Tares, +20% in 4 anni

 

Secondo un’indagine del  C.R.E.E.F. (Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori) su Servizi e Tariffe Rifiuti, negli ultimi quattro anni la tassazione sui rifiuti ha registrato un incremento del 20%, quantificabile in 45 euro.

“Per un appartamento di 100 metri quadri e un nucleo famigliare di tre persone (comprensivo della quota servizi indivisibili 0,30 euro al metro quadro) – secondo l’associazione costituita nel 1988 con il sostegno della Cgil – la spesa massima complessiva è quella di Siracusa, pari a 560 euro all’ anno, seguita da Cagliari (531 euro), Napoli (509,5 euro) e Catania (506 euro). Gli importi minori, invece, sono stati rilevati a Sanluri (125 euro), Isernia (154 euro), Brescia (179 euro), Udine (197 euro) e Matera (198 euro) a fronte di un dato medio nazionale di 312,7 euro annui. Il divario tra chi paga di più e chi paga meno è pari ad un rapporto di 4 a 1. “.

A Reggio Emilia il triste record per il maggior incremento (addirittura del 160%), seguita da Livorno e Sanluri (che hanno visto aumentare la Tares rispettivamente del 114 e 100%). Fra le città in cui, invece, la tassa sui rifiuti è risultata in calo ci sono Cremona, Verbania e Caserta, tutte tra il -14 e il -11%.

JM

Tasi, chi paga?

Tasi, chi paga? La macchina fiscale italiana è riuscita ancora una volta a dare il peggio di sé in quanto a farraginosità, superficialità e approssimazione con la telenovela della Tasi. La famigerata tassa sui servizi indivisibili, la cui prima rata dovrebbe andare in pagamento entro il 16 giugno è ancora in buona parte nebulosa grazie a una serie di rinvii, rimpalli e indecisioni che, ancora una volta, vanno solo a danno dei cittadini e delle imprese, contribuenti e sudditi.

Associazioni dei consumatori, professionisti e imprese sono sul piede di guerra, i cittadini non ci capiscono nulla e i Caf sono allo stremo, presi in mezzo tra le richieste dei contribuenti e le non risposte che arrivano a livello istituzionale. Ma a oggi, che cosa si sa?

Quello che è certo è che, visto il rischio di non incassare subito gli introiti della Tasi, molti Comuni che fino a pochi giorni fa non avevano deciso le aliquote si sono date una rapida mossa: il numero di amministrazioni pronte ha ora superato le 2mila. Se l’ultimo giorno utile per determinare il livello di imposizione della Tasi era venerdì 23 maggio, c’è tempo fino al 31 del mese per pubblicare sul sito dell’Agenzia delle Entrate il testo della delibera. La pubblicazione è discriminante per sapere se bisogna pagare la prima rata del tributo entro il 16 giugno o se bisognerà passare alla cassa dopo l’estate, se non a dicembre. 

Tanto per complicare le cose, la legge di Stabilità ha istituito il cosiddetto Iuc, tributo che dovrebbe raggruppare la Tasi e la tassa sui rifiuti, anche se, di fatto, ciascuno dei due tributi va per i fatti suoi: la prima rata della Tasi si paga entro il 16 giugno solo nei Comuni che hanno pubblicato entro il 31 maggio la delibera con le aliquote relative sul sito del ministero delle Finanze. Per gli altri Comuni, i termini di versamento saranno prorogati da un decreto governativo che posticiperà il versamento a settembre o a ottobre.

Più chiaro il discorso sull’Imu, visto che quella andrà pagata. La prima rata si verserà entro il 16 giugno in tutti i casi: se il Comune ha pubblicato la delibera 2014, l’acconto si calcola sulle aliquote aggiornate, altrimenti si paga con le regole del 2013.

Tasi pesante per gli immobili strumentali

Se già il 2013 si era dimostrato pesante per i possessori di immobili strumentali, il 2014 rischia di esserlo ancora di più.

