In frenata le esportazioni del made in Italy in Cina

Finora il lusso era sempre stato immune dalla crisi, ma sembra che stia avvenendo un cambio di rotta.
A determinare un brusco rallentamento è soprattutto la crisi cinese e i disordini che stanno avvenendo ad Hong Kong.

Se, infatti, inizialmente la rivolta era partita dalla zona di Central, cuore finanziario della città, ora ha intaccato concretamente anche Kowloon, la parte di maggior richiamo turistico e commerciale, dove si concentra lo shopping di alta gamma.

E, in concomitanza con la festa nazionale della città-Stato, che nel mese di ottobre rappresenta la principale attrattiva, seconda solo alle feste natalizie, la chiusura dei principali negozi, quelli di maggior richiamo per i turisti, porterà ad un ulteriore calo del fatturato, anche per i prodotti Made in Italy, che hanno tanto investito per approdare in Oriente.

Luca Solca, analista di Exane BNP Paribas, ha commentato così la situazione: “I contatti che abbiamo sul posto riferiscono di un contesto molto difficile per il commercio, i cinesi hanno smesso di venire e i compratori locali rimangono in attesa. Un’escalation degli attuali disordini porterebbe ulteriore negatività per il settore“.

Le previsioni per quest’anno, dunque, sono pessimistiche, e la crescita non supererà il 4%, contro l’8 dello scorso anno e il 10 del 2012.

Per quanto riguarda Piazza Affari, ecco le stime da parte degli esperti: “Non abbiamo dati precisi ma stimiamo che il fatturato generato nell’ex colonia britannica pesi circa il 7-8% del totale per Ferragamo e il 9-10% per Tod’s. Minore l’esposizione per Moncler, stimata tra il 4% e il 5%, e ancora più bassa per Brunello Cucinelli“.

Vera MORETTI

Tod’s, i ricavi non decollano

Non un gran semestre per Tod’s che archivia i primi sei mesi del 2014 con un fatturato di 477,7 milioni di euro, in calo del 2,7% rispetto all’anno precedente, ed utili in flessione addirittura del 25% a 56,2 milioni di euro. Se crescono le vendite in Europa (6,7%), calano in modo sempre più vertiginoso in Italia (7,4%).

Il gruppo guidato dalla famiglia Della Valle, nonostante il calo registrato nelle vendite in questi mesi, ha continuato a investire in nuovi punti vendita, cresciuti a 229 a fine giugno a fronte dei 200 dello stesso periodo dell’anno precedenti. Aumentati anche quelli in franchising a 87 dai 79 del 2013.

A pagarne le conseguenze il titolo Tod’s che a Piazza Affari in questi giorni ha segnato un calo giornaliero medio dell’11% dopo diverse sospensioni al ribasso.

JM

Lusso Made in Italy più forte dell’euro

A livello europeo, solo la manifattura tedesca riesce a resistere ad un tasso di cambio euro/dollaro Usa a 1,40. La crisi è ancora troppo vicina e la situazione è ancora molto pesante per le aziende esportatrici, anche per quelle italiane.

C’è, però, un settore che in Italia si sta dimostrando più forte dell’euro forte, ovvero il Made in Italy di lusso.

Ancora una volta, dunque, si ha la dimostrazione che il comparto del lusso non sembra proprio conoscere crisi e, anzi, vede le sue cifre aumentare sempre, indipendentemente dalle condizioni economiche e finanziarie in cui versa il Belpaese.

Guardando ai risultati di bilancio del primo trimestre 2014 di quattro importanti marchi quotati in Piazza Affari, ovvero Luxottica, Salvatore Ferragamo, Brunello Cucinelli e Tod’s, si scopre che il fatturato e i margini sono saliti (nei primi tre casi) o sono rimasti stabili (nel caso di Tod’s) nonostante la valuta forte non abbia certo aiutato l’export e ci sia stato il rallentamento dell’Asia, soprattutto del mercato cinese.

Stando alle previsioni del management, a loro volta basate sugli ordinativi già acquisiti, le previsioni per il 2014 sono improntate ad un cauto ottimismo.

Alla luce di questi dati, la correzione che questi titoli hanno subito da inizio anno (dal -16% di Ferragamo al -23% di Cucinelli, passando per il -18% di Tod’s) è frutto più di una valutazione al ribasso dell’intero settore lusso a livello mondiale, che ha corso molto nel 2012 e nel 2013, piuttosto che di un’inversione di tendenza delle società del comparto.

