Saldi invernali, comincia la corsa

I saldi invernali sono partiti oggi e una delle città nei quali la corsa agli acquisti è da sempre più frenetica è di certo Milano. Ecco perché FederModaMilano (nell’ambito di Confcommercio Milano) si è lanciata in alcune previsioni per quelle che saranno le spese e il giro di affari in città con questi saldi invernali.

Secondo FederModaMilano, dunque, la stima è che per la città i saldi invernali avranno un valore complessivo delle vendite di circa 435 milioni di euro, con un acquisto medio a persona di 165 euro, mentre gli sconti medi saranno del 40%. FederModaMilano, e questo è il punto dolente, stima in circa il 2% il calo rispetto ai saldi invernali 2014.

Secondo Renato Borghi, presidente di FederModaMilano, “l’appuntamento dei saldi si conferma importante, in particolare a Milano, dove la spesa in saldo è maggiore rispetto al resto d’Italia e dove vi è un forte interesse anche da parte degli stranieri attratti dal nostro Made in Italy. E dopo un autunno debole, penalizzato anche dalle condizioni del tempo non favorevole alle vendite di capi invernali, ed un periodo di Natale che ha favorito in particolare le vendite di accessori moda, l’acquisto in saldo rappresenta sicuramente un’interessante opportunità per i consumatori perché vi è un ampio assortimento soprattutto nel tessile per poter effettuare acquisti ad un buon rapporto qualità/prezzo”.

Lo scenario generale, purtroppo, non è mutato e resta difficile – rileva Borghi – con una permanente debolezza dei consumi anche per il carico di spese obbligate e insopprimibili che grava sulle famiglie. Basti pensare all’ondata di tasse che ha sommerso i milanesi alla fine dell’anno appena chiuso. Anche per questo la nostra stima complessiva sui saldi invernali che si avviano indica un calo rispetto allo scorso anno, ma già dai dati di sabato 3, primo giorno, confidiamo in un buon avvio auspicando, alla fine del periodo, di poter cancellare la stima prudenziale negativa. Questi saldi invernali spero costituiscano un’occasione di rilancio per i negozi al dettaglio: un aiuto a invertire il trend negativo”.

Ecco perché con l’avvio dei saldi invernali 2015 FederModaMilano e Confcommercio Milano, in sintonia con le associazioni dei consumatori, rilanciano la tradizionale iniziativa dei “Saldi chiari”. Ecco i punti salienti: 

Carte di credito. Durante i saldi l’operatore commerciale non può rifiutare il pagamento con carta di credito.

Cambi merce. Il dettagliante si impegna a sostituire, se possibile, o a rimborsare i capi acquistati che presentano gravi vizi occulti così come previsto dal Codice Civile ed in particolare dalle norme di recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Nel caso di non corrispondenza della taglia, il capo verrà sostituito con prodotti disponibili all’atto della richiesta di sostituzione. Qualora non fosse possibile la sostituzione per mancanza di capi o per mancato gradimento da parte del cliente, l’operatore rilascerà un buono acquisto di pari importo del prezzo pagato relativo ai capi da sostituire. Buono che il cliente dovrà spendere entro i successivi 120 giorni dall’emissione dello scontrino fiscale (che dev’essere presentato).

Prova prodotti. Il cliente ha diritto di provare i capi per verificarne la corrispondenza della taglia e il gradimento del prodotto. Sono esclusi dalla facoltà della prova i prodotti che rientrano nella categoria della biancheria intima e quei prodotti che, per consuetudine, non vengono normalmente provati.

Uniformità dei prezzi. Le catene di negozi che effettuano saldi si impegnano a porre in vendita gli stessi prodotti agli stessi prezzi. In caso di variazione del prezzo, la variazione viene praticata contemporaneamente in tutti i punti vendita della catena.

Riparazioni. Se il costo per l’adattamento o la riparazione dei capi acquistati è a carico del cliente, l’operatore commerciale deve darne preventiva informazione al cliente stesso e deve inoltre esporre, in modo ben visibile, un cartello informativo sul quale si dichiara espressamente che le riparazioni sono a carico del cliente.

Contenzioso. Eventuali contenziosi fra consumatori e imprese che aderiscono a “Saldi Chiari” saranno esaminati e giudicati dallo sportello di conciliazione istituito dalla Camera di Commercio di Milano.

Confesercenti: “Flop saldi? colpa del caldo che non arriva”

Secondo la solita indagine condotta da Confesercenti con Swg dopo un paio di settimane di saldi, descrive alla perfezione il clamoroso flop di questa prima parte di saldi estivi: il 67% degli italiani ha detto di voler partecipare alle vendite di fine stagione di quest’anno, ma solo il 29% lo ha già fatto nelle prime due settimane, mentre il 38% ha detto di voler sfruttare l’occasione nei prossimi giorni.

