Sprint in avvio dei saldi

Potrebbe essere la boccata di ossigeno tanto sperata per commercianti e imprese quella dei saldi invernali 2016. Almeno stando alle cifre preliminari rilevate da Confesercenti attraverso un sondaggio sull’andamento delle vendite di stagione condotto sui negozianti di alcune importanti città e regioni italiane.

I numeri di Confesercenti parlano di un aumento medio delle vendite del 5% rispetto al 2015, anche se le cifre sono molto differenti profonde tra città e città e tra regione e regione.

Confesercenti sottolinea che questo buon andamento delle vendite è favorito dall’aumento dello sconto praticato in media dagli esercizi commerciali: quasi 8 negozi su 10 praticano riduzioni di prezzo dal 30% in su, ma non mancano casi di saldi praticati al 70%.

Come è giusto che sia, Confesercenti invita comunque alla prudenza, ricordando che le impressioni positive riscontrate dai commercianti all’avvio dei saldi devono comunque essere confermati da un bilancio definitivo che spesso, ricorda l’associazione, si può già alla fine della prima settimana di vendite. Secondo Confesercenti, entro questa settimana “si concentrerà circa un terzo dei 4,5 miliardi di spesa messa a budget dagli italiani per i saldi“.

Le cifre di Confesercenti sui saldi invernali scendono anche nel dettaglio di regioni e città e rilevano che l’avvio delle vendite scontate, soprattutto nei capoluoghi, è partito con il botto, tanto che in città come Torino si stima un +5-7% nelle vendite. Positivo il dato della Sardegna, regione che ha subito pesantemente i colpi della crisi: Confesercenti parla di “miglioramento decisivo” nell’isola, dove le vendite crescono per la prima volta dall’inizio della crisi.

Da segnalare la stretta che a Milano, capitale riconosciuta dei saldi, ha interessato i commercianti poco trasparenti, con controlli della polizia locale che, nella prima mattinata di saldi, ha controllato 34 negozi e multato 4 esercenti per falsi ribassi o per indicazioni imprecise sui prezzi o sulle percentuali di sconto. Un’azione repressiva che era cominciata già prima del ponte dell’Immacolata, quando gli agenti avevano monitorato un centinaio di attività commerciali riscontrando 85 violazioni amministrative per saldi anticipati o vendite promozionali effettuate in un periodo non consentito. Con il rischio di inficiare l’effetto positivo che i saldi dovrebbero avere per rilanciare, almeno in parte l’economia.

Saldi, il decalogo dei consumatori

Che li si prendano da una parte o dall’altra, i saldi invernali si presentano o come un’occasione di business, di affari o di possibili fregature. Nell’attesa di tirare le somme su giro d’affari, numeri e volumi di merce acquistata, non si fermano i consigli che, da più parti, arrivano per vivere i saldi al meglio. Oggi tocca a quelli di Altroconsumo.

  • Il negoziante non è tenuto a cambiare la merce (a meno che non sia difettosa); se non si è sicuri del proprio acquisto, prima di comprare chiedere se il negozio consente l’eventuale cambio della merce e in quali termini;
  • Provare sempre l’articolo scelto: se ci si pente dell’acquisto, potrebbe non esserci l’opportunità di cambiarlo;
  • Non acquistare i capi d’abbigliamento che non abbiano, oltre all’etichetta di composizione, anche quella di manutenzione: si eviteranno incidenti durante la pulitura;
  • Se si compra una merce che è stata espressamente messa in saldo perché difettata, occorre ricordarsi che non si può far valere la garanzia contestando il difetto al negoziante;
  • La garanzia vale per due anni dall’acquisto anche per la merce acquistata durante i saldi. Prestare attenzione agli scontrini di carta chimica, potrebbero deteriorarsi. Il consiglio è di fotocopiarli, per poterli esibire al momento opportuno se necessario;
  • La garanzia va fatta valere entro 60 giorni dal momento in cui si scopre il difetto del prodotto acquistato;
  • Un negoziante convenzionato con una carta di credito è tenuto ad accettarla sempre, anche in periodo di saldi. Se non lo fa, è bene insistere e protestare con la banca o la società emittente della carta;
  • I prezzi esposti durante i saldi vincolano il venditore: se alla cassa viene praticato un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, farlo notare al negoziante. Se quest’ultimo insiste, per tutelare i propri diritti è possibile chiamare la polizia municipale.

Per evitare confusione e acquisti non desiderati, la merce venduta durante i saldi deve essere esposta separatamente da quella non scontata: se la regola non viene rispettata, si può fare denuncia alla polizia municipale.

