L’evasore italiano? Giovane, maschio, autonomo

Esiste una fotografia dell’evasore medio italiano? Sì, l’ha scattata il rapporto della Commissione sulla riforma fiscale, voluto dal Ministero dell’Economia: giovane, autonomo, proprietario di case. Un dato, quest’ultimo, che deriva dalla percentuale di evasione sui redditi da immobili, che tocca l’83,7%. In totale, l’evasione media annua per ogni italiano è pari a 2.093 euro.

Il rapporto, che ha il pregio di mettere insieme numeri e dati ma che, nel complesso, si configura come la scoperta dell’acqua calda, afferma che l’evasione fiscale è concentrata soprattutto su lavoratori autonomi, imprenditori e proprietari di immobili dati in affitto, e che i contribuenti più virtuosi sono pensionati e lavoratori dipendenti. Rispetto a un tasso medio di evasione del 13,5%, gli autonomi e gli imprenditori dichiarano il 56,3% in meno e chi affitta immobili, appunto, l’83,7% Un 44,6% di lavoratori autonomi ha anche un lavoro dipendente o una pensione e il tasso d’evasione maschile è al 17,3%, quasi il doppio di quello femminile (9,9%) delle donne. I figli sono meno virtuosi dei padri: sotto ai 44 anni l’evasione è infatti del 19,9%, del 10,6% tra 44 e 64 anni e del 2,7% per gli over 64.

Attesa per il 25 maggio l’assemblea annuale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili

Il prossimo mercoledì 25 maggio a Roma, a partire dalla ore 9.30, presso l’Auditorium della Conciliazione, in via della Conciliazione 4 si terrà l’Assemblea annuale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili. Il presidente del consiglio nazionale della categoria, Claudio Siciliotti, presenterà una relazione dedicata alla situazione economica e fiscale del Paese, con le dieci proposte dei commercialisti per la riforma del fisco e per la lotta all’evasione, una proposta di riforma della giustizia tributaria, uno studio sugli effetti sulle imprese dei ritardi dei pagamenti della P.A. e una ricerca sui costi sopportati dai commercialisti per l’informatizzazione dei loro studi professionali.

Seguiranno gli interventi del Ministro della giustizia, Angelino Alfano, del Ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, del Ministro della gioventù, Giorgia Meloni, dei sottosegretari Luigi Casero e Alberto Giorgetti (Economia) e Alfredo Mantovano (Interno), del responsabile economico del Partito Democratico, Stefano Fassina, del presidente dell’API, Francesco Rutelli, del presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria, Daniela Gobbi. I lavori proseguiranno nel pomeriggio dalle 15 alle 18 a cui parteciperanno i soli delegati.

Oltre alla partecipazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili saranno presenti anche i Presidenti e i Consiglieri dei 143 Ordini territoriali italiani, nonché ulteriori delegati eletti dall’Assemblea di ciascun Ordine locale ed i vertici delle associazioni sindacali di categoria. Sono attesi a Roma non meno di 1500 partecipanti.

Il presidente di Confcommercio interviene sui temi della crescita economica

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del convegno ‘Imprese lombarde per l’Italia proposte per il rilancio‘ alla presenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e dei ministri Paolo Romani, Michela Brambilla, Ferruccio Fazio,Mariastella Gemini e Ignazio La Russa, tenutosi nei giorni scorsi a Milano, ha espresso contrarietà all’ipotesi di diminuzione dell’Irpef e innalzamento dell’Iva, ribadendo l’importanza di snellire la burocrazia e incentivare le giovani imprese: “Ho accolto volentieri l’invito raccolto dal governo a Rete Impresa Italia Lombardia per un confronto con il preside del consiglio e i ministri perchè per noi il problema resta sempre quello: accelerare e irrobustire la crescita. Noi ribadiremo le proposte che in questi ultimi tempi avevamo indicato che prevedono una riforma fiscale, un federalismo fiscale efficiente e solidale per arrivare a raggiungere due obiettivi importantissimi per il mondo che rappresentiamo cioè la semplificazione e la riduzione della pressione fiscale e dare occupazione ai giovani“.

Il presidente ha ricordato come l’Italia abbia necessità di crescere più dell’1% stimato, attraverso un risanamento della finanza pubblica, alleggerendo il debito pubblico e riformando il sistema fiscale e riducendo la pressione fiscale. Doveri difficili da portare a termine ma che vanno necessariamente affrontati.

