Flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, addio

Non si possono fare riforme fiscali strutturali che prevedano minori entrate basandosi escsluivamente sulla supposta diminuzione dell’evasione fiscale che dovrebbe comunque mantenere in equilibrio i conti. Questa sembra essere ora la base della riforma fiscale e di conseguenza in Commissione Finanze crollano molti dei punti base che erano alla base della proposta. Salta la flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti.

Flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, non si può fare

In commissione Finanze alla Camera si lavora in modo celere si punta a smaltire in breve tempo i 600 emendamenti presentati alla legge di delega fiscale. Tra le ipotesi che prendono sempre più piede c’è l’eliminazione della tassa piatta sugli aumenti di stipendi per i lavoratori dipendenti, la flat tax incrementale. La stessa resterebbe però per i lavoratori autonomi che naturalmente non applicano già la flat tax.

Questo non impica che non ci siano novità per i lavoratori dipendenti sulla tassazione Irpef, infatti si sta lavorando all’ipotesi di una tassa piatta su premi di produttività, straordinari (ma solo oltre una determinata soglia) e tredicesime. Un’aliquota ancora non è stata definita, ma sembra che si vada verso il 15%. Ricordiamo che la prima aliquota Irpef attuale è al 23%.

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Superbollo, rateizzazione imposte e aumento tassazione per cannabis light

Dai lavori in Commissione emerge la volontà di confermare l’eliminazione del Superbollo auto.

Sembra andare verso la conferma anche la rateizzazione delle imposte per autonomi e professionisti, l’idea è quella di distribuire il carico fiscale in modo più equo o proporzionato nell’arco dell’anno.

Brutta notizia invece per i produttori di cannabis light, infatti dovrebbe aumentare la tassazione ed essere parificata agli altri prodotti “da fumo”. Naturalmente un aumento di tassazione si riverserebbe comunque sui prezzi. L’emendamento presentato prevede anche il divieto di vendita ai minori di 18 anni e un’autorizzazione dell’Agenzia dogane per la commercializzazione.

Restano in piedi le altre proposte, cioè la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a tre, l’eliminazione delle microtasse, tra cui anche la tassa di laurea, l’estensione dell’uso del modello F24 per i versamenti delle imposte. Il Governo punta a terminare i lavori prima dell’arrivo della chiusura estiva ed è quindi corsa contro il tempo.

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Riforma fiscale, addio Tobin tax, Superbollo e aumento deducibilità fondo pensione

Tempi stretti per la riforma fiscale, entro il 26 maggio devono essere presentati gli emendamenti e sono già molte le ipotesi a cui si sta lavorando, tra queste l’eliminazione della Tobin tax che si aggiunge all’annunciata abolizione del Superbollo. Sono però allo studio anche ulteriori ipotesi. Ecco quali.

Riforma Irpef e addio alla Tobin tax, a che punto siamo con la riforma fiscale?

L’obiettivo dichiarato dal vice-ministro Maurizio Leo è quello di approvare la riforma fiscale entro la pausa estiva. I lavori procedono in modo piuttosto celere.

Alla base della riforma fiscale c’è la nuova distribuzione delle aliquote Irpef, tra le ipotesi allo studio vi è la riduzione dell’Ires, imposta sul reddito delle società.

Prende quota l’ipotesi di ridurre o addirittura eliminare la Tobin tax, si tratta della tassa sulle transazioni finanziarie introdotta in Italia con la legge di stabilità 2013. La Tobin Tax si applica applica ai trasferimenti di proprietà di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi, alle operazioni su strumenti finanziari derivati e altri valori mobiliari, e alle operazioni “ad alta frequenza”

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Allo studio ci sono tre ipotesi, cioè la cancellazione dell’imposta, l’esenzione per le transazioni fuori dai mercati regolamentati (Otc) o, infine, l’allargamento dell’esenzione alle quotate con capitalizzazione fino a 1 miliardo di euro.

Dovrebbe invece sparire il Superbollo che attualmente si applica alle auto di grossa cilindrata con una potenza superiore ai 185 kW. Il superbollo prevede il pagamento di 20 euro per ogni kW sopra i 185 kW.