I numeri dei saldi

Mentre in alcune regioni i saldi invernali sono partiti sabato 2 gennaio, nella maggior parte delle città la corsa all’affare inizia oggi. Tra queste città ci sono anche le regine dello shopping come Roma e, soprattutto, Milano, che in occasione dei saldi invernali 2016 torna a vestire l’abito di capitale della moda.

Un ruolo che sui saldi invernali avrà un impatto forte e positivo, almeno stando alle stime di FedermodaMilano (Confcommercio Milano), che prevede per il capoluogo meneghino un valore complessivo delle vendite di 454 milioni di euro, con una previsione di acquisto medio a persona di 176 euro e un incremento nel valore dei saldi invernali milanesi di oltre il 4% rispetto ai saldi 2015.

A Milano e in Lombardia i saldi partono martedì 5 gennaio come coerentemente stabilito nell’ambito della decisione della Conferenza delle Regioni di una data unica nazionale – afferma Renato Borghi, presidente di FedermodaMilano e Federazione Moda Italia -. I saldi restano un’occasione importante: un ‘rito’ collettivo capace di attrarre l’interesse di milanesi e di turisti e visitatori invogliati dalla qualità del made in Italy. I consumatori trovano anche quest’anno un ampio assortimento a prezzi competitivi. Per gli operatori commerciali si tratta soprattutto di dare continuità (incrementando i ricavi più che i guadagni) ai segnali di ripresa avvertiti nelle vendite di Natale tenendo però anche conto che, su alcuni prodotti, la stagione invernale, di fatto, non è ancora iniziata. Non sono, quindi, certamente dissipate le preoccupazioni del dettaglio moda multimarca indipendente di qualità, ma un risveglio dei consumi si è registrato anche grazie ad Expo dopo anni di segni negativi e le nostre stime sulle vendite in saldo ne tengono conto”.

Servono, ora – prosegue Borghisegnali forti e politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi. Nel primo semestre del 2015 hanno chiuso in provincia di Milano 203 negozi di moda (113 nel solo Comune di Milano) a fronte di 106 nuove aperture (58 nel Comune di Milano). E il clima mite ha ridotto fortemente le vendite di capi più pesanti influendo anche sulle vendite di calzature e accessori di stagione”.

Secondo FedermodaMilano gli sconti medi per questi saldi invernali milanesi andranno dal 30 al 40% e, in concomitanza con le vendite a prezzi ribassati, torna la tradizionale iniziativa dei “Saldi chiari” promossa da FedermodaMilano in sintonia con le associazioni dei consumatori. Ecco i capisaldi.

  • Carte di credito. Durante i saldi l’operatore commerciale non può rifiutare il pagamento con carta di credito.
  • Cambi merce. Il dettagliante si impegna a sostituire, se possibile, o a rimborsare i capi acquistati che presentano gravi vizi occulti così come previsto dal Codice Civile ed in particolare dalle norme di recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Nel caso di non corrispondenza della taglia, il capo verrà sostituito con prodotti disponibili all’atto della richiesta di sostituzione. Qualora non fosse possibile la sostituzione per mancanza di capi o per mancato gradimento da parte del cliente, l’operatore rilascerà un buono acquisto di pari importo del prezzo pagato relativo ai capi da sostituire. Buono che il cliente dovrà spendere entro i successivi 120 giorni dall’emissione dello scontrino fiscale (che dev’essere presentato).
  • Prova prodotti. Il cliente ha diritto di provare i capi per verificarne la corrispondenza della taglia e il gradimento del prodotto. Sono esclusi dalla facoltà della prova i prodotti che rientrano nella categoria della biancheria intima e quei prodotti che, per consuetudine, non vengono normalmente provati.
  • Uniformità dei prezzi. Le catene di negozi che effettuano saldi si impegnano a porre in vendita gli stessi prodotti agli stessi prezzi. In caso di variazione del prezzo, la variazione viene praticata contemporaneamente in tutti i punti vendita della catena.
  • Riparazioni. Se il costo per l’adattamento o la riparazione dei capi acquistati è a carico del cliente, l’operatore commerciale deve darne preventiva informazione al cliente stesso e deve inoltre esporre, in modo ben visibile, un cartello informativo sul quale si dichiara espressamente che le riparazioni sono a carico del cliente.

Pronti, saldi, via!

Anche quest’anno sono partiti i saldi invernali e, come sempre, si susseguono e si accavallano i calendari e i consigli su come, cosa e dove acquistare per evitare fregature.