Questi titoli potrebbero quindi rappresentare un’occasione d’acquisto per gli investitori poco esposti o del tutto assenti in un settore che mantiene prospettive favorevoli a medio lungo termine.
Occorre inoltre considerare le notevoli ricadute positive derivanti da una possibile svalutazione della moneta unica rispetto al dollaro nei prossimi mesi.

Vera MORETTI

Il Made in Italy conquista Hollywood

 

Sempre più spesso le grandi produzioni hollywoodiane diventano vetrina per le eccellenze del nostro migliore Made in Italy. Moda e accessori di tendenza rappresentano da sempre, meglio se italiani, un connubio esplosivo sui più famosi red carpet da Hollywood a Venezia, passando inevitabilmente per Cannes.

Prada, Tod’s, Ferragamo, Gucci sono solo alcune delle firme più richieste sui set internazionali e le creazioni italiano fanno bella mostra si sé, con abiti, orologi e gioielli indossati impeccabilmente dalle più grandi star del cinema.
Ultimamente Miuccia Prada ha realizzato gli abiti per lo sfarzoso kolossal di Baz LuhrmannIl grande Gatsby“, tratto dal romanzo di Scott Fitzgerald, così come Gucci e Ferragamo saranno protagonisti dell’attesissimo Rush di Ron Howard in uscita nelle sale cinematografiche in questi giorni.

Jacopo Marchesano

La moda Made in Italy vince anche a Piazza Affari

Il lusso Made in Italy corre anche in borsa, dove i titoli della moda che conta sembrano avviati verso un’inarrestabile ascesa, anche e soprattutto nel prossimo autunno.
A determinare il successo a Piazza Affari sono state anche le numerose acquisizioni e fusioni, annunciate e non, e poco importa se il ruolo giocato dai marchi è stato quello dei predatore o della preda.

Qualche esempio pratico è quello di Tod’s, che ha guadagnato il +48,7%, Ferragamo il 52,8%, Luxottica il 31,5%, Brunello Cucinelli il 68,7% e Damiani il 19,3%.
Si tratta di segni più che positivi, in grado di sbaragliare anche la più rosea delle previsioni.

Ora che si apprestano ad affrontare gli ultimi mesi dell’anno, sembra che la strada dei grandi marchi sia sempre più spianata, complici due congiunture che, nell’avversità della crisi, si sono rivelate ottime alleate: la debolezza dell’euro, soprattutto rispetto al dollaro, dovrebbe aiutare a mantenere intatti i flussi commerciali verso gli Usa, mentre la crisi, tuttora in corso, potrebbe contribuire a creare nuove opportunità di merger & acquisition, fattore che alimenta la speculazione.

Le stime più eclatanti riguardano Tod’s, che secondo gli esperti di Citigroup il titolo potrebbe arrivare fino a 158 euro, grazie alla buona gestione della società e al legame con Lvmh: il presidente del gruppo del lusso francese, Bernard Arnault, possiede il 3,5% di Tod’s, e il numero uno Diego Della Valle fa parte del cda di Lvmh dal 2002.

Discorso analogo anche per Luxottica, poiché anche in questo caso viene visto di buon occhio “il potenziale di m&a che aggiunge appeal ai fondamentali solidi del gruppo“.
La società di Leonardo Del Vecchio potrebbe fare la parte della predatrice, con una notevole espansione dal punto di vista commerciale.

La questione è invece diversa per quanto riguarda Ferragamo, considerata a buon prezzo ma ancora senza nessun papabile partner. Secondo il Credit Suisse, che ha abbassato il target in area 24 euro, con il 77,63% del capitale saldamente in mano alla famiglia del fondatore l’azienda è tutto meno che scalabile.

Si prevede in questo caso un cambio di rotta, che potrebbe portare anche ad un’espansione nei mercati emergenti di Cina e Russia.
Il primo nome a cui si fa riferimento è quello di Brunello Cucinelli, la società simile a Loro Piana, che tratta a premio rispetto ai valori della cugina biellese, nonostante il fatturato sia più modesto.

