Riforma catasto: Ci sarà la patrimoniale sui beni immobili?

La giornata di ieri, 6 ottobre 2021, è stata abbastanza convulsa e confusa sul piano politico: due gli schieramenti. Matteo Salvini afferma che l’articolo 7 del Disegno di Legge sulla Delega Fiscale nasconda una patrimoniale e dall’altro lato il Presidente del Consiglio Draghi che afferma il contrario. Quale potrebbe essere la verità?

Cosa succederà nel 2026?

Matteo Salvini è leader politico della Lega che in teoria dovrebbe sostenere il Governo, ma più volte ha assunto posizioni contrastanti, nella successiva disamina cercheremo di determinare l’oggetto del contendere con il solo scopo di capire cosa potrebbe succedere con la riforma del catasto. Occorre fare delle premesse. La Riforma entrerà in vigore nel 2026, si presume che in tale epoca il Parlamento, che ha potere legislativo e potrebbe introdurre un’imposta patrimoniale, sarà composto da altre maggioranze e ci saranno altri scenari, comunque sarà terminata questa legislatura, così come molto probabilmente Draghi non sarà Presidente del Consiglio.

Perché c’è bisogno di una riforma del fisco?

Il secondo dettaglio molto più importante è che la riforma fiscale (tutta complessivamente) si inserisce in questo particolare periodo in cui l’Italia dispone dei fondi del PNRR, gli stessi non sono erogati tutti insieme e non siamo liberi di usarli come vogliamo e senza i paletti dell’Unione Europea che ha dato delle indicazioni importanti. Tra le critiche mosse all’Italia c’è un’eccessiva stratificazione normativa attuata senza una dovuta armonizzazione delle norme, tutto questo genera un carico burocratico eccessivo e un rallentamento della crescita. La Riforma nel complesso risponde all’esigenza, non procrastinabile ad avviso di chi scrive, di mettere un po’ di ordine nella normativa fiscale.

Mettere ordine nel nostro ordinamento, risponde a un’esigenza primaria di tutela del cittadino che deve potersi muovere senza “eccessiva confusione” tra norme che si sono susseguite nel tempo spesso in modo poco ragionato. Sicuramente risponde a tale esigenza il riordino di deduzioni e detrazioni, la neutralità fiscale per le imprese e probabilmente anche la riforma del catasto potrebbe andare in questa direzione. Tra l’altro deve essere precisato che l’Unione Europea non si occupa direttamente della tassazione nei Paesi Membri, ma vigila e tra gli obiettivi di tale vigilanza vi è quello di evitare che le imposte discrimino i contribuenti, i lavoratori e le imprese.

Per una disamina generale sul disegno di legge delega, leggi l’articolo: Con la legge delega prende il via un’epocale riforma fiscale: novità

Cosa prevede l’articolo 7 del disegno di legge delega per la riforma fiscale?

Il tanto discusso articolo 7 prevede una modifica del sistema di rilevazione catastale in modo da modernizzare il sistema per il controllo delle consistenze di terreni e fabbricati l’obiettivo è dare all’Agenzia delle Entrate uno strumento valido per:

  •  rilevare gli immobili non censiti e determinare l’esatta consistenza degli stessi in riferimento ad eventuali discordanze tra la situazione di fatto e quanto rilevato al catasto;
  •  far emergere terreni edificabili classificati come agricoli (hanno una valutazione/rendita superiore rispetto ai terreni agricoli, è  anche vero che in vista di un’eventuale vendita avere un terreno agricolo è controproducente, quindi alcuni potrebbero anche trarne vantaggi economici);
  • rilevare immobili abusivi, in questa particolare voce si sottolinea che devono essere individuati incentivi e forme di trasparenza in favore dei comuni per supportare le attività svolte da questi;
  • L’articolo 7 sottolinea che il Governo con la delega alla riforma fiscale è delegato ad attribuire a ciascun immobile, oltre al valore della rendita catastale secondo i criteri ad oggi stabiliti, anche il valore patrimoniale e la rendita attualizzata in base ai valori di mercato; La riforma dovrà inoltre prevedere aggiornamenti periodici di tali valori.