Di solito, noi di Infoiva non amiamo dare notizie di questo tipo: il vademecum dei saldi in estate e in inverno, i consigli per proteggersi dall’afa in estate, i consigli per il cenone di Natale o per i botti sicuri a Capodanno… Ci rendiamo conto però che, spesso, le cosiddette notizie di servizio servono a qualcosa. Per cui… ecco qui calendario dei saldi e consigli per gli acquisti sicuri.

Per i saldi invernali 2016, il calendario di avvio è piuttosto semplice: il 5 di gennaio in tutte le regioni, tranne in Sicilia, Campania, Valle d’Aosta e Basilicata, dove la stagione dei saldi ha preso avvio il 2 di gennaio. Quello che cambia è il calendario di chiusura:

  • Lazio: 15 febbraio;
  • Liguria: 18 febbraio;
  • Piemonte, Puglia, Veneto: 28 febbraio;
  • Marche: 1 marzo;
  • Basilicata: 2 marzo;
  • Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Sardegna, Umbria, Toscana: 5 marzo;
  • Sicilia: 15 marzo;
  • Campania, Friuli: 31 marzo;
  • Valle d’Aosta, provincia di Trento: a discrezione dei commercianti.

Per evitare fregature o incauti acquisti durante i saldi, è necessario seguire alcune semplici regole di buon senso:

  • Non fermarsi al primo negozio ma comparare le offerte di diversi punti vendita, per trovare quelle davvero convenienti;
  • Sfruttare i primi 5 giorni per trovare i prodotti dell’ultima stagione e la taglia che si sta cercando; sfruttare gli ultimi se non si hanno pretese sull’ultimo modello e se si vogliono spuntare le occasioni migliori;
  • Verificare che il prezzo non sia stato artificialmente aumentato prima di essere ridotto;
  • Provare sempre il capo di abbigliamento;
  • Controllare che l’articolo non sia difettoso (questo sempre, non solo nei saldi);
  • Conservare lo scontrino per eventuali cambi (questo sempre, non solo nei saldi);
  • Controllare che sul cartellino del prodotto vi siano il vecchio e il nuovo prezzo.

Saldi, salvagente per le imprese?

Anche oggi come ogni volta, l’apertura dei saldi, siano essi estivi o invernali, porta con sé l’auspicio che le vendite scontate siano il volano per una ripresa, anche mini, dei consumi. Quest’anno ancora di più, visti gli indicatori economici che segnalano una timida ripartenza della domanda interna. Ma saranno davvero la svolta, questi saldi estivi?

Da una parte ci sono i dati diffusi da Coldiretti sui consumi alimentari, cresciuti di quasi il 2% (1,9%) anno su anno; un aumento non irrilevante, dal momento che una delle conseguenza della crisi è stata anche il taglio degli acquisti sul cibo, almeno su quello di qualità. È pure vero però che, nonostante sia il primo segno più dopo 7 anni di cali, i saldi non sono propriamente l’occasione per fare incetta di salami e sughi.

È però un dato di fatto che, nel primo trimestre 2015, si è assistito a una crescita del potere d’acquisto delle famiglie rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+0,8%) che fa ben sperare in vista dei saldi. A meno che i maggior introiti non spingano la propensione alla spesa verso altri settori.

Se, sempre in base a dati Istat, la spesa delle famiglie italiane è calata dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, è però cresciuta dello 0,1% su base annua. Una andamento ondivago che rende difficili le previsioni di spesa per i saldi.

Una mano in questo senso, nella lettura delle previsione dei saldi, potrebbe venire dai dati di Fismo – Confesercenti, secondo i quali il settore moda, cui fanno riferimento le imprese aderenti, non è ancora del tutto in salute. In questo 2015, quasi la metà degli imprenditori (il 49%) non ha registrato miglioramenti rispetto all’anno scorso, mentre solo il 26% sostiene di avere riscontrato segnali di ripresa e il 24% di avere il fatturato ulteriormente in calo.

Ecco perché qualcuno ha ipotizzato che i saldi estivi 2015 potranno portare risultati migliori di quelli dello scorso anno, anche in virtù del fatto che sono previsti sconti più alti. È il caso di dell’Ufficio Studi di Confcommercio Roma, secondo il quale le famiglie della Capitale spenderanno ciascuna tra i 210 e i 250 euro (+5% sui ai saldi estivi 2014).

Fismo – Confcommercio ha anche provato a spacchettare le previsioni di spesa per i diversi settori merceologici, partendo dai dati del 2014 e comparandoli con quelli del primo trimestre 2015. Dati che raccontano come la spesa per abbigliamento e calzature è stata di circa 100 euro al mese nel 2014 e sostanzialmente stabile all’inizio del 2015: +0,3% per il comparto moda, -0,6% per il calzaturiero. Vedremo come questi saldi si inseriranno nel trend.

