Mise: rifinanziato il fondo per imprese che fanno ricerca e sviluppo

Con un comunicato del 28 giugno 2022 il Ministero dello Sviluppo Economico ( MISE) ha reso noto che sono previsti ulteriori 591 milioni di euro per le imprese impegnate in ricerca e sviluppo.

Rifinanziato dal Mise il fondo per ricerca e sviluppo

Il Mise ha annunciato con un comunicato stampa del 28 giugno 2022 l’imminente pubblicazione di un decreto del ministro Giancarlo Giorgetti in cui si dispone un ulteriore finanziamento di 591 milioni di euro, che si sommano a 500 milioni già previsti dal PNRR. Tali fondi sono destinati alle imprese che fanno ricerca e sviluppo. Grazie a questa ulteriore dotazione sarà infatti possibile agevolare un maggior numero di progetti volti allo sviluppo industriale.

Boom di domande per accesso ai fondi per ricerca e sviluppo

L’esigenza di questo ulteriore finanziamento deriva dal fatto che con il precedente bando che metteva a disposizione di fondi del PNRR il giorno 11 maggio le imprese hanno presentato un numero di domande sufficiente a coprire i fondi disponibili. La piattaforma era stata aperta proprio l’11 maggio e di conseguenza i fondi erano esauriti in poche ore.

Numerose aziende non avevano avuto accesso per i loro progetti a finanziamento alcuno sebbene i loro progetti risultassero idonei ad ottenere fondi. Da qui è arrivata la necessità di reperire nuovi fondi per il rifinanziamento degli incentivi per ricerca e sviluppo industriale attraverso una ricognizione dei fondi disponibili. È bastato poco più di un mese per reperire nuove risorse che saranno disponibili con le modalità indicate nel decreto a breve pubblicato. Non sarà possibile però presentare nuove domande, ma ci sarà lo scorrimento di quelle già presentate e in particolare dei progetti ammessi alla fase della valutazione. In questo modo si intende anche favorire un corretto rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione grazie a servizi celeri ed efficienti.

Inoltre il Ministro ha annunciato che già in autunno ci sarà una nuova tranche di 500 milioni di euro sempre destinati agli incentivi per ricerca e sviluppo economico.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2022: confermati i Bonus Ricerca e Sviluppo

 

Contributi a fondo perduto per agroindustria, automotive e settori strategici: chi e come può accedere?

Lo stanziamento di 750 milioni di euro rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) va a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione nei settori considerati strategici. Si tratta di un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati, utilizzabili anche tra di loro, per la copertura fino al 100% delle spese per gli investimenti. Le agevolazioni sono previste dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha emanato il decreto del 13 gennaio 2022, poi pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 36 del 12 febbraio 2022.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per progetti di ricerca e di innovazione: le risorse della misura

I fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr ammontano a 750 milioni di euro e sono destinati all’attuazione dell’investimento al punto 5.2 relativo alla competitività e alla resilienza delle filiere produttive. Il 40% delle risorse andrà a favore dei progetti presentati dalle imprese situate in Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Molise.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti delle filiere: quali imprese possono presentare domanda?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del ministero per lo Sviluppo Economico possono essere richiesti dalle seguenti filiere o imprese:

  • agroindustria;
  • design, moda e arredo;
  • automotive;
  • microelettronica e semiconduttori;
  • metallo ed elettromeccanica;
  • chimico e farmaceutico.

Quali sono gli ambiti delle spese nell’ambito dei contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione?

Gli investimenti devono garantire una spesa relativa alla ricerca innovativa industriale e fondamentale, allo sviluppo sperimentale e agli studi di fattibilità. Premialità eventuali in termini di contributi sono previste a favore delle piccole e medie imprese che provvedano, peraltro, alla diffusione dei risultati della ricerca e dell’innovazione e a una effettiva collaborazione tra soggetti ammessi alla ricerca.

Contributi a fondo perduto, chi può richiedere i finanziamenti e da quando?

Nell’ambito dei contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione, le imprese dovranno attendere il provvedimento del ministero per lo Sviluppo Economico che detterà le condizioni e i termini per la presentazione delle domande di finanziamento. Si tratterà, in ogni modo, di domande a sportello dedicate ai Contratti di sviluppo. I progetti presentati dalle imprese per la concessione dei contributi a fondo perduto devono avere come obiettivo quello della nascita, dello sviluppo o del consolidamento della filiera produttiva di appartenenza. Sono previsti anche programmi di integrazioni tra le filiere, in particolare per il rafforzamento dell’operatività delle piccole e medie imprese.

