Studi professionali avvocati e commercialisti: arriva la certificazione Uni

Sarà presentata il 14 settembre la certificazione UNI 11871:2022 per studi legali e commercialisti. Ecco di cosa si tratta.

Cos’è la certificazione UNI e perché è importante?

La certificazione UNI è un marchio riconosciuto da un ente terzo che attesta la conformità a requisiti indicati nelle norme europee. Le certificazioni UNI finora esistenti sono numerose, ma nessuna di quelle rilasciate e disciplinate è specifica per gli studi professionali di avvocati e commercialisti. Si riempie ora questo vuoto. La certificazione UNI 11871:2022, denominata “Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e protezione del valore” è rivolta a professionisti e in particolare studi di avvocati e dottori commercialisti sia già presenti sul mercato sia di nuova costituzione.

La certificazione UNI non è obbligatoria, ma rappresenta un qualcosa in più, una sorta di garanzia per i clienti e di conseguenza potrebbe rappresentare un elemento in grado di attirare i clienti. Inoltre in molti casi potrebbe essere importante perché trattata alla stregua di un titolo preferenziale in caso di partecipazione a bandi e appalti pubblici.

Con quali criteri viene rilasciata la certificazione UNI 11871:2022?

La prima cosa da sottolineare è che la certificazione ad oggi ancora non è rilasciata, secondo le previsioni entro la fine dell’anno dovrebbe essere attiva. Naturalmente il rilascio non è a semplice richiesta, ma devono essere rispettati dei criteri precisi. Tra questi:

  • aggiornamenti costanti di tutti i membri dello studio;
  • valorizzazione delle differenze e applicazione dei principi di equità;
  • capacità di conciliazione tra lavoro e vita con possibilità di attuare smart working, riconoscimento di ferie e congedi;
  • elaborazione di documenti inerenti il rischio sanitario anche per le professioni forensi e per studi commercialisti;
  • rispetto della sostenibilità ambientale ( ad esempio: illuminazione a basso consumo, uso di materiali riciclati, riciclo…).

Il progetto UNI 11871:2022 è stato fortemente sostenuto dalla Cassa Nazionale Forense con la finalità di diffondere pratiche uniformi volte a certificare la professionalità degli studi, ma anche il rispetto di tutte le normative che si applicano al settore. Sulla stessa linea di pensiero ASLA, Associazione italiana degli Studi Legali Associati, che riconosce come la certificazione possa rappresentare una maggiore opportunità per gli studi legali individuali o associati al fine anche di una migliore gestione del rischio di impresa.

Talenti del Green si diventa

 

Green marketing, pianificazione sostenibile del territorio, project finance per ambiente ed energia. Sono solo alcune delle professioni che vedono il futuro sotto la lente del ‘green’. Cresce l’importanza della Green Economy in Italia: nel 2012 sono state circa 12 su 100, pari a oltre 184mila unità, le imprese che hanno investito in campo ambientale, almeno secondo il rapporto Green Italy 2012.

Ma il settore ‘verde’ significa soprattutto per il nostro Paese crescente dinamicità dal punto di vista occupazionale: nel 2012 infatti circa il 30% delle assunzioni non stagionali programmate dalle imprese del settore privato ha riguardato figure professionali legate alla sostenibilità.

Per una volta tanto, insomma, per l’Italia l’erba del vicino non sembra poi così verde. Ma come nascono e si formano i talenti ‘green’ del futuro?

Infoiva lo ha chiesto a Francesco Perrini, professore di Corporate Finance & Real Estate presso l’Università Bocconi di Milano, e da quest’anno direttore scientifico del Mager, il Master in Green Management, Energy and Corporate Social Responsibility.

Com’è nata l’idea di creare un Master ad hoc dedicato ai futuri professionisti della Green Economy?
L’Università Bocconi svolge attività di ricerca e di didattica sui temi della “green economy” da molti anni, prima ancora che venisse coniato questo termine. Nel 2001 i tre principali centri di ricerca sui temi dell’energia, dell’ambiente e della sostenibilità (IEFE, SPACE – ora confluito nel CRESV – e CERTeT) hanno avviato il Master in Economia e Management Ambientale (MEMA). Dopo 10 anni di ottimi risultati in termini di diplomati (più di 300) e di rapporti con aziende del settore “green”, nel 2012 la Bocconi ha deciso di accettare una nuova sfida e proporre il master in lingua inglese: Master in Green Management, Energy and Corporate Social Responsibility – MaGER. Tra qualche giorno inizierà la seconda edizione del MaGER, ma ci piace precisare che si tratta della XII edizione del nostro master. Il Mager, che si è aggiudicato il 5° posto nella classifica dello “Eduniversal best master ranking” per la categoria “Sustainable development and environmental management”, ha permesso alla Bocconi di piazzarsi davanti a importanti competitor come HEC di Parigi, l’Imperial College di Londra e Yale, sui temi della sostenibilità ambientale.

