Risultati sondaggio: “Renzi è come chi lo ha preceduto”

È scattato sabato scorso il primo aumento delle accise sui carburanti, +0,24 centesimi al litro, dell’era Renzi ed è proprio una vostra opinione in merito vi abbiamo chiesto ad inizio settimana. Il sondaggio “Aumentano ancora le accise sulla benzina. Secondo voi…” era mirato proprio a conoscere lo stato d’animo dei lettore di INFOIVA dopo l’ennesimo ritocco all’insù dell’accisa sulla benzina che ha scontentato tutti, dagli automobilisti ai distributori, dai petrolieri ai consumatori.

Nonostante le belle parole pronunciate dal premier in occasione del voto di fiducia in entrambi i rami del Parlamento, secondo la maggioranza assoluta dei lettori che ha partecipato al sondaggio “Renzi è come chi lo ha preceduto: chiacchiere, tasse e distintivo” (56%). Secondo un quarto dei nostri lettori è “Troppo facile trovare i soldi così” (24%) e non sembra perdonare, appena una settimana dopo la promessa dei saldi invariati, la decisione (che in realtà era già preventivata da tempo) sull’aumento dei carburanti. Anche le opzioni di risposte Per me che lavoro con l’auto/il furgone è una tragedia senza fine (12%) e Ormai l’auto l’ho venduta: insostenibile (5%) testimoniano con raggelante lucidità lo stato d’animo dei consumatori italiani, mentre solo il 3% dei votanti sostiene che “Il governo non poteva fare altro: vedrete che tra un po’ le abbassa”.

Jacopo MARCHESANO

Sondaggio: “La Fiat lascia l’Italia? Questione di sopravvivenza”

C’era una volta la Fiat. Dalla fusione tra Lingotto e Auburn Hills nasce la Fiat Chrysler Automobiles, «un’azienda che, per dimensioni e capacità di attrazione sui mercati finanziari, sia comparabile ai migliori concorrenti internazionali, il Consiglio – si legge nella nota diffusa dalla Società poco dopo l’ufficializzazione del nuovo nome – ha deciso di costituire Fiat Chrysler Automobiles N.V., società di diritto olandese che diventerà la holding del Gruppo». Sede legale in Olanda e residenza fiscale in Inghilterra, mentre le azioni ordinarie quotate a New York e Milano. Ergo, l’azienda nata nel 1899 a Torino non pagherà più le tasse al nostro Paese.

Vista la portata storica della notizia, non potevamo non dedicare il nostro consueto sondaggio sull’evento che ha caratterizzato la settimana: “Colpo gobbo di Marchionne, la Fiat lascia l’Italia. Sede in Olanda e domicilio fiscale in Inghilterra”.  Ad un passo dalla maggioranza assoluta l’opzione di risposta “Lasciare il Paese è l’unica soluzione per sopravvivere. Sia per le grandi sia per le piccole imprese” con il 47% dei voti totali, che stacca notevolmente la seconda in ordine di preferenze, l’ironica e pungente “Che almeno non faccia più vedere i suoi tremendi maglioncini nel nostro Paese…” Questione di sopravvivenza quindi per quasi la maggioranza dei nostri lettori, che non giudica negativamente il lavoro, spesso discusso, dell’amministratore delegato Sergio Marchionne. Superano, sommate, di poco un quarto dei voti le opzioni di risposta “A pagare le tasse in Italia rimarrò io con la mia impresa” (16%) e “Compra una Fiat e risolleva l’economia Italia. Certo, come no!” (11%).