Via ai saldi!

Ormai ci siamo.
Se per molti l’inizio di luglio corrisponde alla partenza per le tanto agognate ferie estive, per coloro che rimangono ancora in città l’appuntamento di questo primo week-end estivo è con i saldi, che dal 4 luglio impazzeranno in tutte le Regioni italiane.

Se si escludono, infatti, Basilicata e Campania, che inaugurano la stagione dei ribassi proprio oggi, 2 luglio, tutte le altre Regioni, di comune accordo, apriranno agli sconti il prossimo sabato.

Le Regioni e i principali Comuni italiani, dunque, hanno deciso di rispettare l’Accordo siglato in sede di Conferenza con le Province Autonome il 24 marzo 2011, uniformandosi, dunque, su quasi tutto il territorio nazionale e scegliendo come data il primo sabato del mese.

Nonostante l’accordo sia tuttora valido, alcune recenti delibere di Giunta Regionale, come ad esempio in Emilia Romagna, hanno abolito l’onere per gli esercenti il commercio di comunicare decorrenza e durata dei saldi ai rispettivi Comuni.
Quest’anno, inoltre, varie discipline regionali hanno confermato il divieto di effettuare vendite promozionali nel periodo antecedente l’inizio dei saldi di fine stagione.

Vera MORETTI

Giordano: “Nuova normativa sui saldi? Liberalizziamo il settore”

Dopo aver ascoltato nei giorni scorsi gli interessanti pareri di Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, di Stefano Pizzolato, Presidente dell’Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma e Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I., oggi abbiamo incontrato il Presidente nazionale di Adiconsum, Pietro Giordano, per una breve chiacchierata sulla sessione estiva di saldi che scatterà questo fine settimana.

Dott. Giordano, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno, nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
I saldi, così come sono strutturati ora, non hanno più senso d’esistere. La normativa sui saldi viene disattesa dagli stessi commerciati che, attraverso sms e mail, promuovono dei pre-saldi ai clienti più affezionati mettendo loro a disposizione la merce migliore, creando, inevitabilmente, discriminazione tra gli acquirenti. Per questo chiediamo l’apertura al più presto di un Tavolo concertativo con Confcommercio e Confesercenti che affronti il tema di una reale liberalizzazione del settore.

I saldi non sono solo l’occasione per fare acquisti, ma anche per capire lo stato di salute del Paese…
Non proprio. Infatti, data la crisi, la maggior parte dei consumatori attende gli sconti dei saldi per effettuare i propri acquisti. Pertanto l’incremento delle vendite di questo periodo potrebbe essere scambiato per un Paese con un discreto potere d’acquisto, mentre invece è tutto il contrario.

Quali sono i consigli di Adiconsum per vivere al meglio questa sessione di saldi?
Non posso fare altro che citare il decalogo che abbiamo diffuso nei giorni: sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale; è meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo, per esempio sconti superiori al 50-60 per cento nascondono spesso merce non proprio nuova; confrontare i prezzi con quelli di altri negozi, magari annotando il prezzo di un capo o della merce a cui si è interessati.

Jacopo MARCHESANO

Pizzolato: “Indispensabile cambiare la legge sui saldi”

 

Tra stime, previsioni più o meno ottimistiche e appelli dell’ultima ora, tra pochi giorni, finalmente, partiranno i saldi. Per una breve chiacchierata a riguardo, oggi abbiamo incontrato Stefano Pizzolato, presidente dell’Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma, l’organizzazione che ha come obiettivo la valorizzazione, la tutela, lo sviluppo e la divulgazione della conoscenza delle attività commerciali storiche di eccellenza della nostra capitale, quelle attività gestite dalla stessa famiglia da almeno 3 generazioni per oltre 70 anni nello stesso settore merceologico e nello stesso locale all’interno del perimetro della cosiddetta “città storica”.

Dott. Pizzolato, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno. Nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
I saldi hanno ancora un forte appeal per i clienti delle aziende serie e professionali che applicano lo sconto del saldo solo ed unicamente nel periodo stabilito dalla legge. Così come sono regolati, però, i saldi e le promozionali rappresentano un vantaggio per le società che non rispettano le regole a danno delle società serie. La legge sui saldi e sulle promozionali, così come la legge sul commercio, andrebbe cambiata.