Contributi a fondo perduto per ricerca e innovazione Pmi: quali sono le agevolazioni ottenibili?

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati possono anche essere combinati per sostenere il progetto presentato dalle imprese. Più nello specifico, si possono combinare i seguenti strumenti:

  • contributi in conto impianti o in conto interessi;
  • finanziamenti agevolati;
  • contributi diretti alle spese.

Aiuti alle imprese, quali caratteristiche ha il finanziamento agevolato per ricerca e innovazione?

La tipologia di contributo, e l’eventuale integrazione tra gli strumenti proposti dal ministero per lo Sviluppo Economico, sarà definito in base all’accordo raggiunto in fase di presentazione della pratica. Nel caso in cui si ottenga il finanziamento agevolato, è necessario considerare un prestito che può essere concesso fino al 75% delle spese ritenute ammissibili. Sono necessarie le garanzie ipotecarie o bancarie o assicurative e la restituzione in 10 anni. Il periodo di pre-ammortamento non può superare i quattro anni. È necessario ottenere un finanziamento bancario nel caso in cui l’azienda, con il proprio progetto, ottenga il contributo in conto interessi. La durata è pari a quella del finanziamento agevolato.

Intensità degli aiuti per i progetti di ricerca e innovazione

Intensità degli aiuti per i progetti di ricerca e innovazione delle imprese può essere raggiunta per il:

  • 100% delle spese sostenute per la ricerca fondamentale;
  • 50% per la ricerca industriale;
  • 25% per lo sviluppo sperimentale;
  • 50% per lo studio di fattibilità.

Contributi a fondo perduto Pmi in ricerca e innovazione: come aumentare la copertura delle spese?

Sono previste, in ogni modo, delle premialità a favore delle imprese. Infatti, le percentuali della copertura delle spese per la ricerca industriale e per lo sviluppo sperimentale possono aumentare fino all’80% dei costi agevolabili. Si arriva a questa percentuale sommando la premialità del 10% per progetti delle medie imprese; del 20% per progetti delle piccole imprese; del 15% per progetti che prevedano una effettiva collaborazione tra le imprese (una deve essere una piccola e media impresa oppure due imprese appartenenti a Stati membri diversi). Il 10% (medie imprese) o il 20% (piccole imprese) in più spetta anche se la Pmi diffonde ampiamente i risultati della sperimentazione. Rientrano nella diffusione sia le conferenze che le pubblicazioni.

Quali sono le spese ammissibili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Mise in ambito di ricerca e innovazione?

Le spese ammissibili ai contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione e i finanziamenti riguardano:

  • le spese per il personale del soggetto che presenta il progetto (ricercatori, tecnici e personale ausiliario);
  • i nuovi strumenti e le nuove attrezzature funzionali al progetto;
  • le spese di ricerca contrattuale come licenze e brevetti;
  • le consulenze per i progetti di innovazione, di ricerca e di sviluppo;
  • le spese generali;
  • i materiali che devono essere utilizzare per svolgere le attività previste nell’ambito del progetto.

Contributi a fondo perduto Mise per collaborazioni grandi imprese e Pmi

Nell’ambito dei contributi a fondo perduto del Mise per la ricerca e lo sviluppo possono rientrare anche le grandi imprese. In particolare la collaborazione di una grande imprese e una Pmi produce un aiuto del 15% dei costi ammissibili per la grande impresa e il 50% per quelli della Pmi nel caso in cui quest’ultima sostenga almeno il 30% delle spese ammissibili per il progetto.

Bandi Pnrr Ricerca e Università per le imprese: ecco quelli in uscita nel 2021 e 2022

Già in uscita i bandi per la Ricerca e l’Università dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Nell’ultima parte del 2021 sono attesi quattro avvisi per uno stanziamento di fondi pari a 4,5 miliardi di euro. Il cronoprogramma dei bandi segnerà ulteriori date di uscita nel corso di tutto il 2022.

Bandi Ricerca e Università Pnrr, perché interessano le imprese del privato?

