Salone del Mobile ed export

In piena febbre da Salone del Mobile, le aziende del settore legno arredo mettono in questi giorni in bella mostra non solo le proprie eccellenze di design ma anche i numeri che contraddistinguono un settore che, da sempre, è trainante per l’economia italiana.

E i numeri non sono di poco conto. Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat per l’anno 2014, l’export italiano vale 8,6 miliardi, in crescita rispetto agli 8,4 del 2013 e agli 8,2 del 2012 (+3% in un anno, +6% in due). Si esporta cinque volte di più di quanto si importa. Un buon biglietto da visita per le imprese che espongono al Salone del Mobile.

I primi esportatori in quanto a province sono Treviso (1,5 miliardi), Monza e Milano (insieme 1,1 miliardi, circa 800 milioni da Monza e 400 da Milano), Pordenone e Como (oltre 600 milioni). Ai primi posti anche Udine, Bari, Vicenza, Pesaro-Urbino.

Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio milanese, i più venduti nel mondo sono gli accessori (2 miliardi), seguiti dagli altri mobili (1,7), dai mobili per la casa (1,3), dai divani (1,2), sedie (1,2 miliardi), cucine (654 milioni), mobili da ufficio (463 milioni). Ma non mancano anche 200 milioni circa di materassi. Insomma, chi lavora nel legno arredo ed espone al Salone del Mobile, almeno sul fronte dell’export può dormire sonni tranquilli.

Da notare che, negli ultimi due anni, l’export di Como è cresciuto ben del 19%, del 14% quello di Milano, del 6% quello di Pordenone e del 5% quello di Monza-Brianza e Treviso.

Nello specifico, la Camera di commercio di Milano sostiene oltre cento le imprese del settore design attraverso Promos, azienda speciale che le sostiene nel loro processo di internazionalizzazione, accompagnandole nei mercati più strategici per il loro business. Per il design si guarda infatti con sempre maggiore interesse a Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, oltre ai mercati europei più tradizionali come Francia, Germania e Regno Unito. Tutti Paesi che, al Salone del Mobile di Milano, trovano le eccellenze migliori tra cui scegliere.

Il Salone del Mobile e il futuro del settore

Il Salone del Mobile di Milano che prende il via oggi porterà all’attenzione degli addetti ai lavori e non solo quello che, per l’economia e per il Pil italiani, significa la filiera nazionale del legno arredo. Secondo il dossier “10 verità sulla competitività italiana – Focus sul settore Legno Arredo”, redatto da Fondazione Symbola, Unioncamere, FederlegnoArredo e Fondazione Edison, l’industria del mobile e dell’interior design italiano è seconda al mondo nella classifica con la quale si valuta il saldo della bilancia commerciale grazie ai 10 miliardi di surplus. Davanti a noi la Cina. Mica pizza e fichi.

Del resto, che l’arredamento italiano sia campione del mondo non è una cosa che si scopre solo una volta all’anno quando, quando apre i battenti il Salone del Mobile. Secondo i dati contenuti nel rapporto, il legno arredo italiano esporta il 60% di quanto produce, export che in 5 anni (2008-2013) è aumentato del 16,5%, stracciando i concorrenti storici della Germania (ferma a un +11,6%) e della Francia (indietro di quasi due terzi, a +5,9%).

E i primati continentali del legno arredo italiano non finiscono certo qui. Il focus di Symbola, particolarmente importante se letto alla luce del recente Salone del Mobile, ricorda che il nostro Paese è ai vertici della Ue a 28 per quanto riguarda il saldo commerciale di ben 22 prodotti sui 37 censiti del settore legno arredo, tra mobili, finestre, porte, finestre e illuminazione.

Una maestria della manifattura italiana che ha la sua forza tanto nel sistema Paese quanto nelle eccellenze territoriali. Lombardia e Veneto sono infatti due delle tre principali regioni produttrici di mobili dell’Ue e tra le prime 15 compaiono anche Friuli Venezia Giulia, Marche e Toscana. Ben 5 su 15, un terzo, sono italiane. Tutte realtà per le quali il Salone del Mobile è un’ulteriore, grande vetrina.

E pensare che, come ricorda il rapporto Symbola, il valore aggiunto che le competenze della manifattura italiana portano alla nostra industria del mobile è pari a quasi 5 miliardi di euro (4,9, per la precisione). Una cifra ben al di sopra di quella portata alle industrie del legno arredo di altri Paesi europei tradizionalmente più ricchi di materie prime rispetto al nostro; basti pensa che la Francia si ferma a 2,3 miliardi, la Spagna a 1,8 e la Svezia, terra di foreste e patria del colosso globale Ikea a 900 milioni.