Novità positive potrebbero invece esservi per i titolari di edifici di interesse storico o artistico, questi infatti potranno notare una riduzione della rendita catastale tenendo in considerazione i maggiori oneri di manutenzione che devono essere affrontati e dei vincoli legislativi che gravano su tali immobili.

Infine deve essere sottolineato il punto 6D del comma 3 dell’articolo 7 del disegno di legge delega. Questo prevede espressamente che i nuovi valori determinati in seguito all’applicazione della riforma fiscale non debbano essere utilizzati per la “determinazione della base imponibile” di tasse e imposte che hanno come base i valori catastali. Questo sembrerebbe escludere un aumento delle tasse sui beni immobili e un’imposta patrimoniale nascosta.

Possibili conseguenze della riforma fiscale

Premesso che nel 2026 potrebbe esservi una situazione completamente diversa dal punto di vista economico e con un Parlamento mutato e un Governo diferente e quindi non si può sapere oggi quel governo cosa potrebbe fare con le evidenze prodotte dalla riforma del catasto, è ovvio che delle conseguenze vi saranno.

Possiamo fare delle ipotesi: se viene rilevato un immobile abusivo o un contrasto tra la situazione di fatto e i dati catastali, saranno aggiornate anche le imposte. Esempio banale, un terreno classificato come seminativo in seguito alle verifiche potrebbe rilevarsi essere un vigneto o uliveto, appare di tutta evidenza che la rendita catastale molto probabilmente sarà diversa. In questo caso si scopre un “abuso” e ci sarà un aumento della rendita. E’ bene sottolineare che spesso il piccolo proprietario neanche sa che se decide di dismettere l’orticello e piantare ulivi, deve aggiornare il catasto e d’altronde non fa neanche il contrario, cioè se decide di dismettere l’uliveto per l’orticello dovrebbe comunque fare le modifiche al catasto e avrebbe una rendita minore.

Dei riflessi potrebbero esservi sui mutui, ad esempio se un immobile viene classificato nella fascia in cui è possibile usufruire delle agevolazioni sul mutuo prima casa e si scopre in seguito che c’è una piscina e che per tutta una serie di motivi l’immobile deve essere classificato di lusso e quindi non può ottenere le agevolazioni fiscali, ci saranno anche dei riflessi economici. Siamo però sempre nell’ambito di un allineamento tra situazione di fatto e situazione catastale e non nell’ambito di una patrimoniale nascosta.

Con la legge delega prende il via un’epocale riforma fiscale: novità

Si è svolta ieri, 5 ottobre 2021, la conferenza stampa del Presidente del Consiglio Draghi sulla delega per la riforma fiscale. Ecco cosa è stato annunciato e su cosa verterà la riforma che appare essere la più importante dopo decenni di stratificazione legislativa.

I passi da compiere per giungere alla Riforma Fiscale

Il sistema fiscale italiano è tra i più complessi e a sottolinearlo è lo stesso Presidente del Consiglio Draghi, nel tempo si sono accumulate tante imposte, le aliquote sono cresciute, ci sono stati provvedimenti parziali che di fatto hanno reso il sistema sempre più complesso portando la tassazione italiana a livelli altissimi. Questo ha avuto notevoli riflessi nella vita quotidiana, con aziende che fuggono dall’Italia, cittadini che sentono come iniquo l’intero sistema e larghe fasce di evasione.

Ieri in conferenza stampa è stato presentato il disegno di legge delega sulla riforma fiscale, la stessa, una volta approvata delegherà il Governo a realizzare entro 18 mesi la riforma del sistema fiscale. La legge delega è un atto con cui il Parlamento delega al Governo l’emanazione successiva dei provvedimenti attraverso decreti legislativi. L’obiettivo dichiarato è riordinare il sistema fiscale e sicuramente il Governo, vista la base ristretta può raggiungere più facilmente l’obiettivo senza la navetta continua che di solito caratterizza l’approvazione delle leggi in Parlamento con la presentazione di migliaia di emendamenti. Ora proveremo a capire quali sono le novità importanti emerse e le linee guida per il nuovo sistema fiscale.

