Salone Nautico, è stato l’anno del Made in Italy

Da sempre sviluppatasi all’insegna della qualità e di una lontana tradizione, l’eccellenza italiana della nautica è stata una delle grandi protagoniste al Salone Nautico Internazionale di Genova conclusosi lunedì con ottimi risultati sia in termini di visitatori sia in giro d’affari. “Il Salone genovese – ha dichiarato il boat show manager Alessandro Campagna – ha rappresentato un importante veicolo per promuovere e far conoscere a un pubblico sempre più internazionale eccellenze italiane quali la nautica e il turismo ad essa collegato, da sempre sviluppatisi all’insegna della qualità e di una lunga tradizione. Al pari di settori come la moda, il design, l’enogastronomia, i gioielli, l’arte e l’architettura, questo settore ha tutte le carte in regola per rafforzarsi come motore di sviluppo dell’economia e icona del Made in Italy”.

Uno dei padiglioni più visitati dell’intero Salone è stato quello intitolato Super Made in Italy, un’area dedicata in esclusiva al mondo dei superyacht sopra i 24 metri, collocata nel suo luogo naturale, dove tradizionalmente trovano posto le big boats, lungo la banchina esterna del Marina Grande 1. L’Italia, infatti, mantiene stabilmente il primato nella realizzazione di megayacht con ordini pari al 40% della produzione mondiale, grazie a 274 progetti in costruzione, a fronte dei 71 della Gran Bretagna, dei 70 della Turchia, dei 65 dell’Olanda e dei 63 degli USA.

Come se non bastasse, tutta la rete di ristorazione durante i giorni della manifestazione è stata curata da Eataly, l’importante marchio che promuove e valorizza la qualità enogastronomica italiana. Il marchio Eataly ha, infatti, come primo obiettivo la valorizzazione dei prodotti tipici italiani favorendone la reperibilità e la distribuzione a prezzi sostenibili e raccontando la cultura culinaria nostrana attraverso storie di persone e aziende che ne sono protagoniste e la collaborazione con il Salone di Genova (leggi un primo bilancio dell’evento) ha rappresentato un’ulteriore testimonianza dell’intenso lavoro di riorganizzazione dei promotori a favore del Made in Italy. “La collaborazione con Eataly si è collocata perfettamente nel programma di rilancio – dichiara Francesco Anton Albertoni, Presidente di Saloni Nautici SpA – e ci ha permesso di mantenere fede a due punti fondamentali del nostro progetto: migliorare il sistema di servizi e infrastrutture, per rendere più gradevole l’esperienza di visita e valorizzare il Made in Italy attraverso partnership con le sue eccellenze più note e riconosciute”.

Jacopo MARCHESANO

Salone Nautico, tempo di bilanci (positivi)

Si è chiusa ieri la 54esima edizione Salone Nautico di Genova, non senza sorrisi per gli organizzatori e gli operatori del settori. Il primo dato positivo da riscontrare è senza dubbio quello sull’affluenza del pubblico: non si è per nulla distanti dai numeri della precedente edizione con oltre 107.000 visitatori e la manifestazione si conferma la più frequentata dell’intero Mediterraneo.

Nonostante le aspettative non tutte concordi sulla buona riuscita dell’evento, decisamente buoni anche i numeri relativi al giro d’affari sviluppato secondo l’Osservatorio Nautico Nazionale che, come di consueto, ha compiuto una rilevazione qualitativa dell’edizione 2014 del Salone Nautico: la maggioranza del totale degli operatori (53,8%) si è dichiarata più soddisfatta della qualità dei contatti avuti con i clienti rispetto all’edizione precedente (il 28,8% in linea con l’anno passato).

Tra gli altri punti di forza del Salone va segnalato il successo delle sea experience, la possibilità di provare in mare le imbarcazioni a vela, a motore e i gommoni. Le uscite organizzate dai vari brand esposti sono state più di 1.300, con quasi 3.000 persone coinvolte.

“La conclusione del salone vede confermata l’inversione di tendenza annunciata a maggio al di là delle più rosee attese della vigilia. Le vendite migliorano – ha dichiarato Massimo Perotti, Presidente di Ucina -, ma il mercato nautico italiano non può nascere da solo. La strategia di Ucina è di puntare con grande energia, forza e determinazione sul Salone Nautico Internazionale di Genova. Un mercato non risale da solo ma va incentivato e occorre intervenire per ricrearlo. Il 2014 va considerato un anno zero da cui ripartire, abbiamo bisogno della spinta di tutti i soci sia per rinnovare il mercato sia per fare forte il Salone”.

“Si respira un’aria diversa: sui visi degli operatori ci sono meno mugugni e più sorrisi. Dimenticandoci del passato – ha sottolineato Pietro Vassena, titolare di Lepanto Yachting e referente in Ucina per la ‘piccola nautica’ – ci sono piccoli segnali di miglioramento dell’andamento del mercato. C’è stata una buona affluenza, ma quel che conta sono gli utenti interessati. Abbiamo venduto a gente lontana dalla nautica. C’è molta differenza tra portare avanti una trattativa per mesi e poi chiuderla al Salone, oppure, come è successo quest’anno, ritrovare i clienti che entrano al Salone e comprano”.

Nautica in crisi: -20,9% di fatturato

In due anni ha perso quasi la metà del suo fatturato, passando da 6,2 miliardi nel 2008 a 3,3 miliardi nel 2010. Il settore della nautica in Italia rischia di arenarsi. Se il calo del fatturato rispetto al 2009 è del 20,9%, il confronto con i risultati raggiunti nel 2008 è ancor più preoccupante: – 47,5%.

E’ quanto emerge dai dati rilevati da ‘La Nautica in cifre‘, il report stilato ogni anno da Ucina – Confindustria Nautica, presentato oggi al Salone Nautico Internazionale di Genova.

Salone che potrebbe rappresentare un’occasione per il rilancio del settore nautico italiano, con 1300 aziende in esposizione fino al prossimo 9 ottobre. Ed è proprio il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, a sottolineare l’urgenza e la necessità di un intervento concreto da parte del Governo italiano per sostenere uno dei settori di eccellenza del made in Italy, come l’industria nautica. Dello stesso parere anche il presidente dell’Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche, Anton Francesco Albertoni: ‘da parte del governo servono soprattutto norme che restituiscano competitività‘.

Alessia Casiraghi