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Nuovi vantaggi fiscali per i fondi pensione

Tra gli emendamenti che dovrebbero essere presentati vi è anche l’aumento della deducibilità del fondo pensione. I fondi pensione sono strumenti di investimento incentivati dallo Stato perché il loro obiettivo è fare in modo che la riduzione dell’assegno pensionistico determinato dalla riforma che ha portato al superamento del sistema retributivo, sia colmata da fondi pensionistici complementari. Attualmente la deduzione ha un limite massimo di 5.164,57 euro all’anno.

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Sono, infine, allo studio forme di detassazione per i privati che contribuiscono alla patrimonializzazione delle imprese.

Ricordiamo che perplessità sulla riforma fiscale sono state espresse da Bankitalia e ha criticato in particolare l’ipotesi di una flat tax per tredicesime e per incrementi di reddito. A rischio la coperture delle spese a causa della riduzione delel entrate fiscali.

 

Addio al Superbollo, il Governo vuole eliminare la tassa sulle auto di grossa cilindrata

Questa potrebbe essere la novità più rilevante del prossimo anno ed è prevista all’interno della riforma fiscale a cui il Governo sta lavorando. I contribuenti potrebbero infatti dire presto addio al Superbollo, la sovrattassa che molti italiani pagano sulle auto particolarmente inquinanti.

Addio al Superbollo, lo prevede la riforma fiscale

Partiamo dal presupposto che molto presto le auto inquinanti dovrebbero essere soppiantate da modelli a impatto ambientale ridotto, infatti il motore elettrico dovrà sostituire il motore endotermico e di conseguenza questa novità potrebbe essere semplicemente un anticipo verso un qualcosa che dovrebbe avvenire in modo naturale.

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Ad oggi è previsto che sulle auto che hanno una cilindrata superiore a 185 kW sia applicata un’ulteriore imposta pari a 20 euro per ogni kW in più rispetto al limite di 185. Il Superbollo si paga in contemporanea rispetto al pagamento del bollo auto.

Ad annunciare l’idea di eliminare il Superbollo è stato il vice-ministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo. Il Superbollo è stato introdotto per la prima volta dal Governo Monti nel decreto Salva-Italia e non è mai stato molto apprezzato dagli italiani. Sembra quindi arrivato ora il momento di dirgli addio, sebbene dal 2024.

Le micro-imposte che il Governo vuole cancellare

Il Superbollo non è l’unica imposta ad essere finita nel mirino del nuovo Esecutivo, infatti l’obiettivo da realizzare con la riforma fiscale è quello di semplificare il sistema andando ad eliminare quelle che si definiscono micro-tasse e di cui molti non comprendono la reale ratio. Ad esempio dovrebbe scomparire la tassa sugli intrattenimenti che si applica ad ogni tipologia di spettacolo, ma anche a slot machine, biliardino e qualunque altra forma di intrattenimento.

Tra le micro-imposte destinate a sparire vi è anche la tassa sulla laurea che si paga al momento dell’immatricolazioni e dell’iscrizione ai vari anni universitari. Sia chiaro, non scompaiono le tasse universitarie, ma semplicemente una piccola quota.

Auto con targa estera: dal 21 marzo si può circolare anche in Italia

Dal 21 marzo 2022 circolare in Italia con un’auto con targa estera è del tutto lecito, basta registrare il veicolo e avere a bordo un documento. Ecco i dettagli di questa importante novità.

La normativa che consente di circolare con auto con targa estera

Con l’entrata in vigore della Legge n. 238 del 23 dicembre 2021, che modifica l’articolo 93 del Codice della Strada, dal 21 marzo 2022 le auto estere che circolano in Italia devono essere registrate nel REVE, si tratta del Pubblico Registro dei Veicoli Esteri, ma non vi è obbligo di reimmatricolare il veicolo in Italia. Ecco a quali condizioni si può avere questa agevolazione.

