La pasta italiana fa scuola a Tel Aviv

Ci sono alcuni settori nei quali l’Italia eccelle e non ha niente da invidiare a nessuno.
Uno di questi è, sicuramente, la cucina.

A questo proposito, un prestigioso marchio di pasta, La Molisana, è stata al centro di un seminario tenuto presso la Bishulim School di Tel Aviv, dove lo chef Nicola Vizzarri, team manager della nazionale italiana cuochi under 23 e capitano della nazionale italiana chef senior, ha “insegnato” l’arte della pasta a 90 cuochi che lavorano in prestigiose strutture israeliane.

La Molisana, dunque, brand storico del Gruppo Ferro, con sede a Campobasso, ha portato la pasta Made in Italy oltreconfine, ottenendo con il seminario, denominato “La pasta a 360°”, un enorme successo.

Lo chef Vizzarri ha accettato l’incarico con entusiasmo e, subito dopo il suo rientro in Molise, ha dichiarato: “È stata un’occasione importante per contribuire alla diffusione della nostra cultura alimentare all’estero e far conoscere ai cuochi israeliani tecniche di cottura e procedimenti legati all’alimento principe della cucina italiana. In Israele si incontrano cucine da tutto il mondo, da quella araba a quella musulmana, da quella turca a quella ebraica. La pasta sta entrando, e solo negli ultimi tempi, tra le abitudini alimentari e comunque viene preferita come piatto unico. Da parte mia è stata un’occasione di ricerca per presentare piatti e preparazioni adeguate alle loro esigenze. Il modo di cucinarla ha dovuto tener conto anche della cultura di quel paese. Ho svolto seminari di cucina Kosher, privando i condimenti di ingredienti come carne di maiale, frutti di mare, molluschi, crostacei e tartufo che, per osservanze religiose, in alcuni casi non vengono utilizzate”.

Vera MORETTI

Da Tel Aviv una rivoluzionaria app per smartphone

E’ italiano l’amministratore delegato di una delle più promettenti start-up nate in questi ultimi anni in quella che viene chiamata la piccola Silicon Valley mediorientale.

A Tel Aviv, infatti, è stata presentata Rescue, un’applicazione per smartphone innovativa e in grado di trasformare un telefonino in un dispositivo capace di rilevare urti e incidenti, di reagire autonomamente e chiedere soccorso con l’attivazione di contatti prestabiliti.

Fautore di questa app d’avanguardia è Ghigo Capasso, architetto e uomo d’affari di origini fiorentine, in passato pilota Alfa Romeo e campione italiano delle ruote coperte negli anni ’70.
E proprio lui ha dichiarato: “Rescue è di fatto una versione più intelligente (e rispettosa della privacy) di quella scatola nera che tutte le autovetture europee dovranno avere a bordo di qui a non molto. Ma e’ anche uno strumento di uso potenzialmente più largo: presentato come salvavita a disposizione di bikers, ciclisti, sciatori, escursionisti, pedoni, anziani o donne sole minacciate da pericoli“.

Ma come funziona questa applicazione? Tutto dipende da un algoritmo complesso e rivoluzionario, ideato da una squadra di fisici e matematici israeliani divenuti partner della start-up di Capasso. Il meccanismo, complesso ma preciso, permette all’applicazione di individuare i contraccolpi di possibili cadute o incidenti, reagire e attivarsi con l’invio di Sms e chiamate in vivavoce laddove nei casi in cui l’utente non sia in grado di muoversi, per un trauma o perché vittima di un’aggressione.

Insomma, si tratta di un dispositivo davvero in grado di cambiare la vita di chi lo utilizza e, per questo, ha destato da subito l’interesse in Italia, dove è già connesso ai sistemi di Samsung-Italia, Motorola-Italia e Vodafone, con i quali i responsabili del progetto hanno avviato contatti.

E sapere che il suo ideatore è italiano, ci rende molto orgogliosi.

Vera MORETTI