Tasi, se a farne le conseguenze è il mercato immobiliare

 

Dopo il risultato positivo del primo trimestre dell’anno, dopato dagli effetti del nuovo regime fiscale in materia di imposte di registro, ipotecaria e catastale, il mercato immobiliare, secondo la consueta nota trimestrale pubblicata dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, ha fatto registrare un nuovo calo pari al 3,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso e c’è già chi dà la colpa del crollo alla nuova Tasi che colpisce sia i proprietari sia, seppur in maniera minore, gli inquilini…

“I dati sul calo del mercato immobiliare sono impietosi. E l’aumento della Tasi (improvvidamente deciso nella primavera scorsa dal Governo Renzi, che ha aggravato l’aliquota di un ulteriore 0,8 per mille) – ha commentato Daniele Capezzone portavoce di Forza Italia – darà un’ulteriore mazzata. In questi mesi, infatti, famiglie e mercati hanno dovuto scontare il male dell’incertezza sulla Tasi: ora invece, tra ottobre e dicembre, dovranno affrontare il male peggiore della stangata vera e propria, che è ormai arrivata. Per quanto mi riguarda, riproporrò in ogni sede possibile i miei emendamenti per eliminare la Tasi sulla prima casa, che la maggioranza Renzi/Pd respinse la scorsa primavera, nelle Commissioni Finanze e Bilancio, in sede di conversione del cosiddetto decreto Salva-Roma”.

La riduzione delle compravendite di appartamenti risulta più marcata al Sud, dove il calo è pari al -4,3% e decisamente più contenuta al Nord, -0,3%, con un’inversione di tendenza al Centro, dove le compravendite sono in crescita dell’1,7%, rispetto allo stesso periodo del 2013. Nonostante tutto, ottimi i risultati fatti segnare dai grandi capoluoghi come Firenze (+12,6%), Bologna (+10,8%) e Genova (+10,3%), Palermo (+7%), Milano (+6,9%) e Roma (+3,9%).

Jacopo MARCHESANO

Tasi, l’Italia (che vuole pagare) è nel caos

 

Nonostante il pagamento della Tasi si avvicini ogni giorno di più – la prima scadenza è fissata per il 16 ottobre, la seconda, per il saldo, il 16 dicembre -, il contribuente italiano è in piena confusione per calcolare la base imponibile spulciando i dati catastali del proprio immobile. “Sembrava che il cittadino per la Tasi non si dovesse preoccupare, come in tutte le nazioni civili e fiscalmente rispettose del contribuente doveva essere l’ente impositore a fare i conteggi e a fornire i modelli di pagamento con già indicata l’importo del tributo. Ma anche su questo assunto, il legislatore ha avuto l’ennesimo ripensamento, arrivando alla conclusione che provvedere al conteggio per i Comuni è troppo complesso” si legge in una nota diramata ai media dai commercialisti che racconta bene la situazione di caos venutasi a creare nel Paese.

Tanto per iniziare, innanzitutto, servirà la rendita catastale dell’immobile abitato, vero valore fiscale su cui si basa il calcolo dell’imposta stessa, e solo successivamente si dovranno prendere in considerazione le delibere approvate dai Comuni, estrapolando l’altro elemento indispensabile ai nostri calcoli: l’aliquota di riferimento, facendo attenzione ad identificare quella relativa alla propria situazione.

A mettere ordine, si fa per dire, ci pensa Poste italiane con un comunicato che spiega la procedura dopo aver calcolato l’importo: “E’ possibile effettuare il versamento in un’unica soluzione, barrando entrambe le caselle acconto e saldo presenti sul modello F24 (‘Acc’ e ‘Saldo’) oppure in due rate, barrando la casella “Acc” se il pagamento si riferisce all’acconto (prima rata) e la casella ‘Saldo’ se il pagamento si riferisce al saldo (seconda rata). L’importo totale da versare deve essere arrotondato all’euro: fino a 49 centesimi si arrotonda per difetto e oltre 49 centesimi si arrotonda per eccesso.I dati anagrafici ed il Codice Fiscale devono essere riferiti al contribuente ed indicati nella apposita sezione del modello F24 (sezione ‘contribuente’)”.