Andando nel dettaglio, tutti i veicoli immatricolati all’estero che circolano in Italia devono essere registrati al REVE. Sono sottoposti a tale vincolo:

  • tutti i cittadini italiani e stranieri che siano residenti in Italia e dispongono a vario titolo di veicoli intestati a persone fisiche o giuridiche che abbiano residenza in uno Stato Estero per almeno 30 giorni nell’anno solare. L’utilizzo deve essere comprovato da un documento, ad esempio può trattarsi di un contratto di comodato d’uso, leasing, noleggio. In tale documento deve essere indicata la data di inizio del contratto e il termine finale.
  • Veicoli immatricolati all’estero che siano di proprietà di persone che svolgono attività lavorativa in uno stato limitrofo, si tratta dei frontalieri.

Nel primo caso l’obbligo di registrazione del veicolo ricade in capo all’utilizzatore del veicolo, nel secondo caso invece spetta al proprietario. La registrazione nel REVE deve essere effettuata presso lo sportello degli uffici del PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Oppure presso le sedi ACI o le Agenzie Pratiche Auto.

Si ricava da ciò che se proprietario e utilizzatore si trovano in due Stati diversi, ad esempio nel caso in cui l’auto sia di proprietà di una società che si occupa di noleggio auto, si può circolare con targa estera. L’importante è che l’utilizzatore abbia a bordo un documento che attesti il titolo attraverso il quale può utilizzare il veicolo. Se l’utilizzo ha una durata superiore a 30 giorni, è necessario anche procedere alla registrazione nel REVE. Di fatto si può però circolare con targa estera.

Perché nasce la norma che autorizza a circolare in Italia con targhe estere?

L’obiettivo di questa norma è far fronte alle difficoltà che stanno avendo le aziende che si occupano di noleggio e car sharing, queste infatti faticano ad avere una flotta auto adeguata a causa della crisi dei microchip che sta drasticamente riducendo la produzione di auto. Si sta quindi offrendo loro la possibilità di far entrare in Italia veicoli immatricolati all’estero, magari in Paesi che hanno minori afflussi di turisti nella stagione estiva.

Cosa succede in caso di multe?

Sia chiaro, le multe devono essere pagate, saranno recapitate all’indirizzo dell’utilizzatore e di conseguenza dovranno essere pagate da lui.

Quali sono i vantaggi per i proprietari di auto con targa estera?

Per i veicoli con targhe estere utilizzati in Italia non è necessario procedere al pagamento dell’IPT, Imposta Provinciale di Trascrizione. Non sono tenute al pagamento del Bollo Auto e dell’eventuale Superbollo. Molti potrebbero essere tentati dal vendere anche veicola già intestati a loro a proprietà o società che sono all’estero, re-immatricolarli lì e poi farli rientrare in comodato. Evitando così il Superbollo e le altre imposte.

Per le auto estere la polizza di assicurazione viene rilasciata nel Paese di immatricolazione, questo vuol dire che si applicheranno le tariffe estere e non quelle italiane che sono notoriamente elevate. Le tariffe estere sono però basate sui costi dei sinistri esteri che sono più bassi, proprio per questo gli importi dei risarcimenti sono spesso irrisori e a pagarne le pene potrebbero essere automobilisti italiani che subiscono un sinistro con un veicolo immatricolato all’estero. Da ciò deriva che le province perderanno anche l’imposta provinciale sulla RCA. Viene meno anche il contributo al SSN previsto nella RCA.

Per l’erario statale un’altra perdita è relativa all’IVA, infatti l’auto viene immessa all’estero e di conseguenza l’Iva viene pagata nel Paese di acquisto, per gli acquirenti è un vantaggio perché spesso l’aliquota è più bassa rispetto a quella italiana, per lo Stato potrebbe essere una perdita.

Superbollo: chi è tenuto al pagamento e quanto si paga?

Chi ha un’auto con una potenza elevata sa che purtroppo è tenuto a pagare il Superbollo, ma di cosa si tratta e chi deve pagarlo?