Ci spieghi come.
La legge sui saldi dovrebbe essere cambiata nella sua interezza e non solo in alcune parti, come è stato annunciato più volte. Sicuramente andrebbero regolati i saldi solo in alcuni periodi dell’anno, magari con date spostate in avanti rispetto ad oggi e non allungando il periodo stabilito. Andrebbero cambiate le promozionali, che attualmente sono un esatto sostitutivo dei saldi, e limitate a pochi articoli o pochi giorni cercando anche di intervenire in maniera più seria sulle forme di comunicazioni esterne delle stesse. Infine, si dovrebbero regolamentare meglio le aperture di outlet e di temporary store nei centri urbani. Il tutto, controllando sempre il rispetto delle leggi in essere.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi. Come leggere questi dati?
Sono dati statistici che dovranno essere verificati, aspettiamo almeno l’inizio dei saldi prima di trarre questo tipo di conclusione.

Su quali prodotti i commercianti puntano maggiormente in questa sessione estiva? O come al solito sono i consumatori a indirizzare i commercianti?
Ne l’uno nè l’altro. I saldi sono una occasione per le aziende di smaltire le scorte di fine stagione e per i consumatori di trovare prodotti a prezzi vantaggiosi. Solo le società serie possono giungere al risultato di attrarre clienti per lo smaltimento delle giacenze di fine stagione.

Saldi e turismo, il connubio regge anche a Roma?
Il turismo è positivo solo se di qualità. Il turista che arriva nella capitale non cerca i saldi a tutti i costi. Cerca dei servizi e fa shopping nei negozi che danno maggiori garanzie. Se lo stesso turista trova anche i saldi avrà un vantaggio in più. Il connubio è turismo ed economia. Il turismo aiuta l’economia. Ma solo delle città che hanno saputo organizzarsi per dare servizi ai turisti…

Jacopo MARCHESANO

Dieci buoni consigli per non farsi fregare durante i saldi

 

1  Negozi di fiducia. Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate i prodotti dei quali conoscete già il prezzo o la qualità, in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto. (leggi il nostro articolo|)

2  Diffidare. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti. Verificate che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che vi verrà presentato in negozio. La merce “vecchia” offerta in saldo deve essere separata dalla nuova.

3  Consigli per gli acquisti. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Meglio se avete tenuto d’occhio un capo o un prodotto annotando il vecchio prezzo.

4  Pubblicità. Ricordate che sui prodotti è obbligatorio il cartellino con il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere esposto “in modo chiaro e ben leggibile”. I messaggi pubblicitari devono essere presentati in modo non ingannevole per il consumatore.

5  Negozi. Controllate che fra la merce in saldo non ci sia anche quella nuova a prezzo pieno. La merce “vecchia” offerta in saldo deve comunque essere separata dalla “nuova”.

6  Attenzione. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino.

7  Prova dei capi: non c’è l’obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati.

8  Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi.

9  Scontrino. Lo scontrino è un documento importante e deve essere sempre conservato in caso di merce difettosa: non è vero infatti che in svendita non si possono sostituire. Il negoziante, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare, è obbligato a sostituire l’articolo difettoso o non conforme alla dicitura.

10  Fregature. A.E.C.I. ricorda che nel caso in cui il consumatore si renda conto che il prezzo originario del capo che si sta acquistando è stato “maggiorato” in virtù del saldo e dello sconto può rivolgersi al comune e agli ispettori annonari per denunciare l’accaduto; e poi ovviamente c’è sempre la nostra associazione per qualsiasi consiglio in merito.

 

Saldi estivi: al via con scetticismo

Nonostante le previsioni non siano particolarmente ottimistiche, la settimana prossima partirà la sessione estiva dei saldi. I primi a partire saranno il Lazio, il Piemonte, la Toscana ed il Veneto che daranno il via il prossimo 5 luglio. Il 6 luglio sarà la volta della Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, mentre il 7 luglio i saldi prenderanno il via in Abruzzo, Basilicata, Campania (con l’eccezione di Napoli che sarà la prima città ad anticiparli il 2), Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta. A Milano, Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Napoli dureranno un massimo di 60 giorni, a Torino terminano dopo 8 settimane e a Roma dopo 6. Genova riduce la durata a 45 giorni, a Venezia, Ancona e Reggio Calabria finiscono il 31 agosto. Bari e Palermo invece fissano lo stop al 15 settembre.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi, con uno scontrino medio che non supererà i 65 euro: 2,2 miliardi di euro in meno in soli sei anni.

«Meno di una famiglia su due (il 45% circa) approfitterà dei saldi per fare qualche acquisto – prosegue il rapporto del Codacons – prestando molta più attenzione degli anni passati al fattore prezzo e confrontando i listini dei vari negozi prima di effettuare compere».

Jacopo MARCHESANO