Al via la seconda edizione di ItaliaRestartsUp

E’ stata presentata la seconda edizione di ItaliaRestartsUp, l’iniziativa che mira a sostenere le startup favorendo gli incontri con investitori stranieri ed enti internazionali specializzati nel supporto alle società appena formate e alle pmi.

A promuovere l’iniziativa, che avrà luogo il 22 e 23 ottobre a Milano nel corso di SMAU, sono ICE, Ministero dello Sviluppo Economico e SMAU.

La location è stata scelta ad hoc per permettere ai potenziali investitori di avere un panorama il più possibile completo dei settori presenti all’interno del salone italiano dell’Innovazione, offrendo come valore aggiunto i contatti e l’attività di networking, resa possibile dalla crescente presenza di start-up alla kermesse.

Possono partecipare all’evento: le startup, gli investitori in startup e le organizzazioni territoriali di sostegno alle start-up di tutta Italia.
Fanno eccezione i soggetti che hanno sede legale nelle Regioni Convergenza, quindi Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Le domande di partecipazione devono pervenire entro il 9 settembre ed il modulo di iscrizione per startup e per investitori/agenzie da compilare è scaricabile dal sito ufficiale di InnovationItaly.

Le domande saranno valutate secondo i seguenti criteri:

  • Sviluppo di un prodotto o servizio innovativo
  • Non più di 6 anni di attività dalla data di costituzione dell’impresa
  • Ottenimento di uno o più finanziamenti esterni alla compagine aziendale, di almeno 100.000 euro
  • Piani di espansione del valore di almeno 500.000 euro.

Vera MORETTI

Di Giangiacomo: “Ecco come abbiamo vinto il Premio Lamarck con 1000 Italy”

“Presentarsi ad altri soggetti di impresa con il cappello di startup, in Italia, spesso sembra essere sinonimo di poca solidità, dilettantismo ed assenza di struttura”. Di certo non è così per gli sviluppatori della nuovissima App gratuita 1000 Italy, vincitrice del Premio Lamarck, il riconoscimento hi-tech dedicato alle startup più innovative pronte per il mercato, all’ultima edizione di Smau 2014.

Dott. Di Giangiacomo, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
1000 Italy è un’App gratuita per dispositivi iOS e Android che fornisce informazioni turistiche selezionate in Russo, Inglese e Italiano. Quando si viaggia in una città che non si conosce solitamente si cerca il consiglio di un amico che è lì in pianta stabile: sapere con sicurezza come vive uno del posto, dove mangia, dove fa shopping e cosa fa nel tempo libero da un lato dà la garanzia di un contenuto di qualità lontano dalle speculazioni turistiche; dall’altro, garantisce un’esperienza di viaggio in ottica local perché fa scoprire nuovi posti con gli occhi di chi quei posti li vive quotidianamente. 1000 Italy è il vostro amico fidato sul posto, in tutta Italia. Con i servizi di geolocalizzazione mostra all’utente i punti di interesse a lui più vicini organizzati in quattro differenti categorie-bussola: come vivere lo spirito della città decidendo cosa fare la sera o scegliendo l’evento migliore offerto dalla città; cosa mangiare di tradizionale e dove farlo per assaggiare le qualità locali; cosa visitare di davvero caratteristico o quale prodotto tipico acquistare. Una categoria ad hoc sono i punti di cambio-valuta: soprattutto per chi viaggia da paesi extra-EU, sapere dove cambiare la moneta locale e usufruire di servizi corollari è un valore aggiunto notevole nell’esperienza di viaggio. Le informazioni caricate sono community-based grazie al contributo di Italy Lovers sparsi per lo Stivale: sono proprio loro, con la funzione Ambassador, che caricano direttamente da mobile i posti da suggerire al turista che usa la nostra App. Per rispettare un livello medio-alto di qualità nei contenuti, la redazione di 1000 Italy fa lo sforzo di controllare tutte le segnalazioni candidate dai suoi utenti: se poi rispettano i criteri base di eccellenza, tipicità e trasparenza di servizio, verranno effettivamente pubblicate sui dispositivi (così come indicato nel Programma ‘Sì-amo l’Italia’, il vero e proprio Manifesto del buon Ambassador). Puntiamo ad un contenuto qualitativo, piuttosto che massivo. Il guadagno di tanta partecipazione è di varia natura: non è da sottovalutare la portata di questi contributi in termini di visibilità, in quanto tutte le informazioni implementate riporteranno la firma dell’utente che le ha raccomandate; inoltre, per premiare la partecipazione dei propri utenti, 1000 Italy organizza dei contest saltuari a premi per gratificare i contributi migliori della community (è ora in corso il concorso sulle migliori segnalazioni a tema vinicolo, in premio una bottiglia di vino di qualità spedita gratuitamente a casa del vincitore). Per di più, stiamo implementando la piattaforma di sconti che riserviamo a tutti i nostri utenti ma gli Ambassador, in virtù della loro collaborazione, potranno accedervi senza pagare l’abbonamento mensile che sblocca questa funzionalità. Come ci piace dire sempre: da una condivisione così, c’è solo da guadagnarci. 1000 Italy, in ogni caso, è un utile strumento per scoprire le meraviglie nascoste, anche prescindendo dalla geolocalizzazione: grazie ad una comoda stringa di ricerca, si possono visualizzare singole città o singoli punti di interesse, per iniziare il viaggio di scoperta ancor prima di muoversi, magari salvando con un cuore i posti di cui ci si innamora a prima vista. Come se non bastasse, la nostra App non sottovaluta nemmeno l’approccio social: abbiamo creato il primo Social Network degli Italy Lovers, nel quale un profilo utente dedicato raccoglie le azioni come un diario di viaggio che si può condividere con altri profili in piena logica di condivisione e networking.

