Tax credit Società Benefit: confermato il credito di imposta nel DL Aiuti convertito

Il decreto Aiuti convertito in legge prevede la conferma della tax credit o credito di imposta in favore delle società che optano per la trasformazione in Società Benefit e per la costituzione di nuove società che sfruttino tale schema sociale. Ecco i costi ammissibili e le modalità operative.

Nella conversione del decreto Aiuti confermato il credito di imposta per Società Benefit

Le società benefit sono una realtà abbastanza recente che però sta avendo un discreto successo in Italia a fronte di agevolazioni di tipo fiscale. Il tratto saliente di questa tipologia è il doppio scopo, da un lato quello di lucro, dall’altro uno scopo altruistico consistente nell’impatto positivo sull’ambiente e sulla società civile attraverso azioni volte a trasparenza e sostenibilità.

Per conoscere i dettagli della società benefit, leggi l’articolo: Società Benefit: cosa sono, come funzionano e quali vantaggi portano.

L’agevolazione fiscale in oggetto non era presente nella stesura iniziale del decreto Aiuti. Essa ha trovato inserimento con un emendamento del deputato e presidente di Assobenefit Mauro Del Barba approvato poi in Commissione e in sede di conversione all’articolo 52-bis. Il credito di imposta previsto nel decreto aiuti è in realtà una conferma di benefici fiscali che erano stati già riconosciuti in passato per le spese sostenute per la trasformazione in Società Benefit o per la costituzione di una nuova società con tale schema sociale dal 19 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Con il decreto Aiuti sono invece agevolate le operazioni compiute entro il 31 dicembre 2022. Il meccanismo è molto simile a quello già proposto in passato. Sono quindi ammissibili al credito di imposta:

  • le spese notarili e per l’iscrizione nel Registro delle Imprese;
  • le spese inerenti l’assistenza professionale e le consulenze sostenute e destinate alla costituzione e trasformazione delle Società Benefit.

Il credito di imposta viene riconosciuto nel 50% delle spese ammissibili e nei limiti dei fondi disponibili.

Modalità operative per ottenere tax credit

Si precisa che attualmente è necessario attendere il decreto con le indicazioni operative per richiedere il credito di imposta per le Società Benefit. È molto probabile che le modalità operative siano molto simili a quelle già messe a disposizione nel precedente “turno”. Sarà quindi necessario presentare la domanda attraverso la piattaforma messa a disposizione dal Mise, nel precedente turno la piattaforma era gestita da Invitalia.

Una volta inoltrata l’istanza, molto probabilmente sarà aperta una finestra della stessa durata della precedente ( 19 maggio 2022- 15 giugno 2022). Ottenuto il riconoscimento del credito di imposta lo stesso potrà essere utilizzato attraverso il modello F24.

Per avere dei riferimenti sulle modalità operative leggi l’articolo: Credito di imposta Società Benefit: c’è tempo fino al 15 giugno per la domanda

Made in Italy leader anche per sostenibilità

Per quanto riguarda moda e lusso, l’Italia la fa ancora da padrona, soprattutto quando si tratta di export. A confermarlo sono anche i dati del 2016 elaborati da Promos, l’agenzia della Camera di Commercio di Milano per le attività internazionali.
Ebbene, l’export è cresciuto dell’1,2% arrivando così a 48,6 miliardi, considerando i comparti di abbigliamento, accessori e calzature.

Principale mercato rimane ancora la Francia, dove è diretto il 10,4% delle esportazioni totali, in particolare abbigliamento, maglieria e pelletteria. Seguono la Germania (9,3%), che ama particolarmente i tessuti Made in Italy e gli Stati Uniti (7,9%).

Ma, se prima erano qualità ed originalità i motivi principali della nostra leadership indiscussa, ora c’è anche la sostenibilità che viene apprezzata dai consumatori, anche quando scelgono dall’estero i nostri prodotti.

