Appuntamento a Canton per il tessile italiano

Manca meno di un mese, ormai, all’appuntamento di Canton, dove il 10 ottobre si terrà il simposio organizzato da ACIMIT, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinario Tessile, e da ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, dedicato alla tecnologia italiana per tessili tecnici e non-tessuti.

Si tratta di un settore che sta diventando sempre più importante, grazie ad indici in costante crescita per l’industria cinese, tanto da rappresentare, per il comparto del Sol Levante, la voce in maggior crescita dall’inizio del 2013.

Raffaella Carabelli, presidente ACIMIT, ha commentato: “La richiesta proveniente dal mercato cinese per tessili tecnici e non-tessuti è in crescita. Gli investimenti nelle infrastrutture, il settore della filtrazione, quello medicale e dell’igiene personale spingono la domanda cinese di tessili tecnici e non-tessuti nei prossimi anni. Il simposio che si terrà a Canton ha lo scopo di far conoscere agli operatori cinesi la validità dell’offerta tecnologica italiana”.

L’evento di Canton rappresenta una “seconda puntata” rispetto a quanto fatto qualche mese fa a Nanchino, dove si era parlato delle tecnologie tessili sostenibili.

Ha continuato la presidentessa di ACIMIT: “Nonostante un calo delle vendite italiane (-24% nei primi cinque mesi dell’anno), il mercato cinese rappresenta per i costruttori italiani di macchine tessili la principale destinazione estera (130 milioni di euro nei primi cinque mesi dell’anno, pari al 20% dell’export italiano)”.

Vera MORETTI

A Milano la prima tappa del Road Show anti-contraffazione

La prima tappa del Road Show organizzato contro la contraffazione da Confindustria e intitolato “La vera impresa è combattere il falso” è partita da Milano.
Mai titolo fu più eloquente, poiché il mercato del falso è da considerarsi una vera piaga per il Made in Italy, tanto da minare un comparto, quello della moda e del tessile, da sempre leader in Italia e all’estero.

A ospitare il primo incontro è stata la sede di Sistema Moda Italia, e il tema riguardava “La contraffazione via internet”, poiché si tratta della forma di contraffazione più ricorrente e in evoluzione, ma soprattutto difficile da contrastare.

L’appuntamento, che era organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Confindustria, è stato seguito con molto interesse, anche a causa dei dati, sempre più allarmanti, che riguardano il business della contraffazione: circa 12 miliardi di euro, pari a circa il 20% del fatturato complessivo realizzato dal comparto nel 2012.

A questo proposito, Michele Tronconi, presidente di Sistema Moda Italia, ha dichiarato: “Il settore Tessile/Moda è certamente tra i settori industriali che più soffre la concorrenza criminale dei contraffattori e la necessità di dare risposte e strumenti utili di contrasto al fenomeno contraffattivo diventa tanto più urgente quanto più la contraffazione si sposta sul web, spazio nel quale il presidio del diritto diventa più labile. C’è bisogno di preservare la piena legalità all’interno del web, così da permettere alle imprese il pieno sfruttamento di tale mezzo di comunicazione le cui potenzialità sono veramente notevoli“.

Vera MORETTI

Toscana Promozione e Pitti Immagine insieme per un importante progetto

Da una collaborazione tra Toscana Promozione con Pitti Immagine e Consorzio Promozione Filati, è nato il progetto “Feel the Yarn: training experience and design award for future knitwear designers”, che mira a far conoscere la produzione delle più qualificate aziende di filati ai giovani designer di alcune tra le più prestigiose scuole internazionali di fashion e design.

L’iniziativa è strutturata in due fasi, correlate tra loro:

  • formazione nel distretto tessile, in cui gli studenti parteciperanno a seminari e visite aziendali dedicati alla creazione e produzione dei filati;
  • esposizione e concorso, all’interno di Pitti Immagine Filati Luglio 2013, dei capi realizzati dagli studenti partecipanti con i filati forniti dalle aziende iscritte al progetto, con la supervisione del tutor scolastico ed il coordinamento generale di Ornella Bignami.

Le aziende che possono partecipare alla selezione sono quelle che esporranno a Pitti Immagine Filati, edizione di luglio 2013, che sarà anche cornice del concorso e dell‘elezione del vincitore..

La quota d’iscrizione ammonta a 250 euro per le aziende toscane e a 500 per le aziende delle altre regioni.
Al costo di partecipazione vanno aggiunti i costi dei filati che selezioneranno gli studenti, inclusi i costi di spedizione.
Inoltre, le partecipanti dovranno fornire il filato scelto dagli studenti, provvedere alla spedizione dello stesso presso le relative scuole di moda, accogliere gli studenti a loro abbinati per la selezione dei filati, esporre nel proprio stand di Pitti un capo realizzato.