Da dove nasce l’idea?
1000 Italy è un’App, ma non nasce come tale. L’idea nasce piuttosto dalla possibilità di sfruttare un canale commerciale prezioso: il mercato russo è il pilot del progetto in quanto siamo presenti in 22 uffici turistici sparsi sul territorio e questo ci consente di intercettare i principali flussi incoming prima che arrivino nel nostro Paese. Inoltre, il target Russia si adatta perfettamente ai nuovi trend turistici contemporanei: il turista Russo, fino a dieci anni fa, era solito organizzare il suo viaggio con l’assistenza di Tour Operator che selezionavano per lui un pacchetto di esperienze che acquistava ancor prima di partire; questa tendenza sta cambiando radicalmente in quanto il turismo organizzato russo rappresenta oggi il 29% sul totale dei flussi incoming (era al 45,2% nel 2013) a fronte di una consistente crescita del numero di turisti arrivati in Italia. Molto semplicemente, questo dato significa che il turismo fai-da-te cresce notevolmente di più di quello organizzato e necessita di un portafoglio di servizi che siano disponibili alla personalizzazione dell’utente. Ottenuto il canale di acquisizione utenti, la riflessione del progetto si è spostata sulla selezione degli strumenti migliori per accontentare il cliente-turista con un servizio efficiente: è qui che nasce l’idea di realizzare un’App, soprattutto per la flessibilità di questo strumento nell’erogazione di servizi informativi turistici che nella mobilità acquistano un alto valore aggiunto. L’ambizione più grande di 1000 Italy è quella di blindare i servizi offerti per diventare la principale piattaforma mobile dedicata al turismo incoming. Il progetto esce sul mercato il 20 Marzo del 2014 e all’oggi vanta già notevoli successi: con un totale di 50.000 downoad è premiata come Migliore Nuova App sull’Apple Store; con 34.000 utenti si guadagna il 10° posto nella classifica Google Play sulle App dedicate al viaggio, mentre sull’Apple Store in Russia conquista la prima posizione sia nella sezione “Maps and Guide” che in quella “Exploring Italy”.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Per rispondere al meglio a questa domanda, probabilmente è più semplice dire perché io ho scelto di avventurarmi nel progetto di una startup. La mia scelta non è stata casuale visto che prima di sposare questo progetto, mi sono avvicinato al mondo degli startupper per altre vie, più per passione che per altro. Lavorare in una startup significa tanta libertà di esecuzione, ma significa anche struttura e responsabilità: creare e far crescere un progetto (la startup non è altro che la fase zero di una futura impresa) richiede da un lato la capacità di saper spaziare nelle competenze professionali, perché ciascuno di noi ha un ruolo ben preciso nel team, tuttavia in più di un’occasione è richiesta trasversalità e apertura nell’applicazione delle proprie competenze; dall’altro una simile libertà necessita di ordine ed organizzazione, una sorta di ‘struttura’ nel modus lavorandi che dia ordine e coerenza alla divisione delle attività (sempre tante!) in modo da rispettare i tempi stretti e le consegne.
Una simile realtà lavorativa è piena di stimoli perché ogni giorno abbiamo modo di confrontarci con nuovi task e nuovi obiettivi: la mole di lavoro è davvero imponente anche perché il team di una startup, in genere, è concentrato in poche figure professionali, attorno alle quali ruotano i ruoli operativi che nell’inizio di un’impresa fanno davvero la differenza. Noi di 1000 Italy abbiamo le risorse grafiche e creative, il Marketing e la comunicazione, l’amministrazione della community e della sezione commerciale; il cuore del team ruota attorno alla CEO e founder del progetto, Karin Venneri, mentre la struttura tecnica e di sviluppo vede come riferimento il CTO Marcello Stani, co-founder della startup. Avventurarsi in mondo come questo richiede molto impegno, determinazione e proattività: alla scarsa struttura del work flow occorre rispondere con un’organizzazione precisa e responsabile di ogni singolo startupper. L’elasticità dell’impegno lavorativo in termini di ore e obiettivi si riflette nell’entusiasmo del singolo che tra le mani si trova un progetto al quale partecipa attivamente in prima persona, senza necessariamente dover sostenere la struttura piramidale di un’organizzazione classica. Il guadagno più grande in termini di realizzazione e soddisfazione? Molto semplice: vedere che il progetto al quale lavori è un’efficace risposta alle esigenze del mercato; talmente efficace che come nelle migliori delle favole la startup si trasforma in azienda.