Jacopo MARCHESANO

Risultati sondaggio: “I rincari autostradali i più odiati…”

“Come ogni Capodanno che si rispetti, arrivano i rincari. Qual è il più odioso?”, questo il sondaggio che vi abbiamo proposto ad inizio settimana e al quale, come sempre, avete risposto in modo incredibilmente numeroso. «Le tasse sulle famiglie italiane nel 2013 sono scese e la tendenza continuerà anche nel 2014» aveva annunciato qualche giorno prima di mandare in archivio l’anno da poco trascorso il presidente del Consiglio Enrico Letta, ma, puntuali come un orologio svizzero, il primo gennaio sono scattati i soli rincari. L’aumento più considerevole è stato senza dubbio il ritocchino imposto alle tariffe delle autostrade, a livello nazionale l’asticella si è fermata attorno al +3,9 con punte anche all’8%, senza considerare anche gli aumenti delle accise sui carburanti, +0,4 centesimi ogni litro, e sulle sigarette, l’energia elettrica, senza dimenticare l’aumento dei contributi Inps destinati al fondo di solidarietà che finanzia la cassa integrazione.

Ad aggiudicarsi il trofeo di “rincaro più odiato del 2014” , l’aumento delle tariffe delle autostrada, testimoniato dal 46% delle preferenze dell’opzione di risposta “Il salasso delle autostrade. Aumenti anche fino all’8%, è inaccettabile”,  seguita da “Il carburante, come al solito! Devo arrivarci al casello…” fermatasi quasi ad un terzo delle preferenze (31%).  Ad occupare il gradino meno nobile del podio l’opzione  “L’energia elettrica. Zitti zitti, ogni anno sale di un punto percentuale” con il 15% e medaglia di legno alla risposta “Le sigarette. Di questo passo sarà un lusso potersele comprare” ferma al solo 8%.

Risultati sondaggio: “Tagliare senza ridurre le spese non è la soluzione”

“Come espressamente richiesto da Bruxelles, altri 2 miliardi di tagli saranno aggiunti alla manovra. Sarà la misura risolutiva?”, questo è il sondaggio che vi abbiamo proposto ad inizio settimana e oggi, come ogni domenica, cerchiamo di interpretarne i risultati, in base alle vostre numerose risposte. Come capita spesso, neanche questa settimana siamo al cospetto di una maggioranza assoluta, ma complice ovviamente il clima di scarsa fiducia nelle istituzioni, e conseguentemente nel loro operato, ancora una volte prevalgono le opzioni di risposta incentrate su una visione in chiave pessimista dell’immediato futuro. L’opzione di risposta più votata, con il 43% delle preferenze totali, risulta essere “Tagliare senza però ridurre determinate spese non più sostenibili non è la soluzione”, seguita a discreta distanza dalla più rincuorante “Se si tratta di tagli lineari e ben distribuiti allora può essere”, che però raccoglie meno di un terzo dei voti totali chiudendo al 29%. Appaiate con il 14% delle preferenze totali le altre due opzioni di risposta, il più moderato e ironico “Per salvaguardare i costi della politica di sicuro…” e lo spazientito “Bruxelles dovrebbe iniziare a pensare ai cavoletti suoi…”

Risultati sondaggio: più ottimismo che reale ripresa

Come ogni domenica proviamo a decifrare i risultati emersi dal sondaggio proposto ad inizio settimana e reso possibile grazie alla vostra partecipazione. Gli argomenti presi in considerazione questa settimana sono stati i timidi segnali di ripresa economica di cui (quasi) tutti parlano, ma ancora impercettibili ad occhio nudo per il consumatore.

Nonostante il risultato finale sembri indicare un sostanziale ottimismo, è impossibile non notare l’irrisoria percentuale ad un cifra della risposta oggettivamente più fiduciosa (“In effetti il vento sembra cambiato”) ferma ad un malinconico 8%. L’ironica “Provate a fare la spesa e poi ne parliamo” ha fatto registrare poco meno un quarto dei voti (23%), sottolineando come i timidissimi segnali di ripresa siano ancora difficilmente tangibili per gran parte della popolazione. Poco sopra il 30%, invece, “Forse ripresa è una parolona” che dimostra la volontà di gran parte della platea di consumatori e commercianti di non sbilanciarsi troppo, nonostante qualche lieve margine di miglioramento nei prossimi mesi sia comunque atteso. Infine la risposta più votata è stata nettamente “La strada è ancora lunga, ma c’è ottimismo” con il 38% delle preferenze totali.

 

Jacopo MARCHESANO