Decreto Aiuti Ter: le misure approvate dal Consiglio dei Ministri

In arrivo un nuovo pacchetto di aiuti per le famiglie e le imprese, si tratta dell’ultimo del governo Draghi, approvato in CdM il decreto Aiuti Ter. Tra le novità c’è un nuovo bonus una tantum per coloro che hanno un redito inferiore a 20.000 euro e taglio sulle accise. Ecco in sintesi i contenuti.

Decreto Aiuti Ter per le imprese

La prima novità importante è per le imprese. Il credito di imposta è riconosciuto fino al 30 settembre al 25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con un consumo maggiore di 16,5 MW. Dal 1° ottobre e per i mesi di ottobre e novembre è previsto il credito di imposta al 25% per le imprese energivore e gasivore e al 40% per tutte le imprese che consumano gas. Per le aziende agricole è previsto uno stanziamento di 190 milioni di euro per far fronte al caro carburanti.

Per le imprese che devono affrontare crisi di liquidità a causa del caro bollette vi è la possibilità di ottenere la garanzia statale sui prestiti, inoltre attraverso accordi da stipulare con le banche, quindi non con immediata entrata in vigore, sarà possibile avere prestiti a condizioni più favorevoli rispetto a quelle dei mercati. Ricordiamo che c’è un aumento del costo del denaro deciso dalla BCE che sta facendo aumentare i tassi di interesse praticati dalle banche.

Non solo buone notizie per le imprese, infatti vi sono maggiori restrizioni in caso di delocalizzazioni.

Aiuti alle famiglie nel decreto Aiuti Ter: accise, bonus una tantum e disabili

Dal decreto Aiuti Ter arriva anche un’altra importante novità, infatti con decreto interministeriale era stato prorogato il taglio delle accise sui carburanti fino al 15 ottobre, interviene ora il decreto Aiuti Ter con una nuova proroga per i mesi di ottobre e novembre. Finalmente un po’ di respiro per gli automobilisti.

Per chi percepisce un reddito inferiore a 20.000 euro lordi è invece previsto un bonus una tantum di 150 euro. Lo stesso si estende anche i pensionati. La platea dovrebbe essere di circa 22 milioni di persone.

Nel decreto Aiuti ter sono stanziati anche 400 milioni in favore delle Servizio Sanitario Nazionale per far fronte ai rincari del settore ospedaliero. Gli aiuti sono estesi ad RSA e strutture private.

Sono previsti contributi in favore delle scuole paritarie per far fronte al caro energia.

Cento milioni di euro è lo stanziamento in favore del trasporto pubblico locale ed è previsto il rafforzamento dell’edilizia in favore degli studenti universitari fuori sede.

In favore di Enti del Terzo Settore e degli enti religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi sociosanitari e sociali in regime residenziale e semi-residenziale per disabili, è istituito un fondo da 120 milioni di euro.

Dal 2022 addio all’IRAP per 835.000 contribuenti. Chi sono?

Presentato in commissione Bilancio del Senato l’emendamento che esonera dal pagamento dell’IRAP persone fisiche esercenti attività commerciali ed esercenti arti e professioni. Ecco chi potrà dire addio all’IRAP.

Addio all’IRAP: chi potrà avvalersi del taglio?

L’IRAP è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive e i suoi introiti sono utilizzati per la copertura delle spese sanitarie. Introdotta nel 1997, da sempre molto osteggiata e proprio per questo si è più volte pensato all’eliminazione o riduzione, ma di fatto è necessario prima trovare una fonte alternativa per sorreggere il Sistema Sanitario Nazionale. L’emendamento presentato in Commissione Bilancio rappresenta il primo passo verso l’eliminazione e per compensare la perdita, presso il MEF è stato stanziato un fondo di 192.52.000 euro.

L’emendamento è contenuto nell’articolo 2 ter che viene rubricato proprio “esclusione IRAP per le persone fisiche”.

E stato calcolato che questa misura beneficia 835.000 soggetti che dal periodo di imposta che parte dal 1° gennaio 2022 non dovranno più pagare l’IRAP. La platea totale di coloro che pagavano l’IRAP era 2.028.888, quindi la nuova esenzione favorisce il 41,2% del totale dei contribuenti IRAP. Il provvedimento non è retroattivo, quindi entro il mese di giugno 2022 dovranno essere saldati gli importi previsti per l’anno di imposta 2021.

Chi paga l’IRAP?

Ricordiamo che attualmente non sono assoggettati a tale imposta le imprese individuali e i lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfettario o comunque si sono avvalsi di un regime fiscale di vantaggi. Naturalmente per rientrare nel regime forfettario è necessario rientrare in determinati limiti che sono soprattutto economici.

Per saperne di più leggi la guida Regime forfettario 2022, tutte le novità introdotte per il prossimo anno.

Tra coloro che sono esentati dal pagamento dell’IRAP ricordiamo che ci sono anche le aziende agricole.

Questo emendamento va ad anticipare il contenuto della legge di delega fiscale, infatti l’articolo 5 del disegno di legge prevede un graduale superamento dell’IRAP.

Addio all’IRAP per dirimere le controversie su “autonoma organizzazione”

In realtà questo emendamento aiuta dirimere questioni controverse che finora aveva risolto il giudice. Le controversie girano intorno alla locuzione “autonoma organizzazione” infatti questa ha portato più volte a interpretazioni diverse su tale concetto. In base a numerose pronunce della Corte di Cassazione, non è tenuto al versamento dell’IRAP il professionista che esercita l’attività in maniera individuale non avvalendosi di collaboratori. Eliminare dai soggetti passivi del tributo le persone fisiche esercenti attività commerciali contribuisce a eliminare dubbi e controversie inoltre può essere considerato un primo passo verso una semplificazione del sistema delle imposte a carico delle partite IVA.

Per una disamina completa sul tributo e in particolare sulle controverse che sono sorte, è possibile leggere l’articolo: Chi è obbligato a presentare la dichiarazione IRAP? Scopriamolo insieme.