In questo senso è nato il progetto Funding Sustainability, nato dall’accordo firmato tra Camera della Moda e UniCredit. Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda, ha presentato così l’iniziativa: “E’ il primo accordo di questo tipo al mondo tra una grande banca e un’associazione come la nostra. Ed è logico che sia così per molti motivi. Primo, perchè la sostenibilità è una delle nostre priorità, accanto al digitale e al sostegno ai giovani. Secondo, perchè sono i consumatori e tutti gli stakeholder del sistema moda a chiedere questo tipo di impegno. Terzo, perchè l’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una filiera del tessile abbigliamento integra e di altissima qualità. La si preserva anche con accordi di questo tipo“.

E’ entrato maggiormente nei dettagli Dario Prunotto, responsabile relazioni territoriali di UniCredit: “La dotazione iniziale, grazie a un approvvigionamento attraverso fondi della Bei, è di 30 milioni. Possono accedere al credito le aziende con meno di 250 dipendenti che presenteranno progetti per diminuire l’effetto sull’ambiente o migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle fabbriche. vaglieremo le richieste insieme alla Camera della Moda e il limite massimo per la restituzione del prestito e 120 mesi“.

Entrambi, comunque, si augurano che questo accordo rappresenti solo un primo passo verso un circolo sempre più virtuoso.

Vera MORETTI

Un milione di euro per le pmi green

Cloros, Energy Service Company, ha deciso di mettere a disposizione delle piccole e medie imprese che puntano sulla sostenibilità per essere competitive, un milione di euro per diventare ancora più efficienti.

Questa iniziativa è sostenuta in partnership con Symbola, Fondazione per le qualità italiane, e prevede una selezione dei migliori progetti candidati non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche in base alla capacità di rappresentare il Made in Italy in maniera concreta ed originale.

Riccardo Caliari, Amministratore Delegato di Cloros, ha presentato il progetto: “Creatività, soluzioni su misura, innovazione. E, certamente, efficienza. La forza del Made in Italy sta qui. Ma la crisi e le difficoltà di accesso al credito non aiutano certo le imprese a investire per essere competitive. Cloros è una E.S.Co che crede nelle eccellenze italiane e ha deciso di dedicare il progetto proprio alle Piccole e Medie Imprese perché crede nella forza del nostro Paese e nei suoi talenti. E per fare questo non potevamo che scegliere di affiancarci a un partner autorevole come Symbola, la fondazione che seleziona e promuove le qualità italiane”.

Ermete Realacci, presidente di Symbola, ha aggiunto: “La green economy già oggi in Italia significa non solo qualità ambientale, benessere per i cittadini, ma competitività. Lo hanno capito quelle 341.500 aziende italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti (un quinto circa del totale) che dal 2008, in piena crisi, hanno investito in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Un dato che sale al 33% nell’industria manifatturiera”.

I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti, poiché nella manifattura il 25,8% delle imprese eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2013, mentre tra le non investitrici è successo solo nel 17,5% dei casi.
Inoltre, le imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti sono anche più forti all’estero: il 44% esporta stabilmente, contro il 24% di quelle che non investono.

La cifra di 1 milione di euro messa a disposizione da Cloros sarà impiegata per finanziare interventi tecnologici finalizzati alla riduzione dei consumi energetici nei processi produttivi delle aziende italiane, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2.
Gli interventi saranno realizzati attraverso l’innovativo meccanismo del contratto a prestazione energetica garantita o Energy Performance Contract (EPC): il risparmio energetico generato viene condiviso tra l’impresa, che vede ridurre da subito il costo in bolletta, e Cloros, che lo utilizza per recuperare il capitale investito (in massimo 5 anni).

Gli interventi finanziabili riguardano la sostituzione dei sistemi di riscaldamento, condizionamento, illuminazione, ma anche l’installazione di motori elettrici efficienti o dotati di inverter, l’adozione di macchine a basso consumo di energia e la realizzazione di impianti per la produzione di energia termica ed elettrica.

Per partecipare al progetto “Made in Italy in green. Nuove energie per la tua impresa” occorre visitare il sito Madeinitalygreen.it e compilare un breve modulo entro il 30 giugno 2015.
Ogni impresa potrà beneficiare di un budget complessivo che varierà da 30 a 250mila euro circa.
L’elenco delle aziende selezionate sarà reso noto entro il 31 luglio 2015 e gli interventi verranno portati a termine entro la fine del 2015.