Le iscrizioni saranno raccolte esclusivamente on-line sul sito Adesioni.toscanapromozione entro il 12 aprile 2013.

Vera MORETTI

La crisi risparmia il tessile e il comparto del lusso

A non affondare, in questo periodo di grave crisi economica, sono soprattutto, o forse sarebbe meglio dire solo, le imprese che hanno investito in internazionalizzazione e, tra queste, hanno registrato bilanci positivi quelle che operano nel settore tessile e nel comparto del lusso.

A dimostrare ulteriormente questa tendenza è una ricerca condotta da Smi, Sistema Moda Italia, e Banca Intesa Sanpaolo, che, immaginando uno scenario possibile per questo 2013, ha previsto una crescita, per le aziende italiane del settore, sui mercati esteri appartenenti all’area extra Ue.

Sono ancora le eccellenze a fare da traino ad un comparto altrimenti in sofferenza, che resistono grazie alla fama e alla possibilità di assorbimento in grandi gruppi, oltre alla capacità di orientare il proprio business sui mercati emergenti.
A fronte di una domanda interna in forte perdita (-9.2% nel 2012), l’export ha brillato in Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti, mentre ha arrancato in Paesi che, fino a poco tempo fa, rappresentavano una sicurezza per l‘economia italiana, come Germania e Francia.

In attesa che la situazione interna si sblocchi, quindi, Intesa Sanpaolo e Smi convengono che la strada da seguire è ancora quella delle esportazioni, senza dimenticare le pmi, che necessitano di un’espansione verso nuovi mercati per evitare di fallire .
Non si tratta di un’utopia, perché, se da una parte i brand Made in Italy piacciono, dall’altro il mercato ha bisogno di aria fresca, che potrebbe arrivare proprio dai piccoli produttori.
Non solo marchi di lusso, ma anche artigiani che, da sempre, sono sinonimo di alta qualità.

Vera MORETTI

Il Made in Italy sfila a Pechino

E’ in corso da ieri, e terminerà domani, la 21esima edizione della CHICChina International Clothing & Accessories Fair di Pechino, la fiera che, come ogni anni, si rivolge ai produttori di abbigliamento uomo/donna/bambino, calzature ed accessori moda.
Tra i partecipanti, ben 73 aziende sono italiane e sono approdate alla CHIC nell’ambito della collettiva organizzata da ICE.
In tutto, i marchi italiani esposti sono 89 e presenteranno le collezioni autunno/inverno 2013-2014 e provengono dalla gran parte delle Regioni d’Italia.

Per essere presente con le creazioni Made in Italy per l’edizione 2013, l’Agenzia ICE aveva posto le fondamenta già nel 2002, attraverso azioni di immagine per favorire la penetrazione del mercato da parte dei produttori di fascia medio-alta, che fnalmente si sono trovati un posto in un mercato finora occupato quasi esclusivamente dai grandi marchi.

La CHIC è suddivisa in otto padiglioni di cui sei dedicati a abbigliamento uomo; casual e sportivo; pelle e pellicceria; bambino accessori e stampa di settore; donna; due padiglioni internazionali.
Le due Hall internazionali (W1-W2) accoglieranno la presenza dei padiglioni riservati a Italia, Francia, Korea, Germania, Stati Uniti d’America e Giappone.

La collettiva organizzata dall’Agenzia ICE è collocata nel padiglione Internazionale W2 su un’area di oltre 2.200 mq. L’area italiana comprende, oltre alla zona dove sono collocate le aziende, anche un’area animazione moda in cui cinque volte al giorno sfileranno a turno i capi delle aziende italiane espositrici.

Contemporaneamente alla CHIC, si sta svolgendo, sempre a Pechino, e sempre presso il China International Exhibition Centre, Milano Unica in Cina, il grande evento fieristico dedicato al settore dei tessuti INTERTEXTILE-PECHINO 2013.
La Fiera che si svolge con cadenza semestrale nelle due edizioni di Pechino (marzo) e Shanghai (ottobre) è organizzata dal 1995 dal “Sub-Council of Textile Industry CCPIT -China Council of Promotion of International Trade”, Messe Frankfurt HK e China Textile Information Centre e ha acquisito un’importanza sempre maggiore negli anni fino a diventare la più importante fiera del tessile a livello mondiale.