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
Punto primo: chiamarsi startup. Presentarsi ad altri soggetti di impresa con il cappello di startup, in Italia, spesso sembra essere sinonimo di poca solidità, dilettantismo ed assenza di struttura. In secondo luogo, la costruzione di un team è un fattore discriminante, perché particolarmente di successo: trovare professionalità, motivazione, proattività e capacità di lavorare in team in condizioni di stress e pressione, è tra le prime criticità da risolvere. Il terzo elemento di difficoltà è di natura finanziaria perché qualsiasi business in avviamento ha necessità di un periodo minimo di test del mercato, spazio di virata strategica e tempo per dare solidità al proprio posizionamento di mercato.

Un bilancio sulla vostra partecipazione a Smau 2014?
La nostra partecipazione a Smau è stata positiva, così come tutte le occasioni di visibilità offerte dalle manifestazioni che ci riguardano: nonostante il focus dell’evento si concentrasse prevalentemente sulla tecnologia, con attenzione dedicata al mondo dell’ICT, la nostra verticalizzazione sul mondo del turismo ha riscosso un notevole successo in termini di interesse da parte di quelle realtà che vedono nell’EXPO 2015 un’occasione di crescita e business. Al netto delle tematiche analizzate in fiera, insieme agli incontri commerciali per creare sinergie all’interno di mondi professionali affini, la nostra esperienza è stata notevolmente positiva in quanto ci vedeva selezionati tra le App finaliste nel contest App4Expo, la gara di progetti mobile promossa da Regione Lombardia in collaborazione con Explora S.c.p.a. e Smau Servizi Srl, che premiava le migliori App capaci di valorizzare il patrimonio culturale, artistico e territoriale della Lombardia.
L’esperienza si è conclusa nel migliore dei modi, vista anche la nostra vittoria della prima Edizione del Premio Lamarck, organizzato da Smau e dedicato alle più promettenti startup presenti in fiera: il concorso prende nome dal naturalista che presentò per primo una teoria evoluzionista secondo cui gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi all’ambiente. La fiera, insieme alla partecipazione a selezioni simili, costituisce l’ambiente ideale per la nascita di partnership, trasferimenti tecnologici, acquisto di brevetti o vere e proprie acquisizioni o finanziamenti da parte delle imprese visitatrici. Un award tutto dedicato alle buone idee che possono trovare applicazione pratica all’interno di realtà già strutturate, contribuendone al rinnovamento e all’innovazione contribuisce attivamente ad alimentare i business di successo.

Jacopo MARCHESANO

Startup in mostra allo Smau

Tra il 22 e il 24 ottobre si svolgerà, presso gli spazi di FieraMilanocity, lo Smau, dedicato all’incontro tra il mondo della ricerca e quello delle imprese.

Tra le 200 realtà partecipanti presso l’aera Open Innovation all’interno dell’evento, ci sarà anche Intesa Sanpaolo, presente con StartUp Initiative, la piattaforma di accelerazione internazionale di Intesa Sanpaolo che seleziona startup hi-tech, le forma e le mette in contatto con investitori finanziari e industriali.