IRAP: addio con la riforma fiscale

Il disegno di legge delega definisce il perimetro di azione che riguarderà le principali imposte italiane: IRAP, IRPEF, IRES, IVA, inoltre è prevista la riforma del catasto. Il Presidente del Consiglio Draghi ha però sottolineato che nel complesso la riforma dovrebbe portare ad una minore pressione fiscale, ciò anche al fine di allineare il sistema italiano a quello dell’Unione Europea, infatti abbiamo il sistema non solo più complesso ma anche con tassazione più elevata. Il disegno di legge comprende 10 articoli, nel primo è chiaramente indicato che la riforma dovrà essere terminata entro 18 mesi, ma soprattutto che dovranno essere rispettati gli articoli 3 (uguaglianza formale e sostanziale) e 53 ( principio della progressività del sistema fiscale) della Costituzione.

La prima novità importante riguarda l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) da sempre è considerata un’imposta poco equa ed è molto avversata, il Governo mira ad eliminarla entro il 2026, l’unico ostacolo resta reperire una fonte alternativa per finanziare la sanità regionale.

Cosa si prevede per l’IRPEF

Un’altra imposta su cui si punta è l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), qui diversi sono i temi toccati, in primo luogo le addizionali comunali e regionali vengono trasformate in “sovraimposte”, il loro ammontare dovrà essere comunque tale da assicurare lo stesso gettito a Regioni e Comuni, l’aliquota potrà essere aumentata nelle Regioni che mostrano delle sofferenze inerenti il sistema sanitario. Il Governo intende agire anche sulle aliquote medie, tra gli obiettivi c’è il riordino delle deduzioni e delle detrazioni.

La riforma dovrà comunque garantire il principio della progressività, ricordiamo che lo stesso prevede che chi ha di più, paghi di più ma non in modo proporzionale (tale sistema si realizzerebbe eliminando gli scaglioni), ma in modo più che proporzionale. Si vocifera di un’eliminazione del secondo scaglione, con accorpamento al primo scaglione, l’ipotesi non sembra probabile perché si tratterebbe di una riduzione di 11 punti percentuali, inoltre si parla di un ampliamento della no tax area che attualmente è di circa 8.000 euro.

IVA: Imposta sul Valore Aggiunto

Importanti novità potrebbero esservi anche per l’IVA, Imposta sul Valore Aggiunto, in questo caso si propone una semplificazione delle aliquote, non si specifica se si intende ridurre il numero delle stesse, l’obiettivo è comunque creare un sistema armonico all’interno dell’Unione Europea, semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta.

La tanto discussa Riforma del Catasto

Sicuramente ha fatto molto discutere la proposta di riforma del catasto, il Presidente del Consiglio ha più volte sottolineato che questa non mira ad aumentare il gettito fiscale e che le famiglie neanche si accorgeranno di questa modifica. L’obiettivo è allineare il valore delle rendite catastali al reale valore degli immobili. Si propone un nuovo censimento che mira a rilevare edifici abusivi e a riportare edifici agricoli situati in aree edificabili nella loro corretta “inquadratura”, a correggere le distorsioni inerenti la destinazione d’uso degli immobili (probabilmente si riferisce anche al catasto terreni. La nuova mappatura dovrebbe prendere il via il primo gennaio 2026 in questo lasso di tempo dovrebbero essere creati criteri uniformi per attuare la riforma.

IRES

Nella razionalizzazione del sistema rientra anche una riforma dell’IRES, Imposta sul Reddito delle Società, naturalmente le linee guida sono generiche, l’obiettivo è cercare di armonizzare la reale capacità di reddito a fini civili e fiscali puntando sulla revisione dei sistemi di ammortamento dei costi e riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle aziende. Cioè si punta a tassare il reale reddito tenendo in considerazione il complesso sistema dei costi che le aziende devono sostenere.

