Trattamento di fine servizio (TFS), incostituzionale il pagamento differito

Il Trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, corrispondente al Trattamento di fine rapporto per i lavoratori dipendenti del settore privato, viene erogato in modalità differita di almeno 2 anni e a rate. Questo differente trattamento ha generato il ricorso alla Corte Costituzionale da parte del sindacato Confsal-Unsa. La Corte Costituzionale nella sentenza 130 del 2023 ha ritenuto incostituzionale il trattamento differito. Ecco cosa può cambiare ora.

TFS (Trattamento di fine servizio) con pagamento ritardato

Quando la Corte Costituzionale sancisce l’incostituzionalità di determinate norme, il legislatore deve dare seguito a tali pronunce e quindi “sostituire” le norme tagliate.

Le norme attualmente in vigore prevedono che il TFS, trattamento di fine servizio per i dipendenti del settore pubblico, sia pagato dall’Inps:

  • entro 105 giorni se il rapporto è cessato per inabilità o decesso;
  • in caso di pensionamento per raggiunti limiti di età, pensione di vecchiaia o scadenza di contratto il pagamento avviene dopo 12 mesi, ma l’Inps può avere ulteriori 3 mesi di tempo;
  • in caso di pensione anticipata (ad esempio quota 103) il pagamento invece avviene dopo 24 mesi differibili a 27 mesi.

Corte Costituzionale, differire il pagamento è incostituzionale

Secondo la Corte costituzionale questo trattamento costituisce violazione delle norme sulla parità di trattamento tra lavoratori del settore privato e lavoratori del settore pubblico. Inoltre, siccome il TFS è una quota di retribuzione del lavoratore accantonata ed erogata al lavoratore in un momento di cambiamento in cui si può avere necessità di maggiori somme, il pagamento ritardato del trattamento di fine servizio contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione.

La Corte stabilisce però che il Parlamento deve adeguare la normativa e parificarla a quella prevista per il settore privato in modo graduale, tenendo in considerazione gli impegni economico finanziari del settore pubblico. Questo vuol dire che chi nei prossimi mesi andrà in pensione nel settore pubblico non potrà avvalersi immediatamente degli effetti di questa sentenza, ma dovrà attendere che il Parlamento modifichi le norme e che le stesse entrino in vigore.

Anticipo TFS o TFR e 730: la guida completa

I lavoratori al termine del rapporto di lavoro hanno diritto al Trattamento di Fine Rapporto o al Trattamento di Fine Servizio. E possono richiederne un anticipo visto che non sempre gli emolumenti come il TFS o il TFR maturato, vengono erogati perfettamente al termine del rapporto di lavoro. Per esempio se si tratta di chi va in pensione, l’anticipo è assai lieto visto che potrebbero servire soldi per i progetti più disparati.

E l’anticipo spesso viene richiesto ad una banca, che si sostituisce di fatto a quello che dovrebbe erogare il datore di lavoro. Un anticipo sotto forma di finanziamento quindi, con una garanzia che è lo stesso TFR o TFS spettante. La domanda che molti si pongono è se ci sono vantaggi fiscali. Qualcuno sostiene che ci siano vantaggi fiscali non indifferenti nel richiedere questo genere di emolumento anticipato. Ma è vero o è una falsa speranza? Vediamo la guida approfondita alla materia, alla luce delle tante novità introdotte.

Le detrazioni nella dichiarazione dei redditi, come funziona l’anticipo del TFR o del TFS nel modello 730

Sono i dipendenti statali e del pubblico impiego quelli a cui le normative vigenti offrono la possibilità di anticipare il TFR o il TFS. Lo ha previsto una legge del 2019. Si può chiedere una parte del TFS o TFR maturato o anche l’intero trattamento. Il dipendente pubblico ha diritto a ricevere la cosiddetta buonuscita alla fine del rapporto di lavoro. Ciò che viene accantonato mese per mese durante gli anni di servizio, può essere riscosso dopo essere andati in pensione.

Dal momento che per gli statali i tempi di attesa sono piuttosto lunghi per ricevere la liquidazione, ecco che le normative hanno concesso la possibilità di richiedere un anticipo. Anche perché in alcuni casi i tempi di attesa sono biblici. Infatti per chi va in pensione con la quiescenza di vecchiaia, si tratta di 16 mesi di attesa dalla data di uscita dal lavoro. Se invece si esce per collocamento a riposo d’ufficio o per chiusura del rapporto di lavoro per scadenza, si aspettano 15 mesi. Peggio ancora se si lascia il lavoro per dimissioni volontarie o per pensioni diverse da quelle di vecchiaia, cioè con i pensionamenti anticipati. In questo caso l’attesa supera i 2 anni. Sono infatti 27 mesi per chi esce con 41 anni e 10 mesi di contributi.