Giovedì 23, inoltre, verrà presentato StartUp Initiative Digital&Mobile, ovvero un investment forum organizzato in collaborazione con il programma europeo MOBICAP, all’interno del quale Intesa Sanpaolo presenterà otto tra le più promettenti startup digitali davanti ad un’ampia platea di potenziali clienti, investitori e partner.

Livio Scalvini, responsabile Servizio Innovazione di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Abbiamo portato la nostra StartUp Initiative in SMAU perché ne condividiamo l’approccio: massimizzare le opportunità di business tra le startup e le imprese che cercano nell’innovazione tecnologica una nuova leva competitiva. Vogliamo aiutare i campioni high-tech di domani a scalare rapidamente, ed al contempo permettere alle imprese consolidate di potenziare la propria R&D strategica con soluzioni sviluppate all’esterno, in logica di Open Innovation”.

All’interno dell’evento, inoltre, i visitatori potranno incontrare 4 startup appositamente selezionate da Intesa Sanpaolo:

  • Soundtracker: la prima radio geo-sociale che consente di creare le proprie stazioni radio e di condividere la musica con i propri amici e con chiunque si trovi nelle vicinanze;
  • Spotlime: app che segnala, grazie alla geolocalizzazione, la disponibilità last minute degli eventi preferiti, offrendo anche promozioni e sconti in abbinamento;
  • YDRobotics: spin off di YDreams azienda specializzata in robotica e meccatronica che realizza piccoli apparecchi robotici per ambienti indoor;
  • Syncronika: startup che ha realizzato Syncrogest, una piattaforma web e mobile fornita in modalità SAAS, nata da uno studio approfondito delle esigenze di coloro che operano sul campo, per ottimizzare i flussi di lavoro e gestire tutte le fasi dell’assistenza.

Le quattro startup concorreranno all’edizione nazionale del Premio Lamarck in programma venerdì 24 ottobre, in contemporanea al Premio Nazionale Innovazione ICT.

Il premio, realizzato con il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, che prende il nome dal naturalista Jean Baptiste Lamarck, consegnerà un riconoscimento ai più brillanti progetti d’impresa, pronti a rivoluzionare il business di imprese già strutturate, raccontati dalle startup presenti in fiera.

Vera MORETTI

Macola: “Con le nuove tecnologie liberiamo la creatività”

In questa nostra settimana dedicata al mondo delle nuove tecnologie al servizio delle aziende, abbiamo incontrato l’amministratore delegato di Smau, Pierantonio Macola, a pochi giorni dall’inizio dell’evento fieristico dedicato all’informatica e alle nuove tecnologie. Macola è inoltre fondatore nel 2001 di Webbit, lo storico evento padovano dedicato all’ICT, precursore dell’attuale evoluzione di Smau quale piattaforma di incontro e relazione tra i fornitori di tecnologie e i manager delle imprese e pubbliche amministrazioni del territorio.

Dott. Macola, meno di dieci giorni dall’inizio del Salone, quali sono le aspettative?

Le aspettative per questa cinquantesima edizione sono molto alte, ormai le imprese che vogliono competere sul mercato hanno bisogno di innovazione in senso lato. L’evoluzione del progetto Smau consente oggi all’imprenditore di trovare in un appuntamento fieristico tutti gli ingredienti indispensabili per poter gestire in maniera moderna e innovativa la propria impresa.

Quanto è  importante, in questo determinato periodo storico, per un azienda affidarsi alle nuove tecnologie per sviluppare business?

Assolutamente fondamentale. Per trasformare la crisi in un’opportunità la risorsa rimane sempre e comunque l’imprenditore e le tecnologie oggi riescono a supportarlo in tutti gli aspetta della sua attività. Le innovazioni consentono alle piccole e medie imprese di gareggiare quasi alla pari con aziende maggiori. Una volta questi strumenti erano possibili solo attraverso investimenti molto pesanti, oggi non più per fortuna. Considerando il numero elevatissimo di imprenditori nella nostra regione, l’impatto può essere impressionante.

Dai social all’e-commerce, gli ambiti delle nuove tecnologie sono sterminati, dove le PMI dovrebbero puntare maggiormente? 

