Orlandi: “La riforma delle professioni è da rifare”

Secondo Roberto Orlandi, la riforma delle professioni va completamente rifatta dopo il parere del Consiglio di Stato. Il vicepresidente del Cup (Comitato unitario professioni) e presidente del Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, commenta con LABITALIA il parere del Consiglio di Stato relativo al decreto del Presidente della Repubblica, predisposto dal ministro della Giustizia, di riforma del sistema professionale. “Sicuramente – ammette – sono molto soddisfatto, perchè il Consiglio di Stato ha ripreso per il 90% tutte le obiezioni che lo scorso 3 luglio gli avevamo inviato”.

“Per l’ufficio legislativo del ministero di via Arenula – sottolinea – il parere rappresenta una debacle che ha pochi precedenti, per il mondo delle professioni, e soprattutto per i giovani praticanti rappresenta una ventata di fresca aria di buon senso e libertà. In sintesi, il ministero deve riscrivere tutto”.

“Incontrerò il ministro Severino – aggiunge Orlandi – e vedremo come si procederà. Certo, il governo può anche decidere di disattendere il parere del Consiglio di Stato, tuttavia non è affatto consigliabile: sarebbe un vero e proprio suicidio”.

“Tecnicamente – spiega il vicepresidente del Cup – come fatto osservare dagli agrotecnici, l’articolo 1 del testo di riforma, secondo il Consiglio di Stato, va riscritto perché ampliava all’infinito la definizione di ‘professione intellettuale’. Viene ripristinata la capacità negoziale dei consigli nazionali professionali in materia assicurativa che il ministero aveva cancellato”.

“Sono salvi – fa notare Orlandi – i tirocini inferiori a 18 mesi e salta l’obbligo del tirocinio generalizzato per tutti, anche per quelle categorie che non lo avevano. Viene ripristinata l’autonoma capacità dei consigli nazionali professionali di stipulare in proprio convenzioni con le università per lo svolgimento dl tirocinio durante il corso di studi”.

E’ stato, inoltre, eliminato – rimarca – l’assurdo divieto del limite di non più di tre tirocinanti ogni professionista (ciascun albo deciderà quanti). Salta il divieto per i pubblici dipendenti di svolgere l’attività professionale. Salta anche l’obbligo di ripetere il tirocinio se lo si sospende per più di sei mesi e l’odioso e costoso obbligo del corso di formazione semestrale a cui erano irragionevolmente costretti i tirocinanti. Il corso sopravvive ma come alternativa al tirocinio, non più come ulteriore gravame”.

Il decreto sulle qualifiche professionali accolto da polemiche

di Vera MORETTI

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sulle qualifiche professionali che permette la partecipazione delle associazioni professionali riconosciute ai tavoli di negoziazione Ue.

Il testo non fa riferimento agli attestati di competenza dei professionisti non iscritti all’albo, questione che era stata sollevata nelle settimane precedenti e bisognosa di essere risolta.

A questo proposito, Roberto Orlandi, vice coordinatore del Cup, si è mostrato agguerrito e in attesa di quando tale provvedimento passera al Cnel. Ha infatti affermato: “Ritengo irrilevante la questione dell’attestato, comunque siamo nel campo dell’extra delega. Come coordinatore del gruppo delle libere professioni del Cnel posso assicurare che il nostro parere, anche se non vincolante, sarà negativo“.

Si tratterà, dunque, di una battaglia doppia, che vedrà schierati sia Cup sia Cnel, poiché quest’ultimo avrà un peso significativo quando si tratterà di impugnare il testo del decreto.

Secondo tale testo, le associazioni dovranno avere un’organizzazione ramificata a livello nazionale e assicurare l’affidabilità degli iscritti, con il rispetto del codice deontologico e con l’obbligo di formazione continua.
D’altro canto, non avranno il permesso di esercitare competenze riservate né fare uso di denominazioni usate da Ordini e Collegi. Per quanto riguarda la possibilità di rilasciare attestati di competenza, c’è ancora incertezza.

Agrototecnici: in crescita del 30% le iscrizioni all’albo

Roberto Orlandi, presidente del Collegio nazionale degli agrotecnici laureati commenta i dati diffusi dal Miur relativi alle  iscrizioni dei giovani agli ordini professionali: “I ragazzi non si iscrivono agli albi professionali? La nostra categoria registra il fenomeno opposto. Assistiamo infatti a un incremento significativo delle iscrizioni“. Proseguendo: “Nell’ultimo biennio il numero di iscrizioni è lievitato del 30%. Attualmente sono in corso gli esami e prima di luglio non abbiamo dati certi. Tuttavia, sin da ora possiamo confermare il trend positivo“.

Chi si iscrive al nostro albo -spiega- ha molte possibilità di lavorare da subito. Tuttavia, esistono diversi problemi riconducibili per lo più alla scarsa preparazione tecnica dei giovani: magari hanno studiato anche con risultati lodevoli, ma non basta”.

“I ragazzi – osserva – devono essere ‘accompagnati’ nel lavoro, avendo a disposizione non solo un supporto tecnico, ma anche psicologico. Questa è sicuramente una chiave di volta che fa affluire molti ragazzi nel nostro albo. Fermo restando che chi ha voglia di lavorare trova facilmente un’occupazione nel settore una volta entrati nell’albo”.

Il Collegio nazionale offre la massima assistenza a chi si accosta concretamente, per la prima volta, alla professione operando da “incubatore” per idee impreditoriali di successo.

Mirko Zago