Novità sull’immobiliare dal Re Italy Winter Forum 2018

Mercoledì 24 gennaio si è svolto a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, si è svolto l’evento Re Italy WInter Forum 2018, dedicato al settore immobiliare.
Durante lo svolgimento dei lavori, Fiaip, ovvero la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, insieme a Confedilizia, Confassociazioni Immobiliare e Finco, ha presentato il Manifesto per il rilancio del settore, che, come ben sappiamo, ha passato, negli anni della crisi economica, momenti di vera difficoltà.

Per riuscire, dunque, ad uscire definitivamente da questo periodo critico, le Associazioni del comparto immobiliare hanno avanzato le loro proposte, che ovviamente hanno saputo riscuotere molti interesse tra gli operatori e i politici presenti.
Tra queste, sicuramente apprezzata la richiesta di ridurre il carico fiscale che grava sul settore, ma anche estendere la cedolare secca, favorire la liberalizzazione delle locazioni commerciali, nonchè la stabilizzazione degli incentivi per le ritrutturazioni e l’approvazione di misure di stimolo alla riqualificazione urbana.

Tra le misure presenti figurano anche gli incentivi fiscali per le permute immobiliari, lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata e la creazione di un Ministero dello Sviluppo immobiliare, della casa e dell’edilizia.

Questo si legge all’interno del Manifesto: “Questo manifesto è aperto: a tutte le realtà del settore immobiliare che vorranno portare il proprio contributo alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo del real estate; alle forze politiche che si apprestano a guidare il Paese, perché la crescita del settore immobiliare si basi su un modello condiviso tra le forze di maggioranza e di opposizione; ai cittadini, perché la stabilità sociale delle famiglie e del singolo proviene anche da una maggior e facilità di accesso al bene casa“.

Vera MORETTI

Assoedilizia denuncia la profonda crisi del mercato immobiliare

In un panorama, sia politico sia economico, di grande incertezza, ci sono alcuni settori che risentono maggiormente della crisi.

Tra questi, c’è sicuramente quello immobiliare, che soffre sia per rispettare i parametri europei, che riguardano conti pubblici e carico fiscale sugli immobili, sia a causa della crisi e dell’Imu, che certo non ha aiutato la crisi del mattone.
La concomitanza di tante circostanze negative ha portato i valori immobiliari ad una caduta in picchiata, tanto da convincere molti operatori a concentrare la loro attività verso mercati esteri, decisamente più proficui.

Questa situazione difficoltosa è stata analizzata da Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia nonché vicepresidente di Confedilizia, il quale ha anche tradotto la crisi in cifre.
Nel 2012 le compravendite sono crollate di oltre il 17%, nonostante un calo medio dei prezzi delle abitazioni del 12%. Per le locazioni il calo ha superato il 10%, e continua da cinque anni. Circa un milione sono gli alloggi ancora invenduti.

Come fare, dunque, a limitare i danni?
Colombo Clerici chiede che vengano dimezzate le aliquote Imu su tutti gli immobili locati, non solo le abitazioni ma anche i negozi, i laboratori, gli uffici. E riportare le deduzioni sui canoni d’affitto ai fini Irpef dal 5 al 15%.
Ma anche la riforma catastale, secondo il presidente di Assoedilizia, va rinviata e ripensata, poiché ora comporta effetti espropriativi.

Vera MORETTI

Confcommercio: crescono le imprese associate

Nonostante l’acuirsi della crisi generale nel nostro Paese, la particolare stagnazione delle vendite e delle locazioni degli immobili e in un quadro generale di recessione economica, inasprita dai provvedimenti del Governo che influenzano negativamente i consumi e gli acquisti, la FIMAA, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari aderente a Confcommercio, vede crescere il numero di imprese associate confermandosi leader nei settori immobiliare, creditizio e merceologico.

Infatti, nel 2011 il totale delle imprese iscritte alla Federazione è di 11.695 e, analizzando i dati del tesseramento, il trend di crescita è del 9% dal 2009 al 2010 e del 10% dal 2010 al 2011. E’ quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Federazione stessa che, tra imprenditori, dipendenti e collaboratori, rappresenta oltre 76.000 addetti nel comparto dei servizi alle persone e alle imprese.

Il Segretario Generale FIMAA, Rossano Asciolla, dopo aver reso noti i dati del tesseramento dichiara: “è stata fondamentale la relazione tra FIMAA e Confcommercio. Ciò ha anche favorito la crescita qualitativa della categoria. Credo che la FIMAA oggi sia uno dei “pezzi” più importanti del Sistema Confederale”. Conclude dicendo: “FIMAA è intervenuta nell’ultimo anno da protagonista in tutte le principali sedi istituzionali – Parlamento, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Banca d’Italia – in cui si sono discusse le principali leggi che regolamentano i settori immobiliare e creditizio.”