Le nuove tecnologie consentono oggi all’imprenditore e all’impresa di liberare la creatività. E’ l’impresa che deve avere l’idea di business, le innovazioni permettono solo di acquisire risultati in maniera diversa e più semplice. I nostri imprenditori devono continuare ad avere la voglia di sfidare il mercato, oggi hanno molta più creativa al loro servizio con le nuove tecnologie al loro fianco.

 

Jacopo MARCHESANO

Ripresa all’orizzonte? Se c’è, agganciamola con l’hi-tech

di Davide PASSONI

In questa settimana cominciamo l’avvicinamento all’evento protagonista dell’hi-tech per il business italiano, lo Smau, il salone della tecnologia dedicata alle imprese, ai professionisti, agli operatori della Pubblica Amministrazione e a quanti, in Italia, pensano che la strada per sviluppare l’economia e il sistema Paese passi ormai obbligatoriamente attraverso internet e l’hi-tech.

Se fino qualche anno fa poteva trattarsi di uno scenario da visionari, mai come in questo disgraziato 2013 l’affidarsi alle nuove tecnologie per sviluppare business è la strada maestra per non essere ammazzati dalla crisi. Lo dicono i numeri, lo dice il buon senso.

Un’impresa o un professionista che vogliono continuare a dire qualcosa nei propri mercati non possono non guardare i numeri: eCommerce su Pc a 9 miliardi di euro, eCommerce mobile in crescita del 143% anno su anno, previsione di 50 milioni di smartphone e 12 milioni di tablet in Italia entro il 2015.

Sono solo alcune delle cifre che danno l’idea di come l’unica economia che cresce, oggi, in Italia come in Europa, è quella digitale in tutte le sue forme. Per questo, durante la settimana Infoiva vuole insistere sul legame forte che deve unire l’economia italiana, fatta di piccolissime imprese e di tanti professionisti, con la tecnologia, internet e il mondo digitale. Lo diciamo perché siamo nati digitali e, se in questo 2013 un po’ così, con una ripresa all’orizzonte che pare ancora inafferrabile, siamo ancora qui a parlarvi di business vuol dire che l’essere digitali ha un senso per chi fa business in Italia oggi. Essere digitali, oggi, non è un’opzione. E’ una necessità. Seguiteci e lo capirete.

Imprese, professionisti e i nuovi temi dell’hi-tech

di Davide PASSONI 

Le nuove tecnologie impongono alle imprese e ai professionisti problematiche e necessità anch’esse nuove. Alcune di queste riguardano la proprietà intellettuale, altre il contenimento dei costi. Ecco il parere di due esperti del settore.

Avv. Hèléne Regnault de la Mothe, Avvocato iscritto allíAlbo nazionale dei Consulenti in Proprietà industriale

Quali rischi per il proprio marchio nellíera del web 2.0? Come tutelarlo da copie e contraffazioni?
La straordinaria capacità del marchio di attrarre clientela genera frequenti usurpazioni da parte di concorrenti che si manifestano principalmente nell’uso di nomi a dominio foneticamente simili, quando non differenti per la sola estensione. Accade inoltre che il proprio marchio venga indebitamente utilizzato dal competitor quale parola chiave (meta-tag) per avvantaggiarsi e falsare i risultati proposti dai motori di ricerca. Entrambi i casi costituiscono atti di contraffazione e concorrenza sleale, in quanto idonei a sviare la clientela o a creare un indebito agganciamento. La normativa italiana concede al titolare del marchio gli strumenti, anche sanzionatori, per vietare ai terzi l’adozione di tali comportamenti illeciti. Per utilizzare con successo tali rimedi è però determinante scegliere un marchio forte e, soprattutto, preoccuparsi per tempo della sua corretta registrazione nei territori in cui si opera. In tal modo, si tutelano gli investimenti e i propri diritti di esclusiva.

 

Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba S.p.a

Quali i vantaggi del cloud computing per una piccola impresa?
Nell’attuale fase di cost containment, il cloud rappresenta per le piccole imprese uno strumento strategico per ridurre i costi di gestione dei servizi IT permettendo di ottimizzare il ciclo di vita di un prodotto o di un progetto. Caratterizzato dalla totale scalabilità e personalizzazione delle risorse, il cloud consente all’utente di aumentare o diminuire in tempo reale e in autonomia le dimensioni dei server in modalità Pay per Use: in questo modo le imprese non devono più affrontare i costi di startup tipici delle soluzioni hardware “tradizionali” per avviare un nuovo business e possono scegliere il servizio secondo le proprie necessità, modificandone i parametri in base alle proprie risorse e in funzione dei picchi di attività. Sfruttare soluzioni cloud consente dunque di operare con la flessibilità volta a garantire la competitività e la crescita del business, in quanto il cliente sposta sul provider sia i rischi che la complessità legati alla gestione di un’infrastruttura informatica. Tutto ciò permette di liberare risorse impiegate nella gestione dei servizi IT per destinarle all’ottimizzazione delle attività strategiche per il business aziendale.

