Patent Box 2022: chiarimenti eistruzioni dell’Agenzia delle Entrate

La Legge di Bilancio 2022 ha apportato novità per il regime agevolato Patent Box, l’Agenzia delle Entrate con il provvedimento del 15 febbraio 2022 ha invece fornito indicazioni operative. Ecco i chiarimenti dell’Amministrazione Finanziaria.

Cos’è il Patent Box 2022?

Il Patent Box è un regime di tassazione agevolato e opzionale per i redditi derivanti dall’utilizzo di software protetti da copyright, di brevetti industriali, di marchi d’impresa di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.

Il regime del Patent Box ha avuto delle modifiche con la Legge di Bilancio 2022 e l’Agenzia delle Entrate con la nota del 15 febbraio 2022 ha fornito chiarimenti sulle modalità operative del patent box 2022.

Il regime Patent Box consente di avere una detassazione dei proventi derivanti dallo sfruttamento di tali opere, la ratio che sottende tale beneficio fiscale è dato dal fatto che comunque tali prodotti prevedono un costo di ricerca.

Cosa è coperto dal Patent Box 2022?

La Legge di Bilancio 2022 ha introdotto importanti novità, infatti i privilegi fiscali sono limitati alle spese sostenute per l’attività di ricerca, per il potenziamento dei software già in uso, per la tutela e l’accrescimento di software brevetti industriali, prodotti coperti da copyright.

Il provvedimento del 15 febbraio 2022 chiarisce che l’opzione deve essere esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di riferimento. Una volta esercitata essa ha durata di 5 anni, ma soprattutto è irrevocabile. Infine, è rinnovabile.

Possono optare per il patent box le imprese che si occupano di:

  • Ricerca industriale e sviluppo sperimentale;
  • innovazione tecnologica;
  • design;
  • tutela legale sui diritti immateriali;

Con il regime del Patent Box è possibile maggiorare al 110% le spese sostenute dall’investitore. Ciò tenendo in considerazione:

  • le spese per il personale;
  • quote di ammortamento, tra cui canoni per locazione finanziaria , locazione operativa, spese relative ai beni mobili strumentali e ai beni immateriali.
  • spese per i servizi di consulenza;
  • costi sostenuti per i materiali;
  • spese per il mantenimento dei diritti sui beni immateriali;

Non sono agevolabili le spese per i riallineamenti o le rivalutazione.

La documentazione da allegare: istruzioni operative per la redazione

Il provvedimento del 15 febbraio al punto 7 chiarisce anche la documentazione che è necessario allegare per poter ottenere l’agevolazione prevista dal regime opzionale.

La documentazione deve essere divisa in due sezioni: sezione A e sezione B.

Nella sezione A devono essere indicati per ciascun periodo di imposta:

  • struttura partecipativa dell’impresa (anche con note relative a operazioni straordinarie compiute, ad esempio riorganizzazione, acquisizioni, dismissioni);
  • attività rilevanti svolte, anche in qualità di investitore. Devono essere presentate attraverso schede che diano chiara evidenza della natura di investitore;
  • attività commissionate a terzi indipendenti;
  • modello organizzativo dell’impresa. Presentazione di organigrammi e schede da cui si evincano risorse umane, unità, uffici, reparti che operano in azienda in maniera trasversale con una sintentica descrizione delle attività svolte da ciascuna articolazione aziendale);
  • relazione tecnica sui progetti di ricerca svolti;
  • funzioni, rischi e beni dell’impresa.

Nella sezione B invece devono essere indicati:

  • le spese agevolabili sostenute in relazione a ciascun bene immateriale (brevetti industriali, software…)
  • costo del personale impiegato però in attività rilevanti;
  • costi promiscui ( per beni, personale, servizi che siano stati utilizzati solo in parte per la ricerca inerente prodotti coperti da brevetti, marchi, registrazioni);
  • singole variazioni fiscali riconducibili a ciascun bene immateriale oggetto di agevolazione.

Le piccole medie e piccole imprese possono delineare la sezione A e la sezione B de prospetto in forma semplificata.