I bandi della Ricerca e dell’Università che usciranno nell’ambito degli interventi del Pnrr saranno aperti a soggetti pubblici e privati. Il che significa che le imprese potranno agire in partenariato con i soggetti pubblici nella realizzazione dei progetti previsti dai bandi stessi. Si tratta di una sinergia tra settore pubblico e imprese del privato che punta a una ricaduta, anche se non diretta, sulle realtà aziendali. La stima è di 45-50 progetti che includeranno la partecipazione delle imprese private.

Come possono partecipare le imprese privati ai bandi del Pnrr Ricerca e Università?

La modalità con la quale le imprese saranno chiamate a partecipare ai bandi in uscita su Ricerca e Università saranno diverse a seconda del tipo di intervento. Per i bandi che prevedano la realizzazione delle infrastrutture di ricerca, le imprese potranno unirsi in consorzi. In quelli inerenti l’innovazione l’obiettivo è, invece, quello di costituire dei poli nei quali le aziende possano partecipare alle attività di ricerca insieme alle università e ai centri di ricerca stessa. Il contributo che le imprese daranno agli ambiti potrà essere finanziato fino al 49% dei costi di esercizio, compresi quelli del personale.

Bandi in arrivo di Ricerca e Università del Piano nazionale di ripresa e di resilienza: quali a dicembre 2021?

Dei bandi in uscita a dicembre sulla Ricerca e Università, quello più corposo riguarda la misura M4 C2 dei centri nazionali. L’importo totale delle risorse messe in campo dal Pnrr è di 1,6 miliardi di euro. Le imprese potranno partecipare in partenariato con enti pubblici e con atenei. Cinque sono gli ambiti di intervento di questa misura:

  • la simulazione, il calcolo e l’analisi dei dati ad alte prestazioni;
  • l’agritech;
  • lo sviluppo della terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna;
  • la mobilità sostenibile;
  • la biodiversità.

Bandi in uscita a dicembre su ecosistemi, infrastrutture, Ricerca e innovazione nell’ambito del Pnrr

Il secondo bando del Pnrr relativo all’ambito della Ricerca e dell’Università è quello relativo alla misura M4 C2 denominata “Ecosistemi innovazione“. In tutto le risorse stanziate dal Pnrr sono pari a 1,3 miliardi di euro. Il bando mirerà alla creazione di 12 nuovi ecosistemi italiani. Il terzo bando, rientrante nella misura M4 C4, riguarderà le infrastrutture di ricerca per 1,08 miliardi di euro. Infine, l’ultimo bando di dicembre 2021 sarà quello delle innovazioni (misura M4 C2) per 500 milioni di euro. Per questi ultimi due bandi è prevista la creazione di circa 30 nuove infrastrutture.

Obiettivo parità di genere nei bandi Ricerca e Università di dicembre 2021

Tra gli obiettivi dichiarati dei bandi in uscita a dicembre 2021 sulla Ricerca e sull’Università vi è quello della parità di genere. Il 40% delle misure spetterà, infatti, alle ricercatrici. Gli stessi enti che si candideranno dovranno adottare un programma di azioni per valorizzare la parità di genere.

Bando per gli alloggi degli studenti: i bandi in arrivo

Nell’ambito del diritto allo studio arriverà anche un bando per il potenziamento degli alloggi per gli studenti. Si tratta di un bando ibrido, cioè finanziato in parte con programmi europei e in parte con risorse dello Stato italiano. In tutto le risorse che verranno stanziate per gli alloggi degli studenti sono pari a 407 milioni di euro.

Bandi Università e Ricerca con partecipazione delle imprese: quali quelli previsti per il 2022 dal Pnrr?

Il cronoprogramma della Ricerca e dell’Università previsto per il 2022 nell’ambito degli interventi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza rimanda a marzo prossimo l’uscita di due bandi per un valore totale di circa 1,75 miliardi di euro. Nel dettaglio, si tratta della misura M4 C2 dei “Partenariati estesi” per 1,61 miliardi di euro nella quale i privati dovranno avviare, in partenariato con gli enti pubblici, almeno 10 dei 16 progetti previsti.

Quali sono gli ambiti di intervento del Pnrr con il bando Partenariati estesi?

