Posso preparare torte e venderle? Nasce la microimpresa alimentare

Molte persone hanno la passione per la cucina, adorano preparare torte e dolci, spesso anche di elevato valore artistico, ad esempio coloro che hanno la passione del cake design, e hanno cercato di rendere questa passione remunerativa. Ciò è avvenuto soprattutto negli ultimi anni in cui la pandemia ha portato molti alla perdita del lavoro. Tanti però si chiedono “Posso preparare torte e venderle?” La risposta è positiva, ma occorre avviare una microimpresa alimentare domestica, anche denominata IAD (Impresa Alimentare Domestica) e rispettare una procedura meticolosa.

Preparare torte: non può essere considerata un’attività occasionale

La preparazione di cibo è un’attività molto particolare in quanto devono essere maneggiati ingredienti che poi devono essere ingeriti dalle persone. E’ essenziale che questo compito sia svolto con meticolosità per evitare danni alle persone determinati da condizioni igienico-sanitarie precarie oppure da una non corretta indicazione di tutti gli ingredienti, con il rischio di danni soprattutto alle persone con allergie e intolleranze. Proprio per questo preparare torte e venderle non può essere considerata un’attività occasionale come quelle che abbiamo visto in precedenti trattazioni, ma richiede attenzione.

La procedura per preparare torte e venderle

La disciplina per la microimpresa alimentare, o IAD, prevede che in primo luogo sia rilasciata un’autorizzazione dell’ASL competente per territorio. L’autorizzazione ASL viene rilasciata dietro una supervisione dei locali, in particolare lo stesso deve essere abbastanza ampio da poter disporre di tutto ciò che serve in cucina per una microimpresa alimentare, la cucina inoltre deve essere utilizzata solo come laboratorio per l’attività di preparazione di torte da vendere. La cucina deve rispettare la legislazione italiana ed europea in materia, inoltre deve poter essere separata da tutti gli altri ambienti di casa.

Su questo punto però ci sono pareri discordanti, infatti non mancano casi in cui viene ammesso l’uso promiscuo, sebbene debbano essere separati gli orari, quindi la cucina non deve essere utilizzata per lavoro mentre si preaprano pietanze per uso familiare. Resta comunque difficile effettuare controlli. Il consiglio è di rivolgersi alle autorità ASL competenti e chiedere quali criteri adottano e quindi adeguarsi prima di ufficializzare la richiesta di autorizzazione.

Una volta ottenuta l’autorizzazione occorre presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), questa deve essere presentata tramite il SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) .

Vuoi saperne di più sul SUAP? Leggi l’articolo: SUAP: come funziona lo Sportello Unico Attività Produttive

Per poter iniziare l’attività è anche necessario seguire il corso HACCP e di conseguenza ottenere la relativa certificazione. Il corso HACCP occorre a tutti i lavoratori che sono impiegati nel settore alimentare e mira a trasmettere conoscenze e competenze inerenti la corretta manipolazione dei cibi e ad avere conoscenze in materia di igiene e sicurezza alimentare.

Adempimenti fiscali

Tra le pratiche burocratiche per preparare torte e venderle vi è anche l’apertura della partita IVA, si suppone che questa attività, visto che non si tratta di una vera pasticceria, abbia dei volumi comunque ridotti, proprio per questo il consiglio è di aprire una partita IVA con regime forfetario. Il limite massimo di ricavi per poter aderire al regime forfetario è di 65.000 euro l’anno. Lo stesso è comunque abbastanza ampio e di conseguenza appare la soluzione ideale per questo tipo di attività.

Gli adempimenti ancora non sono finiti, infatti è necessario anche iscriversi alla Camera di Commercio e aprire una posizione INPS.

Naturalmente visti tutti gli adempimenti, per poter procedere è necessario avere compiuto i 18 anni di età.

Particolare attenzione deve essere posta anche alla normativa dell’Unione Europea, che richiede l’etichettatura dei prodotti, quindi è necessario che siano indicati gli ingredienti utilizzati, deve essere indicato se vi sono tracce di frutta secca o altri ingredienti che possono generare intolleranze e reazioni allergiche.

A queste norme generali si affiancano norme regionali, infatti la microimpresa alimentare, Impresa Alimentare Domestica IAD, non ha regole proprie, ma si utilizzano per analogia quelle esistenti per l’industria alimentare, ma ci sono molti ispettori ASL che applicano criteri restrittivi soprattutto per quanto riguarda l’autorizzazione ASL dopo la supervisione dei locali. Per colmare le alcune alcune Regioni hanno provveduto a disciplinare questo “fenomeno”, in particolare hanno provveduto la Regione Piemonte, il Veneto. Di conseguenza, prima di iniziare una micro-impresa alimentare è bene informarsi su tutte le normative vigenti.

