Per i tassisti il guadagno sta nelle corna

Chi l’ha detto che i tassisti sono una categoria professionale che se la passa male? Qualche piccola soddisfazione, non solo economica, ce l’hanno anche loro grazie… all’adulterio.

Questo, almeno, è quanto emerge dai risultati del nuovo sondaggio condotto su 11000 membri di Victoria Milan, uno dei maggiori siti di incontri online per persone sposate e impegnate in cerca di avventure: un numero significativo di infedeli usa il taxi per incontrare l’amante. Infatti, secondo i calcoli svolti da Victoria Milan, gli europei che tradiscono il partner spendono in media 104,94 euro al mese per il mezzo di trasporto preferito per raggiungere le location degli incontri adulteri. Con grande gioia dei tassisti.

La maggior parte dei traditori intervistati, il 40%, dice di preferire il taxi a qualsiasi altro mezzo quando si tratta di adulterio. La metro è usata dal 32%, l’autobus dal 16% e solo il 12% salta su un tram. Tra le persone che affermano di usare il taxi, il 62% spende in media 30 euro a tratta per incontrare l’amante, il 13% spende meno di 20 euro e il 25% finisce per dare ai tassisti di turno una somma tra 30 e 60 euro.

Commenta il fondatore e amministratore di Victoria Milan, Sigurd Vedal: “Addirittura il 40% dei nostri utenti è disposto a spendere qualche euro in più per incontrare segretamente l’amante per appuntamenti illeciti. Sicuramente si tratta di denaro che vale la pena spendere perché usare il proprio mezzo espone a rischi che non si vogliono correre: qualcuno potrebbe riconoscere la macchina e quindi venire a conoscenza della relazione. Al contrario, i taxi sono sicuri e anonimi, proprio come Victoria Milan. Spendere 30 euro per un taxi che permettere di incontrare l’amante in tutta sicurezza, è una somma ragionevole e ben spesa“. Con il risultato che i tassisti di tutto il mondo si fregano le mani.

Il calcolo di quanto finisce in tasca ai tassisti è basato sui risultati ottenuti dal sondaggio condotto da Victoria Milan a livello globale (5 milioni di utenti), moltiplicati per il numero di incontri che gli infedeli hanno al mese. Il risultato è stato a sua volta moltiplicato per la somma spesa mediamente per pagare il trasporto di ogni singolo appuntamento (€31.8). Il risultato di questo calcolo mostra che i tassisti guadagnano per assurdo 209 milioni e 880mila euro grazie agli infedeli di tutto il mondo.

Se le liberalizzazioni si fanno con i pugni…

di Davide PASSONI

Ecco, ci mancava solo questo. A Milano un tassista che ha osato trasportare un cliente, nonostante lo stato di agitazione spontaneo in atto per protestare contro la liberalizzazione delle licenze delle auto bianche, è stato malmenato e derubato dei 50 euro dell’incasso della corsa da alcuni colleghi. Che, per non farsi mancare nulla, gli hanno anche danneggiato l’auto. Una follia. Una roba da Anni ’70, quando i picchetti nelle fabbriche non andavano tanto per le spicce per impedire ai cosiddetti “crumiri” di mettersi al lavoro nonostante gli scioperi.

Peccato che qui nemmeno si parla di sciopero. Peccato che viviamo in un Paese nel quale il dissenso e la dialettica dovrebbero essere accettati e incentivati, non tollerati o combattuti. Peccato che magari il tassista preso a cazzotti era anche d’accordo con le ragioni dell’agitazione, ma magari, fatti due conti, aveva deciso che una corsa in più poteva significare due pacchi di pannolini per suo figlio o la somma necessaria per pagare l’ultima bolletta dell’Enel. E che l’agitazione, per mezza mattina, poteva anche venire dopo le necessità del budget familiare. Magari, o magari no.

Resta il fatto che un episodio del genere, messo in atto da un manipolo di deficienti, non fa altro che dimostrare come, in Italia, la logica da Curva Sud vs. Curva Nord sia dura a morire; come una certa mentalità Anni ’70 non sia mai morta del tutto; come le ragioni di determinate categorie professionali – additate a torto come se fossero le responsabili dei mail dell’Italia – per quanto condivisibili vengano mortificate dal loro oltranzismo e celodurismo.

Come al solito, in Italia, chi in piazza urla di più ha più ragione degli altri. Una logica inconcepibile che, purtroppo, è già passata. Che non passi anche il concetto che chi mena di più ha più ragione: lo abbiamo già vissuto, si chiama terrorismo. E ha perso. E, ora come allora, pagano i più deboli e gli innocenti. Anche solo per 50 euro.

Foto ANSA/GUIDO MONTANI

Liberalizzazioni: 1000 euro in più nelle tasche degli italiani

Mentre i tassisti si preparano a scioperare nelle più grande città italiane e i farmacisti sono già sul piede di guerra da mesi, l’Adiconsum ha già calcolato quanto le liberalizzazioni previste dalla nuova manovra potranno farci risparmiare nel 2012.

Secondo l’associazione di difesa dei consumatori il risparmio medio per famiglia italiana sarà di 1000 euro. Così suddiviso:

  • 70 euro per i farmaci
  • 350 euro per il commercio
  • 250 euro per benzina e diesel
  • 400 euro grazie alla liberalizzazione delle professioni.

Un bottino notevole, quasi una mensilità per uno stipendio minimo, che tornerà nelle tasche delle famiglie italiane già messe in ginocchio dalla crisi.

Liberalizzare è questa allora la chiave delle rinascita economica italiana? “E’ necessario liberalizzare e non privatizzare gli asset fondamentali e necessari per lo sviluppo del nostro Paese” ci tiene a precisare Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum.

“Le privatizzazioni sono state pagate pesantemente dai consumatori e hanno arrecato danni enormi al Paese – continua Giordano. – Non e’ possibile vendere, o peggio svendere, le strutture e le aziende pubbliche dell’energia, ne’ privatizzare le Poste o le ferrovie. Le reti (ferroviarie, telefoniche, energetiche, ecc.) devono rimanere saldamente in mano pubblica e le aziende che ne usufruiscono, devono pagare il giusto onere allo Stato, che cosi’ potrà effettuare investimenti e dare impulso allo sviluppo delle stesse reti”.

Maggior controllo da parte delle Istituzioni e da parte delle Associazioni dei Consumatori sui servizi pubblici liberalizzati, si auspica Giordano.

“Si migliori lo strumento della class-action, rendendolo un mezzo di tutela collettiva piu’ gestibile dalle Associazioni Consumatori e quindi più efficace”.