Nel dettaglio, il bando relativo ai Partenariati estesi del Pnrr tratterà gli ambiti elencati:

  • l’intelligenza artificiale;
  • i rischi ambientali, naturali e antropici;
  • gli scenari energetici del futuro;
  • la cultura umanistica e il patrimonio culturale;
  • le scienze e le tecnologie quantistiche;
  • la cybersecurity;
  • la diagnostica e le terapie innovative della medicina di precisione;
  • le conseguenze e le sfide dell’invecchiamento;
  • le nuove tecnologie e la tutela dei diritti;
  • i modelli per l’alimentazione sostenibile;
  • la sostenibilità economica e finanziaria dei sistemi e dei territori;
  • le neuroscienze e la neurofarmacologia;
  • il Made in Italy circolare e sostenibile;
  • le telecomunicazioni del futuro;
  • le malattie infettive emergenti;
  • le attività spaziali.

Gli altri bandi del Pnrr Ricerca e Università previsti per il 2022

Sempre a marzo è prevista l’uscita del bando del Pnrr Ricerca e Università inerente i dottorati nella Pubblica amministrazione e nei beni culturali. La misura prevista è quella relativa alla M4 Ci inerente “Phd per Ricerca, Pa e patrimonio culturale” che stanzierà 144 milioni di euro. A maggio uscirà il bando della misura M4 C2 “Phd innovativi per l’impresa“, con uno stanziamento di 200 milioni di euro. Si tratta essenzialmente di dottorati di ricerca innovativi. Oltre 173 milioni di euro verranno stanziati a giugno 2022 per il bando del Fondo Italiano Scienza (Fis).

Bandi di dicembre 2022 del Pnrr Ricerca e Università

Alla fine del 2022 sono previsti bandi che andranno soprattutto a favore di studenti e giovani ricercatori. Tra un anno, infatti, è atteso il bando Prin (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) per complessivi 368 milioni di euro. Nello stesso mese usciranno i bandi per gli alloggi degli studenti (misura M4 C1) per 660 milioni di euro e il bando dei progetti presentati da giovani ricercatori (misura M4 C2) per complessivi 600 milioni di euro.

Bonus per le imprese che investono in ricerca e sviluppo

All’interno della Legge di Stabilità, e precisamente nell’articolo 7, vi sono progetti per agevolazioni destinate alle imprese che investono in ricerca e sviluppo.

Nel dettaglio, si tratta di un credito d’imposta pari al 25% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti effettuati nel triennio 2012-2014 in ricerca e sviluppo.

A poter accedere al bonus, che avrà durata triennale con scadenza al 31 dicembre 2019, sono tutte le imprese, e non soltanto pmi, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore di attività o dal regime contabile adottato.

Per quanto riguarda le schede finanziabili, devono necessariamente ammontare almeno a 30mila euro. In ogni caso, il bonus è riconosciuto fino ad un importo massimo annuale di 5 milioni di euro a beneficiario.

Il credito d’imposta, che va indicato in dichiarazione dei redditi, non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Contestualmente, dal primo gennaio 2015, cessano le agevolazioni per le assunzioni altamente qualificate.
Tuttavia, le spese per personale altamente qualificato in possesso di un titolo di dottore di ricerca, iscritto a un dottorato, o in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico, continuano a godere di una detrazione d’imposta al 50%, così come le spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca ed organismi equiparati.

Vera MORETTI

Chiarimenti dal MISE per l’iscrizione delle startup al Registro Imprese

Sono stati divulgati dal Ministero dello Sviluppo Economico alcuni chiarimenti relativi al Registro delle Imprese da parte delle startup innovative.

Le precisazioni al riguardo sono due:

  • la richiesta di iscrizione alla sezione speciale del Registro Imprese da parte di una startup innovativa, oltre ad essere relativa all’attività di “ricerca e sviluppo”, deve essere sempre accompagnata anche dalla denuncia dell’avvio dell’attività di sviluppo, produzione e commercializzazione dei prodotti o servizi innovativi, nella quale deve essere specificata la natura di tali prodotti o servizi. Vanno inoltre allegate le previste autorizzazioni o comunicazioni richieste;
  • l’ufficio del Registro Imprese non è chiamato a valutare il merito delle dichiarazioni rese in sede di richiesta di iscrizione nella sezione speciale, ma solo a verificare che tutti i documenti e moduli siano correttamente compilati e allegati.