«Francamente il maltempo ha inciso in modo determinante – spiega Benny Campobasso, presidente Confesercenti della provincia di Bari – ma sono fiducioso. Quest’anno la partenza dei saldi corrisponde con l’inizio della stagione. Ci sarà un afflusso significativo nei prossimi giorni feriali».

«Dall’indagine – sottolinea Roberto Manzoni, presidente di Fismo Confesercenti – emerge che i negozi hanno ancora un’ampia gamma di offerta disponibile, con un buon assortimento, che garantisce la possibilità per i consumatori di fare buoni affari. La partenza dei saldi è stata finora deludente: gli italiani appaiono ancora prudenti, e l’avvio dell’estate, segnato dal maltempo, ha frenato la voglia di rinnovare il guardaroba»

Jacopo MARCHESANO

Giordano: “Nuova normativa sui saldi? Liberalizziamo il settore”

Dopo aver ascoltato nei giorni scorsi gli interessanti pareri di Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, di Stefano Pizzolato, Presidente dell’Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma e Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I., oggi abbiamo incontrato il Presidente nazionale di Adiconsum, Pietro Giordano, per una breve chiacchierata sulla sessione estiva di saldi che scatterà questo fine settimana.

Dott. Giordano, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno, nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
I saldi, così come sono strutturati ora, non hanno più senso d’esistere. La normativa sui saldi viene disattesa dagli stessi commerciati che, attraverso sms e mail, promuovono dei pre-saldi ai clienti più affezionati mettendo loro a disposizione la merce migliore, creando, inevitabilmente, discriminazione tra gli acquirenti. Per questo chiediamo l’apertura al più presto di un Tavolo concertativo con Confcommercio e Confesercenti che affronti il tema di una reale liberalizzazione del settore.

I saldi non sono solo l’occasione per fare acquisti, ma anche per capire lo stato di salute del Paese…
Non proprio. Infatti, data la crisi, la maggior parte dei consumatori attende gli sconti dei saldi per effettuare i propri acquisti. Pertanto l’incremento delle vendite di questo periodo potrebbe essere scambiato per un Paese con un discreto potere d’acquisto, mentre invece è tutto il contrario.

Quali sono i consigli di Adiconsum per vivere al meglio questa sessione di saldi?
Non posso fare altro che citare il decalogo che abbiamo diffuso nei giorni: sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale; è meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo, per esempio sconti superiori al 50-60 per cento nascondono spesso merce non proprio nuova; confrontare i prezzi con quelli di altri negozi, magari annotando il prezzo di un capo o della merce a cui si è interessati.

Jacopo MARCHESANO

Bussoni: “Meno efficaci di una volta, ma i saldi resistono”

Se per Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I. (Associazione Europea Consumatori Indipendenti), non ha più senso parlare di saldi “in un mercato dove il commercio si deve confrontare con nuove forme di vendita molto aggressive”, di tutt’altro avviso è Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti.

Dott. Bussoni, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno, nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
Certo. I saldi sono un’occasione particolare, ben distinta dalle promozioni, perché riguardano capi e accessori di fine stagione: da qui la convenienza dell’evento per famiglie e imprese, per le quali valgono oltre il 30% del fatturato annuale. Vero è che, purtroppo, l’eccesso di promozioni durante il resto dell’anno, in qualche modo, rendono meno efficaci i saldi.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi. I saldi non sono solo l’occasione per fare acquisti, ma anche per capire lo stato di salute del Paese…
Sicuramente la crisi e la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie italiane ha un effetto pure sui saldi. Nonostante l’abbigliamento sia una delle icone del ‘Made in Italy’, la diminuzione del potere d’acquisto ha portato ad un calo costante della spesa delle famiglie in abbigliamento ed accessori, esacerbatosi durante la crisi. Tra il 2007 e il 2013, i consumi in questo settore hanno registrato una grave flessione (-15,2%), per un totale di quasi 10 miliardi in meno di consumi. La quota di spesa media mensile dedicata al vestiario dalle famiglie italiane si è attestata nel 2012 al 5%: quasi la metà del 13,6% registrato nel 1992, e che ci poneva – assieme al Giappone – al vertice della classifica mondiale. La crisi sembra aver accelerato un cambiamento in atto da anni: nel 2002 abbigliamento e calzature assorbivano il 6,8% della spesa media mensile delle famiglie italiane. In parte il processo è dovuto però a motivi culturali: il concetto stesso di status symbol, che una volta includeva spesso e volentieri particolari capi di vestiario, anche importanti, sembra ormai essersi spostato verso i prodotti tecnologici.

