Supermercati, quali sono i più amati tra gli italiani?

I supermercati sono presenti un pò ovunque, dai grandi ai piccoli centri, ma quali sono quelli più amati dagli italiani? Ecco la risposta offerta da Altroconsumo.

Supermercati, ce n’è per tutti i gusti

Fare la spesa è uno degli obblighi che occorre fare, soprattutto per mandare avanti una famiglia. Ormai sono lontani i giorni in cui c’erano le file davanti alle porte scorrevoli per entrare durante il Covid. Ma loro sono sempre rimasti aperti per permettere a chiunque di approvvigionarsi anche per più giorni. E questo è un merito che va riconosciuto. Ma per fortuna ne esistono di molti marchi, quindi la scelta è davvero ampia e per tutte le tasche.

Dai grandi marchi ai discount c’è abbastanza scelta. Anche se in questo ultimo periodo di crisi economica generale, i discount stanno avendo maggior successo. Le scelte di consumatori piano piano stanno cambiando. Del resto a volte si rinuncia al marchio noto pur di risparmiare qualcosa, e portare piatti buoni in tavola. E poi guardare anche l’etichettatura può aiutare a capire dove viene prodotto quell’articolo e conoscere tante curiosità.

Supermercati, la lista dei più amati

Altroconsumo ha stilato una classifica del grado di soddisfazione di tre tipologie di negozi preferite dai clienti: supermercati, ipermercati, discount e insegne locali. La lista è lunga ed è stilata in base alle risposte di 9.834 soci. La classifica è stilata in base alla categoria di appartenenza e secondo dei criteri ben definiti.

Per la categoria Ipermercati, supermercati e superette i primi posti sono occupati da Esselunga, Ipercoop, seguiti da NaturaSi, Coop e Interspar. Nel dettaglio la classifica ha trovato i seguenti punti: Esselunga ha toccato quota 80, Ipercoop 79, NaturaSì 78, Coop 76 e Interspar 75. Mentre per la categoria discount i primi posti sono occupati da Eurospin e Aldi. Infine scorrendo la classifica ci cono Todis, Lidl e MD Discount.

Le curiosità locali

Riguardo alle catene locali, a fare da aprifila sono i Supermercati Visotto con l’80%, i brand romani Pewex e CTS Supermercati e la veneta Iperlando con il 79% e Tosano, Martinelli, Rossetto, Vg-Il viaggiator goloso e Dem, tutte con il 78% delle preferenze degli intervistati. Le caratteristiche su cui si basa la classifica sono:

  • praticità;
  • convenienza;
  • qualità dei prodotti;
  • comfort del punto vendita;
  • tempo di attesa alle casse;
  • qualità di frutta e verdura.

In generale quindi i clienti si ritengono abbastanza soddisfatti della qualità dei prodotti con il marchio del discount, con ottimo giudizio per Eurospin e Lidl. Due dei marchi, tra i discount, più amati dagli italiani.

 

 

Eurospin, il franchising dei discount

Con la crisi e la necessità maggiore, da parte degli italiani, di risparmiare, anche e soprattutto sulla spesa quotidiana, sono sempre più diffusi e frequentati i supermercati discount.

Sono molte le catene presenti su territorio nazionale e, tra queste, c’è anche Eurospin, che opera in Italia con ben 301 punti vendita in franchising.

Per questo motivo, diventare franchisee di questo marchio rappresenta una sicurezza, basta aprire il proprio negozio in una zona dove ancora manca un supermercato Eurospin.

La posizione deve essere centrale o semicentrale, con la possibilità di parcheggio in prossimità e un’ampiezza del locale di almeno 900 mq.

L’investimento iniziale, vista l’entità dell’attività e la dimensione del negozio, è di quelli importanti, ovvero di 400.000 euro, senza l’aggiunta di diritti di entrata o canoni periodici.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Eurospin.

Vendite al dettaglio in calo

Il primo trimestre 2013 è stato caratterizzato da un calo delle vendite al dettaglio, con una contrazione dello 0,3% nel solo mese di marzo.