La banca, il finanziamento, gli interessi e le dichiarazioni dei redditi

Richiedere un finanziamento o un prestito in banca per l’anticipo del TFR o del TFS è una opzione che per quanto detto prima, può tornare piuttosto utile ai più. Proprio alla luce dei lunghissimi tempi di attesa.

È stato il decreto legge n° 4 del 2019, precisamente l’articolo 26 comma 7 che ha introdotto la possibilità di chiedere l’anticipo del versamento del TFR o del TFS tramite prestito bancario. Ed essendo un finanziamento bancario, inevitabile che ci siano interessi da pagare.

Le somme erogate come anticipo del TFS e del TFR non vanno inserite in dichiarazione dei redditi, che sia il modello 730 o il modello Redditi PF poco importa. Infatti gli emolumenti anticipati di Trattamento di Fine Servizio o di Fine Rapporto, non sono assoggettati alle imposte sui redditi non concorrendo alla formazione della base imponibile. Ma nemmeno gli interessi pagati sul prestito vanno inseriti. Infatti non è previsto niente a livello di detrazione fiscale per gli interessi pagati sull’anticipo. Nonostante ciò che si diceva, niente possibilità di scaricare una parte degli interessi dal reddito.

Pignoramento TFS pubblico impiego, ecco quando e come

In questa rapida guida andremo a scoprire se e quando è possibile il pignoramento del TFS. Scopriamolo assieme nei prossimi paragrafi.

TFS, di cosa si tratta

Innanzitutto, partiamo col definire cosa si intende quando si parla di TFS.

In maniera molto rapida ed esaustiva, possiamo dire che il TFS (ovvero, Trattamento di Fine Servizio) è un’indennità corrisposta, alla fine del rapporto di lavoro, a quei dipendenti pubblici statali assunti prima del 1° gennaio 2001.

Inoltre, è necessario che tali dipendenti non abbiano optato per il Fondo Pensione Complementare di categoria Espero per Scuola e AFAM e Perseo Sirio per tutti gli altri.

In sostanza, possiamo dire che Il TFS dei dipendenti statali, così come il TFR dei dipendenti del settore privato, altro non è che una somma che dovrebbe garantire al lavoratore che cessa il rapporto di lavoro una certa elasticità economica.

Il TFS del lavoratore del pubblico impiego viene liquidato più o meno 15 mesi dopo la cessazione dal servizio se quest’ultima è avvenuta per accedere alla pensione di vecchiaia, per scadenza contratto a termine o per pensionamento d’ufficio

Pignoramento TFS, quando è possibile

Ma, quindi, quando è possibile correre il rischio di ottenere un pignoramento di TFS?

In principio, stando all’art 21 del DPR, il Trattamento di Fine Servizio per i dipendenti pubblici era ritenuto impignorabile, salvo in caso di danni di risarcimento del lavoratore nei confronti dell’amministrazione pubblica. Tuttavia a seguito della sentenza n. 99 del 1993 e n. 225 del 1997, la norma è stata dichiarata anticostituzionale.

Successivamente, però, la Corte Costituzionale ha equiparato il regime di pignorabilità tra TFR e TFS, andando così ad estendere le regole imposte ai dipendenti privati anche per i lavoratori del pubblico impiego:

  • TFR e TFS possono essere pignorati anche prima di essere versati al dipendente.
  • TFR e TFS possono essere oggetto di pignoramento nella misura massima di un quinto.

Pignoramento TFS, cos’ altro c’è da sapere

Il TFS, ovvero Trattamento di Fine Servizio così come il Trattamento di Fine Rapporto, ovvero TFR, costituisce un credito certo e liquidabile, maturato dal lavoratore già in costanza di rapporto e per questo motivo pignorabile.

Ma chi è che può pignorare il TFS, quindi?

La risposta a questa ultima domanda è presto data.

Qualunque creditore che sia munito di un titolo esecutivo quale che sia una sentenza (anche non definitiva) od anche un decreto ingiuntivo non opposto e quindi esecutivo, può pignorare il TFS di un lavoratore pubblico (o privato) nei limiti e nelle modalità precedentemente descritte.

Il TFR e il TFS possono essere pignorati solamente quando sono diventati esigibili da parte del debitore e sono quindi pronti per essere erogati allo stesso ovvero in due momenti: nel momento in cui il rapporto di lavoro cessa e si conclude per licenziamento o dimissioni; nel momento in cui il rapporto di lavoro cessa e si conclude per pensionamento del debitore.

E come si può risolvere un pignoramento?