Ma il rapporto, per l’onesta intellettuale e il rigore scientifico che distingue i suoi curatori, non si ferma alle luci della filiera italiana del legno arredo (quelle che si vedranno al Salone del Mobile), ma indaga anche le ombre, evidenziandone i problemi che fermano la crescita: “La diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, la mancanza di lavoro, il peso delle mafie e di una corruzione mai contrastata adeguatamente, una burocrazia spesso soffocante, il Sud che perde contatto con il resto del Paese”.

Handicap storici per i quali c’è soluzione: “Rimediare non è facile, ma è alla nostra portata. Serve però un’idea di futuro. E’ indispensabile acquisire la consapevolezza dei nostri punti di forza, per mobilitare i talenti e le energie migliori“. Proprio quelli che, in questi giorni, popolano il Salone del Mobile di Milano.

Salone del Mobile per rilanciare il legno arredo

Domani, martedì 14 aprile, si apre il Salone del Mobile di Milano. Un appuntamento che, negli anni, è diventato sempre più glamour, grazie soprattutto al Fuorisalone che trasforma le vie di Milano in atelier di design a cielo aperto, ma che cerca di non dimenticare quello che deve essere in prima battuta: una vetrina e un volano di business per uno dei settori nei quali le imprese italiane hanno pochi rivali, quello del legno arredo.

E in effetti, gli organizzatori del Salone del Mobile nei padiglioni i Fiera Milano Rho hanno un obiettivo ben preciso: sostenere e accompagnare le Pmi italiane del settore legno arredo e del design verso i mercati più lontani, sostenendo e incrementando l’export, vera linfa del business delle imprese in un momento economico difficile come quello attuale.

Aperto dalle 9.30 alle 18.30, anche al pubblico sabato 18 e domenica 19 aprile, il Salone del Mobile arriva a due settimane dall’avvio di Expo2015, a pochi metri dai padiglioni fieristici e punta a sfruttare l’effetto dell’esposizione universale per agganciare una ripresa che, nel settore legno arredo appare lenta ma costante, in termini di fatturati e, soprattutto, di ordinativi.

I numeri di questo Salone del Mobile parlano di circa 2mila espositori suddivisi tra i settori Salone internazionale del mobile, SaloneUfficio Salone del complemento d’arredo ed Euroluce e le attese del settore sono tutte nelle parole del presidente di FederlegnoArredo e del Salone del Mobile, Roberto Snaidero durante la presentazione dell’edizione 2015: “Quest’anno ci attendiamo il record, 350mila visitatori provenienti da 160 Paesi, perché c’è una grande voglia di investire delle imprese e di scommettere su nuove strategie di business e nuove sinergie per affrontare le sfide dei mercati più lontani. Sul mercato estero abbiamo chiuso il 2014 con un aumento delle vendite del 2,7%, quindi abbiamo raggiunto quasi 11,5 miliardi di export. Una mano importante è stata fornita dalla svalutazione dell’euro grazie alla quale solo in dicembre le esportazioni verso gli Usa sono cresciute del 47%”.

E se per l’estero le cose non vanno male, dal Salone del Mobile ci si aspetta una sveglia anche per la domanda interna, stimolata sì dal bonus mobili ma ancora di là dall’essere soddisfacente. “Partiamo da presupposti positivi sul mercato estero – ha ricordato ancora Snaidero -. Abbiamo chiuso il 2014 su 2013 con un +2,7%, quindi 11,5 miliardi di esportazioni, mentre è più sofferente in mercato interno il bonus mobili ci ha aiutato a non calare ulteriormente: rispetto al meno 4-5% degli anni scorsi la flessione lo scorso anno l’abbiamo contenuta a -2,5%”.

Proprio sul bonus mobili è tornato Snaidero, chiedendo ancora una volta che diventi una misura strutturale e non estemporanea: “Abbiamo già chiesto al governo che sia una misura strutturale per il nostro settore, vedremo. Avremo la prossima settimana l’opportunità di incontrare diversi referenti del governo e ripeteremo la nostra richiesta”. Perché il Salone del Mobile è anche un momento favorevole per la diplomazia…

Pirovano: “La Brianza manifatturiera è il motore propulsivo del settore”

Con un passato nell’azienda di famiglia, attiva nel settore della progettazione e della costruzione di stampi di articoli tecnici termoplastici per il settore dell’automotive, Mina Pirovano ha fondato nel 2009 la MinaDesign, con l’obiettivo di rispondere ai nuovi bisogni di una società in evoluzione applicando il design al segmento degli accessori per il food e per la beverage industry. Responsabile del coordinamento delle Camere di Commercio dell’intera Lombardia, nonché Presidente del Comitato Imprenditoria femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza, abbiamo incontrato Mina Pirovano in piano Salone del Mobile…

Dott.ssa Pirovano, con 160 imprese del territorio presenti la Brianza è una delle grandi protagonista del Salone del Mobile in corso in questi giorni.
Assolutamente si. La Brianza manifatturiera è il motore propulsivo del settore in chiave nazionale. Ma il Salone non è solo la più grande vetrina internazionale sul settore dell’arredamento, è anche un’occasione per molti altri settori che possono beneficiare di questa settimana unica del calendario meneghino.Durante il giorno nei padiglioni di Rho Fiera e la sera agli appuntamenti del FuoriSalone, non c’è da perdere nemmeno un attimo per dare visibilità alla straordinaria manifattura italiana. Per fortuna l’apprezzamento internazionale non è mai venuto meno.