Rispetto al trimestre precedente, il calo è dello 0,8%, ma, in confronto a febbraio, nel terzo mese del primo trimestre 2013 sono aumentate le vendite di prodotti alimentari (+0,4%), mentre sono diminuite quelle di prodotti non alimentari (-0,8%).
Rispetto a marzo 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione del 3,0%, sintesi di un aumento del 2% delle vendite di prodotti alimentari e di un calo del 6,1% di quelle di prodotti non alimentari.

Le vendite hanno registrato, sempre confrontate con marzo 2012, un aumento per la grande distribuzione (+1,3%) e un calo rilevante per le imprese operanti su piccole superfici (-6,6%). Nei primi tre mesi del 2013 l’indice grezzo diminuisce del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2012.

L’Istat rivela che nel confronto con il mese di marzo 2012, si registra un aumento dell’1,3% per le vendite delle imprese della grande distribuzione e un calo del 6,6% per quelle delle imprese operanti su piccole superfici.
Per quanto riguarda la grande distribuzione, le vendite sono aumentate del 3,8% per i prodotti alimentati, ma diminuite del 2,5% per quelli non alimentari.
Le imprese operanti su piccole superfici, invece, sono calate sia le vendite di prodotti alimentari (-2,4%) sia per quelli non alimentari (-7,7%).

Sempre a marzo, tra le imprese della grande distribuzione si rileva un aumento tendenziale per gli esercizi non specializzati (+1,9%), e una diminuzione per quelli specializzati (-2,2%). Tra i primi, in aumento del 2,4% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare mentre diminuiscono del 2,9% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare.

Guardando nel dettaglio agli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, sono in aumento le vendite per i discount (+4,8%), per i supermercati (+2,1%) e per gli ipermercati (+1,5%).
Con riferimento alla dimensione delle imprese, a marzo il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, del 6,4% nelle imprese fino a 5 addetti, del 5,1% nelle imprese da 6 a 49 addetti e aumenta dello 0,4% in quelle con almeno 50 addetti.

Per quanto riguarda il valore delle vendite di prodotti non alimentari, a marzo si sono registrati dati negativi per tutti i gruppi di prodotti, a cominciare da Abbigliamento e pellicceria (-9,0%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-8,8%); quelle più contenute riguardano i gruppi Prodotti di profumeria, cura della persona (-1,4%) e Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (-2,1%).

Vera MORETTI

VOGLIA DI APRIRE UN SUPERMERCATO IN FRANCHISING? PUNTATE SU CARREFOUR!

Per chi è interessato ad aprire un negozio in franchising nel settore dei supermercati, Infoiva ha oggi il suggerimento giusto.

Si tratta di Carrefour, un gruppo internazionale che è secondo distributore mondiale e leader europeo, presente in ben 34 paesi con oltre 15.500 punti vendita.

I “formati” che offrono la possibilità di di partnership per il franchising sono Carrefour Express (con una metratura minima di 100 mq) e Carrefour Market ( con una metratura minima di 400 mq ).
Il brand, dunque, è di sicuro successo, anche se l’investimento iniziale è di quelli importanti, poiché viene richiesta una disponibilità di almeno 500 mila Euro.

Non si tratta, comunque, di un salto nel buio, dal momento che i futuri imprenditori vengono affiancati da Carrefour in ogni passaggio del percorso di attivazione del punto di vendita , beneficiando di un forte supporto commerciale, promozionale, organizzativo e logistico, oltre che di un programma di formazione e aggiornamento a 360°.

Ciò che rappresenta una prerogativa indispensabile per intraprendere questo tipo di carriera è la motivazione, oltre ad una buona dose di pragmatismo e dinamicità.
Aver già in passato maturato esperienza nel settore del commercio rappresenta un requisito preferenziale ma non necessario.

Per saperne di più, basta collegarsi a Carrefouritalia.it.