Posso vendere solo torte?

Naturalmente la torta è un esempio, le cose che si possono preparare attraverso la microimpresa alimentare o Impresa Alimentare Domestica sono numerose. Questa soluzione infatti è la preferita da tutti coloro che amano preparare le conserve, come marmellate o sottoli e vogliono condividere questa passione. Tali preparazioni sono molto apprezzate dalle persone che cercano alimenti con pochi conservanti e realizzate con ingredienti naturali e di qualità. Con tale formula è possibile anche organizzare piccoli banchetti con catering, in questo caso si possono cucinare tanti dolci e salati. I costi di una microimpresa alimentare sono comunque ridotti rispetto all’apertura di una pasticceria/rosticceria quindi può essere considerato anche un modo per mettersi alla prova e poi magari ingrandire l’attività.

SUAP: come funziona lo Sportello Unico Attività Produttive

Semplificare è la parola d’ordine che negli ultimi anni sentiamo sempre più spesso ripetere e la Pubblica Amministrazione è “l’entità” che nel tempo ha accumulato sempre più oneri burocratici. Contemporaneamente si è però avvertita l’esigenza di semplificare, per raggiungere tale obiettivo nasce il SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) che si pone come referente unico per le imprese al fine di agevolare gli adempimenti. Ecco chi deve rivolgersi al SUAP e quali sono le sue mansioni.

Cos’è il SUAP

Molte persone all’idea di dover aprire un’attività iniziano a tremare perché da sempre in Italia gli oneri burocratici e gli uffici a cui rivolgersi per poter iniziare un’attività sono numerosi e non mancano casi di rimbalzi di resposabilità e competenze in grado di mandare in tilt anche i professionisti più qualificati.

Per risolvere tali blocchi si è pensato a un referente unico, individuato nel SUAP. Il SUAP è lo Sportello Unico Attività Produttive, nasce con il DPR 160 del 2010 ed è al servizio delle imprese già costituite o di chi vuole avviare un’impresa, la struttura si avvale di uno sportello telematico e uno sportello fisico presente in ogni Comune italiano, in base al DPR si occupa di tutti i procedimenti che hanno ad oggetto l’esercizio di attività di imprese e il titolare deve rivolgersi ad esso per l’apertura di nuove attività, per azioni relative a localizzazione, trasformazione, trasferimento, ristrutturazione, ampliamento, conversione, cessazione o riattivazione dell’attività.

Questo implica che chi esercita attività di impresa, in forma individuale o collettiva, per qualunque azione che comporti una modifica dell’assetto, deve comunque rivolgersi al SUAP che si occuperà di fornire informazioni, ma è anche un raccordo tra tutti gli enti pubblici coinvolti. L’obiettivo è fare in modo che chi vuole iniziare un’attività imprenditoriale, oppure ne ha già una e vuole effettuare delle modifiche, abbia un unico referente pubblico e quindi non sia sballottato tra diversi uffici per riuscire a portare a termine le operazioni.

Cosa fa il SUAP

Per l’accesso telematico ai servizi è disponibile il servizio al sito www.impresainungiorno.gov.it da qui è possibile accedere allo Sportello Unico Attività Produttive del Comune di riferimento, che è sempre quello in cui si vuole ubicare la propria impresa o quello del comune in cui è già ubicata. Il sito può essere utilizzato per ricevere informazioni, ma anche per caricare dei documenti, accedere alle proprie pratiche e controllare lo “stato” in cui si trovano. Il sito consente di aprire l’impresa in un giorno svolgendo tutte le pratiche online, ciò attraverso il servizio “ComUnica” che permette di inviare i documenti a un solo ente, la Camera di Commercio, da qui è possibile ottenere la registrazione della posizione INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, si può ottenere codice fiscale e partita IVA. Per tutte le pratiche sono indicati i costi e di conseguenza tutte le operazioni sono compiute all’insegna della trasparenza.

Un altro fattore importante è rappresentato dal fatto che i moduli sono unici a livello nazionale, questo vuol dire che per qualunque pratica debba essere compiuta, è possibile accedere allo sportello telematico SUAP, scaricare la modulistica, compilarla e quindi inviarla o consegnarla allo sportello fisico su moduli che sono identici in tutto il territorio e quindi senza troppe pastoie burocratiche.