Quali settori della produzione ne beneficeranno di più?
La nostra industria dell’abbigliamento e degli accessori made in Italy. Considerando, oltre agli esercizi di distribuzione, anche la produzione moda che viene dall’Italia e che viene venduta nel paese attraverso i negozi tradizionali, il settore nel 2013 valeva oltre 65 miliardi. Un bene da non perdere: si tratta di uno dei pochi comparti dove ancora possiamo competere con successo.

Jacopo MARCHESANO

Pizzolato: “Indispensabile cambiare la legge sui saldi”

 

Tra stime, previsioni più o meno ottimistiche e appelli dell’ultima ora, tra pochi giorni, finalmente, partiranno i saldi. Per una breve chiacchierata a riguardo, oggi abbiamo incontrato Stefano Pizzolato, presidente dell’Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma, l’organizzazione che ha come obiettivo la valorizzazione, la tutela, lo sviluppo e la divulgazione della conoscenza delle attività commerciali storiche di eccellenza della nostra capitale, quelle attività gestite dalla stessa famiglia da almeno 3 generazioni per oltre 70 anni nello stesso settore merceologico e nello stesso locale all’interno del perimetro della cosiddetta “città storica”.

Dott. Pizzolato, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno. Nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
I saldi hanno ancora un forte appeal per i clienti delle aziende serie e professionali che applicano lo sconto del saldo solo ed unicamente nel periodo stabilito dalla legge. Così come sono regolati, però, i saldi e le promozionali rappresentano un vantaggio per le società che non rispettano le regole a danno delle società serie. La legge sui saldi e sulle promozionali, così come la legge sul commercio, andrebbe cambiata.

Ci spieghi come.
La legge sui saldi dovrebbe essere cambiata nella sua interezza e non solo in alcune parti, come è stato annunciato più volte. Sicuramente andrebbero regolati i saldi solo in alcuni periodi dell’anno, magari con date spostate in avanti rispetto ad oggi e non allungando il periodo stabilito. Andrebbero cambiate le promozionali, che attualmente sono un esatto sostitutivo dei saldi, e limitate a pochi articoli o pochi giorni cercando anche di intervenire in maniera più seria sulle forme di comunicazioni esterne delle stesse. Infine, si dovrebbero regolamentare meglio le aperture di outlet e di temporary store nei centri urbani. Il tutto, controllando sempre il rispetto delle leggi in essere.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi. Come leggere questi dati?
Sono dati statistici che dovranno essere verificati, aspettiamo almeno l’inizio dei saldi prima di trarre questo tipo di conclusione.

Su quali prodotti i commercianti puntano maggiormente in questa sessione estiva? O come al solito sono i consumatori a indirizzare i commercianti?
Ne l’uno nè l’altro. I saldi sono una occasione per le aziende di smaltire le scorte di fine stagione e per i consumatori di trovare prodotti a prezzi vantaggiosi. Solo le società serie possono giungere al risultato di attrarre clienti per lo smaltimento delle giacenze di fine stagione.

Saldi e turismo, il connubio regge anche a Roma?
Il turismo è positivo solo se di qualità. Il turista che arriva nella capitale non cerca i saldi a tutti i costi. Cerca dei servizi e fa shopping nei negozi che danno maggiori garanzie. Se lo stesso turista trova anche i saldi avrà un vantaggio in più. Il connubio è turismo ed economia. Il turismo aiuta l’economia. Ma solo delle città che hanno saputo organizzarsi per dare servizi ai turisti…

Jacopo MARCHESANO

Marinelli: “Inutile parlare di saldi al giorno d’oggi…”

 

Nonostante le previsioni non siano particolarmente positive, la settimana prossima partirà la sessione estiva dei saldi. A riguardo oggi abbiamo incontrato Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I. (Associazione Europea Consumatori Indipendenti) per una breve chiacchierata sull’argomento.

Dott. Marinelli, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno. Nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
La nostra Associazione di Consumatori ha spesso evidenziato questo fattore direttamente agli amministratori della pubblica amministrazione chiedendo un cambio normativo radicale. Inutile parlare oggi di SALDI in un mercato dove il commercio si deve confrontare con nuove forme di vendita molto aggressive (coupon, aste on line, e-commerce e via dicendo).