Vera MORETTI

Csr manager, professione in crescita

Il Csr manager (Corporate Social Responsibility Manager) sta diventando una professione sempre più richiesta dalle imprese che vogliono essere all’avanguardia in fatto di sostenibilità.
E infatti stanno nascendo molte strutture dedicate, come ha constatato Mario Molteni, direttore del Csr manager network e di Altis, Alta Scuola impresa e società dell’Università Cattolica di Milano.

Molteni, in occasione del salone dedicato alla Csr in corso fino ad oggi alla Bocconi di Milano, ha dichiarato: “il numero dei Csr manager delle imprese italiane è cresciuto. Qualcuno però ritiene che la gestione della Csr debba essere trasversale. Visto che la sostenibilità riguarda tutti non è giusto che ci sia una figura dedicata a questi temi. E‘ una visione irrealistica nel senso che affinché questa dimensione sia pervasiva ed interessi tutti ci vuole qualcuno che ne faccia di fatto il suo mestiere“.

E a riprova di ciò ci sono i dati, che parlano di dipartimenti e uffici dedicati alla Csr in continuo aumento, con un numero di persone che variano da sei a otto persone.

Vera MORETTI

Con la crisi aumenta la mobilità green

Dove non sono riuscite le campagne ambientaliste, è arrivata la crisi: gli italiani, infatti, si spostano sempre meno e, quando lo fanno, preferiscono sempre di più i mezzi pubblici e le biciclette. I numeri di Euromobility parlano chiaro: gli utilizzatori della bicicletta, nell’ultimo anno, sono passati dal 17 al 23%, mentre crescono dal 18 al 36% quelli che preferiscono spostarsi con i mezzi pubblici. I prezzi di benzina e carburante sempre più alti, invece, sono responsabili del fatto che chi usa l’auto ne ha aumentato l’utilizzo solo nel 10% dei casi.

La crisi, da questo punto di vista, si sta trasformando in un’opportunità per sviluppare una nuova mobilità, più sostenibile. Sempre secondo i dati raccolti da Euromobility, infatti, il 70% di chi vive nelle grandi città ritiene che l’inquinamento atmosferico sia dovuto al traffico, percentuale che scende al 43% tra chi vive nelle realtà più piccole.

Francesca SCARABELLI 

Il Salone dei Veicoli Ecologici torna a Rimini Fiera

Si scrive SAL.VE, si legge sostenibilità. Il Salone dei Veicoli Ecologici tornerà a Rimini Fiera in occasione dell’edizione 2013 di Ecomondo Fiera Internazionale del recupero di Materia e di Energia e dello Sviluppo Sostenibile. L’accordo per il ritorno è stato siglato a Torino nei giorni scorsi tra i presidenti di Rimini Fiera e della Sezione Veicoli per Servizi Ecologici di Anfia – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica -, Lorenzo Cagnoni e Paolo Martinelli. Anfia concederà il proprio patrocinio esclusivo, con riferimento al settore dei veicoli ecologici, a SAL.VE fino al 2019, e la manifestazione avrà cadenza triennale.

Secondo Cagnoni, “questa intesa ricompatta il settore e consente a Ecomondo, già fiera leader nel comparto ambientale grazie anche alle concomitanti Key Energy e Cooperambiente, di rappresentare l’intera filiera del rifiuto, dalla raccolta fino al riciclo e riutilizzo finale”.

Anfia – commenta Martinelliha tra gli scopi statutari quello di favorire la crescita, l’aggregazione e lo sviluppo professionale delle aziende associate anche tramite la partecipazione alle Fiere. Conseguentemente ci fa molto piacere poter collaborare con Rimini, nell’interesse della crescita del comparto dei veicoli ecologici, tramite una vetrina così prestigiosa qual è Ecomondo“.

Il lavoro del futuro? E’ Green

di Alessia CASIRAGHI

La Green attitude invade il mondo del lavoro. Unioncamere, nel corso della ventunesima edizione di JOB&Orienta, svoltasi a Verona, ha rivelato che nel 2011 il 38% delle assunzioni previste dalle aziende ha riguardato posizioni green, ovvero figure professionali legate alla sostenibilità.