Per conoscere la differenza tra micro, piccole e medie imprese leggi l’articolo Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze

Come deve essere presentata la documentazione per l’accesso al regime Patent Box 2022

Senza la presentazione della documentazione non è possibile accedere ai benefici. La documentazione deve essere trasmessa all’Amministrazione Finanziaria nel termine di 20 giorni dall’inoltro della richiesta per l’accesso al regime del patent box. Quindi dalla presentazione della dichiarazione dei redditi in cui si indica di voler optare per tale regime.

L’Amministrazione Finanziaria nell’eseguire il controllo della documentazione, può rilevare la presenza di omissioni o parti poco chiare, in questo caso può richiedere informazioni supplementari, le stesse devono essere fornite entro 7 giorni dalla richiesta. In funzione della complessità della documentazione richiesta possono essere disposti termini più ampi.

La documentazione deve essere firmata dal legale rappresentante del contribuente o da un suo delegato mediante firma elettronica con marca temporale.

In caso di assenza totale di documentazione l’Amministrazione Finanziaria può recuperare le somme già agevolate con interessi e sanzioni. La documentazione è considerata idonea in tutti i casi in cui la stessa fornisca agli organi di controllo i dati e gli elementi necessari per riscontrare la corretta determinazione della maggiorazione. Omissioni ed inesattezze che comunque non impediscano all’Amministrazione Finanziaria di determinare la misura delle agevolazioni non possono portare alla perdita dei vantaggi fiscali.

Quali sono i vantaggi del Patent Box 2022?

Al fini del calcolo delle imposte dirette e dell’IRAP, optando per il regime agevolato del Patent Box è possibile maggiorare del 110% le spese sostenute per ricerca e sviluppo nei settori visti. Si riduce quindi in modo notevole l’imponibile. Naturalmente non può essere applicato tale regime alle imprese in regime forfettario (perché non si possono “scaricare” le spese), inoltre non si può applicare a imprese sottoposte a procedure concorsuali.

Si ottiene inoltre la detassazione al 50% dei proventi derivanti dallo sfruttamento dei beni prima vista (software, brevetti industriali…).

Infine, in caso di cessione dei beni immateriali (ad esempio di un software) le plusvalenze che ne derivano non concorrono a determinare il reddito imponibile, ciò però a condizione che almeno il 90% dei proventi sia reinvestito prima del secondo periodo di imposta successivo rispetto a quello in cui è maturata la cessione.

Bandi Pnrr Ricerca e Università per le imprese: ecco quelli in uscita nel 2021 e 2022

Già in uscita i bandi per la Ricerca e l’Università dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Nell’ultima parte del 2021 sono attesi quattro avvisi per uno stanziamento di fondi pari a 4,5 miliardi di euro. Il cronoprogramma dei bandi segnerà ulteriori date di uscita nel corso di tutto il 2022.

Bandi Ricerca e Università Pnrr, perché interessano le imprese del privato?

I bandi della Ricerca e dell’Università che usciranno nell’ambito degli interventi del Pnrr saranno aperti a soggetti pubblici e privati. Il che significa che le imprese potranno agire in partenariato con i soggetti pubblici nella realizzazione dei progetti previsti dai bandi stessi. Si tratta di una sinergia tra settore pubblico e imprese del privato che punta a una ricaduta, anche se non diretta, sulle realtà aziendali. La stima è di 45-50 progetti che includeranno la partecipazione delle imprese private.

Come possono partecipare le imprese privati ai bandi del Pnrr Ricerca e Università?

La modalità con la quale le imprese saranno chiamate a partecipare ai bandi in uscita su Ricerca e Università saranno diverse a seconda del tipo di intervento. Per i bandi che prevedano la realizzazione delle infrastrutture di ricerca, le imprese potranno unirsi in consorzi. In quelli inerenti l’innovazione l’obiettivo è, invece, quello di costituire dei poli nei quali le aziende possano partecipare alle attività di ricerca insieme alle università e ai centri di ricerca stessa. Il contributo che le imprese daranno agli ambiti potrà essere finanziato fino al 49% dei costi di esercizio, compresi quelli del personale.

Bandi in arrivo di Ricerca e Università del Piano nazionale di ripresa e di resilienza: quali a dicembre 2021?

