazionale di categoria aderente a Confcommercio commenta: “I saldi di fine stagione rappresentano sempre un momento di forte impatto nell’immaginario delle famiglie che hanno sempre vissuto l’evento e continueranno a viverlo  come un momento quasi “magico”. Una sorta di rito collettivo che detta modi, tempi e abitudini all’interno delle città: un po’ come succede per le sfilate, le città temporaneamente mutano“.

In tutta la nazione quest’anno i saldi inizieranno il 2 luglio. Una data unica che eliminerà i disguidi e le critiche che ogni anno accompagnano l’avvio dei saldi. Borghi prosegue: “la situazione dei consumi in generale, ma in particolare per l’abbigliamento, permane difficile. Non ci attendiamo, quindi, una stagione di saldi particolarmente effervescente, ma ci aspettiamo una sostanziale tenuta rispetto ai ricavi dello scorso anno. Le stime pessimistiche diffuse in questi giorni dai soliti profeti di sventura ci paiono francamente inattendibili“.

 

Dal 2 gennaio i Saldi Invernali: tutti i dati e le date da Confcommercio

Terminato il tempo delle feste con i regali di Natale e tutto il cucuzzaro, il prossimo appuntamento per acquirenti avveduti e fashionisti instancabili è con i ribassi della stagione invernale dei saldi ed in molti, terminato lo spacchettamento dei cadeaux sotto l’abero, si stanno chiedendo: “quando cominciano i saldi invernali“?!

La risposta arriva, come di consueto, da Confcommercio che promette ribassi e supersconti a partire dal 2 gennaio 2011. Ma non dappertutto!

E’ dal Sud Italia che è partita la corsa ai saldi. Centro e Nord dovranno invece aspettare l’arrivo della Befana, quindi il prossimo 6 gennaio 2011.

Il calendario dei saldi lanciato da Confcommercio l’ ha annunciato: se infatti dal 2 gennaio i consumatori di Napoli, Palermo, Potenza, Catanzaro possono già acquistare in saldo, quelli di Roma, Milano, Venezia, Firenze, Torino e Genova dovranno attendere il 6 gennaio mentre ad Aosta, che come da tradizione inizierà per ultima, si dovrà attendere il 10 gennaio.

Le date, come è noto, sono diverse da regione a regione, e ogni anno non mancano puntuali le polemiche sull’inizio dei saldi (possiamo trovarle correttamente elencate e pubblicate su questo interessante sito che ne ha dato notizia per primo). Ma perché ogni città fa per sè? E’ davvero così redditizia come scelta quella dei “saldi scaglionati nei giorni e nelle settimane”!?

Secondo un sondaggio Confcommercio-Format, infatti, già oltre l’80% di commercianti e consumatori sono favorevoli ad una data unica di avvio dei saldi, sia per quelli estivi che invernali (primo sabato di luglio e 6 gennaio), condividendo la proposta lanciata lo scorso ottobre da Federmoda e Federdistribuzione che avevano scritto ai presidenti delle Regioni per chiedere, appunto, di uniformare a livello nazionale la data di avvio dei saldi.

Quanto alle previsioni, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia quest’anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,2 miliardi di euro che va ad incidere per il 18% sul fatturato del settore.

Anche quest’anno – ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Federmoda-Confcommercio – la coda della crisi si è resa evidente per il settore della moda con un andamento della stagione autunno-inverno certamente non brillante. Di conseguenza, gli stock di invenduto dei negozi sono alti e l’offerta per i “saldisti” molto ampia, sia per varietà che per qualità dei prodotti. Prevediamo sconti medi elevati oltre il 40%. Quest’anno, quindi, l’offerta ampia e gli sconti interessanti ci fanno ben sperare per una positiva stagione dei saldi che potrebbe anche rappresentare il tanto atteso segnale di inversione di tendenza”.

SALDI INVERNO STIMA 2011. Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

  • VALORE SALDI INVERNALI (miliardi di euro) –  6,2
  • PESO % SALDI INV SU TOT. SPESA ABBIGLIAMENTO E CALZATURE  – 18,0
  • FAMIGLIE E CONVIV. ITALIANE (milioni) – 25.1
  • NUMERO FAMIGLIE CHE ACQUISTATO NEI SALDI (milioni) – 15,0
  • ACQUISTO MEDIO IN SALDI INVERNALI PER FAMIGLIA (euro) – 415
  • NUMERO MEDIO COMPONENTI FAMIGLIA – 2,4
  • ACQUISTO MEDIO IN SALDI INVERNALI PER PERSONA (euro) – 173

Paola Perfetti

L’Aquila ritorna a volare: pronta la nuova sede per l’Unione Provinciale Commercianti

Questa mattina (27 ottobre 2010) alle ore 11.30, a L’Aquila verrà inaugurata la nuova sede dell’Unione Provinciale Commercianti de L’Aquila, in via G.Caldora presso il Terminal Bus “Lorenzo Natali”.

 All’inaugurazione sarà presente il presidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli. La cerimonia – a cui parteciperanno tra gli altri anche il vicepresidente nazionale delegato alla Task Force per il terremoto, Renato Borghi, e il presidente provinciale di Confcommercio Imprese per l’Italia L’Aquila, Roberto Donatelli – sarà anche l’occasione per fare il punto, non solo delle iniziative messe in atto fino ad oggi, ma soprattutto per delineare le azioni da intraprendere per rimettere in moto il tessuto produttivo del territorio.

Dopo la cerimonia inaugurale si svolgerà  un momento d’incontro con la base associativa e con rappresentanti delle Associazioni commercianti di diverse Regioni che nell’immediata fase del post sisma hanno messo in campo iniziative di solidarietà  per i colleghi aquilani.

Prove di federalismo per gli studi di settore per il commercio al dettaglio del settore moda.

L’ipotesi di studio di settore su base regionale per il commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori è stato presentato la scorsa settimana agli Osservatori regionali. Lo comunica in una nota l’Agenzia delle Entrate ricordando che si tratta del secondo studio di settore elaborato su base regionale, dopo quello del settore delle costruzioni.

Secondo quanto spiegato in una nota dall’Agenzia delle Entrate, si tratterà di un’iniziativa finalizzata a verificare, con la collaborazione dei rappresentanti di associazioni di categoria e degli ordini professionali, il funzionamento dello studio, ad integrazione delle analisi effettuate a livello centrale, anche a seguito di esame di specifici casi esemplificativi rilevati a livello locale.

Soddisfazione per queste novità negli studi di settore anche da parte di Federmoda, che vede accolte alcune importanti richieste della categoria. Il presidente di Federmodaitalia-Confcommercio, Renato Borghi, parla di ”un importante passo in avanti in direzione dell’affinamento della metodologia degli studi di settore secondo principi di equità e selettività.”