Sangalli ha ribadito contrarietà anche circa nuove tasse proposte dal recente decreto in materia di federalismo municipale, tra cui l’ampia facoltà riconosciuta ai Comuni di procedere all’attivazione della tassa di soggiorno e ancora l’impatto dell’Imu sugli immobili commerciali e produttivi. “Serve più cooperazione tra impresa e lavoro; più cooperazione tra pubblico e privato. Per far crescere l’innovazione e premiare il merito. Anche attraverso l’innovazione dei modelli contrattuali, opportunamente sostenuta da premi di produttività detassati. Bisogna, in particolare, puntare sul rilancio dell’occupazione giovanile sostenendo le imprese più attente ad investire nei giovani e che diano certezza di lavoro“- proseguendo – “ci siamo impegnati – come Rete Impresa Italia Lombardia, le altre associazioni e in collaborazione con i sindacati – a realizzare un Patto per l’occupazione giovanile sfruttando l’avvenimento straordinario come l’Esposizione Universale che, nel nostro Paese, non si verificava da oltre un secolo. Ilpatto prevede un Tavolo tecnico di lavoro che opererà per linee tematiche: leve contrattuali, incentivi fiscali e formazione. Riconosciamo al Governo di aver praticato una politica di bilancio doverosamente attenta all’andamento dei conti pubblici e siamo consapevoli della necessità di perseverare nell’esercizio della disciplina di bilancio. Chiediamo, però, ora uno sforzo straordinario per l’avanzamento del progetto riformatore di questa legislatura. Chiediamo di investire in riforme, di investire sui giovani dando loro certezza di occupazione. Quando cresce l’occupazione giovanile cresce infatti anche il Paese: nel senso piu ampio di questo termine. Chiediamo di investire ogni risorsa compatibile ed utile. Di fare tutti insieme sistema per tornare a crescere“.

Mirko Zago

I Commercialisti propongono una riforma fiscale radicale

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili ha approvato il Manifesto dei commercialisti per una riforma radicale del Fisco. Sono quattro le linee d’azione prioritarie indicate nel documento che verrà consegnato al Ministero dell’Economia: regole certe nei rapporti tra fisco e contribuenti; maggiore fermezza contro l’evasione, purché ci sia anche un nuovo processo tributario, affidato a uomini e competenze professionali reali; un prelievo fiscale equo, efficiente e coerente; un federalismo in cui conti l’autonomia finanziaria piuttosto che l’autonomia impositiva. Un documento, quello dei commercialisti, nel quale sono elencate anche le condizioni pregiudiziali per la reale praticabilità della riforma e gli obiettivi fondamentali da perseguire.

Le condizioni: i commercialisti ritengono innanzitutto che una radicale rivisitazione del sistema fiscale vada subordinata a cinque condizioni che sono altrettanti no. No ad una riforma priva dei presupposti sociali e politici per durare a lungo e sì, invece, ad un percorso condiviso da tutte le parti sociali e dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, per evitare che ciò che viene fatto dalle prime venga poi “smontato” dalle seconde. No ad una riforma in cui le logiche di gettito prevalgano sugli obiettivi socio-economici di fondo. No ad una riforma “tela di Penolope”, che blocchi, fino al suo completamento, interventi immediati di riduzione o modificazione del prelievo su famiglie, imprese e professionisti. No ad una riforma che dimentichi la necessità di una semplificazione normativa. No, infine, ad una riforma che possa giustificare nuovi condoni fiscali, con i quali chiudere eventualmente con il pregresso.

Le linee d’azione prioritarie e gli obiettivi fondamentali: il documento elenca anche alcune linee d’azioni prioritarie dalle quali discendono gli obiettivi fondamentali da perseguire per un fisco migliore. Per i commercialisti vanno innanzitutto garantite regole certe per rilanciare la fiducia, elevando a norma di rango costituzionale lo Statuto del contribuente, costruendo un nucleo di principi certi e indisponibili dallo stesso Governo di turno, creando, come in molti Paesi, un’autorità indipendente che vigili sulle norme fiscali e affrontando la questione dell’”abuso del diritto”. Serve poi maggiore fermezza nella lotta all’evasione, dando priorità al nuovo redditometro (uno strumento da perfezionare e informatizzare), premiando la trasparenza finanziaria e accentuando la lotta ai paradisi fiscali. Tutto ciò senza però dimenticare la giustizia tributaria, evitando di pensare solo alla riscossione dei tributi. Il sistema tributario, scrivono i commercialisti, deve funzionare anche quando il rapporto tra fisco e contribuenti sfocia in contenzioso. Serve dunque anche una riforma della giustizia tributaria, con un nuovo processo tributario, affidato a uomini con le opportune professionalità. Per costruire un prelievo fiscale equo, efficiente e coerente, va riequilibrata la tassazione tra redditi patrimoniali e redditi produttivi, distinguendo accumulo e risparmio per incentivare la capitalizzazione delle imprese. I commercialisti chiedono anche di abolire l’Irap, imposta iniqua e distorsiva, e di premiare fiscalmente le imprese che danno lavoro. Infine, il capitolo dedicato al federalismo. Per il Consiglio nazionale della categoria esso deve enfatizzare l’inversione dei flussi di cassa rispetto al potere di creare tributi. Ciò che conta, in sostanza, è rendere regioni ed enti locali titolari del gettito prodotto dai loro territori, trasformando i trasferimenti erariali in entrate proprie.

I delegati ai tavoli per la riforma: i quattro delegati dei commercialisti ai tavoli sulla riforma fiscale sono il presidente della categoria Claudio Siciliotti (Bilancio pubblico), Enrico Zanetti, Capo Ufficio Studi della Presidenza del Consiglio Nazionale dei commercialisti (Economia non osservata), Gianpaolo Valente, Segretario Generale dell’Istituto di Ricerca dei commercialisti (Erosione fiscale) e il consigliere nazionale Roberto D’Imperio (Sovrapposizione).

Laura LESEVRE