Cos’è il Superbollo e quando entra in vigore

Dal punto di vista tecnico il Superbollo è un’addizionale erariale, cioè un’addizionale rispetto al Bollo auto tradizionale, mentre questo entra nelle casse della Regione, il Superbollo è di pertinenza delle casse dello Stato. La prima volta è stato introdotto nel 1976 sulle auto Diesel: l’obiettivo era scongiurare l’acquisto di auto più inquinanti. L’impatto fu tale da generare un consistente cambio nel mercato dell’auto, infatti la disciplina prevedeva un superbollo pari a 12.000 lire per ogni cavallo fiscale e l’importo comunque non poteva essere inferiore a 200.000 lire.  Questa addizionale fu però eliminata nel 1997.

La reintroduzione del Superbollo è dovuta al Governo Berlusconi nel 2011 e veniva applicato sulle auto con una potenza superiore a 225 kw (Decreto Legge 98 del 2011). Le auto con tale potenza erano però poche e quindi gli incassi erano esigui rispetto alle aspettative. Nel 2012 il Governo Monti ha provveduto a una revisione del Superbollo (articolo 16 legge 214 del 2011, in applicazione dal 1° gennaio 2012):

  •  ha diminuito la potenza a cui si applica, ora è 185 kw;
  • ha aumentato gli importi, in passato era 10 euro per ogni kw ulteriore rispetto ai 225, ora l’importo è di 20 euro per ogni kw ulteriore;
  • ha introdotto dei correttivi basati sull’età del veicolo.

Nonostante da tempo si parli di una revisione di questa imposta, e spesso si evochi addirittura un’abolizione anche del bollo auto, in realtà per ora i possessori di veicoli con un’elevata potenza del motore e inquinanti devono continuare a sostenere questi costi che, tenendo in considerazione anche il bollo auto, possono portare davvero a cifre esorbitanti.

Come si calcola il Superbollo

Applicando la disciplina già vista è possibile calcolare il Superbollo, per ogni kw superiore a 185, per verificare i kw della propria auto basta prendere il libretto di circolazione, si pagano 20 euro in più. Il Superbollo, o addizionale erariale, va a penalizzare soprattutto le auto sportive, ad esempio sono tenute al pagamento del Superbollo Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo e la Stelvio, molti modelli dei marchi Audi e BMW, la Ferrari, alcuni modelli Jeep, come Jeep Wrangler 2.0 Turbo, Land Rover, Maserati, Mercedes, a sorpresa pagano il Superbollo anche alcuni modelli Mini Cooper, come Mini John Cooper Works GP e Mini Clubman John Cooper Works.

Si è però detto che la riforma del Governo Monti introduce dei correttivi legati agli anni del veicolo, quindi con il trascorrere del tempo si applicano degli sconti, in particolare:

  • dopo 5 anni dall’immatricolazione la quota di superbollo passa a 12 euro kw (60%);
  • dal 10° anno 6 euro kw (30%);
  • dal 15° anno 3 euro kw (15%);
  • dal 20° anno non si paga il Superbollo.

Gli sconti sono applicati dal 1° gennaio successivo rispetto all’anno di immatricolazione. Ad esempio per un veicolo immatricolato a marzo 2009, lo sconto si ha dal bollo successivo al 1° gennaio 2015.

Chi paga il Superbollo?

Questa è un’altra domanda importante, si tratta degli stessi soggetti che sono tenuti al pagamento del bollo, cioè i possessori/utilizzatori: coloro che hanno un’auto in proprietà, ma anche usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio, soggetti che hanno un contratto di leasing e ora anche coloro che hanno un contratto di noleggio a lungo termine.

Sono invece esentati dal pagamento del Superbollo i veicoli che sono esenti anche dal bollo auto e quindi i veicoli storici, quelli in uso alle forze armate, le auto elettriche per i 5 anni successivi all’immatricolazione. Non si è tenuti al pagamento del Superbollo in caso di furto.

Per i pagamento è possibile avvalersi del canali già disponibili per il pagamento del bollo auto e quindi delegazioni ACI, uffici postali, banche, tabaccherie convenzionate con banca ITB o aderenti a Lottomatica e agenzie pratiche auto.