LEGGI I DIECI CONSIGLI DI IVAN MARINELLI PER NON INCORRERE IN FREGATURE DURANTE I SALDI

La normativa attuale è vecchia e, di fatto, rappresenta un peso per le attività di vendita e mancati benefici per i consumatori. Gli stessi commercianti, in maniera non proprio lecita, reagiscono all’obsolescenza della legge con presaldi, saldi privati e/o atteggiamenti commerciali similari. E’ arrivato dunque il momento di riformare una legge vetusta per aggiornarla ai tempi attuali.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi. Come leggere questi dati?
Fermo restando che sono dati di massima difficile da confrontare, sono comunque numeri mortificanti che però evidenziano una serie di fattori se confrontati con altri dati. Va detto, per esempio, che l’e-commerce è in costante crescita. L’e-commerce italiano, infatti, vale oltre 13.2 miliardi di euro e per tutto il 2014 il commercio elettronico registrerà una crescita continua che sfiorerà il 17 percento di aumento rispetto al 2013.
Ogni acquisto effettuato tramite web è un acquisto sottratto al commercio tradizionale e, contestualmente, questo parametro influenza anche il periodo di saldi. Chi acquista tramite web, infatti, lo fa per evidenti opportunità di risparmio. Un consumatore avrebbe certamente più facilità di acquisto attraverso la catena tradizionale (specie per articoli quali abbigliamento, calzature, e similari). La scelta dell’acquisto a mezzo web riporta dunque alle condizioni di risparmio. L’e-commerce dunque rappresenta il vero concorrente dei saldi che non si presenta però, a differenza dei saldi, esclusivamente in un dato periodo dell’anno, ma 365 su 365. Oggi il consumatore italiano medio è un target più informato e sopportato da una conoscenza più radicata rispetto al passato.
Detto questo però il drastico calo è certamente influenzato dal periodo di crisi endemica.

Su quali prodotti i commercianti puntano maggiormente in questa sessione estiva? O come al solito sono i consumatori a indirizzare i commercianti?
Normalmente i prodotti più venduti sono beni ritenuto, in qualche maniera, indispensabili. In questo caso certamente il reparto calzature. Tra i prodotti più venduti nei saldi estivi sono t-shirt e bermuda, abitini freschi, sandali e gli articoli da spiaggia (costumi e teli). In generale prodotti che sostituiscono altri prodotti o prodotti desiderati e, quindi, di target più elevato. Va ricordato che al periodo dei saldi sono soggetti anche gli outlet dove i consumatori possono trovare merce outlet ulteriormente scontato grazie al saldo. L’incidenza degli ultimi tempi è proprio un aumento della spesa presso gli outlet nel periodo di saldi.

Jacopo MARCHESANO

Dieci buoni consigli per non farsi fregare durante i saldi

 

1  Negozi di fiducia. Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate i prodotti dei quali conoscete già il prezzo o la qualità, in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto. (leggi il nostro articolo|)

2  Diffidare. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti. Verificate che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che vi verrà presentato in negozio. La merce “vecchia” offerta in saldo deve essere separata dalla nuova.

3  Consigli per gli acquisti. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Meglio se avete tenuto d’occhio un capo o un prodotto annotando il vecchio prezzo.

4  Pubblicità. Ricordate che sui prodotti è obbligatorio il cartellino con il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere esposto “in modo chiaro e ben leggibile”. I messaggi pubblicitari devono essere presentati in modo non ingannevole per il consumatore.

5  Negozi. Controllate che fra la merce in saldo non ci sia anche quella nuova a prezzo pieno. La merce “vecchia” offerta in saldo deve comunque essere separata dalla “nuova”.

6  Attenzione. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino.

7  Prova dei capi: non c’è l’obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati.

8  Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi.

9  Scontrino. Lo scontrino è un documento importante e deve essere sempre conservato in caso di merce difettosa: non è vero infatti che in svendita non si possono sostituire. Il negoziante, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare, è obbligato a sostituire l’articolo difettoso o non conforme alla dicitura.

10  Fregature. A.E.C.I. ricorda che nel caso in cui il consumatore si renda conto che il prezzo originario del capo che si sta acquistando è stato “maggiorato” in virtù del saldo e dello sconto può rivolgersi al comune e agli ispettori annonari per denunciare l’accaduto; e poi ovviamente c’è sempre la nostra associazione per qualsiasi consiglio in merito.