Consumi in calo, il dato più basso dal 2004

L’unico settore a resistere alla crisi è quello degli alimentari. Abbigliamento, calzature, elettrodomestici, mobili e tecnologie sono invece in caduta libera. E’ quanto denuncia Confcommercio, che, in base ai dati registrati dall’ultima indagine Istat, evidenzia come le vendite al dettaglio nel 2011 siano calate dell‘1,3% rispetto al 2010.

Le vendite degli alimentari restano ferme e il non food scende dell’1,8 %. Si tratta del dato peggiore dal 2009, e se si guarda alle vendite al dettaglio dello scorso dicembre (-1,1%) si tratta del ribasso più forte dal luglio 2004. Se letto in retrospettiva a un anno, l’indice grezzo del -1,1% di dicembre 2011 segna un calo del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2010: le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dell‘1,7%, quelle dei beni non food del 4,4 %
Confrontando i dati con novembre 2011 le vendite sono diminuiti sia per i prodotti alimentari (-1,0%) sia per quelli non alimentari (-1,2%).

Sul fronte degli esercizi di vendita, Istat ha registrato una flessione rispetto al 2010 sia per le vendite della grande distribuzione (-3,9%), sia per i piccoli negozi (-3,5%). Le diminuzioni tendenziali riguardano sia gli esercizi non specializzati (-4,2%) sia quelli specializzati (-1,9%). Aumentano invece le vendite solo per i discount alimentari (+1%), mentre diminuiscono quelle degli ipermercati (-4,4%) e dei supermercati (-2%).

“Il potere di acquisto delle famiglie è in caduta libera, per di più intaccato dalla manovra economica e dalla forte crescita dei prezzi, anche sulla spinta dell’aumento dei carburanti” denunciano Rosario Trefiletti di Federconsumatori ed Elio Lannutti di Adusbef. “Non sorprende il calo delle vendite. Il costo della spesa alimentare è salito in media del 5%, per un aggravio di spesa pari a 350 euro l’anno per famiglia” sottolinea Adoc. Punta invece all’abbattimento della pressione fiscale indiretta e diretta per far riprendere i consumi Adiconsum, mentre Federdistribuzione avverte: “La situazione dei consumi è preoccupante e un nuovo aumento dell’Iva metterebbe ulteriormente a rischio il potere d’acquisto delle famiglie”.

Ecco i dati relativi al settore terziario in Italia

L’Ufficio Studi Confcommercio ha aggiornato alcuni dati del Rapporto sulle economie territoriali e il terziario di mercato: nel 2010 in aumento i negozi di informatica e telecomunicazioni, mentre risentono della crisi mobili e arredamento per la casa.

Vediamo i dati nel dettaglio: in Italia i piccoli esercizi a fine 2010 erano circa 758mila, in modesta crescita (+0,4%) rispetto all’anno precedente. Il tasso maggiore di sviluppo si è registrato nelle regioni centrali (+1,1%), quello più basso nel Mezzogiorno (+0,1).
La Regione che ha fatto registrare il maggior incremento (+2%) è risultato il Lazio, mentre in Sardegna si è registrato il calo più sensibile (-1,4%).

Per quanto riguarda le medie e grandi superfici di vendita, che comprendono, quindi, supermercati e ipermercati, ma anche grandi magazzini e grandi superfici specializzate, hanno avuto uno sviluppo positivo soprattutto nel Centro-Sud, con un incremento complessivo di 341 punti vendita (66% del totale) nello scorso anno.

Più dinamico lo sviluppo degli esercizi non food (aumentati dello 0,5%) rispetto a quelli dell’area food (+0,1%) e, tra i singoli comparti merceologici, spicca la crescita in quasi tutte le regioni dei negozi di informatica e telecomunicazioni, in controtendenza rispetto ad un calo sostanziale del numero di negozi di mobili e arredamento per la casa.

Un ruolo non secondario nel sistema distributivo italiano hanno anche altre forme distributive come il commercio ambulante, il commercio elettronico e la vendita attraverso i distributori automatici, che negli ultimi anni hanno dimostrato una forte dinamicità in termini di sviluppo d’imprese e giro d’affari.

Vera Moretti