Quali sfide per le imprese e i professionisti nel mondo dell’hi-tech

di Davide PASSONI

Altro breve giro di tavolo sulle sfide che le nuove tecnologie impongono alle imprese e ai professionisti. 

Marco Fabio Parisi, Responsabile dei Progetto di Sviluppo It per le Pmi di Telecom Italia

La PEC non è solo un obbligo di legge ma un efficace strumento di lavoro. Quali i suoi vantaggi?
Per una piccola impresa o un professionista, calcolare i benefici che derivano dall’utilizzo della PEC è molto semplice. Basta contare quante raccomandate A/R è stato necessario inviare in un anno, moltiplicare per le ore necessarie a preparare la documentazione, stamparla, firmarla, inviarla dall’ufficio postale, archiviare il tutto e aggiungere i costi di spedizione. È evidente però, che tra i vantaggi non si possono ancora considerare quelli relativi alla “firma” e all’”archiviazione”. La PEC da sola non è in grado di garantire tutto questo. Mancano infatti la Firma Digitale e l’Archiviazione Sostitutiva, due ingredienti fondamentali secondo Telecom Italia per completare e ottenere la semplificazione dei processi amministrativi dell’impresa. Le soluzioni informatiche esistono, così come la tecnologia che rende tutto “a norma di legge” sicuro e garantito. Noi riteniamo che sia necessaria una norma attuativa semplice, per cui tutta la documentazione d’impresa possa essere prodotta, scambiata, firmata e archiviata in modo digitale e soprattutto che un documento digitale abbia valore legale a sostituzione di quello cartaceo. Solo così il beneficio per l’impresa sarà totale e sostanziale.

Fabiano Lazzarini, General Manager IAB Italia

Quali sono gli strumenti di advertising più efficaci per promuovere online la propria piccola impresa?
Oggi è essenziale presidiare internet. Gli strumenti disponibili per la promozione della propria realtà imprenditoriale in Rete sono molteplici e alcuni di essi possono essere utilizzati con estrema semplicità anche da utenti non esperti. Molto dipende dall’obiettivo della singola azienda, ma alcuni step possono essere considerati generalmente validi. Il primo passo per una piccola impresa è sicuramente quello di creare un buon sito web, professionale e ben strutturato in modo da essere immediatamente intellegibile dal proprio target. Il secondo passo è quello di rendersi facilmente rintracciabili in rete, indicizzando il proprio portale attraverso la scelta di parole chiave adeguate, che consentano di essere ai primi posti nei risultati sui motori di ricerca, laddove un potenziale cliente faccia una query online, alla ricerca di un prodotto o servizio che rientra nella propria offerta. A quel punto bisogna decidere, sulla base dei propri obiettivi di business e del budget che si intende investire, se e come implementare un piano di comunicazione online, ad esempio attraverso una pianificazione di advertising, ad esempio con dei banner, oppure con campagne di email o search marketing, o ancora una strategia di integrazione con i social network.

Aziende e Ict, non si vince in ordine sparso

Dopo aver visto ieri i risultati per certi versi inattesi dello studio Long Wave di Assintel sul mondo dell’impresa digitale, ecco quali sono, nello specifico, le proposte di Assintel Digitale.

Intanto, l’associazione nazionale delle imprese Ict di Confindustria chiede una chiara presa di posizione in ambito politico, per far sì che vengano avviate strategie utili e competenti di sostegno all’economia digitale. La prima di queste deve essere un riordino dei bandi di gara pubblici, troppo spesso sbilanciati verso la grande impresa e valutati da commissioni dalla dubbia competenza tecnica; un Ente super partes, quindi, che supporti le start up digitali, spesso “camei tecnologici” senza strategie che diano loro prospettive sviluppo, e infine strutture territoriali che aiutino le imprese a gestire la complessità burocratica dei bandi, a cui spesso non accedono perché non possono distogliere risorse preziose dal loro lavoro quotidiano.