Quali sono oggi in Italia le opportunità di lavoro nel settore Green?
Se facciamo riferimento alla definizione di Green Job dell’UNEP, sono tantissime le possibilità di lavoro “verdi”:  fonti energetiche tradizionali, risorse rinnovabili, mercato delle emissioni e implementazione dei meccanismi flessibili, carbon finance, certificati verdi, project finance per ambiente ed energia e finanza sostenibile, sistemi di gestione ambientale, rapporti di sostenibilità, green marketing, pianificazione sostenibile del territorio e delle risorse ambientali, gestione dei rifiuti, corporate social responsability.

Il futuro dei vostri studenti sarà più nella grande azienda o nella piccola azienda? O meglio, saranno futuri imprenditori? In Italia o all’estero?
Guardando al passato, gli oltre 300 studenti diplomati dal Mager lavorano sia in grandi aziende multinazionali che operano nel settore energetico (Eni, Enel, Edison, E.On), della consulenza (Accenture, KPMG, PWC), del settore bancario (Unicredit) e della grande distribuzione (IKEA, Autogrill), ma anche in PMI che hanno sviluppato competenze molto specifiche e  svolgono servizi di consulenza per aziende (piccole e grandi) del manifatturiero, delle energie rinnovabili, e molte altre ancora.

Quale è la diffusione delle imprese Green in Italia?
Le imprese che fanno del sostenibile un loro punto di forza si diffondono in modo pervasivo in tutta Italia. Sono stati stilati diversi studi e classifiche, ma in linea generale,  tutti sono in sintonia nel rilevare che la concentrazione massima si ha nel Nord e nel Centro Italia.  Il rapporto GreenItaly 2012, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere con il patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, vede la Lombardia al primo posto in quanto ad imprese che investono nelle tecnologie e prodotti verdi. Segnali positivi arrivano, però, anche dal Sud Italia, ad esempio Calabria, Basilicata e Sicilia sono prime nell’imprenditorialità bio secondo l’indice IGE 2012 realizzato da Fondazione Impresa.

Il nostro Paese è all’avanguardia nel settore Green o c’è ancora tanto da fare per migliorare?
L’Italia ha reinterpretato in chiave del tutto particolare la green economy, unendo innovazione, conoscenza, identità del territorio e la qualità del “made in Italy”, che da sempre ci contraddistingue in tutto il mondo, con eco-efficienza,  rispetto dell’ambiente, e valori etici della competitività. Ovviamente lo spazio per migliorarsi c’è sempre, ma la coesione che questo fenomeno ha creato coinvolge migliaia di piccole e medie imprese. Il rapporto GreenItaly 2012 vede segnali evidenti di “eco convergenza” nel nostro sistema: un’ impresa su quattro, infatti, investe in prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale ed elevata efficienza energetica.

Quali sono i settori del Green in Italia che ci invidiano di più all’estero?
Senza essere esaustivo, è d’obbligo citare alcuni esempi italiani. Nella prevenzione dei rifiuti, l’esperienza del CONAI è stato in passato un esempio per molti altri paesi stranieri e continua ad essere veicolo di innovazione nella riduzione degli imballaggi. Nel settore chimico italiano abbiamo aziende votate a produzioni attente all’ambiente, che competono nel panorama internazionale: Novamont, MAPEI, Kerakoll ecc. Il settore della moda, un Made in Italy invidiato in tutto il mondo, sta dimostrando di aver intrapreso un percorso non certo irrilevante per ciò che riguarda il miglioramento della sostenibilità ambientale delle proprie produzioni. Infine, visto il territorio e i suoi prodotti, è d’obbligo citare le filiere agricole di qualità ecologica, esportate  in tutto il mondo.

