Controlli Fisco modello 730 precompilato: come evitarli?

Arriverà dal 23 maggio prossimo il modello 730 precompilato utile per la dichiarazione dei redditi 2022. Per prenderne visione e, successivamente, per accettarlo, modificarlo e inviarlo, i contribuenti potranno entrare nell’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate. Il modello 730 precompilato arriva in ritardo rispetto agli anni scorsi. Infatti, è previsto che la messa a disposizione sul portale dell’Agenzia delle entrate avvenga entro il 30 aprile. Con il ritardo, e in attesa della data che verrà comunicata dall’Agenzia delle entrate per procedere all’invio del modello precompilato, è occorrente sapere che è possibile evitare i controlli del Fisco, anche successivi, in vari modi.

730 precompilato, nel modello anche i dati del superbonus 110% e di altre agevolazioni fiscali

Il ritardo della messa a disposizione dei contribuenti del modello 730 precompilato inciderà anche sulle comunicazioni relative alle cessioni dei crediti di imposta per i lavori inerenti il superbonus 110% e gli altri bonus edilizi. Per i contribuenti che lavorano alle dipendenze sarà una corsa contro il tempo per ottenere i conguagli nel cedolino di busta paga di luglio prossimo. Per i pensionati, l’eventuale conguaglio positivo della dichiarazione dei redditi arriva con la rata di pensione di agosto o di settembre.

Scadenza di presentazione del modello di dichiarazione dei redditi 730 precompilato: entro quando?

Il modello 730 precompilato, utile alla dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, deve essere inoltrato al Fisco entro il 30 settembre prossimo. L’invio in anticipo del modello precompilato permette di ottenere l’importante vantaggio del conguaglio positivo della dichiarazione dei redditi a luglio (dipendenti) o ad agosto o settembre (per i pensionati). Affinché ciò avvenga è occorrente anticipare i tempi, soprattutto quest’anno, dato che il modello 730 arriverà in ritardo rispetto alla data prevista del 30 aprile. Il consiglio è quello di procedere con l’accettazione del modello precompilato, eventualmente apportando le modifiche necessarie, e inviarlo entro la fine del mese di giugno. In tal modo, i contribuenti potranno ricevere il rimborso anticipato in busta paga.

Cosa avviene se il modello 730 precompilato è a debito?

Al momento, il Fisco non ha ancora comunicato la data a partire dalla quale sarà possibile inviare il modello 730 precompilato. Diversamente dai contribuenti che avranno un saldo a credito, per coloro i quali è previsto un conguaglio a debito dalla dichiarazione dei redditi ci sarà più tempo a disposizione per visionare, modificare, accettare e inviare il modello fino alla scadenza del 30 settembre prossimo. Tuttavia, più il modello viene inviato in ritardo e meno mesi rimangono a disposizione per rateizzare l’eventuale trattenuta nel caso di saldo a debito.

Chi utilizza il 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi nel 2022?

Il modello 730 precompilato, necessario alla dichiarazione dei redditi del 2022, può essere usato:

  • dai lavoratori dipendenti o con redditi assimilati come, ad esempio, i lavoratori con contratto a progetto;
  • da contribuenti con redditi da terreni, fabbricati o di capitale;
  • dai lavoro autonomi per i redditi prodotti, ma senza la partita Iva, come i contribuenti che svolgono prestazioni occasionali;
  • da chi dichiara redditi diversi derivanti, ad esempio, dai terreni e fabbricati che si trovano all’estero;
  • da specifici casi di tassazione separata, come i redditi derivanti dall’eredità, purché non fondiari, o di impresa, arti e professioni.

Come presentare il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi?

L’Agenzia delle entrate mette a disposizione il modello 730 precompilato nell’area personale del contribuente. Per accedere è necessaria l’autenticazione con Spid, Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). Ci si può rivolgere anche a un Caf o al proprio commercialista. Dopo l’accesso all’utenza personale del portale dell’Agenzia delle entrate, il contribuente può procedere personalmente con:

  • la visualizzazione delle informazioni e dei dati presenti nel modello precompilato 730;
  • l’integrazione o la correzione delle informazioni;
  • il lasciare inalterate le informazioni, se corrette;
  • l’inoltrare, infine, il modello 730 all’Agenzia delle entrate.

Quali dati sono già precompilati dall’Agenzia delle entrate?

Alcuni dati sono già precaricati dall’Agenzia delle entrate nel modello 730 nel foglio informativo (non nel modello precompilato vero e proprio). Si tratta delle detrazioni spettanti sui bonus edilizi (eco-bonus) che il contribuente dovrà poi aggiungere all’interno del modello 730 precompilato (o lo farà fare al suo commercialista). All’interno del modello, inoltre, risultano già presenti le informazioni relative agli oneri deducibili. Tali informazioni derivano dalle comunicazioni di soggetti terzi e riguardano, ad esempio, le spese medice, gli interessi sul mutuo e le spese universitarie.