Questo significa che non può essere considerata startup innovativa una società la cui attività consista nella sola sperimentazione di servizi o beni innovativi.

Perciò, oltre alla richiesta d’iscrizione, va presentata anche apposita SCIA al competente SUAP, anche attraverso la procedura della “Comunicazione unica per la nascita dell’impresa”.

Vera MORETTI

Bando ministeriale per pmi

Le pmi che investono in Innovazione, Ricerca e Sviluppo stanno per ricevere, tramite bando ministeriale, i primi 300 milioni che serviranno a finanziare i progetti proposti.

Per essere finanziate, le proposte devono essere “di rilevanza strategica per il sistema produttivo e la competitività delle PMI”.
Il 60% delle risorse, pari a 160 milioni di euro, sono destinate a progetti proposti da microimprese, mentre il 25%, pari in questo caso a 40 milioni, andrà alle micro e piccole imprese.

Ad essere ammessi al bando:

  • Imprese che svolgono attività industriale per la produzione di beni o servizi;
  • Imprese di trasporto;
  • Imprese agroindustriali che svolgono prevalentemente attività industriale;
  • Imprese artigiane di produzione di beni;
  • Centri di ricerca con personalità giuridica;
  • Organismi di ricerca, limitatamente ai progetti congiunti.

I progetti congiunti devono essere “realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o altre forme contrattuali di collaborazione, come ad esempio il consorzio e l’accordo di partenariato”. Questi strumenti devono “configurare una collaborazione effettiva, stabile e coerente rispetto all’articolazione delle attività, espressamente finalizzata alla realizzazione del progetto proposto”.

Il contratto deve prevedere:
suddivisione di competenze, costi e spese a carico di ciascun partecipante;
definizione degli aspetti relativi a proprietà, utilizzo e diffusione dei risultati del progetto;
individuazione del soggetto capofila, con mandato di rappresentanza per i rapporti con il Ministero;
clausola con cui le parti, nei casi di recesso o esclusione di uno dei partecipanti o di risoluzione contrattuale, si impegnano alla completa realizzazione del progetto, con ripartizione di attività e costi tra gli altri soggetti e ricorrendo, se necessario, a servizi di consulenza.

Inoltre, le imprese devono avere sede stabile in Italia, e di conseguenza essere iscritte nel Registro delle Imprese, senza procedure concorsuali in atto e trovarsi in regime di contabilità ordinaria. Inoltre, non si deve trattare di imprese che hanno prima ricevuto e poi non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea, in regola con la restituzione di somme dovute in relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero, non trovarsi in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà così come individuata nel Regolamento GBER.

I progetti, per essere ammessi, devono riguardare attività di “ricerca industriale e di sviluppo sperimentale” finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi oppure al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti tramite lo sviluppo di una serie di tecnologie quali: ICT, nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazione e trasformazione avanzate, tecnologie spaziali, tecnologie volte a realizzare gli obiettivi sociali di Horizon 2020.

Per quanto riguarda la durata del progetto, deve essere compresa tra i 18 e i 36 mesi ed un’eventuale proroga deve essere concessa al ministero, purchè la richiesta sia motivata. Deve essere avviato dopo aver fatto domanda di agevolazione e comunque entro tre mesi dalla concessione delle stesse.
La data di avvio del progetto corrisponde a quella della prima spesa ammissibile oppure a quella dell’inizio dell’attività del personale e deve essere obbligatoriamente comunicata al soggetto gestore entro 30 giorni.

Il costo, invece, deve essere compreso tra 800mila e 3 milioni di euro mentre le spese ammissibili sono quelle destinate a dipendenti collaboratori, ma non personale amministrativo-contabile, ma anche quelle spese per strumenti ed attrezzature di nuova fabbricazione, ma limitatamente al periodo del progetto. Ammissibili anche spese per servizi di consulenza e generalmente utilizzate per il progetto di ricerca.

Il finanziamento ha durata massima di 8 anni, oltre ad un successivo preammortamento di 3 anni. L’erogazione può avvenire al massimo in 5 rate, con l’ultima a saldo totale e pari almeno al 10%.

A seconda della dimensione delle imprese, cambia la percentuale delle spese agevolate:

  • 70% delle spese per le piccole imprese,
  • 60% per le medie imprese,
  • 50% per le grandi imprese,
  • 25% per gli organismi di ricerca.