L’Ufficio studi della Cgia fa sapere che l’aggravio sui capannoni potrebbe essere di quasi 400 euro, pari ad un incremento dell’11,4%, mentre sui negozi sarebbe di 140, ovvero +17,1%.
In termini assoluti il carico fiscale aggiuntivo sugli immobili ad uso commerciale e produttivo previsto per quest’anno potrebbe aggirarsi attorno a 1,6 miliardi di euro.

Se, invece, il confronto viene eseguito rispetto al 2011, anno in cui si è pagata per l’ultima volta l’Ici, l’incremento del carico fiscale rischia è alquanto imponente: per i capannoni potrebbe sfiorare l’ 89%, per i negozi l’aumento dovrebbe aggirarsi attorno al 133%.

Per ora si tratta di semplici stime, ma Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha dichiarato: “Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano non è da escludere che molte Amministrazioni comunali applicheranno un’aliquota Tasi sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. E’ bene che i Sindaci facciano attenzione: un ulteriore aumento del carico fiscale sugli immobili produttivi e commerciali potrebbe mettere fuori mercato molte aziende che sono sempre più con l’acqua alla gola per la mancanza di liquidità”.

Rispetto al 2013, sono due i fattori che rischiano di far aumentare nuovamente il peso fiscale sugli immobili strumentali:

  • la riduzione della quota di Imu deducibile ai fini delle imposte dirette che scende dal 30 per cento del 2013 al 20 per cento previsto per quest’anno;
  • l’introduzione della Tasi (il nuovo tributo sui servizi indivisibili), in sostituzione della maggiorazione Tares.

Dall’analisi delle delibere degli unici Comuni capoluogo di provincia che hanno approvato quest’anno le aliquote Imu e Tasi sui fabbricati ad uso produttivo e sui negozi, si è rilevato che negli ultimi due anni l’aliquota media Imu ha superato il 9 per mille, discostandosi in maniera significativa dall’aliquota base del 7,6 per mille.

Attualmente sono solo una decina i Comuni capoluogo di provincia che hanno pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze le delibere di approvazione delle aliquote.
Le tipologie di immobili strumentali sono due, un capannone (categoria catastale D1) e un negozio (categoria catastale C1), mentre le rendite sono quelle medie risultanti dalla banca dati del catasto relativamente all’area territoriale del relativo comune.

Nel campione preso in considerazione, la situazione peggiorerà in 7 comuni, mentre nei rimanenti 3 si rileva un miglioramento.

Negli Enti locali in cui il prelievo si fa più pesante, l’aliquota Imu rimane uguale a quella del 2013, ma si aggiunge la Tasi il cui peso è superiore all’abolizione della maggiorazione Tares. Il risultato è un aggravio netto per l’imprenditore.

Ad esempio a Brescia l’aliquota Imu applicata sugli immobili strumentali nel 2014 rimane al livello massimo già raggiunto nel 2013 e si aggiunge la Tasi con aliquota del 0,8 per mille.
A Forlì l’aliquota della Tasi rimane a zero, ma viene aumentato il prelievo Imu che passa dal 9,8 al 10,6 per mille.

A Biella e a Pesaro si registra un miglioramento, più legato ai meccanismi fiscali che al semplice confronto delle aliquote. Si riduce l’aliquota Imu, e si introduce la Tasi. La somma delle aliquote supera quella della sola Imu nel 2013, il miglioramento dipende dal fatto che la Tasi dovrebbe essere deducibile al 100% ai fini del reddito di impresa, mentre l’Imu al 20%.

Infine, Modena, che non solo non prevede la Tasi per gli immobili strumentali, ma addirittura riduce il prelievo IMU portando l’aliquota dal 10,1 per mille del 2013 al 8,6 del 2014.

Vera MORETTI

Alemanno: appello per risolvere il caos Tasi

Tra gli argomenti “caldi” che in questi giorni tengono banco per la stampa specializzata e non, c’è sicuramente il caos che sta scatenando la Tasi.