Sanzioni per ritardi e omesso versamento

Naturalmente il mancato pagamento, o il pagamento in ritardo, espone all’applicazione di sanzioni pecuniarie:

  • se la posizione è sanata entro 14 giorni dalla scadenza con il pagamento del Superbollo, si applica una sanzione dello 0,2% e interessi dell1% per ogni giorno di ritardo;
  • dal 15° giorno la sanzione è del 3% a cui si agigunge l’1% di interessi per ogni giorno di ritardo;
  • dal 31° giorno fino ad un anno la sanzione è pari al 3,75% dell’importo e interessi dell’1% per ogni giorno di ritardo;
  • superato un anno la sanzione è del 30% a cui si aggiunge sempre l’1% di interessi per ogni giorno di ritardo.

Superbollo: chi è tenuto a pagare la tasse sulle auto ‘di lusso’?

Il superbollo e una tassa automobilistica che colpisce, attualmente, solo le auto di lusso ma non è stato sempre così. Di seguito vi spiegherò quale automobili ci rientrano, come si calcola e come si paga.

Il primo superbollo in Italia vide la luce nel 1976 ed era una tassa relegata alle sole auto diesel. Tale dazio consisteva nel pagare in aggiunta al bollo auto 12.000 lire ogni cavallo fiscale (i cavalli fiscali si calcolano in genere dividendo la cilindrata totale dell’auto per 100, quindi un auto da 2000 cc di cilindrata ha 20 cv fiscali) modificata nel 1987 a 33,750 lire per ogni cavallo fiscale.

Nel 1997 tale tassa fu abolita e il mercato delle motorizzazioni diesel ricominciò a risalire. Nel 2011 grazie all’articolo 23 del Decreto Salva Italia  (decreto legge n° 201 del 6 dicembre 2011) venne di nuovo introdotto il superbollo per auto di lusso per autoveicoli. La tassa che si paga oggi sulle auto di lusso, quindi, ha davvero pochissimi punti in comune con quella che entrò in vigore nel 1976.

Come si calcola il superbollo

E’ tenuto a pagare il superbollo chiunque abbia un autovettura che va oltre i 185 kilowatt. Le autovetture che superano i 185 kilowatt dovranno versare nelle casse dell’Erario (si tratta di una tassa erariale e non regionale)  20 euro in più per ogni kw successivo, ad esempio prendiamo un auto che ha 200 kw il proprietario dovrà pagare 20 euro per 15 (che sono i kilowatt che superano la soglia dei 185 kilowatt). Il superbollo, quindi, è una sorta di addizionale che va pagata oltre al bollo auto. 

Ci sono delle agevolazioni per il pagamento del superbollo che scattano in base all’anno di immatricolazione del veicolo. A pagare il superbollo sono, generalmente i proprietari dell’auto ma sono chiamati al versamento anche gli utilizzatori di auto in leasing.

Come abbiamo anticipato l’importo del superbollo non è constante ma varia nel corso della vita dell’auto:

  • Per i primi 5 anni dall’immatricolazione è dovuto in misura intera ma poi, diminuisce all’aumentare degli anni di vita dell’auto.
  • Per auto immatricolate da 5 anni si ha una riduzione del 40% dell’importo: si dovranno pagare, quindi,  12 euro per ogni kilowatt
  •  Per auto immatricolate da 10 anni si ha una riduzione del 70% dell’importo del superbollo e si dovranno pagare, quindi solo 6 euro per ogni kilowatt 
  • Per auto che hanno 15 anni di età si ha diritto ad una riduzione dell’85% dell’importo iniziale e si dovranno versare solo 3 euro per ogni kilowatt.
  • Discorso differente per auto che hanno più di 20 anni, infatti non si dovrà più pagare la suddetta tassa.