Vera MORETTI

Dalla Legge di Stabilità, fondi per Ricerca e Sviluppo

Tra i provvedimenti previsti dalla Legge di Stabilità, ce n’è uno che riguarda l’istituzione di un Fondo per il sostegno ai Programmi di Ricerca e Sviluppo.
Sono previsti, infatti, incentivi alle imprese che investono in R&S sottoforma di credito d’imposta ed esenzione IRAP per determinati soggetti e riduzione del cuneo fiscale ovvero della differenza tra quanto corrisposto dal datore di lavoro e quanto percepito dal lavoratore.

A beneficiarne saranno le aziende che realizzeranno gli investimenti ma anche quelle che si rivolgeranno a strutture di ricerca.
Sarà il Ministero dello Sviluppo Economico a decidere le modalità di applicazione degli incentivi e la selezione di coloro che potranno accedervi, oltre a stabilire l’ammontare del contributo.
Unica cosa certa è che una corsia preferenziale verrà riservata alle piccole e medie imprese.

Le spese finanziabili sono quelli relativi al personale di ricerca, ma anche riguardanti competenze tecniche, brevetti, servizi di consulenza, spese generali, costi legati a materiali e prodotti necessari per l’implementazione del progetto di ricerca e sviluppo.

In continuità rispetto a quanto stabilito dalle precedenti versioni del Fondo, sono agevolate le attività previste dalla normativa UE divise in tre macro-aree:

  • Ricerca fondamentale: lavori sperimentali o teorici volti all’acquisizione di nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e fatti osservabili, senza applicazioni o usi pratici diretti.
  • Ricerca industriale: ricerca e indagini per acquisire conoscenze per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi, migliorare quelli esistenti o creare componenti di sistemi complessi ai fini di ricerca industriale (esclusi i prototipi); acquisizione, combinazione, strutturazione e uso di conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica e commerciale allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati; attività destinate alla definizione concettuale, pianificazione e documentazione concernenti nuovi prodotti, processi e servizi (compresa elaborazione di progetti, disegni, piani e altra documentazione, purché non destinati ad uso commerciale).
  • Sviluppo sperimentale: realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota destinati ad esperimenti tecnologici o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida.

Vera MORETTI

Incentivi per le assunzioni nel campo della ricerca

Come previsto dal Decreto Sviluppo, sono previsti incentivi per i datori di lavoro che operano nel settore Ricerca e Sviluppo, per l’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato.

Questa agevolazione riguarda il 35% sulle spese effettuate per l’assunzione di nuovi dipendenti, fino a un tetto massimo di 200.000 euro per ciascuna azienda e senza limiti temporali di applicazione.
A beneficiarne sono tutte le aziende del settore, anche se si tratta di ditte individuali, ma corsia preferenziale è riservata ad aziende con sede presso uno dei paesi colpiti dal terremoto del maggio scorso, a cui sono riservati 2 milioni di euro per il 2012 e 3 milioni per il 2013.

Per poter accedere al credito, inoltre, il posto di lavoro deve essere mantenuto dal nuovo assunto per almeno tre anni, che diventano due per le pmi.
Per questo motivo, occorre inserire il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi del periodo in cui viene maturato.

Il credito non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile IRAP, non è subordinato al limite annuale di utilizzo di 250.000 euro e non è rilevante per stabilire la percentuale di deducibilità degli interessi passivi.

Il personale assunto deve essere in possesso di un dottorato di ricerca conseguito presso università italiana o estera (se riconosciuto equipollente)o, in alternativa, avere conseguito laurea magistrale in discipline tecnico- scientifiche.
Le mansioni che dovrà svolgere possono essere lavori sperimentali o teorici svolti; ricerca pianificata o indagini critiche; acquisizione, combinazione, strutturazione e uso di conoscenze e capacità esistenti; realizzazione di prototipi per scopi commerciali e di progetti pilota.

Per accedere all’agevolazione è necessario presentare la documentazione contabile certificata da un professionista iscritto al registro dei revisori contabili o dal collegio sindacale. Le imprese sono tenute ad allegare la certificazione al bilancio.
Quelle non soggette a revisione contabile e prive di collegio sindacale devono rivolgersi a un revisore dei conti o professionista abilitato che non abbia avuto, nei tre anni precedenti, rapporti di collaborazione o dipendenza con l’impresa stessa.