Quale Paese andrebbe invece preso a modello per quanto riguarda la diffusione e la creazione di imprese Green?
Esistono numerose esperienze in diversi Paesi dove è stato possibile sostenere la diffusione e la creazione di imprese green. Un primo esempio è la “regione solare” di Friburgo, in Germania, diventata una delle aree leader al mondo per il fotovoltaico, in termini di produzione e innovazione dei prodotti: una politica industriale e territoriale che è anche una politica ambientale. Un altro esempio è la Corea del Sud dove, nel 2009, i green stimulus funds erano l’80% degli stimulus funds totali, favorendo in particolare la conversione ad una mobilità sostenibile.

Alessia CASIRAGHI

Mantova: nuovi finanziamenti per sicurezza e sostenibilità

La Camera di Commercio di Mantova mette a disposizione 150.000 euro di contributi a fondo perduto destinati alle aziende del territorio che decidano di investire in sicurezza e sostenibilità.

Potranno partecipare al bando tutte le aziende iscritte al Registro delle imprese con sede legale o unità operativa in provincia di Mantova, che rientrino nella definizione di micro, piccola e media impresa.

Il bando di finanziamento è esteso anche alle imprese mantovane situate in uno dei comuni delle province limitrofe colpite dal sisma del maggio 2012, che avranno diritto alla priorità nell’assegnazione dei contributi.

Per ricevere il finanziamento occorrerà dimostrare che gli investimenti realizzati con il contributo della Camera di Commercio siano finalizzati alla sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro. Potranno essere finanziati gli investimenti sostenuti dal 02/01/2012 al 30/11/2012.

Nel dettaglio in materia di sicurezza le PMI potranno beneficiare di contributi per spese sostenute riguardanti:

perizie sulla resistenza ai sismi degli edifici adibiti ad attività di impresa, effettuati da professionisti abilitati, finalizzate, se opportuno e ove necessario, a definire un piano d’intervento sugli immobili per la riduzione dei rischi di danni strutturali da eventi sismici

adeguamento attrezzature e macchinari a requisiti di sicurezza (griglie, schermi di protezione, sistemi di protezione anticaduta, antincendio, antifurto, ecc.)

acquisto attrezzature e macchinari nuovi, dotati delle necessarie certificazioni di prodotto e conformi agli standard di sicurezza previste dalla legge, legati a:

  • attività di produzione, esclusi i trattori per le imprese agricole;
  • attività di logistica, esclusi gli automezzi e mezzi di trasporto su strada;
  • impianti di prevenzione inceni

In materia ambientale invece, l’accesso ai contributi riguarda:

• l’installazione e posa in opera di impianti che riducono, all’interno e all’esterno dell’azienda, l’impatto ambientale del processo produttivo in termini di emissioni d’aria, acqua, rifiuti e rumori

• installazione e posa in opera di tecnologie che favoriscono il risparmio di materie prime o l’utilizzo di materie prime meno inquinanti o sostanze non pericolose, riduzione degli scarti di lavorazione, la trasformazione degli scarti/rifiuti in materie riutilizzabili all’interno del ciclo produttivo

• tecnologie che consentano la riduzione di peso, la multifunzionalità, il riutilizzo degli imballaggi

• interventi di rimozione/smaltimento eternit (esclusi costi per interventi di nuova copertura)

Non sono ammesse nel bando spese per acquisto di beni immobili, IVA e altre imposte e tasse, interventi forniti da imprese con le quali la richiedente abbia rapporti di controllo, di partecipazione finanziaria, o amministratori, consiglieri e rappresentanti legali in comune, spese sostenute “in economia”, con proprio personale aziendale e/o utilizzando mezzi propri, spese di manutenzione ordinaria, riparazioni e altre tipologie di spesa non attinenti alle finalità del bando.

Il contributo riconoscibile è a fondo perduto, pari al 25% delle spese sostenute (al netto dell’IVA) e documentate sino ad un massimo di 5.000 euro per singola misura.

Le domande di contributo devono essere presentate esclusivamente con invio telematico accessibile dal sito www.mn.camcom.gov.it alla sezione Promozione e finanziamenti – Bandi di finanziamento e agevolazioni – Domande telematiche.

La data ultima per la presentazione della domanda è fissata al 10/08/2012 salvo chiusura anticipata del bando per esaurimento dei fondi disponibili .