Dei bandi in uscita a dicembre sulla Ricerca e Università, quello più corposo riguarda la misura M4 C2 dei centri nazionali. L’importo totale delle risorse messe in campo dal Pnrr è di 1,6 miliardi di euro. Le imprese potranno partecipare in partenariato con enti pubblici e con atenei. Cinque sono gli ambiti di intervento di questa misura:

  • la simulazione, il calcolo e l’analisi dei dati ad alte prestazioni;
  • l’agritech;
  • lo sviluppo della terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna;
  • la mobilità sostenibile;
  • la biodiversità.

Bandi in uscita a dicembre su ecosistemi, infrastrutture, Ricerca e innovazione nell’ambito del Pnrr

Il secondo bando del Pnrr relativo all’ambito della Ricerca e dell’Università è quello relativo alla misura M4 C2 denominata “Ecosistemi innovazione“. In tutto le risorse stanziate dal Pnrr sono pari a 1,3 miliardi di euro. Il bando mirerà alla creazione di 12 nuovi ecosistemi italiani. Il terzo bando, rientrante nella misura M4 C4, riguarderà le infrastrutture di ricerca per 1,08 miliardi di euro. Infine, l’ultimo bando di dicembre 2021 sarà quello delle innovazioni (misura M4 C2) per 500 milioni di euro. Per questi ultimi due bandi è prevista la creazione di circa 30 nuove infrastrutture.

Obiettivo parità di genere nei bandi Ricerca e Università di dicembre 2021

Tra gli obiettivi dichiarati dei bandi in uscita a dicembre 2021 sulla Ricerca e sull’Università vi è quello della parità di genere. Il 40% delle misure spetterà, infatti, alle ricercatrici. Gli stessi enti che si candideranno dovranno adottare un programma di azioni per valorizzare la parità di genere.

Bando per gli alloggi degli studenti: i bandi in arrivo

Nell’ambito del diritto allo studio arriverà anche un bando per il potenziamento degli alloggi per gli studenti. Si tratta di un bando ibrido, cioè finanziato in parte con programmi europei e in parte con risorse dello Stato italiano. In tutto le risorse che verranno stanziate per gli alloggi degli studenti sono pari a 407 milioni di euro.

Bandi Università e Ricerca con partecipazione delle imprese: quali quelli previsti per il 2022 dal Pnrr?

Il cronoprogramma della Ricerca e dell’Università previsto per il 2022 nell’ambito degli interventi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza rimanda a marzo prossimo l’uscita di due bandi per un valore totale di circa 1,75 miliardi di euro. Nel dettaglio, si tratta della misura M4 C2 dei “Partenariati estesi” per 1,61 miliardi di euro nella quale i privati dovranno avviare, in partenariato con gli enti pubblici, almeno 10 dei 16 progetti previsti.

Quali sono gli ambiti di intervento del Pnrr con il bando Partenariati estesi?

Nel dettaglio, il bando relativo ai Partenariati estesi del Pnrr tratterà gli ambiti elencati:

  • l’intelligenza artificiale;
  • i rischi ambientali, naturali e antropici;
  • gli scenari energetici del futuro;
  • la cultura umanistica e il patrimonio culturale;
  • le scienze e le tecnologie quantistiche;
  • la cybersecurity;
  • la diagnostica e le terapie innovative della medicina di precisione;
  • le conseguenze e le sfide dell’invecchiamento;
  • le nuove tecnologie e la tutela dei diritti;
  • i modelli per l’alimentazione sostenibile;
  • la sostenibilità economica e finanziaria dei sistemi e dei territori;
  • le neuroscienze e la neurofarmacologia;
  • il Made in Italy circolare e sostenibile;
  • le telecomunicazioni del futuro;
  • le malattie infettive emergenti;
  • le attività spaziali.

Gli altri bandi del Pnrr Ricerca e Università previsti per il 2022

Sempre a marzo è prevista l’uscita del bando del Pnrr Ricerca e Università inerente i dottorati nella Pubblica amministrazione e nei beni culturali. La misura prevista è quella relativa alla M4 Ci inerente “Phd per Ricerca, Pa e patrimonio culturale” che stanzierà 144 milioni di euro. A maggio uscirà il bando della misura M4 C2 “Phd innovativi per l’impresa“, con uno stanziamento di 200 milioni di euro. Si tratta essenzialmente di dottorati di ricerca innovativi. Oltre 173 milioni di euro verranno stanziati a giugno 2022 per il bando del Fondo Italiano Scienza (Fis).