Vera MORETTI

Sergio Marchionne il manager più pagato d’Italia

Gli appelli che chiedono agli italiani di stringere i denti e di adeguarsi al clima di austerity, ormai abbondantemente recepiti, se non altro dalla concreta scarsità di contanti nel portafoglio, certo non sembrano destinati a tutti, né tantomeno ai manager delle grandi aziende.

Da una classifica stilata dal Sole 24 Ore, che segnala i 100 manager più pagati delle società italiane, emerge non solo che i loro stipendi sono distanti anni luce dai quelli dei loro dipendenti, ma che non hanno risentito per nulla della crisi, poiché, anzi, sono aumentati rispetto al 2011.

Tra le società quotate in Borsa, il primo classificato, ma c’era da aspettarselo, è Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, che ha guadagnato 47,9 milioni di euro complessivi, al lordo delle tasse, di cui 4,27 milioni come ad Fiat, 2,89 milioni come presidente della Fiat industrial, ma il grosso del guadagno deriva dalle azioni gratuite che gli sono state assegnate all’inizio del 2012, in base al piano del 2009.
Le azioni valevano 40,7 milioni di euro: in questo caso il premio ha superato di gran lunga il salario annuale.

Il numero uno di Fiat è seguito da Luigi Francavilla, il primo dei 4 manager di Luxottica che occupano i primi sei posti della classifica. Dal Sole 24 Ore: “Luigi Francavilla ha guadagnato 28,8 milioni di euro lordi, in larga parte plusvalenze e controvalore di azioni gratuite, i compensi monetari sono limitati a 799 mila euro”.

Al terzo posto Federico Marchetti, fondatore e azionista di Yoox, azienda bolognese che gestisce su internet negozi online per i grandi marchi di moda che ha guadagnato 22, 6 milioni di euro: in larga parte plusvalenze a fini fiscali.

Per trovare i manager pubblici, occorre scendere, ma non più di tanti, ed ecco l’ex ad della Saipem, Pietro Franco Tali con 6,94 milioni, l’ad di Eni Paolo Scaroni con 6,77 milioni e Fulvio Conti dell’Enel con 3,97 milioni.

Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, è “slo” 14esimo, con 5,7 milioni.
Il numero uno della Pirelli Marco Tronchetti Provera è 24esimo con 3,77 milioni di euro, 27esimo John Elkann con 3,42 milioni e 78esimo Diego Della Valle, patron della Tod’s con 1,64 milioni di euro.

Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri è 33esimo con uno stipendio di 2.700 milioni di euro, seguito da Alberto Bombassei, presidente Brembo, con circa 20 mila euro in meno.
L’ad e dg di Intesa San Paolo, Enrico Cucchiani, è 38esimo con 2 milioni e 6.
Franco Bernabè di Telecom guadagna 2,4 milioni di euro e Flavio Cattaneo, Ad e dg Terna, poco meno: 2,356 milioni di euro.

Nei primi 100, sono solo due le donne: Giulia Ligresti, 67esima con 1,74 milioni di euro e Monica Mondardini, ad Espresso, 76esima con 1,64 milioni di euro guadagnati.
Marina Berlusconi, attualmente presidente Mondadori è oltre il 200esimo posto e ottava tra le donne con 634 mila euro.

Vera MORETTI

Supermario vola a New York, Arianna atterra a Roma

Arianna Huffington sbarca a Roma, Supermario vola a New York, con il fido ministro Terzi. Mentre il Premier è atteso nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite per la 67esima  Assemblea Generale dell’Onu , anche se prima farà tappa al Waldorf Astoria di Manhattan per un rendez-vous con il Presidente Obama, Arianna Huffington è giunta in Italia per tenere a battesimo la versione made in Italy della sua creatura , l‘Huffington Post. A dirigerlo in Italia sarà Lucia Annunziata.

IERI

Pisapia dice si alle adozioni gay: “Sono d’accordo con la possibilità di far adottare dei figli anche alle coppie omosessuali. Meglio avere dei genitori, anche se omosessuali, piuttosto che non averne affatto” è chiaro e tranchant l’intervento del sindaco di Milano Giuliano Pisapia nel corso dell’incontro dell’Idv a Vasto. Il tema, c’è da dirlo, è caldo più che mai: già l’introduzione del registro delle unioni di fatto aveva fatto arrossire (di rabbia però) il porporato Cardinale Scola, che proprio qualche giorno fa ammoniva i politici cattolici a non transigere, mentre in Inghilterra le dichiarazioni dell’attore Rupert Everett, omosessuale rivelato, avevano lasciato a bocca aperta mezza Europa: “non riesco a pensare niente di peggio che essere cresciuto da due papà”. Forse un giro all’orfanotrofio, è il caso di dirlo, non se lo è fatto nessuno.

