Emilia Romagna e Sace: 100 milioni per le PMI

Buone notizie per l’Emilia Romagna e le terre colpite dal terremoto. Sace e Banca popolare dell’Emilia Romagna hanno siglato un accordo che mette a disposizione delle Piccole e Medie Imprese della Regione 100 milioni di euro in nuovi finanziamenti a breve termine destinati all’internazionalizzazione.

Nello specifico, la somma stanziata in soccorso alle Pmi sarà destinata a fornire sostegno alle esigenze di capitale circolante per operazioni di export, e potrà essere utilizzata per la realizzazione di lavori all’estero o per lo sviluppo di progetti di internazionalizzazione.

L’importo minimo dei finanziamenti sarà di 50.000 euro e la loro durata non dovrà superare i 18 mesi. Per tutti coloro che ne faranno richiesta, Bper erogherà i finanziamenti attraverso i prodotti Fin Short Term e Fin Preshipment, garantiti da Sace fino al 70%.

Non solo: 30 milioni di euro del plafond complessivo stanziato, saranno destinati esclusivamente alle piccole e medie imprese colpite dal recente terremoto, allo scopo di finanziare anche la ricostruzione degli impianti danneggiati dagli eventi sismici e permettere la ripresa delle attività produttive. Le agevolazione non sono finite: le imprese colpite dal sisma potranno inoltre beneficiare di tassi di interesse a condizioni particolarmente vantaggiose e avranno la possibilità di pagare il premio applicato da Sace alla scadenza del finanziamento e non al momento dell’erogazione.

I restanti 70 milioni della somma stanziata per l’internazionalizzazione delle Pmi saranno destinati alle imprese clienti del Gruppo Bper. Sale così a 550 milioni di euro il plafond di finanziamenti messi a disposizione dalla partnership Bper-Sace per aprire al mercato internazionale le imprese del Made in Italy.

Alessia CASIRAGHI

Le Pmi verso un’internazionalizzazione?

di Vera MORETTI

E’ nata una nuova alleanza siglata da Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi, e Giovanni Gorno Tempini, Alessandro Castellano e Massimo D’Aiuto, rispettivamente amministratori delegati di Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest.

Ciò porterà ad una proroga fino al 6 aprile 2013 per il sistema Export banca. Questo sistema era stato creato nel 2010 tramite una convenzione tra Cdp e la Sace, la società controllata dal ministero dell’Economia che garantisce il credito all’esportazione assicurando gli investimenti esteri. Ora è entrata anche Simest, Società italiana per le imprese all’estero, nell’ambito di un’azione di abbattimento degli interessi sui crediti.

La convenzione mira alla costituzione di compartecipazioni con le banche, nazionali e non, per la quota che rimane scoperta.
Questa operazione potrebbe rendere le imprese italiane maggiormente competitive a livello europeo, e poter, dunque, stare al passo con Francia e Germania, che godono già di strumenti analoghi.

Le misure varate nell’ambito di questo progetto traghetteranno le 40 operazioni da 9 miliardi ciascuna in fase di istruttoria, che si avvalgono di una quota di finanziamenti firmati Cdp pari a 4,5 miliardi. La maggior parte di queste sono di credito all’acquirente estero mentre oltre una decina sono di sostegno all’internazionalizzazione delle Pmi, per l’apertura di filiali e acquisizioni all’estero.
Nel 2011 sono state cinque le operazioni avviate nei settori dei cantieri navali, dell’edilizia e delle infrastrutture, gas e petrolio: due finanziate per un totale di circa 800 milioni, altre tre sono in fase di conclusione.

Ma le manovre non si fermano qui, perché è previsto un incontro il 19 aprile prossimo per affrontare il tema spinoso del credit crunch e la proposta Abi per smobilizzare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende.

Libia nuovo mercato?

La Libia, dopo la caduta del regime di Gheddafi, si appresta a vivere una fase di ricostruzione politica ed economica che potrebbe coinvolgere anche l’Italia.