Parola d’ordine per il curriculum: green skills. I settori legati alla sostenibilità in senso stretto, sembrano infatti la chiave non soltanto per uscire dalla crisi e far ripartire la crescita economica, ma anche per creare nuovi posti di lavoro.
La conferma arriva dal Rapporto GreenItaly, curato da Symbola e Unioncamere, secondo il quale il 23,9% delle imprese italiane (circa 370mila imprese, di cui 150mila industriali e quasi 220mila di servizi) tra il 2008 e il 2011 ha investito o investirà in tecnologie e prodotti green, scegliendo di coniugare qualità, innovazione e sostenibilità.

Delle 227 mila assunzioni previste per il 2011 in Italia, circa la metà, pari a 97.600 unità , il 16,4% del totale, sono legate alle “professioni verdi”, ovvero ai settori delle energie rinnovabili, della gestione delle acque e rifiuti, della tutela dell’ambiente, della mobilità ed edilizia sostenibile e dell’efficienza energetica.

In cima alla classifica il settore delle costruzioni, con oltre il 70% delle assunzioni programmate, seguito dall’industria manifatturiera. La richiesta riguarda le micro imprese del Sud del Paese.

Le professioni più richieste? L’auditor esperto in emissioni di gas serra in atmosfera, il tecnico superiore per industrializzazione, qualità e sostenibilità dell’industria del mobile, lo statistico ambientale, l’operatore marketing delle produzioni agroalimentari biologiche, il risk manager ambientale, l’ingegnere dell’emergenza, il progettista di architetture sostenibili e l’esperto del ciclo di vita dei prodotti industriali.

Le imprese lamentano però una difficoltà a reperire le figure riconducibili alla green economy e ai green jobs, al punto che quasi il 15% delle posizioni richieste rischia di rimanere insoddisfatto a causa di un’inadeguata preparazione dei candidati.

Un ultimo fattore è degno di segnalazione: il 48% degli impiegati nella green economy riescono a strappare contratti a tempo indeterminato in tempi piuttosto ristretti. E se il green e il colore della speranza…

Se non ora quando? L’etica torna di moda

Sono già 23 le associazioni e federazioni che hanno sottoscritto il manifesto lanciato da “Più Professioni Intellettuali Unite” per favorire l’impegno etico in campo professionale.

L’etica vissuta come opportunità. In campo professionale, tra aziende e istituzioni, l’etica agisce infatti da regolatore del mercato, perché esplicita i criteri guida e le regole da rispettare per il bene dell’intera comunità. Ma quali sono i capisaldi del manifesto etico della nuova professionalità?

  1. sviluppo di un mercato equo, basato sulla concorrenza, che premi il merito della competenza qualificata e accreditata
  2. equità nelle transazioni tra utenti e professionisti, per garantire equilibrio nella concorrenza
  3. competenza: possedere un bagaglio valido di conoscenze, esperienza e abilità
  4. responsabilità: assunzione delle conseguenze delle proprie decisioni, azioni e omissioni
  5. onestà: mantenere una condotta sincera e coerente
  6. rispetto: assicurare sempre la libertà di scelta e la sostenibilità

Cosa aspettate a firmare anche voi?

Tra le associazioni che hanno già aderito al progetto: ACLI Lombardia, ADICO ‐ Associazione Italiana per il Marketing, le Vendite e la Comunicazione, AIAS Associazione Italiana Addetti Sicurezza , AICA ‐ Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico, AISM ‐ Associazione Italiana Marketing , CGIL ‐ Consulta del Lavoro Professionale, Confprofessioni ‐ Confederazione Italiana Libere Professioni.