A questo appuntamento partecipano i produttori di materiali naturali e sintetici (cotone, seta, lino, tessuti a maglia, artificiali e spalmati), ma anche le aziende produttrici di accessori e forniture e imprese di servizi del settore.
Nel 2012 l’importazione di tessuti in Cina ha raggiunto 8.8 miliardi di USD e il nostro paese si è aggiudicato circa il 5.1% del mercato con vendite per 448 milioni di USD, in calo del 1.4% rispetto al 2011.

Vera MORETTI

Il settore tessile vicentino sfida la crisi

La tradizione tessile vicentina è oggi ancora molto forte e, soprattutto, sempre molto presente.

Alcuni autorevoli esempio sono quelli di Marzotto S.p.A, il primo gruppo italiano del tessile, l’innovazione di Diesel, che a Breganze ha inaugurato nel 2010 una vera e propria “cittadella” completa di asili e palestra, ma anche Bottega Veneta che, nonostante ora sia di proprietà del francese PPR, rimane solidamente radicata in territorio veneto, tanto da creare qui una scuola che tramandi il mestiere.

Non sono solo i grandi nomi a testimoniare l’importanza del comparto in terra veneta, ma anche la voce di Michele Bocchese, presidente della sezione Moda degli industriali veneti: “Qui si trova il “monte” della produzione, ovvero la tessitura, la filatura, le diverse fasi che nobilitano i tessuti, e anche la “valle”, l’industria della confezione e della maglieria. Due mondi diversi, ma collegati, a diverse intensità di capitale e lavoro“.

Nonostante ciò, la crisi si è fatta sentire nella zona, tanto da aver contato, in tre anni, la perdita di ben 100mila addetti, ma ancora oggi il comparto dà lavoro a 70mila famiglie.
A proposito di famiglia, lo stesso Bocchese arriva da una tradizione tessile familiare, che proprio negli ultimi anni ha ripreso la sua piena attività: “Noi vendiamo la seta ai cinesi: una seta reinterpretata, mescolata al cotone o a fibre sintetiche per effetti moderni, capace di reggere gli utilizzi più sportivi, trattata per essere anti-pioggia e anti-vento. Abbiamo recuperato i telai del passato, ma creato effetti e lavorazioni innovative“.

Alla base di ogni successo, oltre alla tradizione e alla qualità, c’è l’innovazione, e sono proprio questi valori che hanno portato in Veneto committenti del calibro di Vuitton, Gucci, Moncler, Dior e Chanel che, come conferma Stefano Stenta, presidente del Sistema Moda Vicenza di Confartigianato, “qui cercano, e trovano, qualità del prodotto, puntualità, creatività, innovazione”, ma anche lui riconosce che il periodo è difficile: “Negli anni Ottanta l’Europa ha annullato le protezioni a difesa del tessile, mentre altri Paesi alzavano le proprie barriere. E in questo contesto si sono susseguiti i diversi cicli economici, nei quali l’export del tessile e abbigliamento è sempre rimasto trainante per l’economia nazionale, dietro alle macchine utensili“.

Oggi i dati parlano di circa 700 aziende artigiane associate, il 65% delle quali ha un’età media di 30 anni, dunque con un passaggio generazionale ancora da affrontare.
Per questo, uno dei rischi maggiori è quello di non riuscire a “catturare” l’attenzione e l’interesse delle nuove generazioni, anche perché non possono beneficiare di una corretta formazione e un adeguato apprendistato.

Le altre sfide del tessile vicentino riguardano la concorrenza sleale, la politica del prezzo combattuta con la responsabilità sociale e la collaborazione stretta fra cliente e fornitore. I dati mettono in evidenza quello che viene definito “effetto sostituzione“: in Veneto nel 2002 gli imprenditori cinesi nella moda erano 624, nel 2012 sono diventati 2.155; nello stesso tempo gli italiani sono scesi da 5.547 a 3.023, una diminuzione di 2.524 unità.

A questo proposito, Manuela Miola, presidente della sezione Moda Industria di Confindustria Vicenza e nel cda di Forall Confezioni, azienda di Quinto Vicentino che produce Pal Zileri , ha dichiarato: “Questo sapere di prodotto è una delle caratteristiche del nostro distretto. Le nostre aziende hanno saputo creare e sviluppare prodotti con la sapienza artigiana e hanno saputo migliorarli nel tempo fino a farli diventare ricercati e sofisticati. Negli ultimi anni si è sviluppata una contaminazione internazionale con diversi Paesi e tra diversi settori: ci sono molti esempi di noti designer internazionali che hanno collaborato e collaborano tuttora con aziende del nostro territorio, portando nuove idee e l’entusiasmo di chi entra in contatto con una realtà dove in pochi chilometri trova una densità di esperienza, di artigianalità e di tradizione che in pochi altri contesti è possibile trovare“.