Come inviare il modello 730 precompilato all’Agenzia delle entrate senza rettifiche per evitare i controlli

Se non vi sono da fare rettifiche o integrazioni delle informazioni presenti nel modello 730 precompilato, per procedere con la dichiarazione dei redditi basta solo inviare il modello stesso dal portale dell’Agenzia delle entrate. Con l’accettazione, senza procedere a rettifiche, il contribuente evita che sui dati presenti siano compiuti i controlli documentali degli oneri deducibili e detraibili. Detti controlli possono essere disposti dall’Agenzia delle entrate nel caso in cui la comunicazione delle informazioni avvenga da parte dei sostituti di imposta con la certificazione unica (Cu). Si possono evitare i  controlli anche se il contribuente rettifica le sole informazioni che non incidono sul calcolo del reddito complessivo e dell’imposta. Per esempio, le correzioni dei soli dati personali.

Presentazione modello 730 precompilato tramite Caf o professionisti: quali controlli?

I controlli dell’Agenzia delle entrate possono essere disposti anche nei casi in cui la presentazione del modello 730 precompilato avvenga attraverso il Caf o tramite un professionista abilitato. I controlli, in questo caso, sono disposti anche se non si sono fatte delle rettifiche e sono relativi agli oneri deducibili e detraibili. Il Fisco può richiedere delle integrazioni sulla documentazione. Per esempio, può chiedere un supporto di informazioni sui requisiti occorrenti alle agevolazioni. Se le detrazioni riguardano gli interessi applicati a un mutuo acceso per l’acquisto della prima casa, il Fisco può richiedere maggiori informazioni sulla residenza del contribuente.

Come avvengono i controlli preventivi da parte dell’Agenzia delle entrate?

Nel caso in cui il modello 730 presenti dei dati incoerenti, l’Agenzia delle entrate può disporre dei controlli preventivi. Nel dettaglio, l’incoerenza può sussistere rispetto ai criteri individuati in un provvedimento, emanato ogni anno. Il controllo scatta, soprattutto, quando il rimborso spettante al contribuente è superiore a 4.000 euro. Tale controllo avviene entro quattro mesi dalla scadenza prevista per inviare la dichiarazione dei redditi. Nel caso in cui l’Agenzia delle entrate disponga il blocco, il rimborso non verrà erogato più dal sostituto di imposta (datore di lavoro). Ma sarà l’Agenzia delle entrate, a conclusione dei controlli, a disporre il rimborso stesso. L’operazione avviene entro il sesto mese susseguente alla scadenza per trasmettere il modello 730.

Modello 730 precompilato: quali sono le novità fiscali anche del superbonus 110%?

Sta per arrivare il modello 730 precompilato relativo all’anno 2022: si potrà scaricare a partire dal 23 maggio sul sito dell’Agenzia delle entrate. La messa a disposizione tuttavia arriverà in ritardo. Il modello 730 precompilato avrebbe dovuto essere disponibile entro la fine di aprile scorso. Il ritardo inciderà anche sulla dichiarazione delle cessioni dei crediti di imposta per i lavori del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi. I contribuenti avranno meno tempo per procedere all’invio entro giugno e ottenere l’accredito dei rimborsi in busta paga nel mese di luglio.

Dichiarazione dei redditi 730 precompilato: entro quando deve essere presentata?

La data di scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 precompilato dei lavoratori dipendenti e pensionati è quella del 30 settembre prossimo. Presentando in anticipo la dichiarazione si può ottenere il conguaglio, nel caso in cui la dichiarazione dei redditi risulti a credito. L’accredito del conguaglio avviene nella busta paga, direttamente dal sostituto di imposta. Per i pensionati il rimborso arriva nella rata del trattamento di pensione di agosto o di settembre.

Conguaglio dichiarazione dei redditi: perché è importante presentare subito il 730 precompilato

Pertanto, i contribuenti dovranno accettare, modificare qualora ce ne fosse bisogno e inviare il modello 730 precompilato indicativamente entro la fine di giugno. In questo modo potranno ricevere il conguaglio positivo nella busta paga di luglio. Diversamente, se il 730 risulta a debito, dovranno procedere al pagamento delle rate con la trattenuta. Più presenteranno il modello 730 precompilato in ritardo e minori mensilità avranno a disposizione per procedere a saldare il dovuto.

Come accettare, modificare e inviare la dichiarazione dei redditi del 730 precompilato?