All’interno di quest’azione politica, Assintel sollecitano sgravi fiscali per la formazione delle skill digitali e, soprattutto, chiede che si preveda che nei bandi di finanziamento sia rimborsata anche la formazione.

Un accento forte viene posto infine sul networking, campo nel quale il ruolo dell’associazione è decisivo: è necessario, secondo Assintel, creare un sistema di dialogo domanda-offerta intercategoriale, che permetta una diffusione di cultura digitale utile per la crescita dei molti settori ancora “analogici” che rischiano di perdere il treno della competitività. In poche parole: se almeno nel campo dell’economia digitale evitiamo di andare in ordine sparso, la situazione delle aziende italiane migliorerà non poco…

L’onda lunga delle imprese digitale italiane

Sarà presentato a luglio nella sua interezza e nei suoi dettagli, ma i primi numeri e le prime tendenze che filtrano dal progetto Long Wave di Assintel, uno studio sul mondo dell’impresa digitale italiana realizzato in collaborazione con lo Studio Giaccardi e associati, mostrano una dinamicità più che incoraggiante.

Le imprese digitali italiane sono tante, preparatissime e all’avanguardia: 230mila imprese innovative che cavalcano l’onda della modernità e permettono al nostro Paese di restare connesso con l’evoluzione globale.

Sono nuove aziende “native digitali” e imprese attive da tempo ma nuove nello spirito e nell’approccio alla tecnologia, che operano su diversi settori come il software, la consulenza informatica e aziendale, i servizi web, il marketing e la comunicazione, il database management, l’ingegneria, la R&S, il design, le produzioni multimediali e il digital entertainment. Sono piccole imprese,  che hanno in media 4 addetti, ma a livello societario già evolute: il 40% sono società di capitali.

Soprattutto, sono imprese in crescita (+1,6% nel 2012) e che assumono (+1,3%), nonostante la crisi: sono 900mila gli “addetti” regolari e una galassia di collaboratori atipici e partite Iva altamente specializzati. Lombardia e Lazio sono le Regioni a più alta concentrazione (24% in Lombardia e 11% in Lazio), in fondo alla classifica il Molise e la Basilicata.

Durante un Focus Group tenutosi a fine maggio nell’ambito di Long Wave, gli imprenditori presenti hanno dimostrato idee chiare su quali sono le criticità in Italia: burocrazia, lavoro, formazione, credito d’imposta, nuovi format finanziari, banda larga, cultura digitale.

Nello specifico, gli imprenditori hanno lamentato eccessiva complessità burocratica e incompetenza digitale della Pubblica amministrazione, troppa pressione fiscale sul lavoro e troppo poca flessibilità, mancanza di un ruolo di sostegno da parte delle banche, carenza di infrastrutture di banda adeguate alla nuova economia del web, difficile trasferimento della cultura digitale, formazione inadeguata nei percorsi scolastici e spesso mal finanziata nei bandi di finanziamento e nelle start up.

Nello specifico, che cosa propone Assintel Digitale? Lo vedremo domani.

Imprese e tecnologia: web, social network e hi-tech contro la crisi

di Davide PASSONI

Questa settimana su Infoiva torniamo volentieri su un argomento che abbiamo trattato nell’ottobre scorso quando il nostro quotidiano è stato media partner di Smau a Milano: le imprese e il digitale come mezzo per uscire (o almeno provarci…) dalla crisi.

Nell’appuntamento di ottobre avevamo raccolto video e testimonianze di imprenditori che, nel digitale, avevano trovato una via di business, così come le storie di associazioni d’impresa che dell’utilizzo e dell’approccio alle nuove tecnologie hanno fatto un momento insostituibile per ottimizzare costi e performance.

A ottobre ci eravamo accostati all’argomento in maniera un po’ “sottintesa”: Infoiva è partner di Smau, quindi Infoiva si occupa del rapporto tra imprese e tecnologia. Adesso entriamo più nel dettaglio, cerchiamo di dare le cose un po’ meno per scontate e vediamo di capire perché, oggi, per una piccola impresa o per un professionista, affidarsi alla tecnologia o ai new media non sia più un optional o un fatto di “moda” ma sia ormai una delle strade principali per ritrovare competitività e provare a uscire dalle secche della crisi.

Sempre che il fisco rapace e gli scenari internazionali più che critici non ci si mettano a rovinare tutto…