Minetti Parah: parah accuse o parah-cula? La consigliera regionale della Lombardia non ha rinunciato a fornire il suo prezioso contributo durante la Settimana della Moda milanese, scegliendo di sfilare in passerella per la linea di costumi. La politica, del resto, come afferma l’ex igienista dentale, è al servizio della moda. “La moda è un settore fondamentale per la nostra economia e mi sembrava giusto sostenerla con la mia immagine”. Che poi si tratti di un collare di piume di struzzo e di un paio di zeppe in pelle avorio, si tratta di dettagli.

OGGI

Monti a New York: Supermario in volo alla volta della Grande Mela accompagnato dal ministro degli Esteri Giulio Terzi. Questa sera il Premier sarà a colloquio da Obama, durante il ricevimento organizzato dalla Casa Bianca al Waldorf Astoria, non certo per parlare di Fiat ( a quello ci pensa Marchionne), ma in occasione dell’apertura della 67esima  Assemblea Generale dell’Onu. L’intervento del Presidente della Repubblica al Palazzo di Vetro è però atteso per mercoledì: i temi di cui parlerà Mario? Dalla crisi finanziaria internazionale alle sfide poste dalla Primavera Araba. In attesa della primavera di Mirafiori.

Della Valle vs Marchionne: “Fiat presa con le mani nella marmellata perché se ne voleva andare, con gli uffici stampa che lavorano più degli uffici progettazione”, è questo il commento di Diego Della Valle al vertice fiume di sabato scorso fra l’ad di Fiat Marchionne e il Premier Monti. Il patron di Tod’s, durante un intervento alla Bocconi, seduto accanto al ministro Passera, rincara la dose “se qualcuno viene dall’estero, tipo la Volkswagen, farà belle macchine. La crisi esiste per chi non ha nulla da vendere”. E pensare che tutto era cominciato lunedì sera con qualche maliziosa boutade da Gad Lerner.

Emmy Awards: Homeland, la serie tv che ruota attorno alle vicende di un’agente donna della Cia e un misterioso ex marines sospettato di essere un membro di Al Qaeda, ha sbaragliato il podio degli Emmy Awards a Los Angeles, gli Oscar della televisione.  A bocca asciutta il mondo dorato dei pubblicitari di Madison Avenue, la serie pluripremiata per 4 stagioni, con al centro la vita chiaroscura dell’affascinante Don Draper ambientata nei 60th, si è aggiudicata solo premi minori. Interessante l’esperimento HBO di “Game Change” la serie tv che ripercorre la storia di Sarah Palin, in lista con John McCain nel 2008, in pieno clima di elezioni politiche. Chissà quanto occorrerà attendere per poterla vedere in italia.

DOMANI

Bando Concorso Scuola: parteciperanno, almeno stando ai numeri del ministero dell’Istruzione, circa 160mila candidati per un totale di 11.542 posti. Uscirà domani, anche se era atteso per oggi, il bando del concorsone per guadagnarsi una cattedra sicura nella scuola del terzo millennio. La preselezione si svolgerà online a dicembre, test di 50 domande in 50 minuti: per passare servono almeno 40 risposte corrette. Per chi supererà al prima prova la deadline successiva sarà Gennaio 2013, con la prova scritta, e a seguire, per i sopravvissuti, test orale – si parla di una lezione simulata – entro luglio 2013.

Huffington Post Italia, come sarà?: Arianna Huffington, creatrice del blog che in America è arrivato a fare più contatti del New York Times, ha annunciato qualche ora fa il suo arrivo a Roma via Twitter. Ed è proprio dal social network che arrivano le prime indiscrezioni su quella che sarà la veste della nuova creatura, diretta da Lucia Annunziata, che sbarcherà on line domani. Tra i collaboratori, oltre a 200 blogger, figurano il sindaco di Parma Pizzarotti e sempre stando a quanto riporta Twitter, l‘ex ministro Tremonti , Daniela Santanchè e il segretario della Fiom Maurizio Landini. Per Arianna Huffigton si tratta del quarto ‘figlioccio’ europeo: dopo Gran Bretagna, Francia e Spagna. E speriamo che nessuno tenti di soffocarlo nella culla.