“I cittadini ci chiedono come e dove pagare, da soli senza l’aiuto di un Caaf è molto difficile. Da noi, con soli sei euro, mettiamo l’utente in condizioni di fare il necessario – ha spiegato Paolo Graziani presidente CAAF CGIL Toscana -. Il caso Tasi non è un esempio di semplificazione fiscale: bisognerebbe che l’ente che chiede la tassa da pagare mandasse a casa del cittadino il bollettino, ma nella realtà non è così, anche se si parla di integrazione delle banche dati dei soggetti che si occupano di fisco. La politica in questi anni ci ha spiegato che sulla prima casa si sarebbe pagato meno o per niente, nei fatti è successo l’opposto”.

Jacopo MARCHESANO

Alemanno: “La Tasi? Un’ulteriore patrimoniale da eliminare”

Dopo un primissimo antipasto a giugno, per i comuni che hanno fissato le aliquote entro il 23 maggio, si avvicina il nuovo temutissimo appuntamento con la Tasi, l’imposta sui servizi indivisibili che con la Tari e l’Imu ha dato vita alla nuova tassazione sulla casa. A riguardo abbiamo intervistato Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT).

Dott. Alemanno, per l’Associazione dei Comuni nei municipi dove le aliquote sono state già fissate a maggio, sulla prima casa, si è pagato il 30% in meno, ma i Caf e molti centri studi sono convinti che, alla fine, il conto complessivo sarà più salato dell’Imu 2012, che fu di 4,4 miliardi. L’ennesima beffa?
La TASI senza dubbio è un tributo che ha creato, a ragion veduta, molto malumore tra i contribuenti, ha iniziato male il proprio cammino e lo sta proseguendo peggio.
E’ assai complesso determinare, se non a consuntivo, gli effetti in termini di gettito dell’applicazione di questo tributo, le variabili sono molteplici, le delibere dei comuni sono differenti ed i casi di detrazione o esenzione richiedono un approfondimento per singolo ente locale. Insomma un bel ginepraio, in linea di massima sono più propenso per le previsioni dei Caf e dei centri studi, poiché se è vero che molti comuni hanno interpretato in modo corretto l’indicazione di invarianza di gettito rispetto a precedenti tassazioni, molti altri hanno deliberato le aliquote massime e su tutti gli immobili. Una cosa però è certa c’è un costo indiretto per il contribuente derivante dall’ affrontare una nuova modalità di calcolo e non tutti i contribuenti sono attrezzati per provvedere in proprio, così come non tutti i comuni hanno offerto assistenza in tale senso.

Come se non bastasse, la metà dei Comuni, inoltre, ha imposto la Tasi anche sulle case affittate, colpendo gli inquilini che pagheranno, in media, poco meno del 20%.
Vero, però ricordo che si tratta del corrispettivo, o almeno dovrebbe, per la copertura dei servizi indivisibili prestati dai comuni (illuminazoine, pulizia strada, sicurezza, ecc.), pertanto ogni cittadino dovrebbe provvedere al pagamento del corrispettivo. Peraltro già lo scorso anno si è pagata una quota (euro 0,30 per metro quadrato di immobile utilizzato) per i servi indivisibili collegata all’ex Tares e ciò in capo sia ai proprietari che agli inquilini. La TASI invece sembra avere più l’aspetto dell’ulteriore patrimoniale sugli immobili, con una variante, molto esigua, a carico degli inquilini. Mi auguro che il Presidente del Consiglio Renzi, come ha dichiarato, provveda alla sua modifica o meglio alla sua abolizione, i sistemi alternativi e meno invasivi esistono.

La tassa sui servizi indivisibili ha un’aliquota che va dall’1 per mille al 3,3, i Comuni comunque si stanno orientando sul 2,5-2,6 per mille, che poi sono le aliquote che consentono di ripristinare le entrate venute meno con la cancellazione dell’Imu sulla prima casa…
Ogni qualvolta viene eliminato un tributo locale o meglio parzialmente eliminato, senza avere ben chiaro il quadro generale delle esigenze di gettito degli enti territoriali, accade che dopo un’effimera sosddisfazione si hanno effetti punitivi per il contribuente, è successo con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa e si è ripetuto con l’IMU. Nessuno o quasi parla più dell’aumento di due punti dell’IVA, dell’aumento delle addizionali, delle accise sui carburanti e così via. E poi, dulcis in fundo, è apparsa la IUC un’ imposta “unica” che ne contiene tre IMU, TASI, TARI…la matrioska dei tributi locali…
Mi auguro che le prossime decisioni in merito a tributi, tasse ed imposte siano dettate più da una politica fiscale seria e che metta al centro i cittadini-contribuenti e non da un fisco utilizzato politicamente, ma questa mia ultima affermazione apre un dibattito infinito sul rapporto fisco-contribuente, speriamo che con la prossima legge delega di riforma fiscale si possa invertire la rotta, speriamo…

