Alemanno incontra la Orlandi, c’è l’intesa sulla semplificazione

Si è svolto a Roma l’atteso incontro tra il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ed una delegazione dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), composta dal presidente Riccardo Alemanno, da Sergio Alfani vice presidente vicario e da Eva Cazzola della Segreteria. Alemanno ha presentato alla Orlandi una serie di appunti con richieste e suggerimenti tra cui la possibile abrogazione del mod. 770 semplificato in ragione della nuova comunicazione unica e di eventuali integrazioni di dati mancanti, ciò ha trovato in linea di massima la condivisione del direttore dell’Agenzia: “Il tutto si è svolto all’insegna della massima collaborazione e la Orlandi ha invitato a presentare suggerimenti su varie tematiche dalla revisione dei regimi contabili alle problematiche connesse all’informatizzazione dei dati” ha dichiarato il presidente Alemanno al termine dell’incontro avvenuto presso la sede centrale dell’Agenzia delle Entrate.

Da parte dell’INT è stato anche evidenziata la necessità di codificare la richiesta da parte dell’intermediario fiscale di un maggior lasso di tempo per la consegna di documenti o le risposte a questionari, Alemanno ha preso ad esempio la ricezione degli avvisi di irregolarità notificati nei mesi di giugno e luglio quindi a ridosso di un periodo di grande impegno per gli studi dei professionisti, sarebbe sicuramente positivo che l’Agenzia indicasse con chiarezza con circolare che l’intermediario possa, nei predetti mesi chiedere, un supplemento di tempo (indicato dall’INT in 30 gg.) per rispondere all’avviso e/o chiederne l’annullamento. Il direttore dell’Agenzia ha convenuto che rendere più chiara ed univoca tale possibilità, da parte dell’intermediario, con una indicazione generale non possa che avere un effetto positivo e vada nella direzione di una collaborazione e del rispetto del lavoro degli studi professionali.

Alemanno: “La Tasi? Un’ulteriore patrimoniale da eliminare”

Dopo un primissimo antipasto a giugno, per i comuni che hanno fissato le aliquote entro il 23 maggio, si avvicina il nuovo temutissimo appuntamento con la Tasi, l’imposta sui servizi indivisibili che con la Tari e l’Imu ha dato vita alla nuova tassazione sulla casa. A riguardo abbiamo intervistato Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT).

Dott. Alemanno, per l’Associazione dei Comuni nei municipi dove le aliquote sono state già fissate a maggio, sulla prima casa, si è pagato il 30% in meno, ma i Caf e molti centri studi sono convinti che, alla fine, il conto complessivo sarà più salato dell’Imu 2012, che fu di 4,4 miliardi. L’ennesima beffa?
La TASI senza dubbio è un tributo che ha creato, a ragion veduta, molto malumore tra i contribuenti, ha iniziato male il proprio cammino e lo sta proseguendo peggio.
E’ assai complesso determinare, se non a consuntivo, gli effetti in termini di gettito dell’applicazione di questo tributo, le variabili sono molteplici, le delibere dei comuni sono differenti ed i casi di detrazione o esenzione richiedono un approfondimento per singolo ente locale. Insomma un bel ginepraio, in linea di massima sono più propenso per le previsioni dei Caf e dei centri studi, poiché se è vero che molti comuni hanno interpretato in modo corretto l’indicazione di invarianza di gettito rispetto a precedenti tassazioni, molti altri hanno deliberato le aliquote massime e su tutti gli immobili. Una cosa però è certa c’è un costo indiretto per il contribuente derivante dall’ affrontare una nuova modalità di calcolo e non tutti i contribuenti sono attrezzati per provvedere in proprio, così come non tutti i comuni hanno offerto assistenza in tale senso.

Come se non bastasse, la metà dei Comuni, inoltre, ha imposto la Tasi anche sulle case affittate, colpendo gli inquilini che pagheranno, in media, poco meno del 20%.
Vero, però ricordo che si tratta del corrispettivo, o almeno dovrebbe, per la copertura dei servizi indivisibili prestati dai comuni (illuminazoine, pulizia strada, sicurezza, ecc.), pertanto ogni cittadino dovrebbe provvedere al pagamento del corrispettivo. Peraltro già lo scorso anno si è pagata una quota (euro 0,30 per metro quadrato di immobile utilizzato) per i servi indivisibili collegata all’ex Tares e ciò in capo sia ai proprietari che agli inquilini. La TASI invece sembra avere più l’aspetto dell’ulteriore patrimoniale sugli immobili, con una variante, molto esigua, a carico degli inquilini. Mi auguro che il Presidente del Consiglio Renzi, come ha dichiarato, provveda alla sua modifica o meglio alla sua abolizione, i sistemi alternativi e meno invasivi esistono.

La tassa sui servizi indivisibili ha un’aliquota che va dall’1 per mille al 3,3, i Comuni comunque si stanno orientando sul 2,5-2,6 per mille, che poi sono le aliquote che consentono di ripristinare le entrate venute meno con la cancellazione dell’Imu sulla prima casa…
Ogni qualvolta viene eliminato un tributo locale o meglio parzialmente eliminato, senza avere ben chiaro il quadro generale delle esigenze di gettito degli enti territoriali, accade che dopo un’effimera sosddisfazione si hanno effetti punitivi per il contribuente, è successo con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa e si è ripetuto con l’IMU. Nessuno o quasi parla più dell’aumento di due punti dell’IVA, dell’aumento delle addizionali, delle accise sui carburanti e così via. E poi, dulcis in fundo, è apparsa la IUC un’ imposta “unica” che ne contiene tre IMU, TASI, TARI…la matrioska dei tributi locali…
Mi auguro che le prossime decisioni in merito a tributi, tasse ed imposte siano dettate più da una politica fiscale seria e che metta al centro i cittadini-contribuenti e non da un fisco utilizzato politicamente, ma questa mia ultima affermazione apre un dibattito infinito sul rapporto fisco-contribuente, speriamo che con la prossima legge delega di riforma fiscale si possa invertire la rotta, speriamo…

Jacopo MARCHESANO

Alemanno ai senatori: “Doverosa la proroga del modello 770”

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco, domani Riccardo Alemanno, presidente dell’INT (Istituto Nazionale Tributaristi), sarà ascoltato dalla Commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama, dove, inoltre, ribadirà la necessità di prorogare il modello 770/2014.

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Il presidente Alemanno già nei giorni scorsi aveva informato il sottosegretario Zanetti della necessità di una proroga del modello dal 31 luglio al 30 settembre, senza però ricevere le giuste garanzie. “Non si comprende, infatti, perché mancherebbero i presupposti per la concessione della proroga – si legge nella nota diffusa dall’istituto costituitosi nell’aprile 1997 – essendo doverosa nei confronti del lavoro degli intermediari fiscali i quali devono adattarsi ad una serie di novità e normative fiscali promulgate a getto continuo, che tengono conto più delle esigenze di cassa che del rispetto dei diritti del contribuente”.

Inoltre, nell’incontro di domani al Senato, Alemanno chiederà ai senatori presenti in commissione anche l’abolizione del mod. 770, l’elevazione a rango costituzionale lo Statuto dei diritti del contribuente ed auspicherà che prima di obbligare il cittadino-contribuente a gestire on-line i propri adempimenti, il Governo ed il Parlamento provvedano ad obbligare i vari settori della Pubblica Amministrazione a dialogare a livello informatico ed allo cambio di dati e documenti on-line, cosa che a tutt’oggi esiste solo in alcune branchie della P.A.

JM