La Federazione dal 1956 è ormai un punto di riferimento sicuro, anche in questi tempi complessi. FIMAA attraverso le sue attività di tutela, assistenza, consulenza sindacale e l’offerta dei servizi in generale ed anche nel credito, ha consentito a tutti gli agenti immobiliari, ai mediatori creditizi, ai mediatori merceologici e agli agenti in attività finanziaria di far crescere la propria professionalità a garanzia dei cittadini/clienti a cui sono state offerte le migliori prestazioni professionali. Per FIMAA – prosegue la nota – la crescita culturale, la formazione continua, la deontologia professionale sono i valori che vengono posti a garanzia dei consumatori che usufruiscono dei servizi di mediazione delle imprese associate. FIMAA è ben consapevole dell’importanza sociale dell’attività dei propri agenti che nell’interesse di entrambe le parti – quella venditrice e quella acquirente – svolgono un’attività economica su beni di primaria importanza per la popolazione: la casa e il denaro. Per questo è così attenta ai valori ed all’etica professionale.

Il Presidente FIMAA Nazionale Valerio Angeletti commenta: “Sono veramente molto soddisfatto della crescita della nostra Federazione, oggi FIMAA è la più grande associazione di settore e questo risultato è stato raggiunto grazie alla voglia di fare squadra con oltre 17.000 imprenditori e circa 76.000 addetti in totale che operano nel settore su tutto il territorio nazionale. Un dato importante che si consolida grazie al lavoro e all’impegno di tutti i Presidenti Provinciali e della Segreteria Nazionale, che hanno messo a disposizione della Federazione le loro esperienze e conoscenze”.

Lo rende noto la Confcommercio.

Fonte: agenparl.it

Riforma fiscale: definita l’attuazione della revisione del Catasto

Al preconsiglio dei Ministri di martedì scorso è stata presentata la bozza del disegno di legge delega per la riforma fiscale. Il testo contiene 17 articoli ed con l’articolo 2 rubricato “Revisione del catasto dei fabbricati” viene definita la delega al Governo per l’attuazione della revisione del Catasto.

Nella relazione illustrativa della bozza di disegno di legge viene spiegato che: “Il decreto Salva Italia ha operato un aumento automatico e indifferenziato delle rendite catastali dei fabbricati ai soli fini dell’imposta patrimoniale (IMU). Ciò costituiva l’unica possibilità di avvicinare in media tali valori a quelli di mercato in tempi rapidi, per allineare l’incidenza del prelievo sulla proprietà immobiliare ai livelli europei. Il prezzo è stato però un aumento anche delle sperequazioni esistenti”.

La soluzione prospettata dal Governo è quella di mantenere invariato il carico tributario, ripartendolo però diversamente per cancellare o ridurre le sperequazioni.

Al fine di migliorare i livelli di equità, perequazione, trasparenza e qualità delle informazioni nel settore immobiliare, il Governo è, dunque, delegato ad attuare la revisione del catasto in collaborazione con i Comuni ed a ciascuna unità immobiliare verrà attribuito il relativo valore patrimoniale e la rendita, in riferimento ai rispettivi valori medi ordinari espressi dal mercato in un arco temporale di tre anni, alla definizione degli ambiti territoriali del mercato immobiliare, alla rideterminazione delle destinazioni d’uso ordinarie e speciali ed alla determinazione del valore medio orsinario.
Il nuovo Fisco immobiliare sarà progettato per cancellare le vecchie rendite in quanto l’attuale classificazione degli immobili e l’articolazione in vani finisce per attribuire caratteristiche fiscali diverse a unità immobiliari simili fra loro.
La nuova unità di misura sarà il metro quadrato, intorno al quale ruoterà tutto il nuovo sistema di calcolo.

La delega pone al Governo l’obiettivo ambizioso di introdurre una distinzione effettiva fra rendita e valore, superando il sistema che oggi individua il valore fiscale moltiplicando in modo lineare le rendite. Con il nuovo Catasto verranno modificati, certamente, gli attuali classamenti, che in taluni casi considerano «fabbricati rurali» quelle che oggi sono lussuose ville o «abitazioni popolari» quegli appartamenti oggi di prestigio nei centri storici.

Fonte: lavoripubblici.it

L’eco-bonus fa bene alla salute e alle tasche

di Vera MORETTI

Il mercato immobiliare è stato uno dei protagonisti della manovra appena varata dal Governo Monti, e non si tratta (solo) di cattive notizie.

Tra i provvedimenti che riguardano questo settore, spiccano l’introduzione anticipata dell’Imu, l’aggiornamento delle rendite catastali ma anche la detrazione fiscale per gli interventi che prevedono una riqualificazione energetica degli immobili.

Oltre, dunque, alla proroga per un altro anno dell’aliquota del 55% del credito d’imposta, arriva un ulteriore credito d’imposta del 36% per gli interventi in merito alle protezioni antisismiche. Gli interventi che mireranno a migliorare la qualità degli immobili e salvaguardare la sicurezza dei cittadini saranno premiati.