Saie ha chiuso con soddisfazione l’edizione 2011

Si è da poco conclusa presso la fiera di Bologna la 47esima edizione di Saie. Si tratta di uno dei maggiori appuntamenti internazionali di Edilizia che con oltre mille espositori presenti di cui il 20% stranieri e uno spazio espositivo di 80mila metri quadrati si conferma come fiera d’eccellenza per il settore edilizio. La kermesse in programma dal 5 all’8 ottobre ha offerto una vetrina prestigiosa per mostrare i nuovi prodotti all’avanguardia delle aziende del settore. E’ stata inoltre un’importante opportunità di incontro tra domanda e offerta e un momento di riflessione, dibattito e approfondimento sui temi ambientali, della riqualificazione urbana, dei quadri normativi, delle soluzioni innovative e della sostenibilità grazie ai numerosi convegni in programma.

Gli incontri di maggior interesse sono stati rappresentati dagli appuntamenti “Una nuova politica edilizia per la città e il territorio: riqualificazione urbana e sostenibilità” organizzato in collaborazione con Ance a cui ha partecipato anche il ministro delle infrastrutture e trasporti Altero Mattioli e la lectio magistralis  di Oriol Bohigas, l’architetto protagonista della rinascita di Barcellona che ha illustrato il suo progetto di “futuro delle città”, appuntamento  impedibile per gli interessati all’architettura (entrambi svolti nella giornata di venerdì).

La fiera è stata organizzata per saloni tematici: cantiere e produzione, energia e sostenibilità, servizi per progettare e costruire per rispondere in modo migliore alle esigenze dei visitatori che hanno potuto visitare la fiera seguendo un filo conduttore in base ai propri interessi. Forte accento è stato posto sul “green building”, con ampi spazi dedicati alla produzione energetica di edificio e materiali innovativi (e classici come il calcestruzzo all’interno del salone “Saie Concrete”) per la costruzione e per il risparmio energetico. Prodotti, tecniche, sfruttamento delle potenzialità, nuove tecnologie, sono solo alcune delle parole chiave che hanno accompagnato il sotto salone Saienergia&sostenibilità 2011 conclusosi con la presentazione del rapporto sullo scenario energetico italiano e possibilità di interventi di riqualifica (tenutosi nella giornata di venerdì presso la Sala Rossa del Pala Congressi).

Non è mancato neppure lo spazio per discutere di regolamenti edilizi, argomento di discussione in più convegni e ripreso dal grande stand occupato dalla Regione Emilia Romagna, in cui sono stati esposti progetti di riconversione di edifici cittadini. In prosecuzione di Cersaie, salone internazionale della ceramica, conclusosi poche settimane fa, si è voluto ospitare l’iniziativa SAIE New Stone Age Design, spazio dedicato al settore della pietra autenticamente naturale a nuovi mercati.

Come ospiti della fiera siamo rimasti affascinati dai sistemi, dalle attrezzature e dalle macchine  per la prefabbricazione che hanno occupato fisicamente una estesa superficie espositiva e hanno attratto centinaia di visitatori grazie alle dimostrazioni compiute da tecnici specializzati (come ad esempio nello stand dell’italiana Mep, leader nella produzione di staffatrici automatiche). Affluenza di pubblico notevole anche in occasione delle presentazioni-dimostrazioni delle nuove gru dell’azienda tedesca Liebherr che regnava con un enorme stand open air in cui imperavano decine di gru con bracci telescopici stagliati alti verso il cielo.

Saie è una fiera interessante anche per i giovani, coinvolti in numerose iniziative tra cui Formoter, corso per operatori di macchine per la movimentazione della terra in collaborazione con Unacea, svoltosi all’aria aperta complice il bel tempo che ha accompagnato i giorni di fiera.

Il mondo accademico è stato coinvolto attraverso il progetto “Med in Italy”. Si tratta di una realizzazione dagli studenti dell’Università Roma Tre in partnership con il Laboratorio di Disegno Industriale de La Sapienza. Estremamente innovativo il lavoro del team italiano che soddisfando i criteri architettonici e ingegneristici, tecniche costruttive, abitabilità,  sostenibilità, innovazione di prodotto e di processo, ha progettato un modulo abitativo  capace di affrontare le alte temperature delle estati mediterranee, lavorando sul principio  dell’inerzia termica e della trasportabilità (dovendo essere costruita nel luogo del  concorso). I muri sono  composti di casseforme riempite di sabbia  sostituibile anche con  inerti di demolizione o ghiaia) e, a migliorare i già ottimi indici di isolamento termico, un  cappotto esterno. “Modulare, pensata per “aggregazioni” la casa MED in Italy è completamente  autosufficiente sia per il sistema idrico (con sistemi di riciclaggio), sia in termini  energetici. Ogni anno MED in Italy produrrà 11.400 kilowattora con i pannelli fotovoltaici,  ma consumerà solo un sesto di questa energia, immettendo in rete quasi 9.300  kilowattora. In 20 anni saranno, quindi, 121 le tonnellate di CO2 risparmiate, come se gli  abitanti avessero piantato un piccolo bosco di 120 alberi. Meno CO2, più comfort e più  risparmio: l’efficienza dei sistemi permetterà alla casa di funzionare perfettamente“.