Con la messa a disposizione del contribuente del modello 730 precompilato da parte dell’Agenzia delle entrate a partire dal 23 maggio 2022, si dovrà attendere la data a partire dalla quale il modello potrà essere accettato e inviato. Si può procedere anche delegando un Caf o professionisti abilitati. Accedendo dall’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate (tramite Spid, Cie o Cns), il contribuente può personalmente scegliere di:

  • visualizzare i dati del modello precompilato 730;
  • correggere e integrare i dati;
  • lasciare inalterati i dati;
  • infine, inviare il modello 730 all’Agenzia delle entrate.

Quali vantaggi se si visualizza e si invia il modello 730 dall’area personale dell’Agenzia delle entrate?

È pertanto importante sottolineare che se non si fanno correzioni o integrazioni nel modello 730 precompilato che si visualizza nell’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate, si può procedere semplicemente a inoltrare il modello stesso. L’accettazione del modello 730 precompilato senza correggerlo o integrarlo, inoltre, permette al contribuente di evitare i controlli dell’Agenzia delle entrate circa gli oneri deducibili e detraibili.

Modello 730 precompilato: quali sono le novità del superbonus nella dichiarazione dei redditi 2022?

Le novità contenute nel modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi del 2022 prevedono:

  • la riduzione del prelievo dei lavoratori alle dipendenze. Si tratta del bonus Renzi, poi integrato a 100 euro. L’importo annuale della detrazione è aumentato a 1.200 euro. Tale bonus, nel 2022, è stato assorbito dalle novità relative alle detrazioni rientranti nella riforma dell’Irpef;
  • il tener conto del superbonus 110% per il periodo di imposta del 2021. In particolare, le spese per gli interventi dell’ecobonus, del sismabonus e del superbonus 110%, nonché sui lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche, prevedono la relativa detrazione fiscale;
  • sulle colonnine di ricarica per l’anno 2021 è necessario considerare che gli interventi di installazione hanno dei nuovi limiti di spesa.

Credito di imposta sulla prima casa under 36 e altri spese alle quali fare attenzione nel modello 730 precompilato

Occhio anche al credito di imposta sulla prima casa degli under 36 anni nella dichiarazione dei redditi 2022. Nel modello 730 precompilato figura il credito di imposta maturato per l’acquisto della prima casa degli under 36 purché l’Isee familiare non ecceda i 40 mila euro. In tal caso, la compravendita della casa deve essere stata soggetta a Iva. Sul bonus mobili è necessario considerare che nel 2021 il limite di spesa era di 16 mila euro per una detrazione pari al 50%. Nell’anno in corso il limite di spesa è diminuito a 10 mila euro. Per le spese veterinarie, invece, nel 2021 il limite delle spese era di 550 euro con detrazione del 19%.

Quali altre spese si possono detrarre nella dichiarazione dei redditi 2022?

Tra le altre spese sostenute nel 2021 che si possono detrarre nella dichiarazione dei redditi 2022, si ritrovano le detrazioni del 19% per le iscrizioni ai conservatori, agli Afam e alle scuole di musica. La detrazione massima è di 1.000 euro per ciascun figlio iscritto, purché il reddito complessivo familiare non ecceda i 36 mila euro. Sul comparto sicurezza l’importo massimo della detrazione è di 609,50 euro, mentre viene riconosciuto il credito di imposta per i depuratori dell’acqua.

730 precompilato: la guida su tutto ciò che c’è da sapere

In arrivo il modello 730 precompilato del 2022: sarà disponibile on line a partire dal 23 maggio a cura dell’Agenzia delle entrate. La messa a disposizione per il 2022 arriva in ritardo. Infatti, l’Agenzia delle entrate dovrebbe provvedere a rendere disponibile il modello 730 precompilato entro fine aprile. Anche nello scorso anno il modello venne messo a disposizione dei contribuenti il 10 maggio. Il ritardo di quest’anno, però, inciderà anche sulle comunicazioni delle cessioni dei crediti di imposta per gli interventi rientranti nel superbonus 110% e nei bonus edilizi. Per i contribuenti si profila una corsa contro il tempo per ottenere i rimborsi nelle buste paga di luglio prossimo.

Modello di dichiarazione dei redditi 730 precompilato: entro quando deve essere presentato?

Il modello di dichiarazione dei redditi 730 precompilato relativo ai lavoratori alle dipendenze e ai pensionati deve essere presentato al Fisco entro la fine del prossimo settembre. La presentazione del modello precompilato consente di avere un importante vantaggio. Ovvero quello di ottenere il conguaglio, nel caso in cui la dichiarazione dei redditi risulti a credito, nel cedolino di busta paga emesso direttamente dal datore di lavoro già dal mese di luglio. Lo stesso vale per i pensionati che possono ottenere il rimborso direttamente nella rata della pensione del mese di agosto oppure settembre.