Ma non si tratta di opere solo virtuose, perché l’eco-bonus ha portato, in questi ultimi mesi, benefici notevoli a tutto il settore edile, dopo un periodo di evidente sofferenza. Non solo, quindi, ci si occupa della riduzione delle emissioni di anidride carbonica e del consumo di energia, ma anche della creazione di numerose nuove possibilità di lavoro.

Facendo una stima sui dati più recenti, finora ad utilizzare l’eco-bonus sono state 1 milione e 360mila famiglie, i cui investimenti hanno portato ad un giro di affari di 16,5 miliardi di euro, con il coinvolgimento nei lavori di oltre 50mila persone del settore edile. E in un periodo di difficoltà del mercato, non è poco.

Inoltre, tutto ciò è importante in vista degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto.

La FINCO – Federazione delle Industrie e dei servizi per le Costruzioni – ha espresso la sua soddisfazione per la decisione presa dal Governo ed ha auspicato che questa misura, per ora momentanea, diventi presto stabile; pensando ai benefici riscontrati finora, c‘è da sperare che, allargate le possibilità anche ad altre categorie immobiliari, le cifre siano destinate ancora a salire.

Il settore immobiliare colpito dalla crisi

La crisi economica del Paese sta lentamente arrivando a colpire tutti i settori, anche quelli che, fino a ieri, sembravano incrollabili.

La disoccupazione dilaga, soprattutto tra i giovani, dal momento che, secondo il Censis, uno su tre è senza lavoro e, quando invece un impiego ce l’ha, si tratta spesso di contratti a termine o a partita Iva, di quelli che non lasciano nessuna garanzia.

In questa reazione a catena sono coinvolte anche le agenzie immobiliari che, in questo periodo, si trovano in una situazione stagnante, proprio come l’economia italiana.
Senza occupazione, o con un lavoro precario, quello che, al massimo, ci si può permettere è di pagare un affitto, non certo di impegnarsi in un mutuo. E poi, senza credenziali, quale banca accetterebbe di aprirlo?

La domanda di contratti di locazione, dunque, sta crescendo in fretta, tanto da interessare il 36,3% degli under 40, la maggior parte dei quali vive in una grande città. In un Paese i cui canoni mensili sono i più alti d’Europa, si può ben capire che la situazione non è per niente rosea.
I più colpiti dai prezzi stellari degli affitti sono studenti e giovani famiglie, che, a causa delle proprie condizioni precarie, non contemplano l’acquisto di una casa nell’immediato futuro.

L’effetto domino sta scatenando quindi una situazione per la quale, almeno per ora, non c’è soluzione, e che sta portando come conseguenza ad avere un mercato fermo, senza più richiesta di abitazioni residenziali. E’ ovvio che, dal momento che in Italia otto famiglie su dieci vivono in abitazioni di proprietà, se non sono le nuove generazioni ad alimentare il mercato, le speranze di crescita sono davvero ridotte.

Ma c’è poi una discrepanza che rende questa situazione davvero paradossale: da un lato, chi cerca lavoro è portato verso le grandi città, dove ci sono le maggiori offerte, mentre il settore immobiliare riserva le occasioni migliori a chi abita in provincia o nelle regioni meridionali. In pratica, dove c’è domanda non c’è richiesta e viceversa.

Ciò farebbe presagire ad una cintura metropolitana sempre più allargata, con lavoratori pendolari che ogni giorno si spostano dalla provincia alla metropoli, per rimediare al problema dell’occupazione e a quello della casa. Ma anche perché l’Italia, per ciò che offre oggi, disincentiva le nuove generazioni ad uscire dall’alveo familiare, in controtendenza con gli altri Paesi europei, dove spesso i giovani che si spostano dal luogo d’origine possono godere di contratti di affitto calmierato.

Ma qui, di low-cost, ci sono solo gli stipendi.

Vera Moretti

Imprese italiane nel mercato russo

Per le imprese attive nel settore “casa” è possibile usufruire di uno show room nel centro di Mosca, presso il Mod Design Center, per sei mesi, da ottobre 2011 ad aprile 2012.

L’iniziativa è promossa da Unioncamere Nazionale e coordinato da varie Cciaa, alle quali occorre fare riferimento, provincia per provincia.

Le aziende che avranno manifestato interesse a partecipare all’evento, verranno poi sottoposte ad una selezione, da parte dello staff del Mod Design Center di Mosca, il quale sceglierà, a suo insindacabile giudizio, quelle che riterrà essere le produzioni più interessanti per il mercato russo.

La quota di partecipazione all’iniziativa è di Euro 400 + IVA per ciascuna impresa, da corrispondere solo nel caso in cui l’azienda sia stata ammessa a prendere parte allo show-room a seguito della pre-selezione operata dagli esperti del Mod Design Center. Tale quota comprende l’affitto e l’allestimento degli spazi espositivi, il trasporto delle merci dall’Italia per Mosca e viceversa, il personale adibito a presenziare la mostra durante tutta la durata della stessa, la realizzazione di materiale promozionale e l’organizzazione di eventi collaterali all’esposizione.