Dove si paga il superbollo

Per il pagamento del superbollo ci si può avvalere di diversi metodi:

  • online tramite il portale dei tributi della regione di appartenenza, delegazione Aci, motorizzazione civile, poste sia online che in un qualsiasi sportello, ricevitorie abilitate, home banking
  • tramite F24 utilizzando il codice tributo (sezione Erario) 3364. Nel modulo andranno indicati oltre ai dati del proprietario anche quelli relativi all’identificazione univoca del veicolo

Per il pagamento del bollo bisogna portare con se il libretto di circolazione dell’auto. Ritardi o mancati pagamenti del superbollo possono portare al pagamento di una sanzione amministrativa pari a al 35% della tariffa evasa, in casi estremi anche al sequestro dell’autovettura.

Occhio alla scadenza del superbollo

Nonostante i buoni propositi del governo in materia di pressione fiscale, la tassazione sulle auto risulta ancora una di quelle più soffocanti, come dimostra, tra gli altri, il caso del superbollo che va in scadenza nei prossimi giorni.

Entro l’1 febbraio prossimo deve essere infatti pagato il superbollo (o addizionale erariale alla tassa automobilistica) da parte dei soggetti possessori, a vario titolo, di vetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di cose e persone che hanno potenza superiore a 185 Kw, il cui bollo con bollo è scaduto a dicembre 2015.

Ricordiamo che l’importo va calcolato moltiplicando per 20 euro ciascun kW eccedente il limite di 185 kW di potenza del veicolo per il quale deve essere pagata l’addizionale erariale.

Spesso questa tassa è pagata da parte di possessori di auto anche piuttosto datate. Ecco perché, nei piani del fisco, è una riduzione graduale dell’importo del superbollo a seconda della data di costruzione del veicolo. Al decorrere dei 20 anni dalla data di costruzione, è previsto un azzeramento del superbollo.

Il 31 gennaio scade il superbollo

La scadenza per il pagamento del superbollo è alle porte: chi è chiamato a versare il pagamento?

I soggetti possessori, a vario titolo, di autovetture ed autoveicoli per trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185K, il cui bollo risulta scaduto a dicembre 2012, sono chiamati a mettersi in regola entro il 31 gennaio.

Ma cos’è, in pratica, il superbollo?
Si tratta di un’addizionale erariale alla tassa automobilistica, ovvero di un ulteriore importo da versare oltre all’ordinario bollo auto, con la differenza che, mentre quest’ultimo è una tassa regionale, il superbollo è destinato alle casse dello Stato.

L’addizionale erariale della tassa automobilistica era stata introdotta già dal 2011 ed era relativa ad autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore ai 225 kW e nella misura di € 10 per ogni kW di potenza superiore a tale soglia.
La Manovra Monti ha, però, inasprito dal 2012 il superbollo, portandolo a € 20 per ogni kW superiore alla soglia di 185 kW, coinvolgendo quindi una più ampia platea di contribuenti.

Il superbollo va versato da tutti i contribuenti possessori di veicoli con potenza superiore ai 185 kW.
Per possessori si intendono:

  • i proprietari;
  • gli usufruttuari;
  • gli acquirenti con patto di riservato dominio;
  • gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria, così come risultano essere iscritti al PRA (Pubblico registro automobilistico).

In particolare, il versamento del superbollo dovrà essere eseguito contestualmente al pagamento del bollo ordinario. Ciò significa che i soggetti possessori, a vario titolo, di autovetture ed autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185Kw e con bollo scaduto a dicembre 2012, devono versare entro il prossimo 31 gennaio, contestualmente al bollo, anche l’addizionale erariale alla tassa automobilistica.

Per pagarlo, dovrà essere utilizzato il modello F24 elementi identificativi, senza possibilità di compensazione.

Il modello F24 dovrà essere compilato indicando:

  • nella sezione “CONTRIBUENTE” i dati anagrafici e il codice fiscale del soggetto versante;
  • nella sezione “ERARIO ED ALTRO”:la lettera A, nel campo “TIPO”; la targa del veicolo nel campo “ELEMENTI IDENTIFICATIVI”; il codice tributo “3364” nel campo “CODICE”;
  • l’anno di decorrenza della tassa automobilistica nel campo “ANNO DI RIFERIMENTO” (per i soggetti con bollo scaduto a dicembre 2012, nel campo “anno di riferimento” andrà inserito l’anno 2013).