Rimborso per il credito in dichiarazione dei redditi dei contribuenti: perché è importante presentare velocemente il modello 730 precompilato

Pertanto, i contribuenti che hanno un credito nella dichiarazione dei redditi possono ottenere il rimborso dell’imposta versata. Per fare ciò è necessario anticipare i tempi, soprattutto nel 2022, anno nel quale il modello 730 arriverà con ritardo rispetto alla data prevista del 30 aprile. Dovranno, ovvero, accettare, eventualmente modificare e inviare il modello 730 precompilato indicativamente entro il mese di giugno. In questo modo, potranno ricevere il rimborso in busta paga a luglio.

Cosa succede se il modello 730 precompilato risulta a debito?

Ad oggi, l’Agenzia delle entrate non ha ancora provveduto alla comunicazione della data a partire dalla quale sarà possibile procedere con l’invio del modello. Avranno più tempo, invece, i contribuenti che riceveranno il modello 730 precompilato a debito. Tuttavia, più in ritardo si accetta e invia il modello precompilato, meno mesi ci sono a disposizione per la rateizzazione dell’eventuale trattenuta.

Chi può utilizzare il modello 730 precompilato di dichiarazione dei redditi nel 2022?

Il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi può essere utilizzato:

  • dai contribuenti che lavorano alle dipendenze ed hanno dei redditi assimilati a quelli del lavoro alle dipendenze. In quest’ultimo caso, si tratta, ad esempio, dei lavoratori che hanno dei contratti a progetto;
  • da chi ha redditi dai terreni e dai fabbricati;
  • dai contribuenti che hanno redditi di capitale;
  • da chi ha redditi da lavoro autonomi, ma non ha la partita Iva. Rientrano in questa casistica i lavoratori che offrono prestazioni occasionali;
  • dai contribuenti che devono dichiarare i redditi diversi. Ad esempio, i redditi che derivano dai terreni e dai fabbricati situati all’estero;
  • da alcuni contribuenti che adottano la tassazione separata. Si tratta dei contribuenti che hanno redditi dall’eredità, a eccezione dei redditi fondiari, di impresa e derivanti dalle attività di arti e di professioni.

Presentazione modello 730 precompilato, è indispensabile il sostituto di imposta?

Il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi può essere presentato dai contribuenti che non hanno un sostituto di imposta. Ovvero del soggetto che provvede a effettuare il conguaglio. Una situazione di questo tipo si può verificare per i contribuenti che abbiano dato le dimissioni da un posto di lavoro alle dipendenze e, nel 2022, abbiano aperto la partita Iva. In questa situazione è necessario che nella parte della dichiarazione dove è posta la dicitura “Dati del sostituto di imposta che effettuerà il conguaglio” venga spuntata la casellina “Modello 730 dipendenti senza sostituto”.

Come presentare la dichiarazione dei redditi 730 precompilata?

Il modello 730 precompilato viene messo a disposizione del contribuente dall’Agenzia delle entrate nella sezione personale del portale. Per l’accesso è necessario autenticarsi con lo Spid, la Carta di identità elettronica (Cie) o con la Carta nazionale dei servizi (Cns). Se si hanno ancora le credenziali di “Fisconline” è necessario sapere che dal 30 settembre 2021 queste sono state disattivate. Si può anche delegare un Caf o dei soggetti abilitati, come il proprio commercialista, all’operazione. Se si accede dall’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate, il contribuente può personalmente procedere con:

  • la visualizzazione dei dati del modello precompilato 730;
  • la correzione e l’integrazione;
  • lasciare i dati così come si presentano;
  • inviare, infine, il modello 730 all’Agenzia delle entrate.

Quali vantaggi spettano al contribuente che visualizza e invia il modello 730 dall’area personale dell’Agenzia delle entrate?

Risulta evidente, dunque, che se non vi sono da fare correzioni o integrazioni nel modello 730 precompilato, per la dichiarazione dei redditi è necessario semplicemente inoltrare il modello stesso dal sito dell’Agenzia delle entrate. Accettando il modello 730 precompilato senza correzioni e integrazioni, inoltre, consente al contribuente di evitare i controlli documentali sugli oneri detraibili e deducibili. I controlli, invece, possono essere disposti dal Fisco a seguito della comunicazione dei dati dai sostituti di imposta per la certificazione unica (Cu). I controlli sono evitati anche nel caso in cui il contribuente provvede alla sola correzione di informazioni che non variano il calcolo del reddito complessivo e dell’imposta. Ad esempio, se si correggono solo i dati personali.

Presentazione modello 730 precompilato tramite Caf o professionisti: quali controlli?