Bandi di dicembre 2022 del Pnrr Ricerca e Università

Alla fine del 2022 sono previsti bandi che andranno soprattutto a favore di studenti e giovani ricercatori. Tra un anno, infatti, è atteso il bando Prin (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) per complessivi 368 milioni di euro. Nello stesso mese usciranno i bandi per gli alloggi degli studenti (misura M4 C1) per 660 milioni di euro e il bando dei progetti presentati da giovani ricercatori (misura M4 C2) per complessivi 600 milioni di euro.

In Calabria tre iniziative per l’innovazione delle pmi

Per supportare l’innovazione nelle imprese, la Regione Calabria ha pubblicato tre importanti avvisi a loro rivolti.

Si tratta di Attiva l’innovazione, Talent Lab e Ricerca industriale.

Attiva l’Innovazione: mira ad incentivare l’acquisizione di servizi per l’innovazione da parte delle imprese esistenti, tramite la concessione di voucher tecnologici finalizzati ad accrescere la competitività e a sostenere lo sviluppo delle imprese, attraverso la concessione di incentivi per la realizzazione di progetti di Innovazione tecnologica.
L’ammontare delle risorse è di 7,5 mln di euro.
Gli aiuti saranno riconosciuti nella forma di contributo in conto capitale nella misura massima del 75% dei costi ammessi ad agevolazione. Si stima che potranno essere finanziati oltre 150 progetti di innovazione.

Talent Lab: vuole incentivare lo startup di microimprese innovative e nuove iniziative imprenditoriali nell’ambito della ricerca, sottoforma di spin-off.
Si rivolge a quanti provengono dal mondo della ricerca regionale o hanno un’idea innovativa e vogliono confrontarsi con la creazione di una nuova impresa, acquisendo tutte le competenze utili ad affrontare la sfida dell’imprenditorialità.
Talent Lab supporta gli aspiranti imprenditori con formazione, consulenza e assistenza per far acquisire gli strumenti operativi necessari per partire: business plan, analisi di mercato e marketing dei prodotti science-based, tutela della proprietà intellettuale, project management.

Tra quanti candideranno la propria iniziativa ai due Talent Lab, verranno individuati 90 progetti per il percorso di creazione di startup innovative e 30 progetti per il percorso spin-off della ricerca per un valore complessivo pari a 7 mln di euro.

Ricerca industriale e sviluppo sperimentale: ha come obiettivo quello di incentivare i progetti delle aziende aggregate ai Poli di Innovazione. Lo stanziamento ammonta a 22.846.107 euro.
Per maggiori dettagli fare riferimento ai singoli avvisi.

Vera MORETTI

Piemonte: fino a 10 milioni di euro per la ricerca

Fino a 10 milioni di euro per ogni singolo progetto di ricerca e sviluppo, in particolare se legato alle nuove tecnologie automotive. La Regione Piemonte stanzia un fondo a sostegno delle reti di imprese del territorio che puntano all’innovazione tecnologica e all’ecosostenibilità.

Requisiti

Il bando è destinato alle reti di imprese: le pmi dovranno essere per almeno il 30% aziende aventi sede nella Regione Piemonte. I progetti dovranno avere una durata massima di 30 mesi, e dovranno afferire all’area della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale. I finanziamenti saranno destinati alle imprese che svilupperanno progetti inerenti alle seguenti tematiche: tecnologie automotive a basso impatto ambientale, nuovi materiali, riduzione delle perdite e recupero energetico.


Contributi della Regione Piemonte

La Regione Piemonte si impegna a finanziare quote e contributi che potranno raggiungere la cifra di 10 milioni di euro per ciascun progetto, arrivando ad una copertura totale del progetto di ricerca. I massimali previsti variano infatti in funzione dalle dimensioni delle imprese: da un minimo del 40% fino al 100% delle spese sostenute.