L’armonizzazione del sistema IRES dovrebbe puntare anche ad eliminare le distorsioni create al sistema fiscale dalla possibilità di scegliere tra diverse forme societarie e di impresa che di fatto hanno tassazioni diverse cercando il regime fiscale più favorevole, inoltre l’obiettivo anche in questo caso è allinearsi con il sistema europeo. Insomma l’obiettivo è neutralizzare le differenze tra regimi fiscali delle varie società e imprese.

Il governo per la riforma fiscale ha stanziato 2 miliardi di euro per il 2022 e 1 miliardo di euro per il 2023, questi fondi potranno essere implementati con quelli che derivano dalla lotta all’evasione fiscale. Tra gli obiettivi vi è anche la semplificazione del sistema di riscossione delle imposte implementando l’uso delle nuove tecnologie da parte dell’Agenzia Entrate e Riscossioni, questo dovrebbe portare un risparmio sulle spese per la riscossione.

Riforma del catasto: cosa ci si aspetta dal governo?

Riforma del catasto potrebbe essere un nuovo capitolo all’interno delle legge fiscale. Si fanno già ipotesi su cosa potrà contenere.

Riforma del catasto: la rivalutazione dei valori

Gli operatori del settore si aspettano una nuova legge sulla rivalutazione dei valori catastali. Mentre i contribuenti, circa il 73% degli italiani temono notti insonni per le rivalutazioni. In altre parole cresce l’attesa per conoscere come e se il Governo metterà mano alla riforma catastale. C’è da dire che i valori catastali dell’Agenzia delle entrate non vengono toccati da decenni, ma farlo adesso potrebbe non essere il momento migliore.

Il Paese si trova in una posizione in cui l’economia non è certo un momento florido. Tuttavia però si cerca di riprendersi ed uscire dalla situazione globale, legata anche alle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19.  Se si considera che sono 25.5 milioni gli italiani a possedere un immobile, la rivalutazione potrebbe essere importante, soprattutto per le casse dello stato.

Imu in caso di rivalutazione

Nelle intenzioni del governo potrebbero esserci l’indicazione degli spazi in metri quadrati, abbandonando definitivamente i vani catastali. Non solo, il valore di reddito potrebbe essere affiancato da quello medio di mercato. Inoltre le categorie catastali potrebbero essere semplificate, fino al punto di cancellare la differenza tra case popolari e di lusso.

Anche se questa ipotesi sembra poco credibile. Ma facendo un rapido calcolo mettendo a confronti di dati al metro quadro con i prezzi e i valori di mercato, emergono evidenti differenze. Lo stesso valore dell‘IMU in molte città potrebbe essere notevolmente aumentato: Milano +174%, Napoli +108%, Roma +56% e Torino +46%. La riforma potrebbe quindi portare un aumento dell’Imu, ma anche di tutte le tasse patrimoniali legate agli immobili.

Gli obiettivi della riforma catastale

Comprare casa potrebbe anche diventare più costoso del previsto. Questo perché quando si acquista un immobile le tasse vengono calcolate sui valori espressi in visura catastale. Anche se vi è l’esigenza di aggiornare gli archivi catastali nell’ottica di un’equa imposizione fiscale. E’ uno degli obiettivi indicati dal Ministero dell’economia e delle Finanze nell’atto di indirizzo alle amministrazioni fiscali per il triennio 2021-2023.

Il Ministero punta ad assicurare il costante aggiornamento dell’Anagrafe immobiliare integrata” per associare ad ogni immobile i valori relativi a posizione, area geografica e zona. Mentre l’Agenzia delle entrate dovrebbe andare a integrare le banche dati immobiliari con le informazioni desunte dalla dichiarazione dei redditi. Non resta che aspettare cosa e come deciderà il governo Draghi nella prossima legge fiscale.