I controlli del Fisco avvengono anche nel momento in cui si provvede alla presentazione del modello 730 precompilato tramite il Caf o un professionista abilitato. Tali controlli avvengono anche se non sono stati apportati modifiche e riguardano, anche, gli oneri detraibili e deducibili. L’Agenzia delle entrate può richiedere anche un’integrazione della documentazione, ad esempio, per la verifica dei requisiti necessari per le agevolazioni. Se si detraggono gli interessi del mutuo, l’Agenzia delle entrate, ad esempio, può richiedere la residenza nella casa oggetto dell’agevolazione.

Modello 730 precompilato, per quanto tempo va conservata la documentazione?

La documentazione relativa alla presentazione della dichiarazione dei redditi mediante modello 730 precompilato va conservata fino al 31 dicembre del 5° anno susseguente a quello nel quale è stato presentato il modello stesso. Pertanto, per la dichiarazione dei redditi del 2022 e i documenti dell’annualità 2021, la documentazione va conservata fino al 31 dicembre 2027 perché entro tale termine l’Agenzia delle entrate potrebbe richiedere ulteriori controlli entro questo termine.

Mascherine e tamponi sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Mascherine acquistate per difendersi dal contagio da Covid-19 e tamponi per verificare l’eventuale infezione sono detraibili nella dichiarazione dei redditi? E, inoltre, rientrano già nelle spese inserite nel modello precompilato della dichiarazione dei redditi? Ecco quali verifiche sono da farsi.

Mascherine, ce ne sono di vari tipi e non tutte sono detraibili nella dichiarazione dei redditi

Soprattutto nel corso della pandemia, i contribuenti hanno utilizzato più tipi di mascherine, in primis per difendersi dall’infezione da Covid-19. Esistono 3 tipologie di dispositivi:

  • le mascherine lavabili o di comunità;
  • quelle classificate come Dispositivi di protezione individuale (Dpi);
  • le mascherine individuate come dispositivo medico.

Mascherine chirurgiche, Ffp2, lavabili: quali sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Anche se a norma, tuttavia, non tutte le tipologie di mascherine sono detraibili. Ad esempio, quelle lavabili o di comunità non sono detraibili. Sono considerate come capi di abbigliamento. Sono invece detraibili le mascherine con il marchio “CE” e identificate come dispositivo medico (Dm). Tra queste mascherine si ricordano quelle chirurgiche. Le mascherine Ffp2 o le Ffp3 sono individuate come dispositivi di protezione individuale (Dpi) e non sono detraibili. Hanno stampato il riferimento “EN 149:2009“. Il motivo risiede nel fatto che sono considerate non di uso sanitario. Tuttavia, la regola potrebbe essere rivista dal momento che dette mascherine sono diventate obbligatorie nel corso del 2022, mentre non lo erano nel 2021.

Quali mascherine Ffp2 e Ffp3 sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Tuttavia, vi sono delle mascherine Ffp2 e Ffp3 che sono detraibili. Si tratta di quei dispositivi che hanno sia la conformità CE che quella Dm (dispositivi medici). In questo caso, il costo sostenuto è detraibile se:

  • nella confezione è individuato anche il richiamo alla normativa relativa ai dispositivi medici (ovvero la direttiva 93/42 CEE o il Regolamento CE numero 745 del 2017);
  • c’è il riferimento EN 14683:2019.

Per la detrazione della spesa delle mascherine è necessario conservare la documentazione attestante la marcatura CE del dispositivo medico.

Tamponi, sono detraibili ai fini della dichiarazione dei redditi?

In molti si chiedono se i tamponi fatti e da fare per verificare l’eventuale contagio da Covid-19 siano detraibili ai fini della dichiarazione dei redditi. Solitamente, alcuni tamponi vengono pagati in contanti, ma la spesa del tampone può essere classificata sia come servizio che come dispositivo medico. In quale caso si può procedere con la detrazione fiscale?

Come si può detrarre la spesa sostenuta per fare il tampone anti-Covid?

È necessario considerare che alcune farmacie identificano il tampone come una prestazione di servizi. Al contrario altre farmacie considerano i tamponi come “fornitura di dispositivi medici e servizi strettamente connessi”. In entrambi i casi c’è l’esenzione dell’Iva, secondo quanto disposto dal comma 452 dell’articolo 1, della legge numero 178 del 2020. Entrambe le tipologie di registrazioni sono potenzialmente detraibili, ma occorre prestare attenzione al modo in cui si paga la prestazione o fornitura di dispositivo medico.

Per detrarre la spesa dei tamponi in farmacia è importante considerare come è stato pagato l’importo

Infatti, se il tampone è individuato come un servizio diventa più prudente il saldo con il pagamento tracciabile. Tale requisito è stato introdotto dalla legge di Bilancio 2020 per le spese detraibili al 19%. Sono considerate modalità di pagamento tracciabili quelle effettuate mediante:

  • il versamento postale, tramite bollettini, Rav e Mav;
  • versamento bancario;
  • carta di credito o di debito;
  • carte prepagate;
  • assegni circolari e bancari;
  • diversi sistemi di pagamento come, ad esempio, il PagoPa.