Le piccole e medie imprese costituiscono il 97% del tessuto produttivo, spesso non basta l’appeal internazionale se i consumi interni stentano a riprendersi…
La ripresa del mercato interno è di fondamentale importanza per il nostro Paese, io sono fiduciosa che i consumi all’interno delle nostre frontiere possano piano piano ripartire. Non sarà un percorso semplice, ci vorranno provvedimenti politici seri e mirati. L’EXPO del prossimo anno sarà un banco di prova importante per il nostro Paese, le strutture ricettive (che, inevitabilmente, dovranno anche essere arredate…) dovranno essere pronte ad accogliere almeno una decina di turisti da tutto il mondo, anche da qui può partire la ripresa economica.

Il futuro è rosa anche nel settore del legno arredo?
Il futuro è rosa trasversalmente in tutti i settori. Se si vuole far ripartire l’economia dobbiamo entrare nell’ottica del cambiamento… E il cambiamento è donna.

Jacopo MARCHESANO

Arredo e design, l’Italia… emerge

Lo abbiamo detto tante volte, non perché siamo bravi ma perché i fatti e l’economia lo testimoniano numeri alla mano: le aziende che esportano e che sono forti all’estero, specialmente in un momento come questo, sono le uniche che possono sopportare i colpi della crisi. Un discorso che vale per buona parte delle filiere produttive italiane, non ultima la filiera del legno e dell’arredo.

Diversi sono i mercati mondiali sui quali i mobili e il design made in Italy vanno forte. Abbiamo parlato ieri della Cina, verso la quale gli occhi dei nostri imprenditori del legno guardano con interesse e.. golosità. Un altro dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è poi rappresentato dal mercato Usa, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Per consolidare la presenza delle imprese del legno-arredo in questo mercato, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un Progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – grazie alla collaborazione di FederlegnoArredo – prevede il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi studi di architettura americani, i principali player dell’architettura e dell’interior design a livello globale.

Il Ministero, attraverso FederlegnoArredo, organizza un concorso chiamato “Emerge Italy”, rivolto ai giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, specialmente nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. “Emerge Italy” avrà come tema l’ideazione di nuovi prodotti pensati per le aziende italiane dei settori illuminazione, ufficio, cucina, bagno, living, camera da letto e finiture d’interni. Alle aziende italiane, poi toccherà mettere in produzione questi progetti.

Con questa iniziativa – spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredoaggiungiamo un nuovo importante tassello a un percorso che la federazione ha iniziato due anni fa e che punta a fare crescere la quota export dei nostri prodotti in un mercato sempre più attratto dall’italian style, soprattutto fra le giovani generazioni“.

Una commissione mista, composta da Ministero, FederlegnoArredo, IIDA (International Interior Design Association) e AIA (American Institute of Architect) premierà cinque prodotti. Gli studi di architettura e le associazioni che vedranno i propri architetti premiati ospiteranno con una formula di stage un gruppo di giovani progettisti italiani under 35 selezionati dal Ministero, da FederlegnoArredo e dal Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere più fluidi i rapporti di reciprocità fra strutture americane e realtà italiane.

Ad aprile i vincitori del concorso, accompagnati dalle figure senior del rispettivi studi di architettura, saranno premiati durante l’edizione 2013 de ISaloni di Milano. A maggio, poi, il Ministero, con FederlegnoArredo e in collaborazione con ICE, parteciperà con uno stand organizzato alla fiera ICFF di New York, per promuovere i risultati del concorso e presentare gli oggetti realizzati. A giugno sarà poi la volta della fiera Neocon di Chicago, dove sarà organizzata una serie di eventi mirati per le aziende italiane. In occasione di MADE expo Milano, a ottobre 2013, infine, sarà organizzato l’evento di chiusura del progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei partner italiani ed americani.

Il progetto Emerge Italy – dice Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo – rappresenta un aspetto fondamentale delle attività che la nostra federazione promuove tra le aziende associate sui mercati internazionali. Il Ministero ha dimostrato di credere nel nostro settore mettendo a disposizione risorse importanti in un momento sicuramente tra i più difficili. Sono certo che questa collaborazione andrà avanti e che le nostre aziende saranno seguite con sempre maggiore attenzione“.