 

Saldi estivi: al via con scetticismo

Nonostante le previsioni non siano particolarmente ottimistiche, la settimana prossima partirà la sessione estiva dei saldi. I primi a partire saranno il Lazio, il Piemonte, la Toscana ed il Veneto che daranno il via il prossimo 5 luglio. Il 6 luglio sarà la volta della Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, mentre il 7 luglio i saldi prenderanno il via in Abruzzo, Basilicata, Campania (con l’eccezione di Napoli che sarà la prima città ad anticiparli il 2), Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta. A Milano, Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Napoli dureranno un massimo di 60 giorni, a Torino terminano dopo 8 settimane e a Roma dopo 6. Genova riduce la durata a 45 giorni, a Venezia, Ancona e Reggio Calabria finiscono il 31 agosto. Bari e Palermo invece fissano lo stop al 15 settembre.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi, con uno scontrino medio che non supererà i 65 euro: 2,2 miliardi di euro in meno in soli sei anni.

«Meno di una famiglia su due (il 45% circa) approfitterà dei saldi per fare qualche acquisto – prosegue il rapporto del Codacons – prestando molta più attenzione degli anni passati al fattore prezzo e confrontando i listini dei vari negozi prima di effettuare compere».

Jacopo MARCHESANO

In saldo il pantalone? No, lo zampone

Segno dei tempi che stiamo vivendo. La stagione dei saldi (quella falsa che inizia convenzionalmente a gennaio, non quella vera che i commercianti mettono in pratica tutto l’anno…) sta vedendo per la prima volta la corsa non tanto alle vetrine di abbigliamento e accessori quanto a quelle degli alimentari.

Per la prima volta quest’anno gli italiani che vanno a caccia di panettoni, pandori, torroni cotechini, zamponi e spumanti messi in saldo dopo le feste superano quelli interessati all’acquisto dei capi di abbigliamento.

Secondo un’indagine online della Coldiretti, il 66% degli italiani acquisterà con i saldi prodotti alimentari delle feste in offerta anziché abbigliamento e calzature (58%). Sempre secondo il sondaggio, il 30% degli italiani comprerà panettoni, pandori e torroni scontati, il 10% cotechini e zamponi così come il 10% andrà a caccia di spumanti e liquori, mentre il 16% acquisterà altri prodotti come lenticchie, frutta secca o cesti.

Come noi tutti possiamo facilmente capire, si tratta spesso di alimenti tipicamente natalizi che non possono essere conservati a lungo (specialmente pandori, panettoni, torroni, cotechini e zamponi), ma spesso in saldo è sono anche la frutta secca o gli spumanti. Le formule d’acquisto sono le più differenti e vanno dal 1X2 al 2X3, ma vi sono casi di sconti rilevanti che arrivano al dimezzamento dei prezzi.

Così come nel caso dei saldi per l’abbigliamento ci sono i classici e immancabili decaloghi di Confcommercio, anche per i prodotti alimentari Coldiretti non manca di dire la propria: è necessario fare attenzione alle date di scadenza per evitare di consumare prodotti scaduti. Per quanto riguarda in particolare lo zampone e il cotechino, anche se la durata del prodotto sottovuoto è di circa di 2 mesi, non è infrequente trovare in supermercati e negozi di alimentari offerte con sensibili sconti sul prezzo con cui erano in vendita alla vigilia di Natale.

Insomma, se al pantalone preferiamo lo zampone facciamocene… una ragione.

Saldi tra luci e ombre. Si cerca l’affare ma i soldi sono pochi…

di Davide PASSONI

Ci risiamo. Come sempre, l’inizio del nuovo anno ci riporta il rituale dei saldi. Dopo esserci lasciati alle spalle il 2013, quinto anno di una crisi della quale tanti prevedono la fine a breve ma nessuno la vede per davvero, il rituale appare sempre più svuotato di senso.

È vero, in un momento difficile come l’attuale, i saldi sono ancor di più il momento in cui le famiglie italiane concentrano i propri acquisti, magari negli outlet più che nei negozi tradizionali, non tanto nella speranza di trovare il capo sperato e fare un affare ma di fare un affare quale che sia. La crisi non guarda in faccia nessuno.

E proprio in questo senso, la stagione dei saldi è anche un momento chiave nell’economia di un anno, non solo per chi acquista ma anche e soprattutto per chi vende. Imprese e commercianti sperano sempre di più nelle prossime settimane per invertire una tendenza negativa che ormai si è trasformata in una routine.

Le previsioni delle maggiori associazioni di categoria sono contrastanti, il portafoglio degli italiani è sempre meno pieno, il potere d’acquisto delle famiglie si concentra sempre di più sui beni di prima necessità, il resto viene dopo.

In questa chiave, provando a guardare il fenomeno saldi dal punto di vista di chi lo vive “dall’altra parte del bancone”, Infoiva proverà questa settimana a capire di più. Perché quello che imprese e commercianti non vogliono, così come non lo vogliono le famiglie, è abituarsi a vivere una vita in saldo, sotto costo, di un valore più basso di quello che ciascuno di noi merita.