Detrazione spesa per i tamponi nella dichiarazione dei redditi: cosa controllare sullo scontrino fiscale?

Nel caso di modello precompilato dei redditi viene la spesa viene inviata al Sistema Tessera Sanitaria con il codice AS. Il suddetto sistema consente di mettere a disposizione dell’Agenzia delle entrate tutte le informazioni riguardanti le spese sanitarie pagate dai contribuenti.  Se, invece, la spesa per il tampone viene considerata come dispositivo medico, si può procedere anche con il pagamento in contanti e successivamente detrarre il costo nella dichiarazione dei redditi. In tal caso, sullo scontrino c’è la codifica AD.

 

Dichiarazione Redditi 2022, come controllare le spese sanitarie nella precompilata?

Come controllare che le spese sanitarie siano state inserire in maniera corretta nel modello precompilato della dichiarazione dei redditi 2022 relativa all’anno di imposta 2021? Nella fase di raccolta dei documenti necessari per presentare la dichiarazione dei redditi o il modello 730 è necessario prestare particolare attenzione alle spese sanitarie. Queste ultime sono disponibili on line da qualche anno, ma non sempre vengono consultato. Con l’utilizzo dello Spid per accedere ai propri dati si può procedere a una verifica approfondita. E l’anno 2022 sembra essere l’anno buono per prendere confidenza con le informazioni fiscali.

Spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi 2022: solo quelle accompagnate dal codice fiscale

Infatti, in sede di preparazione della dichiarazione dei redditi 2022 si può fare un controllo, eventualmente aiutati dal proprio consulente fiscale o dal Caf, del cassetto fiscale. Qui sono presenti tutte le informazioni relative alle spese sanitarie. Risulta opportuno ricordare che nella dichiarazione dei redditi precompilata arrivano solo le informazioni delle spese che siano state accompagnate, all’atto dell’acquisto di un prodotto o di utilizzo di un servizio, dal proprio codice fiscale.

Come controllare l’inserimento delle spese sanitarie nella dichiarazione precompilata?

Per il controllo del corretto inserimento delle spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi 2022 precompilata si può andare nell’area riservata del sito del “Sistema Tessera Sanitaria”. Si può accedere nell’area riservata “Cittadino” in tre modi:

  • mediante l’abilitazione della Tessera Sanitaria come Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
  • tramite lo Spid;
  • attraverso la Carta di identità elettronica (Cie).

Dichiarazione dei redditi 2022, l’opzione di opposizione alle spese sanitarie

Entrando nell’area riservata si può selezionare la scelta “Opposizione spese sanitarie” o, in alternativa, “Consultazione spese sanitarie”. La prima opzione è disponibile solo fino a domani 15 marzo 2022 e permette di visualizzare l’elenco delle spese dell’anno di imposta precedente. Dunque delle spese sanitarie sostenute nell’anno 2021. Selezionando una o più voci di spesa si può scegliere per quale o per quali spese si voglia richiedere la propria opposizione all’uso da parte dell’Agenzia delle Entrate. In tal modo, la dichiarazione dei redditi precompilata 2022 non conterrà la spesa o le spese selezionate.

Area Consultazione delle spese sanitarie ai fini della dichiarazione dei redditi 2022

Nell’altra area, quella della “Consultazione delle spese sanitarie” del Sistema Tessera Sanitaria si possono consultare tutte le spese sanitarie inserite nella dichiarazione dei redditi precompilata. In tal caso, non si può procedere con la modifica come nel precedente caso. Inoltre, le spese indicate derivano da tutte le trasmissioni effettuate dai vari soggetti obbligati, quindi medici, farmacie, altri professionisti sanitari, laboratori di analisi, ottici, ospedali e quant’altro, ai fini della dichiarazione dei redditi. Per la consultazione delle spese sanitarie non vi sono limiti di tempo.

Elenco delle spese sanitarie ai fini della dichiarazione dei redditi 2022, cosa indica?

L’elenco delle spese sanitarie visualizzabile all’interno del Sistema Tessera Sanitaria riporta, per ogni voce di costo, le seguenti informazioni:

  • la data di emissione del documento di spesa;
  • data in cui si è provveduto al pagamento;
  • l’importo pagato;
  • la denominazione e la tipologia del soggetto che ha emesso il titolo (fattura o scontrino);
  • il numero del documento.

In tal modo, il contribuente può verificare che i dati presenti nel sistema on line siano conformi a quelli risultanti dai documenti cartacei in suo possesso.

Perché alcune spese sanitarie possono non risultare nella dichiarazione precompilata dei redditi 2022?