Partner del Mise e di FederlegnoArredo per la creazione e la promozione del concorso negli Usa saranno le associazioni americane IIDA e AIA, entrambe dotate di una capillare presenza sul territorio. Il progetto verrà inoltre svolto con il supporto di ICE Agenzia e IACC Chicago (Italian American Chamber of Commerce of Chicago).

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

La filiera dell’arredo? Ha la febbre…

di Davide PASSONI

Se il Salone del Mobile di Milano e il momento della celebrazione indiscussa e indiscutibile dell’estro, della creatività, dell’artigianalità e della tenacia del sapere fare italiano nel campo dell’arredo e del design di alta qualità, non dobbiamo però nascondere a noi stessi che la situazione nella quale versa il settore non è delle più favorevoli. Benvenuti nel club, direte voi… Certo, ma in queste situazioni la filosofia del “mal comune mezzo gaudio“, non è proprio da sposare.

Lo sa bene il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i risultati del Termometro vendite dell’associazione, un’indagine alla quale hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra le più rappresentative all’interno della filiera del legno, compilando un questionario sulle aspettative per l’anno in corso. Risultati secondo i quali, sono parole dell’associazione, restano “drammaticamente negative” le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ordinativi in flessione, in stagnazione per il 30%, in crescita solo per il 10%. Previsioni positive, invece, per le aziende vocate all’export, per il 64% delle quali continuerà a crescere.

Il quadro economico per le imprese associate a FederlegnoArredo resta dunque di “forte difficoltà” sul mercato nazionale; anche nell’ultimo quadrimestre del 2012 il risultato delle vendite in Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011), migliorano di poco le vendite estere (+4%). Sempre secondo il Termometro vendite di FederlegnoArredo, i consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013, mentre la previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, dal 2007 al 2013 si sono persi 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. Nello stesso periodo, nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese.

Una spirale negativa alla quale FederlegnoArredo cerca di porre un freno soprattutto guardando oltre confine, dal momento che i consumi e la domanda interni sono più che depressi, sono praticamente sotto terra. Snaidero ha infatti ricordato che FederlegnoArredoha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shanghai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia“.

E per far ripartire i consumi in Italia? Snaidero ha una soluzione: “Inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie“. Può essere un primo, piccolo passo per ridare ossigeno a un settore in apnea. Un passo al quale ne dovrebbero seguire altri, soprattutto dal mondo bancario, che purtroppo, però ancora non vediamo. Resta da sperare che il prossimo governo, quando si degnerà di prendere forma e operatività, abbia l’intelligenza e la sensibilità per cogliere i segnali e le proposte che arrivano da questo settore.

Arredo e design, non è tutto oro quello che luccica. Anzi…

di Davide PASSONI

Mancano poco più di due settimane alla partenza di quella follia collettiva che, per Milano, rappresenta il Salone del Mobile. Cinque giorni nei quali il capoluogo lombardo diventa la capitale mondiale di uno dei prodotti più belli, vincenti ed esportati della media e piccola impresa italiana: il mobile e il design. Cinque giorni nei quali l’ubriacatura di feste, eventi, presentazioni, viavai da fiera rischia di far perdere, per un po’, il contatto con una realtà, quella dell’arredo e del design, che per tante imprese artigiane non è per nulla rose e fiori.

Se infatti, ne siamo certi, tra gli stand della Fiera di Milano ci saranno decine di marchi e di realtà combattivi, innovativi e pronti ad aggredire il mercato con prodotti di altissima qualità, le cifre del settore in Italia sono tutt’altro che confortanti e le ha presentate nei giorni scorsi FederlegnoArredo: fatturato alla produzione quasi dimezzato negli ultimi 5 anni chiusura di oltre 10mila aziende del settore.

I principali distretti mobilieri italiani sono in sofferenza, dalla Brianza al Nordest alle Marche. Un calo di vendite e di fatturato le cui cause e dinamiche non sono dissimili da quelle che, in tutti questi mesi, abbiamo trovato analizzando la situazione di alcune delle più importanti filiere del made in Italy: calo della domanda interna, difficoltà di sostenere investimenti e sviluppo a causa della stretta al credito, strategie fiscali sul settore dell’arredo e della casa che non hanno fatto altro che deprimere ulteriormente i consumi.

Ecco, durante questa settimana cercheremo di capire dalla voce di chi opera nel settore quali sono le principali problematiche e, soprattutto, quali le possibili soluzioni per uscire da un’impasse che sta mettendo a rischio, tanto per cambiare, una delle eccellenze manifatturiere italiane.