Una volta compilato, il modello va presentato, in modalità esclusivamente telematica, da parte dei titolari di partita IVA, e con modalità cartacea o telematica da parte dei NON titolari di partita Iva.

A seconda dell’anno di immatricolazione della vettura, sono previste alcune riduzioni:

  • dopo 5 anni: il superbollo si riduce a 12 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 10 anni: il superbollo si riduce a 6 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 15 anni: il superbollo si riduce a 3 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 20 anni: il superbollo non è più dovuto.

Vera MORETTI

Superbollo per le supercar: ecco come versarlo

Ora è finalmente pronto il codice tributo 3364 per il versamento dell’addizionale erariale alla tassa automobilistica che devono pagare i proprietari di autoveicoli di grossa cilindrata. Il codice, istituito con la risoluzione 101/E del 20 ottobre, va riportato nel modello “F24 Versamenti con elementi identificativi”. La risoluzione segnala altri due “numeri”, il 3365 e il 3366, da utilizzare rispettivamente per sanzioni e interessi, qualora il pagamento del superbollo avvenga in ritardo.
 
Il “superbollo”, introdotto dal decreto legge 98/2011 (articolo 23, comma 21), deve essere versato entro il 10 novembre. Interessati all’adempimento sono i possessori, alla data del 6 luglio 2011, di autovetture e autoveicoli “per il trasporto promiscuo di persone e cose”, che devono pagare un importo “pari a euro dieci per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a duecentoventicinque chilowatt…”. “In caso di omesso o insufficiente versamento dell’addizionale si applica la sanzione pari al 30 per cento dell’importo non versato”. A partire dal 2012 l’addizionale dovrà essere corrisposta alle stesse scadenze previste per il bollo auto.
 
Sul modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” è necessario indicare:

– nella sezione “Contribuente”, i dati anagrafici e il codice fiscale di chi versa;
– nella sezione “Erario ed altro”, la lettera “A” nel campo “tipo”, la targa del veicolo nel campo “elementi identificativi”, l’anno di decorrenza della tassa nel campo “anno di riferimento”.

Superbollo: da pagare entro il 10 novembre

E’ entrato in vigore pochi giorni fa il decreto ministeriale sull’addizionale erariale introdotta, per i veicoli di grossa cilindrata, dalla manovra finanziaria dello scorso luglio. Entro il 10 Novembre, a 30 giorni cioè dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, i possessori di un veicolo per il trasporto promiscuo di persone o cose con più di 225 chilowatt di potenza, dovranno pagare l’addizionale per un importo pari a 10 euro per ogni chilowatt eccedente i 225.

La tassa automobilistica dovrà essere corrisposta utilizzando il modello “F24 elementi identificati”, senza possibilità di compensazione con eventuali crediti vantati. Per gli anni successivi, successivi, l’addizionale verrà corrisposta alle stesse scadenze previste per il bollo auto.

L’addizionale alla tassa automobilistica ha destinazione diversa rispetto al bollo ordinario, che è assegnato alle Regioni. Per procedere, dal 2012, al pagamento contestuale del bollo e dell’addizionale, con riversamento diretto di quest’ultima al bilancio dello Stato, il ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con l‘Agenzia delle Entrate, emetterà un decreto per individuare le tempistiche e i criteri di adeguamento ai sistemi utilizzati dai singoli Enti per il pagamento della tassa automobilistica. In caso di ritardo nell’emanazione del provvedimento, il versamento avverrà come per l’anno in corso, con il modello “F24 elementi identificativi”.

Tenuti al pagamento dell’addizionale sono coloro che risultano “proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio, ovvero utilizzatori a titolo di locazione finanziaria” al pubblico registro automobilistico. Per il 2011, si fa riferimento al giorno in cui è entrata in vigore la norma, lo scorso 6 luglio; a partire dal 2012, l’obbligo ricade su chi è proprietario alla scadenza del termine utile per il pagamento della tassa automobilistica.

In caso di prima immatricolazione, differentemente da quanto previsto per il bollo l’addizionale va pagata in misura integrale.

A.C.