Come accedere al SUAP

Per prima cosa è necessario collegarsi al sito www.impresainungiorno.gov.it in secondo luogo scegliere il comune di riferimento, registrarsi con SPID, CIE o CNS.

Per accedere al SUAP è necessario disporre di un indirizzo di posta elettronica certificata PEC e una firma digitale con il sistema Token USB o tramite un lettore. Fatti questi passi si accede alla “scrivania” una sorta di ufficio virtuale che permette di dialogare con la Pubblica Amministrazione.

Naturalmente è necessario anche disporre di un computer e di una connessione internet.

Il funzionamento è piuttosto semplice, in base alla tipologia di atto che si deve compiere, ad esempio una nuova localizzazione dell’attività, è possibile reperire modelli e informazioni sulla documentazione necessaria.

Solitamente è necessario avere una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), oppure per i procedimenti in cui non è necessaria la SCIA si opta per il “procedimento Unico”. Una volta stabilito ciò, si propone un’istanza inviando telematicamente moduli e allegati eventualmente necessari. A questo punto dal SUAP parte la comunicazione ai vari enti che hanno differenti ruoli e competenze. Se tutto è in ordine, la pratica ha un esito positivo, in caso contrario ha un esito negativo, possono comunque essere corrette le varie pratiche e integrate. E’ il SUAP stesso a indicare eventuali altre integrazioni da effettuare.

Naturalmente per chi ha delle difficoltà a gestire il processo telematico, è possibile anche rivolgersi allo Sportello Unico Attività Produttive del Comune di competenza.

Il Mise ha presentato Agipro

A seguito di un decreto del Ministero dello Sviluppo economico, pubblicato sul portale Impresainungiorno.gov.it, è stato disposto l’accreditamento di Agipro srl, l’Agenzia nazionale per le imprese dei professionisti.

Viene introdotta una nuova figura di intermediazione tra impresa e Pubblica Amministrazione, prevista dal regolamento che attua lo Sportello unico delle Attività Produttive (Suap) e prevede l’introduzione dell’esclusivo utilizzo di strumenti telematici nell’esplicazione di tutte le fasi del procedimento amministrativo, per garantire semplificazione e certezza dei tempi di conclusione.

L’Agenzia è un soggetto privato accreditato, controllato da Open Dot Com e partecipato da Confprofessioni, cui l’imprenditore può rivolgersi per effettuare l’inoltro della documentazione al Suap.

Agipro dovrà attestare il possesso dei requisiti e dei presupposti previsti dalla normativa per l’esercizio dell’attività d’impresa e, una volta rilevatane la sussistenza, di rilasciare la “dichiarazione di conformità” che costituisce titolo autorizzatorio per l’esercizio delle attività stesse, per la loro trasformazione, trasferimento o cessazione.

Agipro fornisce all’imprenditore un vantaggio competitivo in termini di maggior celerità nella documentazione dell’avvio delle attività economiche.
Questo vantaggio deriva dal valore di autorizzazione riconosciuto all’attestazione della sussistenza dei requisiti, ma anche di superare i problemi connessi alla piattaforma telematica per la presentazione delle domande al Suap.

Vera MORETTI

La vita delle pmi si facilita: arriva l’AUA

La vita burocratica delle pmi edili si semplifica: arriva l’AUA, l’Autorizzazione Unica Ambientale che condensa in un’unica domanda da presentare al SUAP (Sportello Unico per le attività produttive) sette procedure autorizzative e che potrà essere richiesta dalle imprese per gli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale.

L’AUA andrà a sostituire in un colpo solo gli atti di comunicazione, notifica e autorizzazione previsti dalle norme vigenti in materia ambientale ma in un secondo momento le Regioni potranno estendere ulteriormente il numero di atti compresi nell’autorizzazione unica ambientale.

In un’unica richiesta, dunque, le piccole e medie imprese potranno portare a termine diversi adempimenti amministrativi in materia ambientale, necessari per svolgere la propria attività produttiva, che finora richiedevano procedure separate presso Amministrazioni Pubbliche differenti e avevano periodi di validità non omogenei.

Per richiedere l’AUA occorre semplicemente inviare la richiesta per via telematica al SUAP.

La procedura sarà semplificata anche per effettuare il rinnovo dell’AUA, che si otterrà presentando una dichiarazione sostitutiva a patto però che le condizioni di esercizio siano rimaste immutate. In più in attesa del rinnovo l’impresa potrà proseguire la propria attività sulla base dell’autorizzazione precedente.

Vera MORETTI