Accordo Sky-Telecom

Altro accordo tra Sky e Telecom Italia.
Dopo che era stata siglata in aprile l’intesa tra i due colossi per distribuire i contenuti dalla pay tv satellitare attraverso la rete in fibra ottica dell’ex monopolista, ora è stata siglata un’altra importante collaborazione, per la realizzazione di cinque canali televisivi sul digitale terrestre.

A fine maggio, infatti, Timb, l’operatore di rete di Telecom Italia, ha offerto a Sky la capacità trasmissiva sufficiente a trasmettere su digitale terrestre 5 canali televisivi sulla base di un accordo della durata di 5/6 anni: a questo punto la pay tv satellitare potrà debuttare sul digitale terrestre a partire dal primo ottobre 2014, ma prima del 30 giugno 2015.

Poiché dal primo gennaio 2012 sono caduti i divieti per il network di Rupert Murdoch di trasmettere a pagamento sul digitale terrestre e ciò potrà servire per raggiungere con un’offerta pay il 95% delle famiglie italiane.
Inoltre, entro la fine dell’anno Sky lancerà un nuovo decoder multi-piattaforma per raggiungere in maniera più capillare tutti i potenziali utenti.

Tra pochi giorni, inoltre, avverrà l’assemblea per i diritti televisivi dal 2015 al 2018 relativi alla Serie A.
Con l’accordo raggiunto con Telecom Italia, Sky è in pole position per avviare le trasmissioni in digitale.

Vera MORETTI

Agenti monomandatari, Sky vi aspetta!

Nel periodo natalizio la pubblicità che riguarda gli abbonamenti Sky si fa più pressante ed accattivante, con la speranza che in molti ne facciano il proprio regalo di Natale.

Ed è proprio in questo periodo che una filiale Sky di Terni è alla ricerca di agenti, in particolare per il settore business di Sky Italia, quello rivolto al mercato di bar, hotel ed esercizi pubblici.
Il candidato ideale è un agente di commercio monomandatario o plurimandatario, che abbia già contatti con gli hotel, ad esempio per la fornitura di beni e servizi.

Ovviamente, tra le competenze è richiesta anche una buona capacità di problem solving e ottime doti relazionali, che rappresentano sempre un perfetto biglietto da visita.

Per saperne di èiù, è possibile collegarsi a Monster.it.

La crisi porta gli italiani al low cost, ma occhio allo spreco

La fiducia dei consumatori italiani tocca il minimo dal luglio 2008 senza però essere arrivata alle famiglie. La sensazione è che esistano degli stabilizzatori automatici che rallentano la caduta. Gli italiani non hanno tagliato la voce «stadio» nei budget familiari. Il caso limite è quello del Napoli che a fine agosto ha visto 8 mila tifosi accollarsi il costo di una trasferta a Barcellona per seguire gli azzurri in un match amichevole.

Per rimanere in zona sport possiamo aggiungere che gli abbonati di Sky non sono diminuiti. Anzi. Mancano pochi giorni alla chiusura della trimestrale e le stime sono ottimistiche. La pay tv cresce al ritmo di 30-40 mila abbonati ogni tre mesi con un costo medio per abbonato pari a 43 euro al mese.

Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini sostiene che fino alla bufera di agosto gli italiani erano rimasti dell’idea che la crisi fosse transitoria, che si dovesse aspettare che passasse la nottata e che bastasse in qualche modo stringere di un buco la cinghia. Giovannini pensa che nei prossimi mesi ci troveremo di fronte a una discontinuità.

Per cercare di spiegare la lenta metamorfosi italiana Giuseppe Roma, direttore del Censis, racconta la storia de L’Aquila, una città che ha perso dopo il terremoto 20 mila abitanti, in cui la ricostruzione è sostanzialmente a zero e nella quale in virtù della defiscalizzazione sono sorte tante piccole attività tutte a basso valore aggiunto. Il paradigma aquilano è un tipico comportamento adattivo italiano, si ottimizzano le risorse esistenti e si nasconde l’assenza di un progetto socioeconomico vero.

Milano è sociologicamente interessante anche per monitorare altri comportamenti adattivi. Un fenomeno interessante è quello legato all’espandersi dell’economia dei buoni pasto. Gli esercizi commerciali del centro puntano sempre di più sulla pausa pranzo degli impiegati. Sorgono nuovi punti di ristoro con un target ben preciso e i bar ristrutturano gli spazi in funzione della maggiore capienza di tavolini. Nello slang meneghino nasce l’ «ape», la cena di una fascia generazionale che va dai 25 ai 40 anni che  risolve il problema di un pasto a prezzi contenuti e per di più non rinuncia alla socializzazione.

Per capire come reagiscono gli italiani alla bufera economica il commercio è sicuramente un elemento chiave. I dati degli uffici/studi delle associazioni segnalano la chiusura di 10 mila piccoli esercizi ogni semestre in Italia, aggiungono che questa cifra è destinata ad aumentare vertiginosamente e tuttavia esiste un buon tasso di rotazione. Quello che si compra si consuma e le scorte sono ridotte al minimo.

Resta il risparmio. È chiaro che non se ne forma di nuovo, non ci sono però code davanti alle banche o alle società di gestione per ritirare i soldi già investiti. Del resto il portafoglio degli italiani è tra i più prudenti in Europa e l’investimento in azioni è circa al 20%.

Laura LESEVRE