Vera MORETTI

Tessile, i piccoli che fanno le fortune dei grandi

Si chiama Sistema Moda Italia ed è una delle più grandi organizzazioni mondiali di rappresentanza degli industriali del tessile e moda. Singolare come nome, visto che una delle cose che si rimproverano ai vari player della nostra economia è proprio quella di non essere capaci di fare sistema… Comunque, per un ambito come quello del tessile il fare sistema è una necessità, ancora di più in un momento delicato come questo.

Ecco perché nel suo focus settimanale Infoiva non poteva non rivolgere qualche domanda al presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi. Qualche domanda che ha riservato delle risposte interessanti e sorprendenti. Per esempio, che le piccole imprese specializzate fanno la forza complessiva del settore e ne rappresentano allo stesso tempo la fragilità. Che in questa filiera il turnover di aziende che nascono e muoiono è molto alto e che il segreto del loro successo è la specializzazione. Che, in ultima istanza, senza delle politiche industriali ben strutturate anche un settore come questo rischia di soffocare.

Leggi l’intervista al presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi

Milano Unica, il valore aggiunto dalle piccole imprese

Tessile e moda, lo abbiamo detto, sono due pilastri della nostra piccola e media industria; due facce della stessa medaglia chiamata tradizione ed eccellenza. I numeri usciti da Milano Unica, lo abbiamo visto ieri, lasciano filtrare qualche spiraglio, se non di ottimismo, almeno di “buona volontà” da parte del mercato.

Tendenze e cifre che abbiamo scelto di commentare proprio con il presidente di Milano Unica, Silvio Albini, il quale, oltre a presiedere il Salone Italiano del Tessile, è anche presidente di Albini Group, una delle maggiori realtà italiane del tessile.

E le parole di Albini sono risultate incoraggianti quanto i numeri usciti dalla fiera. Perché, secondo il presidente, se Milano Unica non detta le regole del settore gli dà sicuramente valore aggiunto proprio perché è fatta dagli imprenditori che hanno il reale polso della situazione e del mercato. E se il +75% fatto registrare dalle presenze cinesi in fiera è un viatico più che incoraggiante, anche l’Europa tiene bene con la Germania, la Francia e i Paesi scandinavi. E finché si vende all’estero, il settore resta a galla.

Leggi l’intervista al presidente di Milano Unica Silvio Albini

Il tessile italiano fa scuola in Brasile

Il design e la moda Made in Italy sono sempre più apprezzati in tutto il mondo, e il Brasile non fa certo eccezione: proprio per questo un gruppo di 21 aziende tessili italiane volerà a San Paolo l’11 e il 12 luglio per partecipare a Premie’re Brasil, la più importante fiera sudamericana del settore. La manifestazione, che si tiene ogni sei mesi, è suddivisa in sei aree tematiche che spaziano dalla moda urbana a lane ai filati, dai materiali per costumi dal bagno fino ad arrivare ad accessori come bottoni e chiusure lampo.

Per la Fiera dedicata alle collezioni autunno-inverno 2013 si attendono circa 120 espositori da tutto il mondo; la presenza delle nostre imprese e’ coordinata dall’Istituto per il commercio estero (Ice), con il sostegno del consolato generale italiano.

Francesca SCARABELLI

Innovazioni per il settore tessile

La nona edizione dell’Osservatorio Acimit, l’associazione costruttori italiani di macchinario per industria tessile, ha analizzato il potenziale generato da 5 settori tecnologici innovativi, per lo sviluppo e la competitività delle imprese tessili italiane:

  • nanotecnologie,
  • materiali compositi,
  • materiali “intelligenti”,
  • tecnologie di funzionalizzazione,
  • biotecnologie.

Nel focus dell’Osservatorio Acimit l’analisi di tali opportunità, unita con un’analisi estesa di scenario e brevettuale, ha permesso di trattare questi settori emergenti, tecnologicamente avanzati, che hanno riscosso un grande interesse anche da parte della concorrenza mondiale:

Il problema è che – secondo Sandro Salmoiraghi, Presidente di Acimit – per beneficiare di queste innovazioni è necessario raccordarne le potenzialità  tra 3 soggetti: chi costruisce le macchine, chi le utilizza, chi consuma il prodotto finale.

Intanto, l’industria meccanotessile italiana ha già chiuso il 2010 con un incremento della produzione pari al 26%, superando i 2,4 miliardi di euro. Il valore non si avvicina ancora ai livelli pre-crisi del 2007, ma è confortante per i costruttori italiani avere arrestato il trend negativo che ha contraddistinto il biennio 2008-2009.