Una 47esima edizione di Bologna all’insegna dell’ecosotenibilità dunque e della riqualificazione che delinea i presupposti per una ripresa economica: puntare sull’innovazione e integrazione di soluzioni. Per raggiungere il traguardo è necessaria una giusta coesione tra mondo dell’edilizia e mondo dell’architettura (seconda anima coinvolta a Saie 2011),  convergenze che danno origine a soluzioni ottimali dal punto di vista costruttivo e al tempo stesso “umano”. Esempio ben ricordato dall’architetto ospite speciale Oriol Bohigas che della sua concezione basata sull'”etica del fare a servizio della città e dei cittadini” ha fatto una scuola di pensiero.

Da parte degli organizzatori è giunta soddisfazione e la conferma dell’appuntamento per il 2012, nonostante il rammarico per una concorrenza “poco leale” da parte del “Made Milano, salone dedicato allo stesso target e tenutosi in concomitanza. Gli annunci stampa che hanno tapezzato i dintorni della fiera di Bologna sono stati visti come una sorta di dichiarazione di guerra.  

Subito dopo il taglio del nastro, il presidente di Bologna Fiere, Duccio Campagnoli ha commentato: “Sarebbe stato meglio lavorare insieme per far prevalere gli interessi delle imprese. Ma il SAIE di Bologna resta sempre il punto di riferimento per il settore e confermiamo già l’edizione del 2012“.

La Lombardia trionfa sul design orientato all’eco sostenibilità

In Lombardia sono ben 3.578 le imprese  specializzate in attività di design ovvero una impresa su quattro in Italia (24,9%), in crescita del 2,2% rispetto al 2009. E’ la zona del milanese a detenere il record con circa 1.400 attività assorbe il 38,7% del totale regionale, e il 9,6% nazionale, che significa una impresa su dieci in Italia. Seguono in Lombardia per numero di imprese Como (3% nazionale), Brescia e Bergamo (2,6%) e Monza e Brianza (2%). Monza e Brianza registrano un trend positivo del+14,1%, Cremona (+6,3%) e Brescia e Bergamo un +4,7%).

A Milano spiccano le imprese di design di moda e design industriale (37,1%), Sondrio la più alta specializzazione di disegnatori grafici (7,7%) e di pagine web (42,3%) mentrem a Lecco prevalgono i disegnatori tecnici (59,5%). Più della metà del dato nazionale di imprese di design si concentra tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte concentrano più della metà del totale nazionale.

Da Remade in Italy, il marchio di qualità dei prodotti riciclati in Italia, che arriva il decalogo da seguire per fare del design un’arte sostenibile:

Ideare un prodotto orientandosi su “cicli di vita sostenibili”;  ricordarsi che non sempre i materiali naturali sono la soluzione migliore, la plastica può essere più riciclabile del legno; riflessione sui consumi energetici; riflessione sulla durata di vita dei prodotti; ideare un servizio è meglio che ideare un prodotto, perché significa riflettere sui possibili riutilizzi di un prodotto. Settimo e sesto punto, ridurre al minimo l’uso di materiali e se possibile utilizzarne di riciclabili per creare prodotti nuovi. Ottava regola, rendere un prodotto riciclabile, cioè recuperalo dopo lo smontaggio. Regola numero nove: interrogarsi sempre sulle possibilità che il riciclo e il riuso offrono, perché qualsiasi idea può apportare miglioramenti nelle performance.