Modalità di adesione al bando

Le imprese che volessero fare richiesta degli incentivi, possono inviare le proprie domande, entro il 30 marzo 2012, via mail all’indirizzo promozione.pmi@regione.piemonte.it, e successivamente tramite raccomandata alla Direzione regionale Attività Produttive della Regione Piemonte.

Per informazioni aggiuntive è possibile consultare il sito della Regione Piemonte, nell’area dedicata a bandi e incentivi.

Settore tessile: delucidazioni sulle agevolazioni fiscali

Per il sostegno all’attività produttiva e ai consumi è stato pubblicato il 26 marzo scorso il D.L. 40/2010, il quale prevede, tra l’altro, incentivi a fronte di attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo legato alla realizzazione di campionari, stanziando un contributo complessivo di 70 milioni di euro.

Per ricerca e sviluppo si intende indicare quella parte di un’impresa industriale, uomini, mezzi e risorse finanziarie, che viene dedicata allo studio di innovazioni tecnologiche da utilizzare per migliorare i propri prodotti, crearne di nuovi o migliorare i processi di produzione.

In attesa dei criteri e delle modalità attuative dell’agevolazione, che saranno note entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, si evidenzia da subito che:

  • l’agevolazione è usufruibile, indipendentemente dalla natura giuridica, da quelle imprese che appartengono alle divisioni 13 e 14 della tabella ATECO 2007 (industrie tessili e confezioni di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle e in pelliccia);
  • il periodo di riferimento per il sostenimento delle spese è l’anno 2010;
  • la detassazione dal reddito d’impresa dei costi sostenuti per la ricerca è fruibile soltanto in sede di versamento del saldo delle imposte di competenza dell’anno 2010, non dell’acconto;
  • l’incentivo opera nell’ambito del “de minimis” pari a 200.000 euro nell’arco di 3 esercizi.

Sicuramente si tratta di un provvedimento che attribuisce valore e importanza al settore dell’abbigliamento e soprattutto al made in Italy.

Dott.ssa IPPOLITA PELLEGRINI

Le “pillole fiscali” della settimana [15 – 19 marzo 2010]

Caro Lettore, di seguito ti riproponiamo le “pillole fiscali”  pubblicate nella finestrella dedicata sulla destra durante questa settimana (15 – 19 Marzo 2010). Buona lettura e soprattutto week-end!

  • Le imprese che effettueranno investimenti in ricerca industriale e in sviluppo pre-competitivo, avranno la possibilità di detassare dal reddito d’impresa una quota, ancora tutta da determinare, dell’investimento sostenuto. Per tale agevolazione, dovrebbe essere disponibile un budget di 70 milioni di Euro.
  • Le risultanze del software Gerico da sole sembrerebbero non essere sufficienti agli studi di settore. Quindi, essendo necessari ulteriori chiarimenti è più motivato l’invito al contraddittorio.
  • Il Ministero dell’Economia sta studiando delle misure che mirano a potenziare gli strumenti che permettono di disinnescare il contenzioso fiscale. Tali misure saranno contenute nel decreto sviluppo che dovrebbe contenere una disposizione secondo la quale, se le somme contestate dall’Amministrazione Finanziaria sono inferiori ad Euro 50mila, i contribuenti potranno accedere alla conciliazione, all’acquiescenza o alla definizione in contraddittorio senza essere obbligati a prestare garanzie fideiussorie per ottenere la rateazione del debito.
  • dal prossimo 1° Aprile la comunicazione unica per l’attività d’impresa diverrà obbligatoria; con tale procedura si potrà avviare un’attività d’impresa con un unico invio al Registro delle Imprese. La comunicazione unica permette di chiedere codice fiscale e partita Iva, aprire la posizione assicurativa Inail, chiedere l’iscrizione all’Inps dei dipendenti o dei lavoratori autonomi e al Registro delle Imprese.
  • Con l’entrata in vigore del decreto collegato lavoro, sono stati sensibilmente ridotti i tempi per promuovere ricorso in giudizio contro un licenziamento ritenuto illegittimo o contro un recesso di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Infatti, se a seguito dell’impugnazione del licenziamento, né il lavoratore né il datore di lavoro promuovono il tentativo di conciliazione o di arbitrato, il ricorso dovrà essere presentato in Tribunale entro 180 giorni dalla data dell’impugnazione stessa.