Alessia CASIRAGHI

Murdoch o Marchionne?

 

Sergio Marchionne, ad della Fiat, non ci sta e dalle pagine di Repubblica oggi risponde a Della Valle e rassicura gli italiani: ” guadagniamo all’estero per poter produrre in Italia”. Il futuro di Fabbrica Italia? Tutto da rivedere. E incerto appare anche il destino di un’altra azienda italiana: La7, l’emittente tv di proprietà di TI Media. Colpo di scena finale (o non ancora, visto che mancano ancora 6 giorni allo stop delle offerte vincolanti) del tycoon australiano Rupert Murdoch: News Corps mette gli occhi sul fortino radical chic della tv italiana. Cosa ne penserà stavolta Enrico Mentana?

IERI

Omicidio volontario: è questa l’accusa che pende su Lisandra Aguila Rico, la 21enne cubana che ieri ha confessato di aver preso parte all’aggressione sfociata in delitto della coppia di coniugi di Lignano Sabbiadoro. La ragazza è indagata per duplice omicidio in concorso con ignoti: con lei sul luogo del delitto, secondo gli inquirenti, era presente il fratello 24enne, su cui ora pende un mandato di cattura internazionale, perché si teme sia fuggito a Cuba. L’individuazione dei presunti assassini è stata resa possibile grazie al rinvenimento di tracce ematiche sul luogo del delitto: il dna presente sulla scena del crimine, in un mozzicone di sigaretta, ha trovato parziale corrispondenza con un campione di dna prelevato dalla madre dei due ragazzi, che possiede una gelateria proprio di fronte al negozio di casalinghi dei coniugi Burgato.

Polvere sulla Polverini: il bianco candore (almeno del tubino) della presidente della Regione Lazio rischia di macchiarsi in fretta. Ieri, nel corso del Consiglio Regionale, indetto per approvare la mozione sulla spending review interna al Consiglio (revoca auto blu, dimezzati i rimborsi) la Polverini ha tuonato a proposito dell’affaire Fiorito, nuovo scandalo a basa di ostriche e champagne scivolate sulla carta di credito della Regione: “siamo come la nave Concordia. Ci siamo sfracellati su uno scoglio. E per fortuna non ci sono ancora morti. O invertiamo la rotta o è inutile andare avanti”. E a qualcuno sembra di intravedere l’angelo dell’Apocalisse.

OGGI

L’ira di Marchionne: non ci sta ad essere attaccato e replica sulle pagine di Repubblica: “La Fiat non lascerà l’Italia. Guadagniamo all’estero per poter produrre in Italia”. I dati sulle vendite Fiat in agosto non sono per niente incoraggianti: -17,7% sul mercato europeo. E prosegue il tenzone fra l’amministratore delegato Fiat e il patron di Tod’s Diego Della Valle, reo di aver accusato i vertici Fiat qualche giorno fa: “tutti parlano a 100 all’ora – replica Marchionne. – perche’ Fiat e’ un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità. Ci sarebbe da domandarsi chi ha dato la cattedra a molti maestri d’auto improvvisati”.

Sky compra La7?: il magnate australiano di News Corps Murdoch mette gli occhi sull’azienda di proprietà di TI Media. Dopo l’interesse mostrato dai vertici Mediaset all’acquisto del canale, anche se a frenare gli entusiasmi del Biscione ci ha pensato l’ombra dell’Antitrust, è la volta dell’azienda di Murdoch, che sembra aver avuto accesso all’information memorandum, i dati ‘sensibili’ di La7 che a Mediaset era stato negato. Il verdetto è atteso per il 24 settembre, termine ultimo di presentazione delle offerte vincolanti. E se tra i due litiganti spuntasse un terzo incomodo? In pole position sembra esserci infatti Discovery Channel.

Ilva di Taranto: dopo gli scioperi, il sequestro previsto dall’autorità giudiziaria, e la marcia incessante dei lavoratori di Taranto, oggi i vertici dell’Ilva presenteranno un piano di investimenti per 400 milioni di euro, che prevede l`intervento di super tecnici per il risanamento dello stabilimento siderurgico.