Se il numero di dipendenti è inferiore o pari a quello indicato nel bilancio presentato nel periodo di imposta precedente all’applicazione del beneficio fiscale, si rischia di perdere il bonus, ma ci sono anche altre circostanze che non permettono l’accesso al credito:

  • posti di lavoro creati non conservati per un periodo minimo di tre anni, ovvero di due anni nel caso delle piccole e medie imprese (per la definizione ci si rifarà alle disposizioni comunitarie);
  • impresa beneficiaria delocalizzante in Paese non Ue riducendo le attività produttive in Italia nei tre anni successivi al periodo di imposta in cui ha fruito del contributo;
  • violazioni non formali alla normativa fiscale o contributiva in materia di lavoro dipendente o alla normativa su salute e sicurezza dei lavoratori previste dalle vigenti disposizioni, nonché nei casi in cui siano emanati provvedimenti definitivi della magistratura contro il datore di lavoro per condotta antisindacale.

Vera MORETTI

Finanziamenti per le imprese innovative in Sardegna

 

Puntare sull’innovazione per uscire dalla crisi. La Regione Sardegna offre un bando per favorire la crescita delle piccole imprese innovative già presenti sul territorio, mirato a coprire fino al 70% delle spese sostenute dall’azienda per portare avanti progetti di innovazione e ricerca.

I soggetti beneficiari sono le imprese innovative costituite da meno di 6 anni dalla partecipazione al bando, che rientrano nella categoria di piccole imprese e presentano sede legale ed operativa nel territorio della Sardegna. Le imprese, per fare domanda del finanziamento, dovranno altresì dimostrare di aver destinato almeno il 15% del totale dei costi operativi a spese di ricerca e sviluppo in almeno uno dei tre anni precedenti la concessione dell’aiuto, Nel caso si trattasse di “start-up” i costi di ricerca e sviluppo di almeno il 15% dovranno risultare nella revisione contabile del periodo fiscale corrente.

Il finanziamento messo a disposizione della Regione dovrà essere utilizzato per la realizzazione di un piano di sviluppo aziendale – investimenti e spese di gestione – finalizzato alla crescita produttiva e commerciale dell’azienda, nonché alla realizzazione di attività di R&S funzionali all’avvio delle attività produttive. Tale piano di sviluppo aziendale dovrà essere superiore a 200.000 euro: il finanziamento mira a coprire fino ad un massimo del 70% delle spese  ammissibili, e in ogni caso, non potrà superare il valore di 1 milione di euro per azienda.

Le spese ritenute ammissibili dovranno essere sostenute entro 30 mesi dalla data di concessione e non oltre la data del 30 giugno 2015.

Ma quali sono le spese ammissibili?

Per il piano di sviluppo produttivo e commerciale dell’impresa:

  • spese riguardanti impianti, macchinari e attrezzature
  • acquisizione di licenze di sfruttamento o di conoscenze tecniche brevettate o non brevettate, acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne a prezzi di mercato
  • spese per personale dipendente, inclusi oneri sociali obbligatori, che dovranno riferirsi, per una quota pari ad almeno il 40%, a dipendenti o collaboratori di nuova acquisizione
  • spese per l’acquisizione di consulenze tecniche e servizi (per un valore non superiore al 30%)
  • spese di gestione e funzionamento connesse con la realizzazione del Piano di sviluppo produttivo e commerciale dell’impresa
  • locazione di immobili destinati all’esercizio di impresa
  • locazione finanziaria di macchinari e attrezzature
  • utenze connesse con l’utilizzo dei locali (energia elettrica, gas, acqua, servizi di telecomunicazione)
  • spese per la progettazione e realizzazione di materiale promozionale
  • spese per la partecipazione a fiere ed eventi nazionali ed internazionali

Per il Progetto di R&S, il cui ammontare non dovrà però superare il 30% delle spese ritenute ammissibili dal Piano di sviluppo aziendale

  • spese per personale tecnico e di ricerca
  • strumenti e attrezzature di ricerca
  • prestazioni di terzi (per un valore non superiore al 30%)