Può succedere che di alcuni documenti relativi a spese sanitarie sostenute nel 2021 non vi sia traccia nel sistema on line ai fini della dichiarazione dei redditi 2022 perché i soggetti obbligati non hanno provveduto alla trasmissione. Le ragioni possono essere varie. Ad esempio, si può trattare di un errore. O si è fatta una spesa sanitaria presso un soggetto che non è obbligato alla trasmissione. Oppure, ancora, la spesa è stata pagata in contanti mentre doveva essere fatta mediante sistemi di pagamento tracciabile. Se la spesa è stata già rimborsata, anche solo in parte, durante l’anno, la detraibilità opera solo per la quota di spesa non rimborsata.

Spese sanitarie restituite o rimborsate: cosa avviene ai fini della dichiarazione dei redditi precompilata?

Inoltre, può succedere che il Sistema Tessera Sanitaria contenga delle spese che siano state già rimborsate, o stornate, o con note di credito. Tali spese sono indicate in una colonna apposita dell’area di consultazione delle spese sanitarie ai fini della dichiarazione dei redditi 2022. In tal caso non si tratta di rimborsi già effettuati da fondi assicurativi o da enti perché il Sistema Tessera Sanitaria non dispone di questi dati. Pertanto, questi dati non si trovano nella dichiarazione dei redditi precompilata. In tal caso, è necessario prestare attenzione perché gli importi nella dichiarazione precompilata potrebbero differire rispetto a quelli reali. In tal caso, è necessario confrontare i dati del sistema on line con quelli in possesso mediante la documentazione cartacea conservata.

Nuovo modello 730 precompilato, ecco come evitare i controlli

Nei giorni scorsi la riforma del Fisco messa in cantiere dal premier Matteo Renzi ha centrato uno dei primissimi obiettivi con l’approvazione in via definitiva il decreto legislativo in materia di semplificazione, che contiene al suo interno anche l’introduzione per il 2015 della dichiarazione dei redditi precompilata.

Quanto agli altri decreti attuativi in agenda nelle prossime settimane, alcuni dovrebbero essere, si spera, ormai in dirittura d’arrivo. Sono attesi tra gli altri i testi sulla detassazione del reddito lasciato in azienda dai piccoli imprenditori, sui regimi semplificati, sulle sanzioni e sull’abuso di diritto. In materia di catasto è già stato esaminato dal Consiglio dei ministri il provvedimento sulle commissioni censuarie, che a loro volta si dovranno occupare della riforma.

Tornando alla più stretta attualità, il nuovo 730 precompilato potrà essere accettato alla prima lettura dal contribuente così come si presenta, oppure, ovviamente, integrato. Nel caso in cui il contribuente accetti la dichiarazione e la trasmetta entro il 7 luglio, l’amministrazione non effettuerà alcun controllo formale sui dati forniti, e nemmeno i controlli preventivi sulle detrazioni per carichi di famiglia in caso di rimborso superiore a 4mila euro, anche determinato da eccedenze d’imposta derivanti da precedenti dichiarazioni.Possibili, invece, i controlli sulle condizioni soggettive per il diritto alla detrazione degli oneri indicati, la verifica sulla spettanza di agevolazioni e oneri certificati dai sostituti di imposta per i quali gli stessi non hanno operato le trattenute.

In parole povere: se si accetta (fidandosi) subito la dichiarazione dell’Agenzia delle Entrate, si avrebbe una sorta di “immunità fiscale”. Se invece si integra, magari chiedendo legittimamente la detrazione del 19% delle spese mediche sostenute durante l’anno, il Fisco potrebbe continuare a scavare. Considerando il rimborso fiscale medio, poco meno di 170 euro, ne varrà davvero la pena?

Jacopo MARCHESANO

Alemanno: “Ben venga la semplificazione, ma che coinvolga tutti”

Non è piaciuta allIstituto Nazionale Tributaristi (INT) la decisione del Governo di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, la quale restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ovviamente ai Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali. In merito, oggi abbiamo incontrato Riccardo Alemanno, presidente nazionale dell’INT.

Presidente Alemanno, il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Il giudizio generale sul tema della semplificazione non può che essere positivo, detto ciò in particolare sul D.Lgs. semplificazione e dichiarazione precompilata, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, con ritardo rispetto ai tempi previsti e primo dei decreti prevoisti dalla Legge Delega in materia, il giudizio è a luci ed ombre.
Come già detto la semplificazione in ambito fiscale è argomento da tutti sostenuto ed utilizzato più volte come via di modernizzazione del Paese, quindi ribadisco il giudizio positivo, però quello che non condivido è una certa “timidezza” nell’affrontare problematiche di ampio respiro, nel Decreto vengono approvate una serie di micro semplificazioni, positive senza dubbio, ma che non saranno avvertite dalla maggoranza dei contribuenti poichè riguardano settori ben delimitati e singoli adempimenti, mentre l’innovazione più attesa ovvero la dichiarazione dei redditi precompilata non ha iniziato il suo percorso sotto i migliori aupsici.