Per questo motivo, Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha deciso di esprimere la sua opinione, mettendo in guardia su ciò che essa comporterà per i contribuenti: “Il peso della Tasi non sarà solo quello relativo alle aliquote che i comuni stabiliranno, ma anche quello dei costi dei calcoli se i comuni non si attrezzeranno per evitare che il contribuente debba sobbarcarsi anche questo ulteriore onere, derivante anche dal caos normativo e di programmazione del gettito”.

In realtà, il presidente dell’INT aveva già avanzato i suoi dubbi riguardo la Tasi, e in particolare sulle modalità di calcolo e di riscossione e sulla confusione che si sarebbe generata attorno al nuovo tributo/tassa.

Ha aggiunto Alemanno in proposito: “Si sarebbe dovuto modificare la Tares che già conteneva una parte destinata ai servizi indivisibili, anziché dare vita a due tasse distinte come la Tari (rifiuti) e la Tasi (servizi indivisibili), Anche le modalità di calcolo della Tasi basate sull’ imponibile dell’IMU costringeranno a nuovi calcoli che difficilmente potranno essere effettuati dall’ente locale, non solo i proprietari ma anche gli inquilini che dovranno affrontare anche questa ulteriore difficoltà, se la base di calcolo fosse rimasta collegata ai metri quadri dell’immobile, i comuni non avrebbero avuto nessuna difficoltà a gestire la compilazione dei bollettini di versamento. Con continue modifiche si crea caos e si alimentano proteste e malcontento“.

Riccardo Alemanno esorta il legislatore a considerare queste criticità prima di apportare nuove modifiche che, pur sembrando positive, non sono vantaggiose per i contribuenti, che rischiano di trovarsi schiacciati da un ulteriore aggravio dei costi: “Le modifiche vanno fatte solo contestualmente ad un cambiamento generale del sistema fiscale, mi auguro che nell’ emanare i decreti previsti dalla delega fiscale si tenga conto di ciò e che al centro ci sia il contribuente e non il calcolo ragionieristico“.

Vera MORETTI

Unimpresa Bat: la crisi si fa sempre più pesante

Le imprese che operano nella provincia di Barletta-Andria-Trani stanno vivendo un periodo di particolare affanno, denunciato da Unimpresa Bat, che ha addirittura parlato di “un accanimento senza precedenti frutto di una scientifica strategia studiata a tavolino e consumatasi nell’indifferenza se non nella complicità di chi ha seduto a certi tavoli cedendo di volta in volta a condizioni compensative che mai hanno visto al centro dell’interesse generale quello diffuso delle imprese“.

A preoccupare è anche l’aumento della Tares, che probabilmente si farà sentire già dal 2014, come ha dichiarato Savino Montaruli, presidente di Unimpresa Bat: “la predisposizione di veri e propri “tariffari pratiche” inventati dalle amministrazioni locali per far cassa e le strategie del terrore che si stanno attuando mediante la divulgazione di notizie come quella del divieto di esposizione all’esterno dei locali di prodotti alimentari fanno parte di quella strategia che ha come obiettivo finale la distruzione totale della micro e piccola impresa a tutto vantaggio della grande distribuzione organizzata anch’essa sofferente a causa della crisi ed in cerca dell’ennesima ancora di salvezza che arriverà, anche questa volta a discapito dei piccoli commercianti sempre “invitati” ad abbandonare il mercato“.

La situazione è tanto difficoltosa da aver messo 2 commercianti su 5 nella condizione di non aver potuto pagare la rata Inps dei contributi previdenziali scaduta lo scorso 17 febbraio.

Non si tratta, quindi, solo del problema della chiusura delle imprese, perché oltre a questo c’è la questione dell’indebitamento delle imprese, che ha portato ad un numero sempre in aumento di suicidi.

Per questo motivo, Montaruli teme che i piccoli imprenditori decidano di ricorrere ancora più spesso ad “usurai, cravattari e strozzini sempre pronti a rilevare aziende in difficoltà ma anche a “crescere” nella loro figura e nel loro intento di essere sempre più sostituti dei canali ufficiali dell’erogazione del credito ormai chiusi da anni, sempre nella totale indifferenza di chi, anche con i banchieri, continua a sedersi ai tavoli di programmazione, di spartizione e distruzione“.