  1. pagando il proprio debito;
  2. raggiungendo un accordo con il creditore;
  3. opponendosi al pignoramento.

Queste sono, ovviamente le tre opzioni più quotate, e ciascuna da valutare in singoli casi, per cercare la via di risoluzione di un pignoramento.

Questo è quanto vi fosse, dunque, di più utile e necessario da sapere in merito alle possibilità e ai rischi di pignoramento di TFS.

Inps, online il nuovo calcolatore del Tfs e Tfr dei dipendenti pubblici

È stata implementata tra le funzionalità telematiche del sito dell’Inps il nuovo calcolatore del Trattamento di fine servizio (Tfs) o Trattamento di fine rapporto (Tfr) dei dipendenti del pubblico impiego. Le specifiche della nuova funzionalità sono contenute nel messaggio dell’Inps numero 3436 del 12 ottobre scorso. Nella comunicazione l’Istituto di previdenza presenta la “nuova modalità di domanda di quantificazione del TFR e del TFS finalizzata alla cessione ordinaria e alla cessione agevolata”.

Tfr o Tfs ‘in un click’ sul portale dell’Inps

La nuova funzionalità del sito dell’Inps di calcolo del trattamento di fine servizio o di fine rapporto rientra nel progetto “Tfr e Tfs in un click”, previsto dal Piano Strategico delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict). Pertanto, sul portale dell’Istituto di previdenza i dipendenti del pubblico impiego possono adottare il nuovo servizio per la richiesta di quantificazione del Tfs o del Tfs finalizzato alla cessione ordinaria o alla cessione agevolata.

Come si accede al calcolo del Tfr o Tfs sul sito Inps?

Per poter accedere al servizio di determinazione del Tfr o Tfr sul sito dell’Inps i dipendenti pubblici dovranno, come primo passaggio, autenticarsi. Le credenziali per l’accesso sono:

  • quelle dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale);
  • della Carta di identità elettronica (Cie);
  • della Carta nazionale dei Servizi (Cns).

Dopo l’autenticazione, è necessario andare nelle sezione “Prestazioni e servizi”, prima di procedere in “Servizi” e successivamente nella “Gestione dipendenti pubblici: servizi online Tfr” oppure in quella della “Gestione dipendenti pubblici: servizi online Tfs”.

Inps, sul portale il calcolo del Tfs o Tfr alle condizioni ordinarie o a quelle agevolate del Dl 4/2019

L’implementazione del nuovo servizio dell’Inps permetterà agli ex dipendenti del pubblico impiego di effettuare una cessione ordinaria del Trattamento di fine rapporto o del Trattamento di fine servizio, oppure accedere alle condizioni agevolate dei due istituti secondo quanto prevede il decreto legge numero 4 del 2019.

Calcolo Tfr o Tfs, per quali pensioni?

In particolare, le condizioni agevolate del Tfr o Tfs si applicano nel limite del trattamento corrispondente a 45 mila euro. Rientrano nel trattamento agevolato le uscite pensionistiche dei lavoratori del pubblico impiego con i requisiti della quota 100, della pensione di vecchiaia, della pensione anticipata, del cumulo pensioni, delle agevolazioni per le attività gravose. Fanno parte del calcolo anche le uscite per chi svolge attività particolarmente pesanti e faticose, oltre ai lavoratori precoci.

Quanto costa accedere al Tfr o Tfs agevolato?

Le condizioni fissate dal decreto legge numero 4 del 2019 per il Tfr o Tfs agevolato è pari al rendimento dei titoli di Stato. La durata dell’operazione è quella corrispondente al prestito. Inoltre l’agevolazione prevede il pagamento di uno spread calcolato sullo 0,4%.

Cosa cambia con il nuovo applicativo Inps per il Tfr o Tfs?

L’Istituto di previdenza aveva già al suo interno un applicativo per il calcolo del Tfr o Tfs dei lavoratori del pubblico impiego. La finalità era quella di fare una simulazione e una quantificazione del trattamento relativa alla cessione della prestazione a favore degli istituti di credito. La nuova funzionalità implementata in questi giorni permette di inserire solo dati minimali e di accedere automaticamente alla verifica della maturazione dei requisiti. Si può procedere con l’operazione anche dai dispositivi mobili (tablet e cellulari).

Quali informazioni chiede il servizio di Tfr e Tfs per il calcolo del trattamento?

Con l’accesso al servizio di calcolo del Tfr o Tfs, all’utente sono richiesti solo i dati che non siano già in possesso dell’Inps. Pertanto, l’utente chiede la prestazione in via telematica fornendo i dati minimi. Le informazioni saranno integrate con quelle già in possesso dall’Istituto previdenziale per il riscontro immediato della prestazione richiesta.