La decisione, però, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
Si una doccia fredda, data la posizione della Conmmissione Finanze del Senato e le assicurazioni dello stesso Governo, ma soprattutto una partenza errata. Infatti come già detto la parte prepomderante del D. Lgs. è quella che riguarda la dichiarazione dei redditi precompilata, che è un obiettivo giusto e condivisibile, ma che ha iniziato il suo percorso in modo sbagliato, oltre che per l’ attribuzione della funzione solo ad alcuni intermediari fiscali anzichè a tutti quelli autorizzati dalle attuali norme, per le responsabilità derivanti dalla eventuale lavorazione del modello precompilato. Spero però che prevalga il buon senso e si apportino le giuste modifiche, peraltro un obiettivo così ambizioso per avere possibiltià di successo deve essere semplice e coinvolgere tutti i soggetti professionali che attualmente forniscono assistenza fiscale al contribuente. Attualmente non riscontro né semplicità, né coinvolgimento di tutti i professionisti del settore.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
Al momento no, se non in alcuni singoli casi, tant’é che si parla di periodo sperimentale e di una possibile messa a regime nell’arco di tre anni. Due sono le problematiche maggiori: la complessità del nostro sitema fiscale e l’impossibilità di un dialogo telematico e scambio di dati tra i vari Uffici della Pubblica Amministrazione.

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
La complessità deriva anche dalla sedimentazione di una quantità innumerevole di norme che si sono susseguite nei vari decenni, ovvero si modifica e quando si cancellano adempimenti normalmente si sostituiscono con altri più complessi, avremmo bisogno di testi unici duraturi per dare certezza al contribuente, invece si va nella direzione opposta. Bisognerebbe avere il corraggio di cancellare una serie di norme e richieste burocratiche, ma ripeto, un buon inizio sarebbe già quello di avere una tregua normativa, solo così si potrebbe ragionare ed intervenire per una vera semplificazione.

Jacopo MARCHESANO

730 precompilato, dal 2015 si parte

La rivoluzione del 730 precompilato per dipendenti e pensionati partirà dal 2015. Il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata. A partire dal prossimo anno, quasi 30 milioni di italiani riceveranno la dichiarazione dei redditi a casa direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Le commissioni di Camera e Senato dovranno fare i conti con le proteste di tributaristi e geometri fiscalisti, che rischiano di non poter più lavorare per i CAF supportando i contribuenti nella compilazione dei modelli. Per una modifica del Governo al secondo passaggio in CdM del decreto sulle semplificazioni fiscali, infatti, gli unici professionisti abilitati restano commercialisti, consulenti del lavoro, periti ed esperti iscritti alle Camere di Commercio dal 1993. Toccherà, infatti, all’Amministrazione finanziaria raccogliere ed elaborare i dati e inviare le risultanze al contribuente secondo una rigida scadenza temporale. Al contribuente resta l’obbligo di verificare l’esattezza e la completezza dei dati.

“Appare sicuramente pretestuosa – ha dichiarato Riccardo Alemanno, Presidente nazionale dell’INT – la giustificazione della qualificazione dei soggetti autorizzati a svolgere l’attività di assistenza sul precompilato, perché i soggetti attualmente esclusi svolgono assistenza fiscale ai contribuenti per adempimenti ben più complessi. Inoltre se si guarda a ciò come una lotta tra categorie, poiché le pressioni esclusiviste delle categorie ‘ammesse’ sono state fortissime, ciò che viene in mente è solo una tristissima guerra tra poveri ovvero pensiamo al singolo orticello anziché compatti ed all’unisono richiedere vere semplificazioni, tutto ciò è molto triste”.

“Chiederemo incontri con membri dell’Esecutivo per capire il perché di questo – ha concluso Alemanno – , poiché ciò è tanto più paradossale se si pensa alle più volte dichiarata necessità di liberalizzazioni enunciata dal Governo, una scelta restrittiva, direi monopolista non ha ragione d’essere, la dichiarazione dei redditi precompilata avrà possibilità di successo solo se saranno coinvolti tutti gli intermediari fiscali abilitati. C’è tutto il tempo per rimediare e rivedere una posizione che si spiega solo con il fatto che abbia prevalso la volontà di chi ancora antepone l’interesse di pochi all’interesse generale. Ora bisogna solo rimediare ad un brutto scivolone che fa partire in modo sbagliato un progetto giusto nel principio, siamo solo nella fase iniziale il tempo per rimediare c’è se si ha a cuore l’interesse dei contribuenti”.

Jacopo MARCHESANO