Trento: è di casa l’ecostenibilità

Accademia d’Impresa, Azienda speciale della Camera di Commercio di Trento, organizza un corso per gestori di strutture ricettive che si svolgerà nel periodo maggio – ottobre 2012, nei giorni 3, 15 e 29 maggio e 9, 16 ottobre dalle 9.00 alle 17.00, per un totale di 32 ore di formazione. Titolo del corso, “Sostenibilandia, far vivere la sostenibilità del territorio”.  

Le strutture ricettive svolgono un ruolo di mediazione fondamentale nel rapporto tra il visitatore e il territorio: sono inserite all’ interno di network territoriali nei quali ogni attore contribuisce all’esperienza del visitatore: dal bar del paese, alle attività di animazione. Il corso si focalizza sul tema dell’animazione, intesa sia come attività svolta all’interno delle strutture, sia come possibilità di fare esperienza del territorio.

In un contesto in cui la sostenibilità ambientale acquista un valore sempre maggiore è importante capire cosa vuol dire fare animazione sostenibile e costruire un network di attori che favoriscano un’esperienza coerente con le aspettative. Il percorso formativo è rivolto a gestori di strutture ricettive (alberghi, campeggi, b&b, agriturismi, affittacamere…) attenti all’ambiente e sensibili al tema della sostenibilità.

 

Fonte: camcom.gov.it

Green Beauty scaccia-crisi? Tempo di cosmetica organica

di Paola PERFETTI

Green economy, green beauty. Ormai è boom, e non solo negli Usa dove le stelle internazionali dettano moda e anticipano tendenze. Madonna non può più rinunciare al suo autoabbronzante ecologico al 100%; la giovane attrice Mena Suvari ha dichiarato di scegliere sempre e solo creme naturali per proteggere la sua bella pelle chiara; ma ad impazzire per questi prodotti cercandoli in farmacie, parafarmacie, store per “addicted” consumatori sono anche i consumatori comuni i quali riflettono un interesse verso il mercato dei cosmetici biologici in espansione un po’ ovunque.
Lo scorso novembre, a Torino, Antonella D’Afflitto ha diretto l’evento Slow Fashion International: tra designer ed accessori mi ha presentato Inlight, un vero prodotto slow beauty al 100% a cura di Cemon Homeopathics ltd. E qui mi si è aperto un mondo, tanto che ho deciso di rivolgere qualche domanda a Gabriella Rocco, Vice direttore generale di CEMON Italia, nella sede della Direzione Generale a Napoli.

Occupandoci di omeopatia abbiamo forse colto tra i primi i primissimi segnali di un forte cambiamento nelle persone e nel mercato, nonché approfondito le esigenze di un pubblico femminile sempre più attento preparato e colto , quindi abbiamo immaginato come una linea cosmetica biologica avrebbe potuto far emergere la bellezza dal profondo” – mi spiega al telefono dove mi riferisce un altro dato interessante: solo nell’ultima edizione di Cosmoprof, la fiera dedicata al make upe beauty di Bologna, il settore del “green” ha registrato un +4% di fatturato rispetto all’anno precedente. Un fatturato microscopico rispetto ai numeri della cosmetica “tradizionale” ma che segna l’avvio di un viraggio della cultura del benessere verso il naturale e il biologico.

Ammettiamolo, oggi i grandi trend 2012 della bellezza e della cosmesi sono i termini sostenibilità, biologico, rispetto per l’ambiente e bellezza “da mangiare”.

Dott.ssa Rocco, le chiedo: che cosa significa tutto questo in termini di business e numeri alla mano, a proposito di aumento del fatturato o di investimenti sulla cultura?
Abbiamo verificato che c’è un generale aumento della consapevolezza nelle persone, ciò nonostante i nostri investimenti sulla cultura sono consistenti e continui.

Il biologico fa “moda”, quindi di fatto vuol dire che il messaggio, non sempre corretto, è arrivato al grande pubblico.
Il settore comunque è in aumento (incremento del 4% del consumo di cosmetici biologici, nel 2010).
Per quanto riguarda i fatturati, essendo il nostro prodotto così esclusivo, fatto a mano, 100% biologico e rispettoso dei cicli naturali, e quindi prodotto in piccoli lotti, non raggiungerà mai i numeri della grande distribuzione e quindi ancora una volta, attraverso di esso, facciamo cultura.
Biologico non significa per forza “povero e brutto”. Altro grosso passo all’interno della consapevolezza è stato il concetto che salute e bellezza sono un binomio inscindibile: abitudini alimentari corrette integrate da prodotti adatti fanno la differenza. Mi permetta di citare un detossicante naturale come il succo di betulla del nostro Detox, o i fermenti lattici vivi, come il nostro Microflor, o ancora le creme biologiche che fanno emergere una vera Bellezza perché viene da dentro.