Jacopo MARCHESANO

Tasi, la grande beffa

 

Ci siamo, l’ora della Tasi è giunta. E, come nel peggior incubo senza fine per le famiglie italiane, la tassa potrebbe costare addirittura di più della vecchia cara Imu: è vero che il costo della Tasi nelle città capoluogo è di 219 euro medi, a fronte dei 223 euro pagati con l’Imu nel 2012, ma la distribuzione della nuova tassa, come dimostra uno studio Uil condotto su un campione di 420 famiglie residenti nei capoluoghi di provincia, è meno equa rispetto alla precedente.

“La distribuzione della nuova tassa è meno equa: pagherà un po’ di più chi prima era esente o pagava cifre basse e pagheranno molto meno i proprietari di quelle abitazioni con rendite catastali elevate – ha dichiarato il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy -. Per una casa in A/3, infatti, il costo medio sarà di 133 euro a fronte dei 111 euro del 2012; mentre per una casa in A/2 si pagheranno 303 euro a fronte dei 334 euro pagati con l’Imu nel 2012″

Sugli 8.057 Comuni totali, inoltre, quelli che hanno fissato le aliquote Tasi entro la scadenza definitiva, fissata dal Mef lo scorso 18 settembre, sono stati 7.405, tra i quali si possono ricordare capoluoghi come Roma, Bari, Catania, Verona, Padova, Palermo, Siena, Perugia, Trieste, Pescara, L’Aquila, Campobasso, Reggio Calabria, Firenze e Milano Nei poco più di 600 municipi che non hanno voluto o non sono stati in grado di decidere, la Tasi sulla prima casa si pagherà, invece, entro il 16 dicembre in una sola rata, con l’aliquota di base dell’1 per mille (applicata allo stesso imponibile della vecchia Imu: rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per 160). Nei Comuni che hanno rispettato le procedure, come sancito nei mesi scorsi, la tassa più odiata sarà dovuta in due rate da versare rispettivamente entro il 16 ottobre e il 16 dicembre.

Insomma, “si cambia nome, si cambiano le regole, ma non cambiano gli effetti: la Tasi è la sosia dell’Imu – ha conluso sconsolato Loy – a fine anno vedremo se tra il bonus di 80 euro e l’aumento della tassazione nel suo insieme, compresi gli aumenti dell’Irpef comunale e regionale, ci sarà un saldo negativo o positivo”.

JM

Mef: 1,2 mld incassi dalla Tasi

 

Secondo l’ultimo documento reso noto dal Mef, la Tasi 2014 sarebbe costata meno dell’Imu 2012 ai contribuenti italiani. I Comuni, infatti, avrebbero incassato il 29,3% in meno rispetto agli 1,6 miliardi incassati con l’Imu 2012, circa 1,2 miliardi di euro. “Nel passaggio dall’Imu 2012 alla Tasi/Imu 2014, i comuni che hanno deliberato le aliquote Tasi registrano una diminuzione del numero di contribuenti per l’abitazione principale pari a 1,2 milioni – si legge nel documento del Dipartimento delle Finanze – e tale flessione può dipendere dall’introduzione da parte di alcuni comuni di esenzioni per l’abitazione principale, nell’esercizio della propria potestà impositiva. Il gettito Imu 2012 relativo all’abitazione principale, è risultato di circa 1,6 miliardi di euro a fronte di un gettito Tasi/Imu 2014 stimato, a fine 2014, in circa 1,2 miliardi di euro, con una riduzione complessiva del 29,3%”.

“Per la fascia sotto i 50 euro e per quelle superiori a 150 euro – concludono dal Mef – la Tasi/Imu 2014 registra una contrazione sia del numero dei contribuenti, sia dell’importo rispetto all’Imu 2012. Al contrario, per le fasce comprese tra 50 e 150 euro, si rileva un incremento del numero di contribuenti e degli importi teorici della Tasi/Imu 2014 rispetto all’Imu di due anni fa. Tale circostanza è dovuta al fatto che la normativa riguardante l’Imu prevedeva detrazioni di base per tutti i Comuni, mentre la normativa sulla Tasi non contempla questa possibilità e lascia invece la facoltà di introdurre detrazioni”.