Vera MORETTI

Come fare in caso di mancato pagamento della mini Imu

Il termine ultimo è scaduto: la scadenza per il pagamento della mini Imu e della maggiorazione della Tares era stata fissata per il 24 gennaio.

Il primo balzello consiste nel pagamento del 40% della maggiore Imu risultante dall’applicazione dell’aliquota deliberata dal Comune rispetto l’aliquota base del 4 per mille. Secondo le nostre stime sono circa 9.128.000 i proprietari di abitazioni. Il tributo non va pagato laddove l’ammontare sia inferiore ai 12 euro, salvo che il Comune non abbia disposto diversamente.
La maggiorazione Tares è, invece, un tributo di 30 centesimi al metro quadro introdotto dal governo Monti con il decreto Salva Italia.

In caso di mancato pagamento, se entro un anno il contribuente non avrà provveduto al pagamento della suddette imposte, scatta a suo carico una multa pari al 30% dell’importo dovuto, più gli interessi di mora dell’1 per mille annuo (dal 2014) e le spese per la notifica.

Se il cittadino si accorge del mancato pagamento e intende provvedere può avvalersi di tre modalità di pagamento con sanzioni ridotte:

  • Ravvedimento oneroso sprint: Il d.l. 98 del 06/07/2011, prevede che laddove il contribuente non abbia pagato le imposte, può farlo entro 14 giorni dalla scadenza originaria, versando lo 0,2% di sanzioni per ogni giorno di ritardo.
  • Ravvedimento breve: Dal quindicesimo al trentesimo giorno di ritardo dalla scadenza del pagamento, la sanzione è ridotta ad al 3% dell’importo.
  • Ravvedimento lungo: La sanzione è ridotta al 3,75% dell’importo.

Per quanto riguarda il ritardo nei pagamenti della Tares, non è prevista nessuna sanzione se il versamento dell’addizionale Tares è insufficiente o non è stato effettuato per il mancato invio del bollettino del saldo Tares 2013 e del modello F24 relativo ai servizi indivisibili da parte del Comune.

Vera MORETTI

Scadenza imminente per mini Imu e Tares

Anche se il ministro Fabrizio Saccomanni ha dichiarato che la mini Imu sarà, tutto sommato, equa, chi è chiamato a pagarla, con scadenza 24 gennaio, non sembra così ansioso di farlo. Anzi, ne farebbe volentieri a meno.

Il motivo? Semplice: per tutto il 2013 era stato promesso che i contribuenti non sarebbero stati chiamati, per quest’anno, al pagamento dell’aliquota, se proprietari di prima casa, perciò alla luce dei fatti, gli scontenti sono molti.

Stessa scadenza riguarda la Tares, maggiorata di 0.30 euro al metro quadro.
Questa maggiorazione interesserà tutti, sia i proprietari di immobili ad uso residenziale, sia quelli ad uso strumentale.

Vera MORETTI

Ecco i codici da usare per pagare l’Imu

Ora che si avvicina la scadenza per il pagamento della mini Imu, prevista per il 24 gennaio, occorre fare chiarezza sui codici tributo da utilizzare nel modello F24.

Ecco di seguito, a seconda dell’imposta, i codici esatti:

Per quanto riguarda l’Imu:

  • 3912 IMU – imposta munic.propria su abitaz.princ.e rel.pertinen.a.13,c.7dl201/11-Comune
  • 3913 IMU – imposta municipale propria per fabbricati rurali ad uso strumentale-Comune
  • 3914 IMU – imposta municipale propria per i terreni – Comune
  • 3915 IMU – imposta municipale propria per i terreni – Stato
  • 3916 IMU – imposta municipale propria per le aree fabbricabili – Comune
  • 3917 IMU – imposta municipale propria per le aree fabbricabili – Stato
  • 3918 IMU – imposta municipale propria per gli altri fabbricati – Comune
  • 3919 IMU – imposta municipale propria per gli altri fabbricati – Stato
  • 3923 IMU – imposta municipale propria-interessi da accertamento – Comune
  • 3924 IMU – imposta municipale propria-sanzioni da accertamento – Comune
  • 3925 IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – Stato
  • 3930 IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – incremento Comune