Qual è la differenza tra un cosmetico organico e un cosmetico naturale? E ancora perché siete organici e non biologici?
“Organic” è la parola inglese per biologico, e “biologico” è qualcosa i cui ingredienti sono provenienti da agricoltura ed apicoltura biologiche (quindi colture trattate con concime organico, senza l’uso di insetticidi, pesticidi, ormoni, etc., api curate con fitoterapia od omeopatia che sciamano in territori a coltivazione biologica e non GM). Un prodotto può essere biologico al 100% o possedere alcuni ingredienti biologici.Ci sono importanti organismi di controllo del biologico, in Italia ed in Europa.
Naturale invece significa che il prodotto si può trovare in Natura, ma non ha una certificazione specifica e potrebbe non essere biologico.
Per i nostri prodotti abbiamo scelto la Soil Association che è un organismo di controllo degli standard biologici molto severo. Il nostro laboratorio in Cornovaglia è sottoposto ad ispezioni annuali da parte della Soil, che controlla e valida sia il processo di produzione che le materie prime e le relative certificazioni. E la Soil, anno per anno, certifica che tutti i nostri prodotti a base d’olio sono biologici al 100%.
Ecologico, è un termine più ampio e non include necessariamente l’essere biologico. Si tratta di lavorare con materie prime e materiali con un basso impatto inquinante sull’ambiente o comunque che non impoveriscano l’ambiente.

Cemon produce in Cornovaglia con la collaborazione di un medico omeopata visionario quale e’ il dottor Mariano Spiezia. Ci racconta come è nata questa storia di bellezza? E da dove è nata l’idea di produrre all’estero?
La dssa Alma Rodriguez, instancabile medico umanista che ha consacrato la sua vita allo sviluppo della Medicina Omeopatica nel mondo, attraverso le sue attività didattiche, cliniche, e di sperimentazione dei rimedi omeopatici, è fondatrice e presidente CEMON – Presidio dell’Omeopatia Italiana- oltre che dell’associazione per la libera università internazionale di medicina omeopatica – LUIMO. Nel 2005 ha incontrato il dr. Mariano Spiezia, medico omeopatico ed erborista, amico ed ex-allievo, che raccontava come in Cornovaglia, dove s’era trasferito da qualche anno con la famiglia, aveva creato, insieme alla moglie Loredana, dei prodotti cosmetici biologici al 100%, “costringendo” la Soil Association, il più severo organo inglese di controllo del biologico, a creare lo standard BIO
per la cosmetica.

La Soil fino a quel momento aveva infatti dato la certificazione biologica solo ad alimenti, e quando Mariano e Loredana Spiezia hanno mostrato gli ingredienti dei loro cosmetici, per lo più edibili, la Soil non ha potuto far altro che dare, ai primi prodotti creati dagli Spiezia, la certificazione biologica del 100%, e, sulla base delle “creazioni Spezia”, definire lo standard Soil della Cosmetica Biologica .
Mariano, medico omeopatico e profondo conoscitore delle piante, da tempo aveva nel cassetto le formule di unguenti e balsami, che lavorassero sinergicamente con le cure omeopatiche.

Nel 2006, il CEMON ha deciso con Mariano e Loredana Spiezia, di fondare una nuova piccola azienda di produzione artigianale, CEMON HOMEOPATHICS, in Cornovaglia, all’interno dell’idilliaco ambiente della Roskilly’s Farm, una delle fattorie biologiche più famose della Cornovaglia, penisola del Sud Ovest dell’Inghilterra, la cui natura è rimasta incontaminata. La Cornovaglia, circondata dal mare, è OGM free, così come il confinante Devon.