Milan Champions: si aprono le danze europee per la squadra di Allegri, reduce da due brucianti sconfitte in campionato. I bookmakers quotano la vittoria del club di Milanello, nel match casalingo contro l’Anderlecht, a 1.53. Per i rossoneri quella di stasera sarà la notte della verità. Almeno per la panchina di Massimiliano Allegri, che già comincia a tremare.

DOMANI

Picasso a Milano: la vernice è prevista per domani, mentre il grande pubblico dovrà attendere giovedì. Picasso torna a Milano, a Palazzo Reale, che ospiterà fino al 6 gennaio 2013, oltre 200 opere (non solo pittura, ma anche bozzetti, libri, fotografie) provenienti dal Museo Nazionale Picasso di Parigi. Un viaggio da Nizza a Parigi, da La Coruna a Barcellone, sulle tracce di una delle anime più scandagliate del ‘900.

Juve – Chelsea: dopo la trasferta vittoriosa a Genova di domenica, i bianconeri sono già in viaggio per Londra. Destinazione: Stamford Bridge, dove domani sera sfideranno la sorte contro il Chelsea di Di Matteo.

Alessia CASIRAGHI

Dove porterà la guerra santa di Diego Della Valle contro i “vecchi” della finanza?

di Gianni GAMBAROTTA

Che cosa sta succedendo nelle stanze del potere economico italiano? Da un po’ di giorni i signori che contano hanno iniziato una schermaglia interna che potrebbe essere una tempesta in un bicchiere d’acqua oppure montare, crescere e portare chissà dove.

Il tutto è incominciato con le dichiarazioni di Diego Della Valle di un paio di settimane fa. L’irruento proprietario della Tod’s se l’è presa con i due grandi santoni della finanza, vale a dire Cesare Geronzi, presidente delle Generali, e Giovanni Bazoli, presidente di Banca IntesaSanPaolo. Questi due signori, da sempre trattati con rispetto misto a una punta di timore in tutti gli ambienti economici, sarebbero nient’altro che “due vecchietti e farebbero bene a mettersi da parte” per lasciare spazio a una nuova generazione di imprenditori. E non è tutto: i “due vecchietti”, oltre al problema legato alla carta d’identità, avrebbero anche un difetto decisamente grave: il loro potere deriva dai soldi degli altri, cioè delle società che presiedono, mentre Della Valle investe soldi suoi.

Tutti coloro che seguono le vicende, per la verità non appassionanti, dell’establishment italiano, sono rimasti sbalorditi: raramente si assiste a prese di posizione così nette, che paiono delle sfide. E si sono chiesti: chi sta con (o dietro) Della Valle? E come andrà a finire questa bagarre? È in vista un cambio della guardia in quello che resta del capitalismo italiano?

Gli eventi dei giorni successivi hanno fatto capire che Della Valle, quando fa le affermazioni infuocate di cui si è detto, non è un cavaliere solitario, non parla sull’onda di un’arrabbiatura passeggera. Dietro di lui non c’è nessuno (perché non ha bisogno di particolari sponsor o supporter) ma di fianco a lui sì. Sono molti come i Benetton, i Del Vecchio, i De Agostini, i Caltagirone che non vedrebbero con dispiacere un cambiamento dei rapporti di potere all’interno del salotto buono. Non che vogliano una rivoluzione, ci mancherebbe: non sono ambienti giacobini questi, ma pur sempre salotti buoni. Semplicemente molti desiderano un rimescolamento, una riforma per dare più spazio e più voce a protagonisti che sono ormai più che consolidati, ma ai quali non viene ancora riconosciuto un ruolo centrale nel sistema. Quindi il movimento avviato da Della Valle porterà a qualche novità.

Ora lo scontro si è focalizzato sul tema del controllo del Corriere della Sera, dove  tutti (o quasi) i protagonisti del capitalismo italiano sono presenti. E qui il vecchio establishment, per così dire, ha fatto quadrato. Ma la vicenda non è chiusa. Mister Tod’s ha dalla sua l’età, la tenacia, e molti mezzi finanziari. E alla fine i capitali, anche in un capitalismo di serie B come l’italiano, contano.