TARES:

  • 3944 TARES – tributo Comunale su rifiuti e servizi – art. 14, d.l. n. 201/2011 e succ. modif.
  • 3945 TARES – tributo Comunale su rifiuti e servizi – art. 14, d.l. n. 201/2011 e succ. modif. – interessi
  • 3946 TARES – tributo Comunale su rifiuti e servizi –- art. 14, d.l. n. 201/2011 e succ. modif. – sanzioni
  • 3950 TARES tariffa – art. 14, c. 29, d.l. n. 201/2011 e succ. modif.
  • 3951 TARES tariffa – art. 14, c. 29, d.l. n. 201/2011 e succ. modif. – interessi
  • 3952 TARES tariffa – art. 14, c. 29, d.l. n. 201/2011 e succ. modif. – sanzioni
  • 3955 TARES maggiorazione – art. 14, c. 13, d.l. n. 201/2011 e succ. modif.
  • 3956 TARES maggiorazione – art. 14, c. 13, d.l. n. 201/2011 e succ. modif. interessi
  • 3957 TARES maggiorazione – art. 14, c. 13, d.l. n. 201/2011 e succ. modif.

Altri tributi locali:

  • 3910 altri tributi locali oblazione per la definizione degli illeciti edilizi – art. 32, comma 32, d. l. 30/09/2003, n. 269

ICI:

  • 3906 imposta Comunale sugli immobili – interessi
  • 3907 ICI imposta Comunale sugli immobili – sanzioni
  • 3940 ICI imposta Comunale sugli immobili (ICI) per l’abitazione principale
  • 3941 ICI imposta Comunale sugli immobili (ICI) per i terreni agricoli
  • 3942 ICI imposta Comunale sugli immobili (ICI) per le aree fabbricabili
  • 3943 ICI imposta Comunale sugli immobili (ICI) per gli altri fabbricati

TARSU:

  • 3920 TARSU/Tariffa tassa smaltimento dei rifiuti solidi urbani – tariffa gestione rifiuti urbani
  • 3921 TARSU/Tariffa tassa smaltimento dei rifiuti solidi urbani – tariffa gestione rif. urbani-interessi
  • 3922 TARSU/Tariffa tassa smaltimento dei rifiuti solidi urbani – tariffa gestione rif. urbani-sanzioni

Imposta di scopo:

  • 3926 imposta di scopo imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, prevista dall’articolo 1, comma 145, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 – risoluzione n. 156 del 16 aprile 2008
  • 3927 imposta di scopo imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, prevista dall’articolo 1, comma 145, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 – interessi – risoluzione n. 156 del 16 aprile 2008
  • 3928 imposta di scopo imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, prevista dall’articolo 1, comma 145, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 – sanzioni – risoluzione n. 156 del 16 aprile 2008

TOSAP/COSAP:

  • 3931 TOSAP/COSAP tassa/canone per l’occupazione permanente di spazi ed aree pubbliche (TOSAP/COSAP)
  • 3932 TOSAP/COSAP tassa/canone per l’occupazione temporanea di spazi ed aree pubbliche (TOSAP/COSAP)
  • 3933 TOSAP/COSAP tassa/canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP/COSAP) – interessi
  • 3934 TOSAP/COSAP tassa/canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP/COSAP) – sanzioni

Contributo di soggiorno:

  • 3936 contributo di soggiorno roma capitale – contributo di soggiorno – art. 14, c.16, lett. e) dl. n. 78/2010
  • 3937 contributo di soggiorno roma capitale – contributo di soggiorno-art. 14,c.16,let e) dl.n.78/2010-interessi
  • 3938 contributo di soggiorno roma capitale-contributo di soggiorno- art. 14,c.16, let.e dl.n 78/2010-sanzioni

Vera MORETTI

Valanga di adempimenti per gli italiani

Nessun dei benefici fiscali previsti dalla Legge di Stabilità saranno visibili nell’immediato, anzi, da qui a fine anno gli italiani, sia che si tratti di famiglie, sia che si tratti di imprese, saranno chiamati ad importanti adempimenti.
Facendo una somma dei 20 pagamenti da effettuare in 45 giorni, è previsto un aggravio nelle tasche dei contribuenti di 436 euro in media.