Come risolvere allora il problema per scoprire i veri cosmetici “verdi”?
La Soil per inciso, consente ai cosmetici l’applicazione del “bollino” di certificazione solo se è dichiarata la percentuale di biologico in essi contenuta, e i nostri prodotti sono 100% bio.
La normativa europea obbliga i produttori alla stampa di tutti gli ingredienti contenuti nei cosmetici. L’elenco dei componenti, in ordine decrescente di quantità è espresso in latino o inglese, su ogni flacone.
Oggi quindi è possibile verificare con un’attenta lettura degli ingredienti, il contenuto di qualsiasi prodotto.
Un tempo non era così, c’era un diritto alla riservatezza delle formule che consentiva abusi d’ogni genere. La lettura di un’etichetta non è facilissima ma internet è un potente mezzo di conoscenza se si vuol sapere davvero cosa ci si spalma.

Ho letto un articolo del dottor Spiezia che spiegava che accumuliamo ogni anno circa un paio di kg di sostanze tossiche che il nostro organismo non riesce a filtrare. Ci spiega meglio?
Mariano, il dottor Spiezia, ci raccontava come avesse assistito ad un intervento chirurgico di ricostruzione delle palpebre, e, nel rimuovere la parte superiore della cute era apparso il deposito di ombretti, matite, correttore, intatto ed intrappolato all’interno.
Non abbiamo la possibilità di eliminare tutto ciò che, grazie alle astuzie della ricerca chimica con l’utilizzo di piccole molecole trasportatrici, entra nel corpo, a dispetto della barriera protettrice della pelle.
E solo studi recenti collegano molte sostanze, utilizzate per stabilizzare, emulsionare, conservare prodotti, a vere e proprie patologie gravi dell’individuo.
Per saperne di più, è possibile leggere gli articoli scritti da medici omeopatici sul blog del nostro sito, seguendo questo link. 

Anche gli uomini usano i cosmetici green?
Dal nostro profilo Facebook abbiamo rilevato i seguenti dati :
FAN DELLA PAGINA INLIGHT
donne 71%
26% donne tra 25 e 34 anni
19% donne tra 35 e 44 anni
le fasce di età tra 18-24 (fascia di età con più utenti iscritti a facebook) e 45-54 sono uguali si attestano al 10%
Avere un 30% di uomini che ci segue non è poco.

Dove possiamo trovare i prodotti dell linea Inlight?
I prodotti sono in vendita in farmacie ed in erboristeria, i punti vendita sono visibili sul nostro sito, ed è possibile acquistarli anche on line. A Milano, l’erboristeria Altea, in corso di Porta Romana è uno dei nostri primi clienti.

Grazie

Bollino di qualità per le imprese in Toscana

di Alessia CASIRAGHI

Finanziamenti a fondo perduto in conto capitale destinati alle Pmi che operano nel settore beni e erogazione dei servizi, decise ad ottenere la certificazione di qualità. La Camera di Commercio di Arezzo stanzia contributi per le imprese per l’acquisizione di certificati di qualità , sia inerenti l’area produttiva sia la sostenibilità ambientale.

I contributi potranno arrivare a coprire fino al 20% delle spese sostenute dalle piccole e medie imprese, mentre l’importo massimo è fissato a 3.098,74 euro per ciascuna impresa.
Fanno eccezione le pmi toscane che operano nel settore agroalimentare: per loro l’importo massimo di finanziamento sarà maggiorato. Tutte le aziende interessate ad ottenere la certificazione Vision 2000, potranno poi avanzare richiesta per l’ottenimento di un secondo finanziamento dalla Camera di Commercio di Arezzo.

L’unico vincolo per l’ottenimento del finanziamento riguarda i tempi di realizzazione: l’acquisizione della certificazione di qualità dovrà tassativamente concludersi entro 2 anni dalla concessione dei contributi.

E’ possibile inviare la propria richiesta di adesione al bando direttamente alla Camera di Commercio di Arezzo. Per tutte le informazioni e le scadenze relative alla partecipazione al bando, è possibile consultare il sito della Camera di Commercio aretina.

Arezzo: la tripla AAA per il fotovoltaico

Arezzo si merita la tripla A in campo di sostenibilità ambientale. Lo sviluppo delle energie rinnovabili, nel triennio 2008-2011, ha registrato un aumento notevole, soprattutto per quanto riguarda il settore del fotovoltaico.

“A seguito del conto energia partito nel 2008, si è registrato un aumento tumultuoso del fotovoltaico – ha affermato Andrea Cutini, assessore all’ambiente ed energia della Provincia di Arezzo – tanto che i numeri del 2011, ci pongono al primo posto in Toscana per la produzione di energia da fonte fotovoltaica: circa il 20% dell’energia toscana da impianti fotovoltaici è prodotta proprio nel nostro territorio”.