E’ possibile inviare la domanda di adesione al bando Imprese Innovative tramite il sito Sardegna Ricerche compilando l‘apposito form on-line. Tre le scadenze previste per l’invio della domanda:

I Call – a partire dalle ore 12.00 del 05/10/2012 e fino alle ore 12.00 del 30/11/2012
II Call – a partire dalle ore 12.00 del 03/12/2012 e fino alle ore 12.00 del 28/02/2013
III Call – a partire dalle ore 12.00 del 01/03/2013 e fino alle ore 12.00 del 30/04/2013

La richiesta di adesione al bando compilata on line dovrà essere poi trasmessa in formato cartaceo a Sardegna Ricerche entro 15 giorni consecutivi dalla data di trasmissione telematica all’indirizzo: Sardegna Ricerche, Loc. Piscinamanna, Ed. 2 – Polaris, 09010 Pula (CA).

Per ulteriori informazioni è possibile visionare il Bando Nuove imprese innovative.

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo e i controlli dell’Agenzia delle Entrate

La Legge 244/2006 (Finanziaria 2007) ai commi 284-289 ha introdotto un incentivo fiscale sotto forma di credito d’imposta per le imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo.

L’incentivo è pari al 10% (15% per il solo costo dei contratti stipulati con Università e Centri di ricerca che poi è salito al 40% con la Finanziaria 2008) dei costi di ricerca e sviluppo per il triennio 2007-2009: costo del personale tecnico, ammortamento dei beni strumentali, costo dei materiali di consumo per lo sviluppo dei prototipi, delle consulenze tecniche e delle spese generali.

Con l’introduzione dell’obbligo dell’invio del formulario, la concessione del credito d’imposta non è stato più un meccanismo automatico ma ha necessitato del nulla osta da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il periodo triennale per il quale alcune imprese hanno potuto beneficiare del credito d’imposta da utilizzare in compensazione con il pagamento dei tributi erariali si è concluso da quasi un anno; l’Agenzia delle Entrate si è attivata per effettuare i relativi controlli formali e sostanziali, in base a quanto stabilisce la Finanziaria 2007 e il decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicato sulla G.U. 18/04/2008, n. 92.

Per evitare di trovarsi di fronte a situazioni di revoca dell’agevolazione (totale o parziale) con conseguente addebito di elevate sanzioni (30% del credito d’imposta oggetto di contestazione) è bene controllare che tutto sia in ordine sotto l’aspetto formale.

La relazione sull’attività di ricerca e sviluppo deve essere firmata dal legale rappresentante della società, controfirmata da un professionista Dottore Commercialista e/o revisore dei conti, e contenere il dettaglio dei costi di ricerca e sviluppo di competenza del periodo di riferimento.
L’attività svolta da parte del personale dell’ufficio tecnico per i progetti di ricerca e sviluppo deve essere comprovata da appositi fogli di presenza firmati dai dipendenti interessati e dal legale rappresentante della società.
I costi per il materiale di consumo utilizzato, per l’attività di consulenza tecnica e per le spese generali devono essere comprovati dalle relative fatture di acquisto.

L’Agenzia delle Entrate potrà esprimere anche dei giudizi sostanziali, andando a verificare che l’attività svolta sia effettivamente attività di ricerca e sviluppo e non modifiche periodiche anche se rappresentano dei miglioramenti apportati ai prodotti, processi di fabbricazione.

Mentre gli aspetti formali della normativa sono oggettivi, e quindi difficilmente contestabili, quelli sostanziali sono soggettivi; eventuali rilievi mossi dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate potranno essere oggetto di contenzioso.

Dott. Giovanni DE LORENZI | g.delorenzi[at]infoiva.it | www.gdlstudio.it | Padova

Padovano, classe ’73, laurea in Discipline Economiche e Sociali e master in Economics presso l’Università Bocconi di Milano. Prima dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista ha lavorato come analista dei processi informativi bancari. Attualmente collabora con la società Advance Group Srl per la consulenza nel campo della finanza agevolata e con la società AD Soluzioni Avanzate Srl per la consulenza nel campo dell’informatizzazione dei processi aziendali. Iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova e al Registro dei Revisori dei Conti dal 2007 è titolare dello studio GDL Studio, che fornisce attività di consulenza in campo fiscale, dei processi informativi e dell’organizzazione aziendale e della finanza agevolata.