JM

Caos Tasi, intervengono i sindaci e i sindacati

Come abbiamo già abbondantemente scritto nei giorni, sul pagamento della Tasi è il caos. Nelle prossime ore i sindacati chiederanno un’azione coordinata a tutti i sindaci: rinviare la scadenza di pagamento fissata al 16 giugno per ai Comuni che hanno già stabilito le aliquote, come proposto tra gli altri dal presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi Riccardo Alemanno«Impossibile pagare entro il 16, è necessario un rinvio, senza sanzioni»: questo il succo della lettera che le associazioni sindacali recapiteranno ai primi cittadini nelle prossime ore. In molti Comuni è stato addirittura recapitato il modello F24 per il pagamento del “tributo per i servizi indivisibili” senza l’importo. E, ovviamente, il calcolo non è dei più semplici…

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Che il calcolo del pagamento sia un tantino complicato emerge anche dal numero di “combinazioni” possibili tra le variabili: «Sono circa novecento», spiega Paolino Barbiero, segretario Spi Cgil, «perché ci sono varie aliquote, percentuali di storno, percentuali di pagamento tra proprietario dell’immobile e inquilino. Per questo motivo anche i nostri Caf hanno bisogno di tempo per attrezzarsi: saremo pronti dal 9 giugno, non prima. Le porte sono aperte, ma siamo i primi a dire che non è giusto pagare per capire quanto bisogna pagare di una tassa. Persino dover sborsare un euro per il modello F24 è assurdo».

Sull’argomento si è espresso in questi giorni anche il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, impegnato tra poco meno di dieci giorni nel deciso ballottaggio per riconfermare la poltrona:«serve una modulazione ed una progressività che salvaguardi i redditi più bassi e che permetta facilitazioni a imprese, commercio, artigiani. Insomma, la Tasi non deve essere un freno alla ripresa economica».

Jacopo MARCHESANO

Alemanno: “Proroga Tasi? Meglio se generalizzata”

Dopo avere scritto al ministro del’Economia Padoan e al sottosegretario Zanetti, dopo averne dibattuto con il vice ministro Morando, il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, ha scritto direttamente al presidente del Consiglio Matteo Renzi per renderlo partecipe delle sue preoccupazioni in merito al caos Tasi.

Dott. Alemanno, giusto per fare chiarezza in una situazione sempre più complessa, chi pagherà la Tasi?
Sia i proprietaria sia gli effettivi utilizzatori degli immobili, tutti coloro che all’interno di un territorio usufruiscono dei servizi indivisibili di un Comune che vanno dalla manutenzione delle strade all’illuminazione pubblica. Il tributo è una parte della IUC, l’imposta unica comunale, nella quale vanno aggiunte anche la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, e l’Imu (solo per alcuni contribuenti).

E fin qui…
Il problema è sorto quando si è creata l’imposta contenitore Iuc e il voler modificare il sistema senza conoscere le realtà dei Comuni – che, per dirne una, non riescono nemmeno a gestire i bollettini di pagamento – ha peggiorato la situazione. Una maggiore attenzione alla cura dei dettagli ancora una volta avrebbe fatto la differenza.

Quali proposte avete presentato al Presidente del Consiglio dei Ministri nella vostra lettera?
Le nostre indicazioni vanno dalla proroga generalizzata alla sostituzione dell’acconto TASI, da versare con F24 in autoliquidazione, con l’invio da parte dei comuni di un bollettino contenente il 50% di quanto incassato lo scorso anno per i servizi indivisibili (tale tassa era inserita nel bollettino Tares 2013) e come ultima richiesta la non sanzionabilità dei versamenti non corrispondenti al dovuto se sanati entro il 16 ottobre.

Come giudica il sempre più probabile rinvio ad ottobre?
La soluzione migliore sarebbe stata una proroga generalizzata, dando per scontato che da qui ad ottobre si fosse provveduto a modificare l’impianto normativo di questa tassa. La proroga parziale ha riversato tutto sui proprietari degli immobili nei Comuni che hanno reso noto le aliquote sul sito del ministero delle Finanze. Come spesso accade in questo paese, quindi, chi ha seguito tutti i criteri regolarmente viene penalizzato. 

Jacopo MARCHESANO