Dopo che ieri, infatti, è atterrato a Tripoli il primo volo Alitalia dopo 8 mesi, sembra che siano tante le opportunità per le imprese italiane, e non solo per quelle che avevano già manifestato interessi verso il Paese nord africano, bensì anche per chi stia considerando l’ipotesi di buttarsi su questa “fetta” di mercato.

Sembrerebbe questa la tendenza per l’anno prossimo, confermata anche da un’analisi condotta da Unioncamere e Cresme Ricerche, secondo cui ammonterebbero a 4 milioni di euro, l’80% in più rispetto a quest’anno, gli investimenti in costruzioni in Libia previsti per il 2012.

In un Paese distrutto dalla guerra sono molte le aree cittadine da ricostruire totalmente e qualora si ristabilisse l’opera di infrastrutturazione iniziata dal vecchio governo, l’Italia avrebbe un ruolo di primo piano.

Per muoversi in questo senso, Alfredo Cestari, presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale, ha chiesto al neo Primo Ministro del Governo transitorio Abdul Al-Raheem Al-Qeebampio coinvolgimento delle imprese italiane nella importante fase che oggi si apre anche in considerazione degli storici rapporti di interscambio tra Italia e Libia bruscamente interrotti dalle azioni militari”.

Questo perché, ad otto mesi dall’interruzione dell’interscambio tra le due nazioni, la situazione oggi appare molto delicata, considerando che, mentre le aziende assicurate con Sace hanno avviato pratiche per il risarcimento dei contratti, tutte le altre hanno subito il drastico “cessate i lavori” e la conseguente perdita di commesse, oltre ad attrezzature e macchinari mai più riportati in patria.

Ora, ItalAfrica Centrale sta organizzando una missione imprenditoriale in Libia con il coinvolgimento del Ministero degli Esteri al fine di ottenere chiarimenti sulle effettive condizioni per le imprese italiane: “Tutti gli imprenditori – conclude Cestari – ci chiedono precise garanzie: l’avvio di percorsi di interlocuzione con istituzioni libiche riconosciute ed autonome; la certezza di buon livello di sicurezza nel Paese, stabilità, semplificazione delle procedure, precisi codici di investimenti ed eliminazione della corruzione”.

Vera Moretti

Pmi, 250 milioni di fondi da Sace, Bei e Tesoro

Siglata un’intesa tra Ministero dell’Economia, Borsa Italiana, Banca europea per gli investimenti, Fondo Italiano d’Investimento e Sace per spingere lo sviluppo delle Pmi italiane attraverso lo stanziamento di 250 milioni di euro.

L’obiettivo dell’accordo, secondo quanto si legge in una nota, è quello di “favorire la patrimonializzazione e lo sviluppo delle Pmi attraverso il sostegno ai fondi di capitale di rischio dedicati alla crescita“. Un accordo che mira al “rafforzamento della patrimonializzazione delle imprese di minori dimensioni per favorire il finanziamento di progetti di medio-lungo termine, la crescita dimensionale, l’internazionalizzazione e la capacità competitiva nel mutato scenario globale“.

L’accordo – prosegue la nota – prevede uno stanziamento iniziale di 100 milioni di euro per ciascuna istituzione, rinnovabili per tranche. L’attività comune riguarderà tanto la condivisione di informazioni in materia di ricerca di opportunità di investimenti, quanto l’istruttoria, l’analisi progettuale e finanziaria e il successivo monitoraggio”. Sace, da parte sua, metterà inizialmente 50 milioni di euro e mirerà “all’acquisizione e alla gestione di partecipazioni rilevanti in Pmi quotate o quotande sul mercato italiano con un modello di business possibilmente orientato all’esportazione“.

Finanziamenti per l’internazionalizzazione delle imprese del Nord

Sace e Sparkasse Cassa di Risparmio di Bolzano hanno firmato un accordo per sostenere le imprese italiane nel processo di internazionalizzazione. Firmatari dell’accordo sono Raoul Ascari, chief operating officer di Sace e da Stefano Ortolano, chief corporate banking di Sparkasse Cassa di Risparmio di Bolzano. Sono  messi a disposizione delle pmi dell’Alto Adige e del Nord Est, 20 milioni di nuovi finanziamenti per favorire la crescita sui mercati esteri.