Gli impianti allacciati alla rete in provincia di Arezzo sono passati da 264 nel 2008 a oltre 2051 nel 2011, con un incremento che sfiora il 1000%. Per quanto riguarda la potenza degli impianti, se nel 2008 raggiungeva i 4.5 Mw, nel 2011 si è arrivati a toccare i 104,72 Mw, un incremento pari al 2227%.

Dati record che dimostrano come l’energia rinnovabile abbia fatto passi da gigante in Toscana, rivoluzionando il modo di produrre e fruire energia, e riducendo sempre più l’impatto con il territorio. Nel settore ‘biomasse’ ad esempio, si è passati dai 7 impianti del 2008 ai 17 del 2011, mentre in quello del ‘mini idroelettrico’ gli impianti sono raddoppiati; da 4 nel 2008 a 8 nel 2011.

L’ambiente al primo posto. Gli impianti fotovoltaici installati nella provincia di Arezzo permetteranno di evitare un’emissione di anidride carbonica di ben 50.000 tonnellate complessive.

Investire nel settore dell’energia rinnovabile è anche una valida ricetta anticrisi, secondo l’assessore Cutini: “rimanendo al solo fotovoltaico si stima che gli impianti realizzati nel triennio 2008-2011 in provincia di Arezzo abbiano comportato investimenti per un valore superiore ai 270 milioni di euro. Investimenti che in parte (circa il 30-40%), rifluiscono nel territorio, alimentando aziende locali e attività che direttamente o indirettamente sono legate alla realizzazione, gestione e manutenzione degli impianti” sottolinea l’assessore. Cifra che secondo Cutini sarebbe raddoppiata se ci fosse stata una maggiore disponibilità di pannelli fotovoltaici in Italia, impedendo così la loro importazione dall’estero.

Dati alla mano, è il comune di Cortona a registrare la produzione maggiore di energia da fotovoltaico (17.098,99 kWp istallate), evitando l’emissione di oltre 8.000 tonnellate di CO2. Medaglia d’argento ad Arezzo (14.757,94 kWp istallate), con un abbattimento di quasi 7.000 tonnellate di emissioni, mentre, al terzo posto, troviamo il comune di Cavriglia (12.221 kWp istallate), con un abbattimento di quasi 6000 tonnellate di emissioni .

Un contributo importante arriva però anche dai piccoli Comuni. Laterina, ad esempio, è in testa alla classica in quanto produce con il fotovoltaico oltre il 50% dell’energia consumata, lo stesso vale per Marciano della Chiana, con una percentuale di produzione/consumo del 51% e a Cavriglia con il 50%.

Milano: CdC lancia il blog della città

In Camera di Commercio è nato il primo “blog” (un diario su internet) dedicato al futuro di Milano, alla sostenibilità ambientale e alle sue prospettive di miglioramento da qui al 2030. Il blog, creato e gestito da un gruppo di giovani collaboratori dell’ente, vuole raccogliere idee e aprire il dibattito alla cittadinanza su 5 temi: infrastrutture, casa ed abitare, ambiente, reti digitali, modi di vivere la città. 

Ogni settimana vengono pubblicati post (editoriali) legati all’attualità, relativi alle 5 aree tematiche, sui quali chiunque può lasciare commenti o fare proposte: le migliori potranno diventare linee di azione dell’istituzione.

Il blog ha anche 3 rubriche: le “Previsioni” meteo-politiche, i “Desideri per Milano 2030” e “Shop scout” dedicato alle più accattivanti “tendenze” imprenditoriali. 


Per accedere al blog basta cliccare su questo sito

“Un blog sul futuro di Milano, è questa la sfida digitale che ha raccolto la Camera di Commercio di Milano – ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano – per ragionare sulle opportunità della città e sulla sua evoluzione. E per farlo “pubblicamente” – ovvero con mente “pubblica” – alcuni giovani collaboratori della Camera di commercio hanno aperto il blog, un blog corale, aperto ai contributi esterni e all’arena virtuale che riflette sul futuro della città secondo la logica del partecipare per cambiare”. 