Alle vecchie e già conosciute imposte, si aggiungono:

  • le imposte maggiorate, comprendenti da un lato l’aumento della misura degli acconti Irpef, Ires e Irap e, dall’altro, l’aumento dell’aliquota Iva al 22% e il versamento aggiuntivo cui sono tenute le imprese a fronte delle fatture emesse fra ottobre e novembre;
  • le nuove imposte, in cui troviamo gli aumenti generalizzati prodotti dalla nuova Tares per effetto della maggiorazione della tariffa sui rifiuti (motivata dalla copertura totale dei costi del servizio) e dell’introduzione di un contributo aggiuntivo (30 cent. al mq. A titolo di partecipazione ai costi dei servizi indivisibili dei comuni);
  • le imposte incerte, fra le quali primeggia il saldo dell’IMU prima casa, considerato che a poco più di 30 giorni dalla scadenza del termine di pagamento non si sa ancora se interverrà la promessa cancellazione. Ma a tale categoria appartiene anche un prelievo che può essere deliberato entro la fine di novembre: l’aumento dell’addizionale comunale all’Irpef per il 2013 che ogni Comune può ancora decidere di applicare.

Vera MORETTI

Le pmi affondate dalla pressione fiscale

Le imprese italiane sono sempre più afflitte dalla pressione fiscale, e la situazione non accennerà a migliorare, almeno da qui alla fine dell’anno.

Tra novembre e dicembre, infatti, gli imprenditori del Belpaese saranno chiamati a pagare ben 24 tasse, per un gettito atteso di 76 miliardi di euro.
E, ancora una volta, a pagarne le conseguenze più pesanti saranno le pmi.

Ma ciò che è più allarmante è sapere che il 2014 non porterà nulla di buono, a causa, soprattutto, degli effetti dell’aumento dell’Iva, ma anche delle misure fiscale introdotte dalla Legge di Stabilità.

Secondo la Cgia, e in particolare secondo il suo segretario, Giuseppe Bortolussi, le imprese sono “sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità, c’è il pericolo che molte piccole e micro imprese non riescano a superare questo vero e proprio stress test fiscale“.

Ecco le rate che peseranno di più sulle casse delle pmi:

  • l’acconto IRES, l’imposta sul reddito delle società di capitali, costerà alle imprese 16,9 miliardi di euro;
  • l’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive, 11,6 miliardi di euro;
  • la seconda rata IMU 4,4 miliardi di euro;
  • gli acconti IRPEF 4,8 miliardi di euro.

Con la fine dell’anno, oltre alle spese per regali e cenoni, si dovrà conteggiare anche la nuova TARES, il tributo ambientale di cui i Comuni devono ancora definire il numero di rateazioni.

E nel 2014? I pensionati subiranno un aggravio fiscale tra i 74 e i 144 euro, secondo le ultime stime della Cgia Mestre, per le famiglie con redditi medio alti il maggior prelievo si aggirerà tra i 70 e i 357 euro, mentre per quelle con redditi bassi si potrà raggiungere la soglia dei141 euro.

Alla luce di questa situazione che potrebbe essere definita incresciosa, anche il Commissario UE José Manuel Barroso ha voluto intervenire: “La crisi economica ha evidenziato la necessità di liberare le imprese dagli ostacoli superflui per stimolare la crescita e l’occupazione. Entro la fine del 2014 la Commissione avrà effettuato quasi 50 valutazioni degli oneri normativi esistenti in vari settori, concentrandosi su ambiente, occupazione e industria. Le leggi inutili indeboliscono le leggi necessarie“.

Vera MORETTI