L’accordo permetterà alle aziende con fatturato superiore a 250 milioni, generato per almeno il 10 per cento all’estero – di richiedere e accedere a prestiti, erogati da Sparkasse e garantiti da Sace fino al 70 per cento per finanziare attività connesse alla crescita sui mercati esteri.

I finanziamenti, della durata compresa tra 36, 60 e 84 mesi, andranno da un minimo di 100 mila a un massimo di 2 milioni di euro. potranno essere richiesti per acquisto, riqualificazione o rinnovo degli impianti e dei macchinari, nonché delle attrezzature industriali e commerciali, promozione, pubblicità, tutela di marchi e brevetti, ricerca, sviluppo e partecipazione a fiere internazionali, acquisizione di partecipazioni non finanziarie all’estero, acquisto di terreni e loro riqualificazione, immobili e loro ristrutturazioni, accordi di cooperazione e di joint venture con imprese estere.

 

Da UniCredit, 50 milioni per l’esportazione in Russia

Un fondo di 50 milioni è stato costituito per finanziare e agevolare operazioni di export di attrezzature e beni strumentali verso la Russia.

UniCredit ha sottoscritto un accordo di finanziamento, garantito da Sace, con OJSC VTB-Leasing, società leader nel mercato russo del leasing, per un importo complessivo di 50 milioni.
Il finanziamento, che è diviso in due tranche di 30 e 20 milioni per una durata complessiva di 6 anni, è stato accordato in considerazione dei rilevanti rapporti commerciali esistenti tra OJSC VTB-Leasing e aziende italiane, con l’obiettivo di sostenere nuove forniture italiane di beni strumentali e macchinari acquistati in leasing da controparti russe.

 

Il Gruppo Montepaschi firma un accordo per aiutare l’internazionalizzazione delle imprese

Lo scorso 29 novembre 2010, nella sede della Camera di Commercio di Firenze, è stato firmato un accordo quadro tra alcune strutture del sistema camerale italiano con il Gruppo Montepaschi. Obiettivo dell’intesa è agevolare e supportare con i migliori strumenti finanziari e le professionalità adeguate i percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane.

Tra i firmatari dell’accordo: Unioncamere Emilia-Romagna e PromoFirenze, Padova Promex, Promos Milano, Aries Trieste, Vicenza Qualità, Camera di Commercio di Latina, Aspin Frosinone, Concentro Pordenone, Cesp Matera, Intertrade Salerno. L’ accordo quadro di collaborazione tra il Gruppo Montepaschi e le strutture camerali, che sarà concretizzato nelle prossime settimane nei diversi contesti territoriali, prevede un programma di prima consulenza personalizzata per le imprese e servizi di supporto finanziario e commerciale per l’estero su attività di prima assistenza (scouting, partecipazione missioni, fiere) e di consolidamento commerciale (studi di mercato e di fattibilità).

Secondo Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha siglato per tutte le nove Camere di Commercio della regione, l’accordo “consente al sistema camerale e alle banche, integrando le rispettive competenze, di accompagnare ancora più efficacemente le imprese sui mercati esteri soprattutto nei Paesi emergenti, fornendo adeguato supporto anche sul versante finanziario”. Per effetto della convenzione, saranno garantite consulenze e servizi specifici agli operatori che parteciperanno alle iniziative promozionali del sistema camerale, con attenzione alle varie fasi di sviluppo delle imprese, rafforzando la loro capacità di competere sui mercati esteri. A questo riguardo, giovedì 2 dicembre, è in programma un unico grande evento “Porte Aperte all’Internazionalizzazione” organizzato dalla Camera di commercio di Ferrara nei locali della fiera. Sono previsti incontri con i referenti dei Desk estero, ma anche di Sace, Simest, Ice, oltre a rappresentanti consolari e diplomatici, esperti e consulenti.

Il grande appuntamento annuale organizzato dalla Camera di Commercio di Ferrara, prevede conferenze su Paesi e mercati strategici e l’opportunità di incontrare singolarmente e gratuitamente i vari esperti e consulenti.