Multietnica, meno inquinata, turistica, internazionale: ecco come appare la Milano del 2030 nell’immaginario dei suoi cittadini. La coesistenza di una pluralità di popoli e culture diverse sarà il connotato distintivo della metropoli del futuro per circa un milanese su tre (30,2%) mentre uno su 10 teme una città conflittuale e socialmente frammentata (9,4%). Per circa la stessa quota di intervistati, invece, tra vent’anni Milano primeggerà nel mondo come città globale (9%), mentre un milanese su 7 ha una percezione meno positiva (14%). Riduzione dell’inquinamento (23,1%), rafforzamento della rete di trasporto pubblico (22,1%) e incremento del verde urbano (12%) costituiscono la ricetta per una Milano migliore. E più della metà dei milanesi si dimostra fiduciosa anche riguardo la previsione della propria condizione economica futura tra vent’anni, considerata perlomeno stabile (21,1%) quando non addirittura in crescita (per il 33,3% degli intervistati, un milanese su tre). Un cittadino su due, infine, ritiene mediamente adeguata la propria situazione finanziaria attuale mentre il 17,2% si reputa benestante, ma uno su cinque fa fatica. Emerge da un’indagine della Camera di Commercio di Milano su circa 2.050 persone realizzata nel 2011.

Fonte: Camcom.gov.it

A Rimini è di scena la green economy

Dal 9 al 12 novembre, si terrà alla Fiera di Rimini Ecomondo 2011, la fiera internazionale dell’energia e dello sviluppo sostenibile, che da anni propone soluzioni tutela ambientale, del risparmio energetico, del riuso e del riciclo.

Ad Ecomondo 2011 si concentrano le tecnologie più innovative e si propongono le nuove frontiere della ricerca per affrontare questioni di interesse mondiale legate al ciclo e riciclo dei rifiuti, all’energia da fonti rinnovabili, al ciclo dell’acqua e alle bonifiche, alla qualità dell’aria, ai rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Ad Ecomondo 2011 sarà presente la filiera delle bioplastiche biodegradabili e compostabili certificate CIC che oggi rappresenta una delle migliori opportunità per il rilancio della chimica italiana ispirata alla sostenibilità ambientale dei processi e prodotti. Collegato alla filiera verrà creato un focus speciale sulla riconversione industriale di siti petrolchimici ormai fuori mercato a poli di eccellenza per la chimica verde.

Città Sostenibile decolla oltre 30 progetti originali di SMART CITIES, con azioni concrete nei vari ambiti del vivere sostenibile nelle città. Saranno presenti la città di Friburgo con i progetti virtuosi e di esempio per tutti i Comuni europei, la città di Vienna, vincitrice del premio internazionale “World city closed to sustainable waste management”, la rete europea EUROCITIES, che presenterà il progetto NiCE (Networking intelligent Cities for Energy Efficiency), nonché alla presenza di Pedro Ballesteros Torres, Principale della DG Ener della Commissione Europea e promotore del Patto dei Sindaci.

Settori Merceologici
Bonifiche; Ciclo dell’acqua; Tecnologie per trattamento fanghi di risulta; Qualità dell’aria e trattamento fumi industriali; Ciclo completo del rifiuto e imballaggio; Demolizione e riciclaggio nel mondo delle costruzioni; Rischi e sicurezza; Organismi nazionali ed internazionali.

Ecco l’identikit dell’italiano rispettoso dell’ambiente

Secondo un’indagine effettuata da Fondazione Impresa su 600 persone l’italiano tipo in fatto di rispetto ambientale sarebbe donna tra i 35 e i 54 anni. L’88,3% degli italiani, spiega la ricerca, adotta almeno cinque comportamenti ecosostenibili, mentre solo il 10,5% ritiene che le proprie abitudini e le scelte di consumo incidano poco o per niente sull’ambiente.

Il 94,8% evita gli sprechi d’acqua, l’88,8% utilizza lampadine a basso consumo, l’84,5% acquista cibi di stagione o biologici, l’82,5% limita l’uso dell’impianto di riscaldamento o di raffreddamento e il 75% effettua la raccolta differenziata.

Non molti invece lasciano spazio ad abitudini quali l’uso di mezzi di trasporto pubblico o la bicicletta (58,6%) , e ancora meno sono quelli che scelgono il car sharing (33,0%) e l’ acquisto di prodotti sfusi (31,5%).

Crescente comunque la percentuale di chi queste accortezze non le mette in pratica ma si ripromette per il futuro di farlo.